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Autore: ferao    06/12/2012    4 recensioni
Non fosse stato per lei, Theon sarebbe assieme ai suoi fratelli – morti con onore per difendere la loro terra, lontani ormai dagli sguardi duri di Balon e per sempre impressi nella sua memoria come veri uomini. Non fosse stato per lei, Theon non sarebbe costretto a partire.
(Prima classificata al contest "I piccoli Lord" indetto su WAR.)
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Theon Greyjoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nota iniziale:
la ff partecipa al contest I piccoli Lord indetto su Writers Arena Rewind. Il soggetto della storia doveva essere uno dei personaggi in un momento della sua infanzia.
Come da regolamento, la storia non attiene alla saga "libraria" di Martin ma al telefilm. Da esso sappiamo che Theon è diventato ostaggio degli Stark da bambino, ma - e se sbaglio fatemelo sapere - non viene specificata l'età. Per quella mi sono basata su quanto dice la Wiki dedicata, però, ai libri di Martin. Ad ogni modo, nulla di incompatibile col telefilm (sempre a meno che non sbagli di grosso).
Sono stata piuttosto sintetica e non sono del tutto convinta della storia, ma questo è un mio difetto di fabbricazione.
Ci vediamo in fondo (se ci arrivate) per altre noticine, per il resto... buona lettura!













La speranza di Balon
 
 


 
 
- Devi andare, Theon.
Non è una richiesta, né un commiato. Non ci sono accenni di rimpianto o commozione, tantomeno di dispiacere: solo un ordine, secco e diretto.
Il bambino lo sa, che a una frase del genere non dovrebbe replicare; lo sa benissimo. Ma è più forte di lui.
- Perché, padre?
Si pente subito di averlo detto: negli occhi di Balon è appena apparsa una scintilla di puro astio. - Perché te lo dico io, ecco perché - grugnisce l’uomo. E aggiunge: - Sua signoria Stark vuole che tu diventi il suo protetto. La sua marionetta. Ti educherà fino a farti diventare una graziosa bambola di pezza; magari ti metterà la gonna e le trecce e ti insegnerà a ricamare, di modo che tutti possano ridere dei Greyjoy. Come, non sei contento? Non vedi quanto sono generosi i signori del Nord con noi poveri perdenti?
Theon deglutisce e non risponde. Nelle parole di suo padre c’è un immenso disprezzo, come se fosse colpa sua se hanno perso la battaglia e ora devono sottostare agli uomini del Nord. Ma come può essere possibile? Lui ha solo dieci anni, non ha mai preso una spada in mano, a malapena ha capito ciò che è accaduto pochi giorni – ore? – prima.
Se è sopravvissuto è solo grazie alla sua balia, che l’ha rinchiuso in quel barile pieno di aringhe marcescenti. Non fosse stato per lei, adesso anche il corpo di Theon sarebbe sulla Torre a disseccarsi al sole in attesa di venir ridotto in cenere ed unirsi al mare – niente sepoltura, come gli uomini di altri luoghi: non seminiamo, nemmeno noi stessi.
Non fosse stato per lei, Theon sarebbe assieme ai suoi fratelli – morti con onore per difendere la loro terra, lontani ormai dagli sguardi duri di Balon e per sempre impressi nella sua memoria come veri uomini. Non fosse stato per lei, Theon non sarebbe costretto a partire.
E invece eccolo lì, il prezzo da pagare per essere l’ultimo dei Greyjoy: perdere la propria famiglia e ora anche la propria casa, per raggiungere un paese sconosciuto in cui non sarà mai né più né meno che un estraneo – un prigioniero.
Forse la balia ha commesso un errore, dopotutto.
- Per tutto il tempo che sarai lì, vedi di non dimenticare chi sei - ruggisce ancora Balon, secco. Deve aver detto altro, prima, ma Theon non ha ascoltato. - Non lasciare che ti trasformino in un damerino. Sei mio figlio, sei un Uomo di Ferro. Prigioniero o no, Stark non ti renderà come loro.
Il bambino annuisce e attende che suo padre continui, che gli dia altri ordini; questi, invece, si volta ed esce a grandi passi dalla stanza. Ha concluso.
Non ha altro da dire al figlio che non vedrà mai più, nient’altro da insegnargli o da raccomandargli; può solo sperare – ed è una speranza amara, stopposa, sa di sangue – che non dimentichi quanto i Greyjoy abbiano perso e sofferto, quanto la sua partenza significhi.
Può solo sperare che gli Stark si pentano amaramente di avergli portato via il suo ultimo erede.
 
