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Autore: roxyed    06/12/2012    5 recensioni
[cap1.] Quando ero piccolo, pensavo che la neve fosse controllata da un essere soprannaturale di nome Jack Frost. Quando fiocchi enormi scendevano dal cielo costringendomi a rimanere a casa, spesso e volentieri me la prendevo con questo fantomatico personaggio di cui narravano gli anziani del villaggio.
[Jack Frost x Hiccup | Frostcup/Hijack]
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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EVERWHITE




A proposito della neve #1

 

A Berk la neve cade nove mesi l'anno, ed è così da sempre, o almeno questo è quello che sostiene mio padre.
Da parte mia, tendo a confermare questa teoria, avendo vissuto diciassette anni della mia vita conoscendo soltanto brevi -brevissimi- sprazzi di estate, o almeno, di ciò che io definisco tale. Non che mi dia veramente fastidio, la neve. Mi piace il rumore che le suole degli stivali producono a contatto con il manto fresco, il modo in cui la coltre bianca ovatta i suoni, rendendoli più fini ed armonici. Mi piace volare con Toothless quando il cielo é bianco come la terra, e tutto si confonde: il sopra diventa il sotto e il sotto diventa il sopra, mentre il mare assume quell'aspetto selvaggio tipico degli inverni rigidi della mia terra, che ne aumenta esponenzialmente l'aria di mistero.
Certo, durante i mesi più freddi spesso e volentieri sono costretto a correre letteralmente a casa dopo le sessioni di volo con Toothless, quando il vento gelido mi penetra nelle ossa, mi infiamma le guance, e mi crea qualche problema all'arto posticcio. In casi come questo, tutto ciò che voglio è ritirarmi nel salone con il mio drago e bearmi dello spettacolo delle fiamme danzanti nel caminetto, del sapore intenso della carne speziata sotto i denti, delle chiacchiere sgraziate dei miei strambi compagni di vita e del sorriso familiare di Astrid. Sono queste le cose veramente importanti, quelle che allontanano dalla mia mente, seppur per qualche infinitesimale momento, la consapevolezza di non stare andando da nessuna parte.

 



A proposito della neve #2


Quando ero piccolo, pensavo che la neve fosse controllata da un essere soprannaturale di nome Jack Frost. Quando fiocchi enormi scendevano dal cielo costringendomi a rimanere a casa, spesso e volentieri me la prendevo con questo fantomatico personaggio di cui narravano gli anziani del villaggio. Un folletto, dicevano fosse, o uno spirito maligno il cui massimo divertimento era quello di congelare i nasi dei bambini, e non solo. “Se uscirai con questo tempaccio, finirai tra le grinfie di Jack Frost”, dicevano, al che qualsiasi moccioso anche solo lievemente impressionabile (beh...soltanto il sottoscritto, per la verità, gli altri se la ghignavano) si convinceva che no, non aveva mai avuto voglia di uscire a giocare con gli amichetti a palle di neve. Ammetto che, per lunghissimo tempo, ho pensato di averlo anche visto, Jack.
Avrò avuto sei o sette anni, ed era una sera di dicembre, tra le più fredde che abbia mai avuto la sfortuna di sperimentare. Sedevo sul mio letto, intento nella lettura di un libro sui draghi. Sì, in quel periodo sognavo ancora di cacciarli e di appenderne le teste sulla parete portante di casa mia ma...non andiamo fuori tema. Dicevo, stavo leggendo questo fantomatico libro sui draghi quando, lanciando una vaga occhiata fuori dalla finestra, mi parve di vedere qualcosa tra la neve. Qualcosa di vivo e di incredibile. Alzandomi di scatto dal letto, corsi alla finestra e mi sporsi. Lui era lì. Era sotto la finestra e mi fissava. Indossava una mantella marrone troppo leggera per il clima rigido di Berk, e cosa ancor più sorprendente, era scalzo. A piedi nudi nella neve, mi capite? La luce della luna giocava con i suoi capelli corti accendendoli d'argento, ed aveva con sé uno strano bastone ricurvo.
In quel momento, quando i nostri sguardi si incrociarono, seppi che non poteva trattarsi di Jack Frost. Lo sguardo di quel ragazzo era troppo malinconico, troppo solo. E quel viso, il più bello che abbia mai visto, devo ammettere -e questo NON è da strani, vero??- non poteva appartenere ad uno spirito maligno. Distolsi lo sguardo da quella figura quando non riuscii più a ricambiare l'occhiata carica di emozione (??) che mi stava rivolgendo. Sembrava...non so, sembrava profondamente scosso, o meravigliato, forse. E no, decisamente, quello sguardo non poteva appartenere a Jack Frost. Quando riabbassai lo sguardo, però, di quello strano ragazzo non c'era più traccia. Per un attimo provai un enorme sollievo, ma poi, tornandomene a letto, me lo immaginai vagante per il villaggio a piedi nudi, e non potei tollerare la cosa più di cinque minuti.
Passai un'ora e mezza fuori nella neve, cercandolo, ma non lo trovai. Guardai ovunque, spingendomi fin oltre l'ultima capanna del villaggio, ma di lui non vi era traccia. Quando rientrai a casa mi imbattei in mio padre, sull'uscio, ad attendermi con il cipiglio più severo e genitoriale di sempre dipinto sul viso. Mi pentii di essermi mai alzato dal letto e, quando tornai nella mia stanza, il libro sui draghi, abbandonato sul letto, parve ridere di me.
Con il tempo, anche se tutti seguitano a dirmi che devo semplicemente aver fatto un sogno troppo vivido, mi sono convinto del fatto che il misterioso visitatore di quella notte abbia trovato riparo in qualche nostra struttura sfuggita ai miei controlli, vi abbia trascorso la notte, e poi se ne sia andato per la sua strada. Mi chiedo anche per quanto tempo sia riuscito a sopravvivere camminando scalzo nella neve, e, quando questo accade, non posso evitare di sentirmi dannatamente in colpa. Dopotutto, non ho fatto nulla per parlargli, per avviare una qualsivoglia conversazione. Lui era lì, sotto la mia finestra, probabilmente stanco ed infreddolito ed io...io l'ho lasciato andare. Certo, l'ho cercato per più di un'ora nella neve ma...quanto può contare?
Quando faccio pensieri del genere, Toothless è il solo conforto che ho.

 

 

 

 






 

 

->>nel capitolo 2

Voglio dire, amo cavalcare il mio drago e questo è sacrosanto e risaputo, ma spesso mi sento talmente oppresso dalla routine da non riuscire a respirare. Se esiste una persona, chiunque, nel mondo, che riesce a vivere una vita senza regole né responsabilità di alcun genere...beh, quella deve essere una persona veramente, veramente felice.

Chiacchiere senza senso:

 

Oook. Questa fanfic non ha senso (come queste chiacchiere), e poi chi mette le anticipazioni nei vari capitoli? Solo io!
Ma amo davvero troppo questa coppia, e non ho assolutamente potuto perdere l'occasione di dimostrarlo a terzi. Spero di avere qualche consenso! Al prossimo capitolo!

  
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