Dedicata alle fiamme della mia
vita: voi. Voi che ogni volta sopportate le mie pazzie, voi che leggete e
recensite ogni mio sfogo. Voi che, anche se non lo sapete, mi avete aiutato a
scoprire e a migliorare quello che desideravo di più al mondo: scrivere.
Dedicata a voi…
Le fiamme della
mia vita
No.
No.
No.
Io non metterò mai quella roba.
No, non ci penso nemmeno.
Nessuno può costringermi.
-Taylor, ti vuoi dare una mossa?- sbotta annoiata la mia
migliore amica, -Se non lo metti in borsa te lo tiro dietro!
Ok, io lo metto nel borsone. Ma chiariamo la situazione:
io non metterò mai il bikini che mi ha comprato Gabriella come regalo di
compleanno! Ma siamo pazzi?!
-Ma perché dobbiamo andare al mare? Non potevamo andare in
montagna?- chiedo mentre finisco di preparare il mio borsone per il week-end al
mare.
-Sei pazza?- domanda la mia cara amica (che ora come ora vorrei uccidere per avermi costretto a
portarmi dietro questo bikini), -Io voglio che ti abbronzi, non che ti prenda una
polmonite!
-Esagerata.- commento a bassa voce.
-Non sono esagerata, sono realista.- dice mentre mi passa
un vestito per la sera in spiaggia, -Voglio che il tuo ventunesimo compleanno
sia stupendo, non scandito dagli starnuti.
-Ma, Gabriella…- cerco di dissuaderla io.
-Niente ma, Taylor McKessie!- sbotta lei innervosita, -Mi
hai scelto come organizzatrice del tuo compleanno, quindi ora non ti lamentare!
Sbuffo, mentre chiudo la cerniera del borsone, -Sono
pronta.
-Grazie al cielo!- alza le mani Gabriella uscendo dalla
mia stanza.
La seguo col borsone a presso e prendo le chiavi che
stanno sul tavolo. Usciamo rapidamente dal mio appartamento e chiudo a chiave,
per poi scendere le scale che danno al piano terra. Ci dirigiamo verso una
cabriolet blu elettrico e ci montiamo sopra, dopo aver scaricato i nostri due
borsoni nei sedili posteriori.
Gabriella si porta un ciuffo nero dietro all’orecchio e si
mette i suoi occhiali da sole, per poi girare la chiave e mettere in moto
l’auto.
-Dammi un buon motivo per cui dobbiamo andare al mare.-
dico prima che parta.
Lei mi guarda annoiata ma divertita al contempo, -Te ne do
tre: sono la tua migliore amica, sai che sarà un compleanno stupendo e mi vuoi
un bene dell’anima.- risponde con un sorriso.
-Non vale, io te ne avevo chiesto solo uno.- mi metto la
cintura di sicurezza, non si sa mai cosa può succedere quando Gabriella Montez
è al voltante.
-Lo so, Taylor. Lo so.- annuisce la mora mentre parte.
Appoggio un braccio sul margine della portiera, mentre i
miei capelli castani, tenuti fermi da un cerchietto di stoffa bianca,
svolazzano tranquilli grazie al venticello creato dall’auto. Vedo le case di
Albuquerque sfrecciare davanti a me, fino a quando non scorgo un cartello
stradale che indica l’uscita dalla città. Ecco, ho perso l’ultima possibilità
di tornarmene nel mio appartamento da single.
La strada grigia è deserta, se non per qualche auto qua è
là che si dirige in posti sconosciuti ma adatti alle mete estive.
Improvvisamente io e Gabriella sentiamo un clacson e ci voltiamo, notando un
auto sportiva nera che sfreccia accanto a noi sull’autostrada. La mia migliore
amica ride, io mi batto una mano sulla testa.
Gabriella fa un segno ad un autogrill poco lontano e i
conducenti dell’altra macchina annuiscono. Gira un angolo e ci troviamo davanti
a un benzinaio con un piccolo ristorante.
Scendiamo dalle rispettive auto e Gabriella si fionda ad
abbracciare quello che lei definisce il suo “angelo”. Lo chiama così per via
dei capelli biondi, gli occhi azzurri e il sorriso da vero angioletto.
