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Autore: Alina Alboran    06/12/2012    4 recensioni
La gente dice che sono pazzo, i miei amici che sono testardo, la mia famiglia che sono ossessionato… io dico che sono innamorato, semplicemente innamorato.
«Svegliati…». Fallo per me, se l’amore che vantavi di provare era sincero, non dovresti avere difficoltà a soddisfare questa mia piccola richiesta, no? In fondo l’amore può tutto.
Genere: Drammatico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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L'illusione di un miracolo

«Svegliati…». Il mio non è altro che un sussurro, ma non importa… anche se urlassi non riuscirei comunque a farmi sentire da te. 
La gente dice che sono pazzo, i miei amici che sono testardo, la mia famiglia che sono ossessionato… io dico che sono innamorato, semplicemente innamorato. 
«Svegliati…». Mi hai fatto una promessa, e tu mantieni sempre la parola data. 
Quanto mi manca il tuo sorriso, il suono della tua voce… mi mancano persino le nostre litigate quotidiane. 
Mi manca sentirmi dire “È finita”, per poi farmi perdonare a modo mio: con baci, carezze, amore… 
Le tue labbra sono così secche e violacee, niente a che fare con quelle a cui ero abituato. 
Ti lascio un piccolo bacio, non te la prenderai, vero? 
«Svegliati…». Forse hanno ragione, forse sono pazzo. Sono passati due anni, ma io non sono mai mancato a un nostro appuntamento: neve, pioggia, malattia… non sono bastati a farmi arrendere. In due anni nulla è cambiato: stessa camera, stesso letto, stessi pensieri, stesse lacrime, stesso amore. 
Non sono riuscito a soddisfare il tuo ultimo desiderio e mai ci riuscirò, non potrò rifarmi una vita. Non finché il tuo cuore continuerà a battere. Non mi importa se i medici dicono che non ci sono speranze; il tuo cuore batte, il tuo corpo è caldo, tu sei viva e io non posso dimenticarti. 
Oggi è il nostro anniversario. Ti ho comprato una collana d’oro bianco, però l’ho lasciata a casa. Scusa. 
«Svegliati…». Fallo per me, se l’amore che vantavi di provare era sincero, non dovresti avere difficoltà a soddisfare questa mia piccola richiesta, no? In fondo l’amore può tutto. 
«Svegliati…». 
Sì, sono sicuramente pazzo! Parlo da solo! 
E sì, sono anche testardo, perché io non smetterò mai di aspettarti, di aspettare il tuo risveglio, di aspettare di sentire nuovamente il sapore di un tuo bacio. 
Non mi importa se sono passati tanti anni, se le probabilità di un tuo risveglio sono basse; io non mi arrendo, so che prima o poi ritornerai. 
Mi dispiace… 
Avrei dovuto essere io al tuo posto, quella macchina avrebbe dovuto investire me. Si può sapere perché hai deciso di fare l’eroina e ti sei messa davanti? Io non valgo quanto te, la mia vita non vale quanto la tua! 
Ieri ho litigato pesantemente con mia madre e mia sorella, dicono che devo accettare l’idea della tua morte! 
Come possono dire una cosa del genere? Tu non sei morta. 
Come possono dire che sei morta quando io vedo il tuo petto alzarsi e abbassarsi regolarmente? 
«Svegliati…». Da domani ritornerò all’università e sappi che lo sto facendo solo per te. 
Quando tutti mi dissero che non ce la avrei fatta, tu mi hai sostenuto, mi hai aiutato e l’unico modo che ho di ripagarti è laurearmi. Ti prometto, anzi, ti giuro che darò il massimo, che studierò giorno e notte, che mi laureerò con i voti migliori, ti chiedo solo una cosa in cambio: lotta. Devi vivere, devi realizzare i tuoi sogni.

Riccardo mi dice che il destino non è dalla nostra parte, che siamo troppo diversi per stare insieme e che ce l’ha impedito riducendo te in questo stato. Coglione! 
Il destino non esiste, siamo noi, attraverso le nostre scelte, a crearcelo questo dannato destino. 
Se solo quel giorno fossimo rimasti in casa, se solo non avessimo deciso di comprare la pizza, se solo avessimo guardato prima di attraversare la strada… 
La vita non è fatta né di “se” né di “ma”, lo so bene, però come faccio a non pensare a cosa sarebbe potuto essere? 
«Svegliati…». 
Ti amo, credo di avertelo detto troppe poche volte; sicuramente meno di quanto avrei dovuto. Ho dato il tuo amore per scontato, la tua presenza per certa e ora me ne pento così tanto. Mi pento di tutte quelle volte che ho preferito una partita di calcetto a te, di tutte le volte che ti ho fatta arrabbiare, di tutte le volte che non ho saputo apprezzare le piccole cose che facevi per me. 
«Svegliati…». Ormai è ora di andare, si è fatto tardi e tra poco arriverà la solita infermiera ad avvisarmi che il tempo a nostra disposizione è scaduto. 
Ma questa non sarà l’ultima volta, devi lottare: per te, per me, per il nostro amore. 
«Svegliati…».

 

   
 
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