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Autore: _justbreathe    06/12/2012    4 recensioni
Lui, calciatore arrogante e strapagato, lei, normalissima diciottenne che sta passando una brutta giornata, un brusco incontro e due amici che cercano di fare in modo che quei due non si scannino. Alla prima impressione sembrano odiarsi a morte, ma a volte amore ed odio vanno a braccetto.
Dal capitolo 8 (parte 2):
A volte mi fa arrabbiare talmente tanto che lo spingerei sui binari mentre il treno sta arrivando, ma poi realizzo che rischierei probabilmente la mia vita per cercare di salvarlo.
Genere: Generale, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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                                                                                      Capitolo 16.



Non possiamo farne a meno. Facciamo finta di essere contenti con le nostre vite e quando vediamo coppie che si baciano in pubblico facciamo espressioni di disgusto, ma desideriamo l'amore, crediamo nell'amore. Stiamo seduti in cinema bui mentre guardiamo Insonnia d'amore o Un amore tutto suo mentre le lacrime ci bagnano le guance. Anche se sappiamo che sono tutti stronzi, cerchiamo comunque quello stronzo che ci salverà dalla solitudine.” -Jane Green




Non sapevo che ti piacesse così tanto Harry Potter!” esclamo.
Jordi beve un sorso d'acqua: “Sì, mi piace. E io non sapevo che ti addormentassi tanto facilmente.”.
Si riferisce al fatto che abbiamo passato il pomeriggio a casa mia a guardare film di Harry Potter stretti sotto al piumone e che io mi sono addormentata durante la visione. Poi mia mamma è tornata ed è rimasta stupita nel rivedere Jordi in giro per casa e, dopo che ci ha fatto circa trecento domande, siamo usciti a cena. Posso contare sulle dita di una mano le volte in cui Jordi mi ha portato a cena in un ristorante, insomma, siamo sinceri, non è nel suo stile. Portarmi da McDonald's è da Jordi, ordinare cibo cinese al take away è da Jordi, autoinvitarsi da Albert per una cena a quattro così che lui non debba cucinare è da Jordi, ma portarmi a cena in un ristorante non è proprio da lui.
Non che non apprezzi questo suo gesto, è solo che non sono per niente abituata e la sorpresa è stata enorme. “Spiritoso, ti ricordo che io, al contrario tuo, ho una sottospecie di bambino in me!” esclamo.
Ride e poi si fa più serio, mi domanda: “Eva, quando hai intenzione di dirlo ai tuoi?”.

Il più tardi possibile.” rispondo prontamente.
Jordi alza un sopracciglio: “Non potrai nasconderglielo per sempre!”.

Senti, credo che per altri due mesetti la pancia non si noterà, poi mi munirò di magliette larghe. Voglio tenerglielo nascosto almeno fino a giugno, è il mio ultimo anno di scuola superiore e il duecento per cento di stress in più non è decisamente quello di cui ho bisogno. Tu lo vuoi dire ai tuoi?” gli domando.
Jordi annuisce: “Capisco, hai ragione. Ehm, non so. Cioè, veramente nemmeno ti ho mai presentato i miei genitori.”.
Vero.
Jordi ha sempre evitato questo incontro, non che io gli abbia mai chiesto e non che io ci tenessi particolarmente, sapete che il pensiero di una cosa seria mi soffoca alquanto, però mi è capitato di pensare più volte alla sua famiglia.

Beh... Non sentirti in obbligo, cioè, quando verrà il momento giusto me li presenterai, no?” dico, arrampicandomi sugli specchi.
Sorride: “Sì. Ah, stavo pensando...”.
Lo interrompo: “No, non dirmi che stavi pensando a dei nomi. Nemmeno sappiamo se è maschio o femmina e poi è presto, mi sono appena fatta una ragione della situazione, non iniziamo a fantasticare, se no le cose ci sfuggono di mano, lo sai.”.

Veramente ti stavo per dire che stavo pensando di fare una festa per il mio compleanno, tra due settimane.” mi informa.
Ah. Sì, certo. Cioè, mi stai invitando, no?” gli domando, incerta.
Ride: “Eva, sembriamo due dodicenni alle prese con la prima cotta.”.
Rido con lui: “Lo so, è solo che voglio che stavolta vada tutto bene. Non voglio decisioni avventate, non voglio le solite stupide incomprensioni, voglio che vada tutto bene, capisci?”.
Accarezza la mia mano, appoggiata al tavolo: “Sì, però le cose non devono essere forzate, cioè, rilassati e tutto andrà come deve andare, quindi bene.”.
Bene.
Per quanto non sono nella situazione che avrei voluto, andrà tutto bene.
Sorrido e sto per dirgli grazie perchè, come al solito ultimamente, è lui a mostrarsi forte anche per me, quando due ragazzi si avvicinano al nostro tavolo.

Ciao.” dice il riccio.
Jordi sorride: “Ciao, volete una foto?”.
Annuiscono entrambi, devono avere circa l'età di Jordi.
Uno dei due ragazzi, quello con i capelli rossi, mi passa il suo cellulare e scatto la foto, dopodichè il riccio mi dice: “Posso fare una foto con te?”.

Certo.” gli dico, poi decido di punzecchiare Jordi, che sta guardando il ragazzo in modo poco amichevole: “Jordi, ce la fai tu la foto?”.
Certo.” dice, acido.
Io e il ragazzo ci mettiamo in posa e Jordi scatta, poi dice: “E' venuta un po' mossa, ma non è un problema mio. Ciao ragazzi, piacere di avervi conosciuto.”.
Restituisce il cellulare ai ragazzi, che salutano e se ne vanno.