-Ciao, tesoro.- Gabriella è come lo zucchero.
-Ciao Ryan.- saluto anche io appoggiandomi all’auto della
mia amica e incrociando i piedi, che calzano delle ballerine bianche.
A dire il vero non sembra nemmeno che sto andando al mare.
Indosso una minigonna con la fascia in vita nera e una canottiera a spalline
piccole bianca. Forse dovevo essere più informale come Gabriella, che invece
indossa degli short di jeans e una canottiera rosa che si allaccia dietro al
collo. Mi ricredo non appena la sorella di Ryan mi viene incontro.
-Alla fine è riuscita a convincerti a fare la festa al
mare.- dice Sharpay mentre si poggia all’auto accanto a me.
Indossa dei jeans al ginocchio bianchi e un top rosso. Ai
piedi i suoi immancabili tacchi, non si smentisce mai.
-Purtroppo.- commento guardando Gabriella e Ryan
scambiarsi un bacio.
-Dai, ti divertirai di certo.- afferma la bionda.
-Già, infatti non vedo l’ora di mettermi il bikini.- le
dico con sarcasmo.
I suoi occhi si illuminano, -Hai portato il bikini?? Che
colore è? È a triangolo o a fascia?
-Sharpay!- la zittisco io ridendo, meglio troncare sul
nascere la sua passione per la moda, -Tanto non lo metterò mai.
-Ah, qui ti sbagli.- esclama con una punta di ironia,
-Volente o nolente ti metterai in bikini.
Sbuffo silenziosamente, mentre Ryan e Gabriella si
avvicinano a noi mano nella mano.
-Allora, avete finito di fare i picci picci?- domanda la bionda con occhi da bambina e stringendo
le mani sotto il mento.
Rido alla sua espressione così buffa.
-Sì, ma abbiamo intenzione di ricominciare quando
arriviamo al mare.- dice il fratello sorridendo, -Dai, sali in macchina
sorellina. Andiamo a prendere il tuo amorino.-
dice prima di baciare la moretta accanto a lei e andare verso la sua auto.
Sharpay sorride imbarazzata seguendolo, ma si blocca
voltandosi verso di noi, -Qualcuno deve andare a prendere Chad. Noi non
facciamo in tempo.
-Ci pensiamo noi.- la rassicura Gabriella.
Risaliamo sulle nostre auto e dopo due ore ci ritroviamo
davanti a una casetta in campagna. Rido silenziosamente mentre mi immagino Chad
tra i campi a raccogliere grano con un cappello di paglia in testa.
-Ti aspetto qui.
Sì. Ora sono certa che la mia migliore amica è scappata da
un manicomio. È pazza! Si sta guardando intorno come se nulla fosse e io sono
costretta a scendere dalla macchina. Accidenti, io non lo voglio vedere Chad.
Non dopo quello che è successo.
Mi dirigo alla casetta e bussò alla porta. Questa viene
aperta immediatamente da un ragazzo di colore con capelli ricci e scomposti. In
una mano ha un borsone rosso e l’altra stringe immediatamente la mia.
-Corri!- mi implora trascinandomi.
Io lo seguo correndo, per poi arrivare alla macchina e
salirci immediatamente.
-CHAD DANFORTH, TORNA IMMEDIATAMENTE QUI!- urla qualcuno
uscendo dalla casetta.
E’ un ragazzo della nostra età, che brandisce un mestolo
in mano e che corre verso la macchina.
-Metti in moto!- esclama Chad a Gabriella, che prontamente
gira le chiavi e sfreccia via.
Appena entrati in autostrada, il ragazzo ci guarda
riconoscente.
-Ma chi era?- domando mettendomi la cintura, che dopo la
corsa mi sono dimenticata di allacciare.
-Mio fratello.- risponde Chad, -Non voleva lasciarmi
andare perché altrimenti doveva occuparsi della famiglia lui. Ogni anno me ne
occupo io, ora tocca a lui!- esclama ridendo.
Scotiamo la testa divertite, io e Gabriella, e continuiamo
la strada verso il mare. Dopo sei ore di viaggio ininterrotto ci troviamo
davanti a una villetta bianca che si affaccia sul mare cristallino. La villetta
ha un terrazzo che si affaccia sulla spiaggia, che si può raggiungere dopo soli
dieci passi.
