Thor non poteva crederci.
Loki, suo fratello, aveva preferito lanciarsi nello spazio e suicidarsi.
Nonostante tutto il male che aveva provocato, nonostante avesse persino cercato di ucciderlo, Thor non riusciva a non piangere per la morte di suo fratello.
Odino gli aveva detto dei natali di Loki. Il Dio del Tuono aveva quindi compreso il perché fossero così diversi, ma nonostante ora sapesse che Loki era figlio del Re dei loro più acerrimi nemici, Thor non poteva fare a meno di continuare a considerarlo suo fratello.
Sbatté frustrato il pugno su una delle colonne d'oro del Palazzo, forse con troppa forza, e il Martello cadde al suolo con un tonfo che riecheggiò nella sala. Sentì la colonna tremare sotto le nocche che ancora erano appoggiate alla sua superficie fredda. Una lacrima calda scese sulla guancia, andando ad infilarsi nella barba che gli incorniciava le labbra.
Perché, Loki? Cosa speravi di guadagnare? pensò, scuotendo la testa. Eri già amato, Odino ti aveva scelto come suo figlio! Nostra madre ti amava, IO ti amavo! Non riusciva a capire come potesse aver organizzato tutto quello che aveva organizzato. Forse perché Thor era sempre stato troppo fiducioso, troppo ingenuo da quel punto di vista. Credeva davvero nel legame fraterno che c'era tra loro, e probabilmente se anche avesse saputo fin da subito dei suoi reali natali, non gli sarebbe importato più di tanto.
Avevano giocato, combattuto, erano cresciuti insieme. Quindi a chi importava del suo sangue?! A chi importava che suo padre fosse Laufey, e non Odino?! Ma evidentemente a Loki importava più di quanto importasse a Thor.
Staccò la mano dalla colonna e recuperò da terra il Mjöllnir, sospirando rumorosamente. C'erano altre cose a cui doveva pensare, e piangere troppo a lungo suo fratello non era da lui. Lanciò un ultimo sguardo all'universo, al Ponte dell'Arcobaleno rotto sotto di loro, prima di voltarsi e raggiungere la Sala del Trono.