Geloso?” dico, maliziosamente.
Sì.” risponde, secco.
Sospiro: “Calmati. Ha solo voluto fare una foto con me, cosa dovrei dire io di tutte le tue fan?”.

Non iniziamo a litigare, Eva. Se sono geloso è perchè a te ci tengo e lo stesso è per te, non credi?” mi fa notare.
Lo odio quando ha ragione.
E allo stesso tempo odio dargli ragione.

Può darsi. Va beh, dai, chiedi il conto e andiamo, che io domani devo andare a scuola e ho matematica alle prime ore.” gli dico.
Si alza e fa quello che gli ho detto.



Beh, buonanotte, Eva.” mi dice Jordi, mentre ci troviamo sul marciapiede, di fronte all'entrata del condominio dove vivo.
Sospiro: “Avevi ragione.”.

Per cosa?” domanda, innocentemente.
In verità sa benissimo per cosa, solo che a lui piace sentirmi dargli ragione, credo che aumenti il suo già esorbitante ego.

Per la storia della gelosia. Hai ragione, è normale. Io ho paura di perdere te e tu hai paura di perdere me, perchè tu sei la mia certezza e io spero tanto di essere la tua e nell'aver bisogno di certezze non c'è niente di male.”.
Sorride soddisfatto: “Esatto. Comunque sì, lo sei.”.
Gli sorrido.

No, davvero. Sei probabilmente l'unica persona che si è mostrata per quello che è con me. A te non è mai interessato Jordi Serrano il numero nove che ha vinto il Pallone d'Oro, a te è sempre piaciuto Jordi, quel cretino che non ha controllato quanto benzina c'era nel serbatoio la sera del nostro primo appuntamento.” dice sorridendo.
Rido: “Quando la macchina è rimasta a secco ti avrei ucciso.”.

L'avevo capito dal tuo sguardo assassino!” esclama.
Sorrido: “Però non sai quanto sono grata a quell'imprevisto. Cioè, insomma, ci ha avvicinato e poi, va beh, sappiamo tutti come sono andate le cose.”.
Si avvicina a me: “Sì.”.

Cosa sì?” chiedo, agitata.
Non risponde e si avvicina di più.

Jordi, avevamo detto che non avremmo affrettato le cose!”.
Appoggia il suo naso sul mio.

Jordi.”.
Perché non ti rilassi e ti godi il momento?” sussurra Jordi.
Forse è quello che devo fare.
È solo un bacio, non è certo questo che affretterebbe e rovinerebbe tutto.
Poi cioè, non è niente di male in confronto al fatto che sono incinta e lui è il padre.
Le nostre labbra fanno solo in tempo a sfiorarsi, quando la porta alle nostre spalle si apre.
Ci stacchiamo velocemente e la signora del quinto piano con il carlino al guinzaglio mi guarda con aria sospetta, prima di dirmi un “Buonasera” di cortesia e allontanarsi.

Doveva portare fuori il cane proprio ora?” si lamenta Jordi, frustrato.
Rido: “Vuol dire che non era destino, sarà per un'altra volta. Buonanotte Jordi.”.

Buonanotte Eva. Domani ti chiamo.” mi dice, sorridendo.
Ok.” gli dico, entrando nella portineria.
Mentre salgo le scale rifletto sul fatto che lo stavo per baciare, che lo volevo baciare, che lo vorrei baciare. Però il momento non è quello giusto. È solo questione di aspettare, aspettare quel maledetto momento perfetto.
Apro la porta di casa mia e trovo mio papà seduto sulla poltrona, sta leggendo.
Lo saluto e lui mi dice: “Eva, c'è qualcosa che non mi hai detto.”.
Come fa a saperlo?
Non è possibile.
No.
Non può saperlo.
Cioè, non ho lasciato 'prove', non può nemmeno immaginare che sono incinta.
Sto quasi per piangere: “Papà, scusa, volevo aspettare il momento giusto per dirtelo e...”.
Si alza dalla poltrona: “Tesoro, non ti preoccupare. Me l'ha detto la mamma di David.”.

Cosa?” chiedo, confusa.
Della gita scolastica a Londra, ad Aprile.” risponde mio papà.
Vi giuro che non mi sono mai sentita tanto sollevata in vita mia.
Sorrido: “Ah, sì. Ma sai, ci sono già stata, non è che la prospettiva mi esalti molto, preferisco stare a casa a studiare.”.
In realtà preferisco stare a casa con Jordi, ma questi sono dettagli.

Invece no! Ci andrai. Migliorare le conoscenze della lingua inglese è sempre una buona cosa!” dice, convinto, prima di aggiungere: “Ora vai a letto, buonanotte.”.
Notte.” gli rispondo, prima di sparire in camera.
Mio padre deve sempre rovinare i miei piani.
Non avrei dovuto avere quella reazione da panico appena ho sospettato che sapesse che sono incinta.
Ora magari sospetta che nascondo qualcosa.
Potrei tenerli all'oscuro del fatto per altri quattro mesi circa.
La cosa difficile sarà resistere psicologicamente.
Ma poi mi ricordo che non sono sola.
Che al mio fianco c'è il cretino che non ha controllato quanta benzina c'era nel serbatoio la sera del nostro primo appuntamento.



Buonasera :3
scusate il ritardo ma sono stata molto impegnata con la scuola D:
comunque i nostri due protagonisti si stanno riavvicinando e asdfghjkl io voglio un ragazzo come Jordi u.u *piange perchè si sente forever alone* comunque, ringrazio di cuore, come al solito, chi recensisce e anche chi legge :')
alla prossima *-*

  
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