Ok, almeno il posto è carino.
Entriamo in casa e ci vengono incontro Ryan, Sharpay e
Troy (gli ultimi due tenendosi per mano).
-Ciao!- saluta sorridente Troy mentre abbraccia Gabriella
e saluta Chad, si volta poi verso di me, -Ehi, festeggiata!
-Porta sfortuna fare gli auguri prima del compleanno.- gli
faccio notare mentre mi abbraccia.
-Sempre la solita pignola.- mi canzona lui sorridendo, -Ci
voleva una rimpatriata. E’ dalla fine della scuola che non stiamo tutti insieme.
Già. Dalla fine della scuola. Quando abbiamo finito il
liceo tutto il nostro gruppo si è sparso verso i propri sogni e i propri
doveri. Troy e Chad stanno frequentando un’università a Los Angeles, grazie
alla loro borsa di studio per il basket. Ryan, Sharpay e Gabriella frequentano
un college di Arti dello Spettacolo a New York. Io…
Beh, io sono io. Vivo ad Albuquerque e non frequento
l’università. Lavoro in una biblioteca della mia città e occasionalmente do
ripetizioni di chimica. E dire che pensavo che la chimica mi avrebbe portata
lontana. Avevo fatto i test più assurdi, sapendo bene che le risposte erano
tutte giuste e che era impossibile non accettarmi. Eppure hanno rifiutato la
mia domanda di ammissione e questo non me lo perdonerò mai.
-Scendiamo in spiaggia?
No. No. No. No.
-Adesso arriviamo, ci sistemiamo nelle stanze. La vostra
casa al mare è bellissima.- dice Gabriella agli Evans.
Saliamo nelle nostre camere, la mia è quella che da sul
terrazzo. Credo sia dovuto al fatto che sono la festeggiata. Poggio il borsone sul letto matrimoniale e guardo
fuori dalla finestra.
-Taylor, sei pronta?- mi domanda dopo una decina di
minuti, in cui ho sistemato la mia roba, Sharpay.
Indossa un due pezzi verde acqua. Le spalline sono due per
spalla e tutto il costume è ricoperto di piccoli brillantini. Indossa un pareo
intorno alla vita bianco e ovviamente delle infradito bianche.
-A dire il vero pensavo di rimanere qui. Sai, sono un po’
stanca.- mento io portandomi una mano sulla fronte.
Gabriella si appoggia allo stipite della porta guardandomi
critica. Lei ha optato per un costume a due pezzi bianco, il cui pezzo sopra è
a triangolo e allacciato dietro al collo. Il pareo è azzurro chiaro, infradito
anche lei bianche. Si avvicina a un cassettone e ci fruga un momento.
Finalmente trova quel tanto odiato bikini.
-O te lo metti da sola o lo faremo noi.- mi minacciano
parandosi davanti a me.
Afferro il costume e mi chiudo in bagno, per poi uscirne
vestita. Mi posiziono davanti allo specchio e mi guardo riluttante. Indosso un
bikini rosso. Il pezzo sopra è a triangolo e si allaccia dietro al collo,
mentre il pezzo sotto è ricamato in un angolino da una piccola rosa bianca.
-No, io mi vado a cambiare.- affermo sicura dirigendomi
verso il bagno.
Le mie due care
amiche mi prendono per le braccia e mi trascinano di peso fuori dalla stanza.
Sharpay mi porge un pareo a fiori bianco e rosso che mi affretto ad avvolgere
intorno alla vita, mentre mi metto le mie infradito rosse. Mi sento patetica,
terribilmente patetica.
Mi trascinano con la forza fuori dalla villetta, facendomi
scendere fino in spiaggia. Lì stanno, sotto due ombrelloni posizionati vicini,
qualche sdraio e asciugamano disteso per terra. I ragazzi non si sono ancora
accorti che siamo scese in spiaggia, ciò mi da modo di osservare i loro
costumi.
Tutti con delle bermuda. Troy blu, Ryan neri e Chad rossi.
Ma ci siamo messi d’accordo io e Chad??