 
 
 
- Muoviti! Ci sta raggiungendo!
Col fiatone, Theon cerca invano di tenere il passo del suo compagno; niente, è troppo lento, se continua così verrà catturato…
- Presto, presto! Dobbiamo trovare un riparo!
Si volta un istante, e quello che vede gli basta per trovare le forze di correre più veloce: l’avversario gli è ormai alle costole, ne può sentire il respiro affannato dietro la nuca. Deve farcela, deve farcela, deve…
- Preso! - esulta il suo nemico, toccandogli la schiena. - E ora ti batterai, fellone!
Theon impreca tra sé, ma non si fa cogliere impreparato: con balzo felino si volta ed estrae il corto spadino di legno. - Non avrai la mia testa tanto facilmente, Snow!
- È tutto da vedere, Greyjoy! - replica Jon, sfoderando a sua volta la propria arma. Il duello inizia, ma ben presto l’alleato di Theon si aggiunge alla mischia e ne determina le sorti.
- Grande Inverno! - tuona Robb, mentre il piccolo Greyjoy dà il colpo finale a Jon. - Ti arrendi?
Raggiunto al petto dal fendente, Jon cade a terra e rimane immobile, le palpebre serrate. - Robb, non respira! - strilla Theon, spaventato. - Guardalo!
Ma è solo una finta: non appena si avvicinano per controllarlo, entrambi vengono trascinati a terra da Jon che li coinvolge in un feroce corpo a corpo in cui la regola tacita è una sola: farsi più solletico possibile.
- Pi-pietà! Pietà! Muoio!
- Snow si è arreso! Urrà per Grande Inverno!
- Grande Inverno!
Rotolandosi a terra, i tre ragazzi riescono a divincolarsi dal groviglio che hanno formato. Ridono forte, e il suono delle loro risa riempie quel tratto di bosco che da tempo ormai è teatro dei loro giochi.
- Grazie di avermi salvato, Robb - scherza Theon non appena riesce a riprendere fiato.
- Gli alleati non si abbandonano mai - risponde lui, mentre Jon fa un cenno di assenso.
Theon sorride. Quelle parole gli hanno riscaldato il cuore, come pure i giochi e le risate di poco prima – come ogni singolo gesto gentile che riceve da quando è giunto lì.
Nessuno, mai, lo ha fatto sentire un prigioniero o un ostaggio. Non è umiliato, né biasimato; non gli vengono fatte pesare le sue origini o il suo retaggio, non è considerato diverso.
Lassù nel Nord non è il figlio del ribelle Balon, l’ultimo della sua casata, ma solo Theon Greyjoy, il protetto di Eddard Stark: un alleato, un amico. Ha una casa in cui è cautamente accettato, ha istitutori che gli insegnano una miriade di cose nuove ogni giorno, e ha due fratelli ai quali non importa nulla del suo cognome o di suo padre – ciò che conta è che sia sempre pronto a giocare, a scherzare, a ridere con loro.
E Theon non potrebbe in alcun modo essere più felice di ciò.
 
I tre ragazzi si rialzano in piedi, si danno pacche sulle spalle, si prendono in giro a vicenda mentre tornano al castello. Alleati, amici, fratelli.
La speranza di Balon potrebbe quasi morire, in quelle risate.













Note finali:
1) Sì, la seconda parte contiene un casino di innuendos riguardo a quanto accadrà quando Theon sarà grande. Anche nella prima parte, in effetti. Spero si siano colti. ù_ù
2) L'usanza funeraria delle Isole di Ferro me la sono bellamente inventata, ho preso giusto una vaga ispirazione dalla tradizione mitraica di mettere i cadaveri in cima ad una torre perché fossero mangiati dai corvi. Ho parlato di "corpi disseccati dal sole" perché mi sembrava un pelino più poetico, va'.
Again, non ricordo affatto se nel telefilm ci siano accenni a riti funebri delle Isole di Ferro e purtroppo non ho modo di controllare, per cui, se anche qui ci fosse un errore, fatemelo sapere, grazie.

Grazie mille di aver letto!
Fera
   
 
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