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Autore: Emera96    06/12/2012    6 recensioni
'' Gelosia. L'altra faccia dell'amore. ''
Ma se a essere gelosa è una bambina di appena cinque anni?
Se quella bambina avesse paura di essere dimenticata per colpa di un fratellino in arrivo?
Katniss, Peeta, Jennifer (la figlia) .
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Forgotten. 



piccolo spazio autrice:

Una os ci sta sempre bene.
Rientra in gioco la piccola Jennifer, l'adorabile figlia di Peeta e Katniss, nella mia mente malata.
Spero che vi piaccia. 






Pov Peeta.


E' in momenti come questi che penso di amare la vita in tutte le sue sfumature.
Un po' come i miei quadri, pieni di colori scuri e chiari, di ombre e fasci di luce, di colori brillanti e opachi. Come un arcobaleno annacquato, come uno di quelli arcobaleni che nel Distretto 12 sembrano veri e propri miracoli, in tutto questo velo grigiastro, che circonda ogni angolo.
Anche la vita, dicevo, ha le sue sfumature, basta saperle vedere e affrontare a proprio modo.
Ci sono i colori brillanti, i giorni allegri in cui ogni cosa sembra essere al proprio posto e arriva un evento, una notizia talmente buona da spazzare via quell'alone grigio che aleggia da queste parti. La nascita di Jennifer, per esempio, è un colore brillante, un iniezione di felicità.
Ci sono i colori scuri, scuri come le ombre che si formano sotto gli occhi, a causa di una notte insonne, sveglio per qualche flashback.
Ci sono i colori che non sono colori, quelli che non sai nemmeno come chiamare, le cose che ti colpiscono e ti lasciano senza fiato, come sapere, otto mesi fa, che Katniss era ancora incinta o come quando ti ritrovi a pensare cosa saresti adesso senza la tua famiglia che ti sostiene.
Sì, la vita è un insieme di sfumature. Ma la cosa importante, è saper trovare quella che più ci fa sentire a nostro agio.

Certo, pensare ai colori in una giornata grigia e piovosa come questa sembra assurdo.
Ma l'assurdità, spesso, può darci una mano a rimanere coi piedi per terra, in attesa di una ventata di routine.

E' Novembre, il bambino sembra non vedere l'ora di vedere la luce per quanto scalcia ogni giorno, al contrario della sorellina che ultimamente sembra persa in un mondo tutto suo, un mondo in cui l'unica regola è tenere il broncio senza spiegare il motivo di tanta tristezza.
E' buffa, Jennifer. Sembra quasi di vedere Katniss quando, a cinque anni, a scuola cantava a squarciagola, giocherellando con le lunghe trecce scure, che le ricadevano dritte sulle spalle. Sono così simili da essere opposte: la pazienza di Katniss è colmata dalla mancanza della stessa di Jennifer, che non appena sente aria di novità inizia a scalpitare per tutta la cosa, urlando con quella voce acuta e curiosa.  E la dolcezza di Jennifer, che vorrebbe veder sorridere il mondo intero, spesso viene frenata dalla calma di Katniss, che non ama le esagerazioni di questo tipo.

Vengo interrotto da delle urla, che sembrano provenire dalla stanza accanto.
Istintivamente, corro verso la camera da letto, dove le urla salgono in un crescendo, alternando una voce acutissima ad una più bassa e matura.
Quello che vedo non avrebbe essere più strano, più opaco e allo stesso tempo lucido di così: Katniss e Jennifer sono ai lati opposti della camera, entrambe scure in viso, entrambe rotte da singhiozzi che non fanno che accrescere la mia apprensione . Cosa era successo in pochi minuti?

- Che sta succedendo qui? - chiedo, non sapendo se rivolgermi a Katniss che, ansimando, sembra non reggersi in piedi o a Jennifer che, rintanata su sè stessa, è scossa da piccoli singhiozzi che la fanno sussultare e la fanno sembrare ancora più piccola di quello che lei è già. Scelta difficile.
- La mamma non mi vuole più bene e io la odio! E' cattiva e mi ha fatto male, Papà! - mi risponde Jennifer, una furia in un corpicino minuscolo.
- Tesoro, non si dicono queste cose, la mamma ti vuole bene e anch.. - cerco di spiegare, prima che lei mi interrompa.
- Non è vero! Lei vuole bene solo a lui, anche se non è ancora qui! Lei mi ha dimenticata, Papà. - insiste lei, ferma nelle sue convinzioni.
Per chiarire una situazione da cui non riesco a venire fuori, mi avvicino a Katniss, sperando di trovare il motivo di tanta rabbia.

- Mi dici che è successo, per favore? - chiedo garbatamente, con tono sommesso, asciugandole una lacrima che le scivola sul viso.
- Mi ero appena svegliata e il bambino scalciava, così ho iniziato a massaggiare la pancia, per cercare di tranquillizzarlo un pochino. Ma non bastava, e io volevo solo tornare a dormire, così mi sono messa a cantare una ninna nanna.. o meglio, quella ninna nanna. - ribadisce Katniss.
Non parlo e mi limito ad annuire, sapendo che quella ninna nanna è un chiaro riferimento alla canzone di Rue, nei primi Giochi. - Continua. -
- Non mi ero accorta che Jennifer era sulla soglia, e mi stava guardando. E quando è entrata in camera ha iniziato a piangere, a urlarmi contro, e presa dalla rabbia mi ha colpito la pancia e... non ci ho visto più. Le ho urlato contro e le ho tirato uno schiaffo, e adesso mi sento un mostro. - 
Senza dire una parola, prendo Jennifer per mano, sentendo la sua mano minuscola affondare nella mia, e la appoggio sulle mie gambe.

- Dovete capire tutte e due una cosa. Jennifer, io e la mamma ti amiamo tantissimo, ti abbiamo voluto per tanto tempo e quando sei arrivato eravamo felicissimi. Per noi tu sei la prima, e sarai sempre la prima. Ma devi capire che quando, tra un mese, arriverà il fratellino, le cose cambieranno un pochino, perchè lui non è grande come te, e deve sempre stare con Mamma e me, perchè non sa ancora fare niente. Ma questo non vuol dire che non ti vogliamo più bene, anzi, sei così brava che anche il tuo fratellino non vede l'ora di vederti, sai? Però non devi pensare che lui prenderà il tuo posto: tu sei il mio scricciolo, sei la mia piccola, okay? E poi, pensi che con lui potrei fare questo? - dico, prima di prenderla in braccio e caricarmela sulle spalle, come un vecchio sacco. E quando la sento ridere, capisco di aver centrato il problema in pieno.
- Papà, ma quindi la Mamma non è arrabbiata con me? - mi chiede speranzosa, tirando su col naso.
- Beh, questo devi chiederlo a lei, non a me. - dico, rimettendola a terra, proprio accanto a Katniss, che la guarda sorridendo.
- Mamma, mi vuoi ancora tanto bene? - chiede nuovamente la piccola, con tono quasi supplichevole.
- Ma certo amore mio, io non potrei mai dimenticarti, sai? Mai, perchè ti voglio troppo bene. - risponde Katniss, abbracciandola forte.

Sorrido, soddisfatto del risultato di quelle parole che cercavo solo di tirare fuori da troppo tempo.
Sorrido mentre, guardando fuori dalla finestra, vedo il sole che riflette i sette colori che formano un meraviglioso arcobaleno. 






















   
 
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