Gabriella tossicchia, facendo in modo che la nostra
presenza venga notata. Infatti i ragazzi si voltano verso di noi e ci osservano
con espressioni sbigottite. No, ok. Gabriella e Sharpay le hanno osservate solo
due minuti, dato che loro sono carine e le hanno già viste in costume più di
una volta, ma io…
Beh… io odio i costumi. Per questo non mi hanno mai visto
in bikini, ed è ovvio che ora sono un po’ straniti.
Sbuffo, -Chiudete la bocca, ci farete entrare le mosche.-
li rimprovero sedendomi su uno sdraio.
Rimaniamo una mezz’oretta al sole, fino a quando Troy non
decide che è ora di entrare in acqua.
-Dai, Taylor. Vieni!- esclama Ryan correndo verso il mare,
non popolato da tanta gente dato che è una spiaggia privata.
Scuoto la testa negativamente, mentre mi metto a leggere
una rivista. A quanto pare gli scienziati dell’aeronautica hanno trovato un…
-Spiacente, tu vieni con me!
In meno di due secondi mi trovo caricata come un sacco di
patate sulle spalle scure e muscolose di Chad. Cerco invano di liberarmi, lui
mi butta in acqua ridendo. Esco fuori dall’acqua con un espressione a dir poco
furente e il nervoso per il giorno dopo si fa spazio dentro di me.
-Se ti prendo…- lo minacciò io nuotando verso di lui, che
si è allontanato da me ridendo.
Lui mi prende in braccio e gira su sé stesso, facendomi
venire un gran mal di testa.
-CHAD!- urlo tra l’acqua, dato che il giocatore non vuole
lasciarmi e continua a girare su sé stesso.
Finalmente si ferma e ci ritroviamo in un punto dove
l’acqua ci arriva fino al collo, lui mi tiene ancora in braccio. I nostri
sguardi si incatenano a vicenda, come comandati da qualcosa e lo vedo
avvicinarsi pericolosamente al mio viso.
-Ragazzi, uscite! E’ ora di pranzo!- grida dalla spiaggia
Ryan.
Maledico quel ragazzo, mentre Chad mi lascia. Ci dirigiamo
velocemente a nuoto verso la spiaggia e ora so che questo compleanno sarà molto
interessante.
Mi stiracchio alzandomi a sedere dal letto. Sbadiglio
silenziosamente e mi guardo intorno. E’ il giorno tanto atteso, oggi compio
finalmente ventuno anni.
-Auguri!- apre la porta di scatto Gabriella.
Lei e Sharpay saltano sul mio letto come due bambine,
mentre i ragazzi si avvicinano al letto ridendo.
-Oggi diventi maggiorenne!- dice Troy scompigliandomi i
capelli con una mano.
-Sono più vecchia quindi.- mormoro io scostando le
lenzuola, -Se non vi dispiace vorrei fare una doccia prima di scendere a
colazione.
-Quello che vuoi, festeggiata.- mi bacia una guancia la
mia migliore amica, alzandosi poi dal letto.
Escono tutti dalla mia camera e mi alzo in piedi stirando
le braccia in alto. Sbuffo silenziosamente e mi vado a fare una doccia, per poi
uscire con indosso dei pantaloncini di jeans e una canottiera azzurra. I
capelli ancora bagnati.
-Allora, cosa avete preparato per festeggiare?- domando
non appena arrivo in cucina.
Nessuna risposta. Ok, c’è qualcosa che puzza. E non parlo
delle frittelle che sta preparando Ryan.
-Mi degnate di una risposta o avete intenzione di
ignorarmi ancora per molto?- chiedo con ironia.
Gabriella apre bocca per parlare, ma Chad la precede.
-Ti accompagno a fare shopping.- sorride finendo di bere
il suo succo d’arancia.
-Cosa? Stai parlando sul serio?
-Già. Stai parlando sul serio?- mi fa eco Troy aggrottando
le sopraciglia.
-Certo.- deglutisce lui, poi prende per le spalle Sharpay
e la posiziona davanti a me, -E farò di più. Porterò tutte le buste tue e di
Sharpay, che ti darà consigli di moda. Sarà faticoso, dato che la qui presente
biondina spende un patrimonio ogni volta.
Incrocio le braccia al petto.
-Su, va a cambiarti.- mi spinge verso le scale.
Il pomeriggio lo passiamo in un centro commerciale grosso
come un’intera città. Qualche volta chiedo a Sharpay e Chad perché gli altri
non sono venuti, ma loro trovano sempre un modo di sviare il discorso.
Finalmente torniamo alla villetta degli Evans e mi dirigo
nella mia stanza appoggiando sul letto tutte le buste con vestiti, accessori e
scarpe di ogni tipo. Mi sento stranamente sciocca in questo momento. Sciocca
perché ho sprecato tutta la giornata del mio ventunesimo compleanno a girare un
centro commerciale. Insomma, compio ventuno anni. Pensavo che li avrei passati
meglio, magari in compagnia di tutti a ridere e scherzare sulla spiaggia come
ieri. Nonostante tutto mi sono divertita ieri pomeriggio.
Guardo la sveglia sul comodino e mi accorgo che segna le
sei di sera. Apro una busta e, dopo essermi fatta l’ennesima doccia, mi metto
degli short neri con il risvolto e una maglia leggera bianca a mezze maniche. È
a barca e tiene le spalle scoperte, ai piedi calzo le mie ballerine col
fiocchetto bianche. Prendo delle forcine da un portagioie e acconcio i capelli
in un perfetto chignon, lasciando che qualche riccio mi cada ad incorniciarmi
il viso. Mi metto vari braccialetti e mi guardo allo specchio.
Sì, ho ventuno anni.
-Taylor!
Mi volto verso la porta, ma non c’è nessuno. Prendo il
cellulare e lo metto in tasca. Gli altri hanno detto che vogliono andare in
discoteca. Per me va bene, tutto pur di non rimanere chiusa in casa.
-Taylor, affacciati!
Ok, ora non me la sono immaginata però. Apro la porta
finestra ed esco sul terrazzo, affacciandomi sulla spiaggia. Un fuoco è nel
mezzo della spiaggia e le fiamme salgono alte fino al cielo. Sulla spiaggia,
accanto al fuoco, stanno molte persone.
C’è Gabriella, con un vestito bianco senza maniche e
legato in vita da un nastro rosa. Le ballerine rosa confetto e i capelli
sciolti sulle spalle. C’è Sharpay, con i capelli biondi acconciati in una coda
alta. Indossa un corpetto azzurro e una gonna a balze corta bianca, ai piedi
ballerine azzurre lucide. C’è Troy, in camicia nera e bermuda bianchi. C’è
Ryan, con una camicia a righe blu e i bermuda blu. C’è Chad, con indosso una
camicia bianca e bermuda neri.
Ma non sono loro a stupirmi. Sono le persone insieme a
loro.
Zeke, Kelsi, Mark, Jamie, Martha, Jason, Susan, Alan,
Cyndra, Allison, Matt, Jess.
E questi sono solo alcuni nomi. Saranno almeno una
trentina di persone. La mia classe della East High.
-Scendi! C’è una festa che ti aspetta!- mi grida Gabriella
sventolando una mano in aria.
Rido, mentre torno in casa e scendo le scale. Esco dalla
villetta e Troy batte le mani. I battimano diventano sempre più insistenti e in
pochi secondi tutti applaudono. Mi avvicino sorridendo imbarazzata e Ryan mi
avvolge le spalle con un braccio.
-Sai, Gabriella ci ha praticamente obbligati a nascondere
il falò in tuo onore.- mi spiega ridendo, -Ha detto che altrimenti il tuo
compleanno sarebbe stato un disastro.
-Volevo che il tuo ventunesimo compleanno fosse speciale.-
mi confessa la mora abbracciandomi, -Volevo che tu lo ricordassi per sempre,
prima di dividerci di nuovo.- si stacca e mi guarda negli occhi, -Frequentiamo
tutti il college e anche tu frequenterai una buona università a Settembre.
Sgrano un secondo gli occhi, -Quale università?- domando
con un filo di voce.
-Questa.- mi risponde Kelsi porgendomi una busta bianca
abbastanza leggera.
La apro e leggo la lettera dentro. Ad ogni parola allargo
sempre di più gli occhi castani. Alzo lo sguardo e incontro quelli dei miei
amici.
-Mi hanno accettato… mi hanno accettato all’università di
Scienze a Los Angeles…- mormoro scioccata, -Ma… avevano rifiutato… la mia
domanda…
-Errato.- Chad mi avvolge le spalle come ha fatto poco
prima Ryan, -Credevi che avessero rifiutato la tua domanda. Quando Gabriella è
venuta a dirci che organizzava lei il tuo compleanno abbiamo cercato il regalo
che tanto desideravi. Alla fine ci siamo ritrovati a parlare dell’università e
ci siamo chiesti come una mente così potente come la tua potesse essere stata
scartata.
-Abbiamo chiamato la scuola.- continua Zeke, -E lì hanno
rivalutato i tuoi test di ammissione. Hanno scoperto che erano stati intestati
sotto un altro nome e hanno immediatamente trasferito in un’altra università
chi avevano pensato fosse te. Adesso c’è un posto vacante.
-Il tuo.- finisce Sharpay con un sorriso, -Andrai
all’università!
Mi sciolgo in un sorriso sorpreso, ma Troy mi spinge
costringendomi a camminare.
-E adesso che succede?- domando mentre Sharpay mi mette le
mani sugli occhi.
-Sai, tutti noi ti abbiamo fatto un regalo.- dice Kelsi,
-Ma poi ci siamo resi conto che dei regali singoli, che ti daremo comunque, non
erano abbastanza per ripagarti di quello che hai fatto per noi.
-Come mi hai accolto alla East High.- sento dire da
Gabriella.
-Come mi hai aiutato in chimica.- replica invece Sharpay.
-Come hai salvato la finale dei Wildcats.- esclama in coro
la squadra battendo le mani una volta tutti insieme.
-Come mi hai aiutato a difendermi dai bulli.- ride Kelsi.
-Come mi hai fatto capire che non sono tonto.- ride a sua
volta Ryan.
-Come ti sei presa la colpa quando ho distrutto le
scenografie del teatro per sbaglio.- scuote la testa Troy al ricordo.
E Chad?
Ci fermiamo, nessuno parla.
-Ahi, perché mi hai dato un calcio Troy??- domanda
scandalizzato Chad.
Non so cosa sta succedendo dietro di me, ma mi chiedo
perché Chad non ha detto niente.
-Come mi hai fatto innamorare.- sussurra una voce al mio
orecchio.
Sento mancare un battito, mentre Sharpay mi tiene ancora
le mani sugli occhi e ricominciamo a camminare.
-Tu, nonostante il tuo carattere un po’ irascibile e
metodico, hai aiutato ognuno di noi in qualche modo.- mi confessa Jamie, il mio
migliore amico dai capelli rossi.
-Per questo abbiamo deciso che oltre al falò, ai regali e
alla tua ammissione dovessimo fare qualcosa di più.- sento spiegare da Sharpay.
Mi sfila le mani negli occhi.
-AUGURI TAYLOR!- gridano in coro mentre scendo dal marciapiede.
Non ci posso credere, cioè… è… deve essere un sogno…
come…?
-Ma… come? Non dovevate…- mormoro io, ma la mia ex-classe
mi sente lo stesso.
-Abbiamo fatto una colletta.- spiega Ryan mentre stringe
una mano di Gabriella.
-Posso?- domando sorridendo sorpresa.
-Certo, è la tua macchina.- mi lancia un paio di chiavi
Troy.
Apro la portiera rossa fiammante e salgo in macchina.
Appoggio le mani sul volante e chiudo gli occhi. Non ci posso credere, è una…
-Posh rossa.- dice Sharpay appoggiandosi alla portiera,
-Avevi bisogno di una macchina, in particolar modo a Los Angeles.
Scendo dalla macchina e mi metto le chiavi in tasca.
-Grazie.- sono sincera e loro lo capiscono.
Hanno fatto più di quello che mi immaginavo. Il falò, la
mia rivalutazione al college che ho sempre desiderato di frequentare, i regali
singoli, la macchina. Ma il regalo più bello è che loro sono qui.
-Allora, abbiamo un falò che ci aspetta!- porta una mano
al cielo Troy correndo poi verso la spiaggia, caricandosi Sharpay sulle spalle
che ride divertita.
Tutti corrono verso la spiaggia e per una volta voglio
sentirmi una di loro. Voglio sentirmi giovane, voglio sentirmi una ragazza. Una
ragazza qualunque, che festeggia il suo ventunesimo compleanno con le persone a
cui vuoi bene.
E giù a cantare, a ballare intorno al fuoco, a raccontarsi
cos’è successo in tutti questi anni passati lontani. A chiedersi “cosa
succederà quando avremo finito il college?”, a domandarci se la nostra classe
sarà sempre così unita nonostante la lontananza, nonostante i diverbi passati,
nonostante i gusti e le tradizioni diverse, nonostante i litigi, nonostante le
nostre vite così differenti.
Prendo una bottiglia di birra fresca e ne bevo un sorso.
Mi tolgo le ballerine e scorgo una sagoma seduta sulla sabbia poco lontano. Mi
avvicino, mentre sento la sabbia scivolarmi tra i piedi, e mi siedo di fianco a
lui.
-Ti piace il falò?- mi domanda lui guardando fisso il
mare.
-Molto.- sorrido io mentre gli porgo la bottiglia di
birra, -Perché stai tutto solo?
-Pensavo.- dice lui prima di prendere un sorso della
bevanda.
-A cosa?- domando io, anche se mi sembra strano che lui
pensi!
-A noi due.- i suoi occhi sono fissi nel vuoto, tra le
onde di questo mare di un blu intenso, -A come ci siamo lasciati sfuggire la
più bella occasione della nostra vita, a parere mio. Forse sarei dovuto essere
più deciso anni fa.
-Puoi esserlo adesso.- sussurro io mentre gioco con dei
granelli di sabbia.
-Forse avrei dovuto chiederti di stare con te quel
giorno.- scuote la testa Chad, -Forse non avrei dovuto aspettare tanto, per poi
rinfacciarti un anno fa cose non vere.
Ecco quel momento che rifiorisce nella mia mente. Io e
Chad che ci insultiamo, lui che mi dice che sono una stupida, io che lo accuso
di non essere mai stato abbastanza coraggioso da dimostrarmi quanto valevo per
lui. Sogni, tanti sogni che ci hanno portato a questo giorno.
-Forse è vero.- sussurro io guardando il mare, -Forse
avrei dovuto confessarti prima i miei sentimenti e non lasciarti andare per una
sciocchezza.
-Già. Anche io.- annuisce lui mentre beve ancora della
birra.
-Grazie.- mi volto verso di lui.
-Per cosa?- domanda aggrottando le sopraciglia confuso.
-Per come mi hai fatto innamorare.- sorrido io dolcemente.
Lui sorride a sua volta e mi prende il viso con la mano
libera dalla bottiglia di birra. La distanza si accorcia, le nostre labbra si
incontrano dolcemente, come solo un sogno può essere. Ci stacchiamo subito, non
è durato più di cinque secondi. Forse è per questo che immediatamente ci
baciamo di nuovo, come a non voler sprecare nemmeno uno di quei baci che
abbiamo perso in questi anni.
Ci alziamo prendendoci per mano e correndo verso il falò,
dove tutti stanno ballando.
Ora lo so, il mio regalo più grande non è la macchina.
Sono i miei amici: Gabriella, Troy, Ryan, Sharpay, Kelsie, Zeke e tutti gli
altri e… Chad: l’amore. L’amore per la vita, l’amore per quello che succederà. L’amore
che ora provo con tutto il cuore. Perché ora lo so.
Io sono Taylor McKessie. Mi vergogno a mettere un bikini,
ho aspettato tanti anni per mettermi finalmente con Chad, ho una migliore amica
pazza e una classe folle che mi ha comprato una macchina stupenda.
Ma le fiamme del fuoco, a cui ballo intorno, che salgono
al cielo non possono eguagliare le fiamme della mia vita. Quelle fiamme che io
chiamo amici.
The End
§*§*§
Ok, questa one-shot è uscita di getto ed è molto
riflessiva in alcuni punti. Ci ho messo tutta me stessa, imprimendo anche delle
mie sensazioni. Mi è piaciuto molto scriverla, anche perché avevo voglia di un
po’ di Chaylor e di ringraziarvi in qualche modo (come detto sopra).
Fatemi sapere, ok? Mi farebbe davvero piacere.
Baci a volontà
By Titty90 ^^