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Autore: Tactolien    07/12/2012    0 recensioni
Cosa succederebbe se due individui di un altro mondo piombassero nel Mondo Emerso?
Dopo "Il Potere Perduto" ecco un piccolo esperimento che mi frullava in testa già da un pò, con una storia che unisce i personaggi di Licia Troisi, con quelli di una mia storia originale. Spero che vi piaccia.
Per saperne di più... Cronache di Grimoire. Storie Originali Fantasy
Genere: Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Sommo Raven!- s’inchinò un inserviente, che portava un messaggio da parte di Nelgar.

- Che succede?- gli lesse subito nel pensiero l’altro - Notizie della misteriosa creatura?-

- Sì, infatti. Delle strane notizie, per giunta-.

Il Supremo Generale aggrottò la fronte. Che significava "strane notizie"?.

- Ebbene?-.

L’uomo esitò prima di rispondere, ciò che stava per dire sarebbe apparso come la farneticazione di un pazzo.

- Per prima cosa è stato appurato che non si tratta di una creatura del Tiranno. Ma di un Demone proveniente da un altro mondo-.

Raven lo fissò indecifrabile. Lo stava forse prendendo in giro?.

- So che sembra assurdo- si affrettò a continuare il sottoposto - Ma vi assicuro che è la verità. L’ho visto io stesso, è entrato nella base, era esattamente come l’aveva descritto il soldato Mathon-

- Vi ha attaccati? Quanti sono i morti?-

- Nessuno, Signore- fu la pronta risposta - Abbiamo solo qualche ferito non grave-.

Il Generale annuì. Almeno quella era una buona notizia.

- Dove si trova il Demone, adesso?-

- Alla base, con noi-

- Ah, bene. Siete riusciti a catturarlo-.

L’inserviente trattenne il respiro, guizzando lo sguardo da tutte le parti, cercando le parole giuste per spiegarsi meglio.

- No, Signore. E’ a casa di Ido-.

Scattò a guardarlo senza capire.

Fu così che quello si ritrovò a raccontargli di Kina, dell’ospitalità che lo gnomo e la sua allieva mezzelfo le avevano dato, e dello scontro con Wolkan, rivelatosi poi un grosso equivoco.

- Ido, eh?- borbottò infine il Supremo Generale, voltandosi di spalle - Chissà perché proprio lui?-.

L’altro uomo storse gli occhi, confuso da quello strano tono, fasullo e canzonatorio, come se stesse insinuando qualcosa.

- Se questa non è una messa in scena del Tiranno mi mangio l’armatura-

- Che dice, Signore?-

- No, niente- tornò a guardarlo Raven - D’accordo. Invieremo altri dispacci per tutti i nostri accampamenti. Di’ che l’allarme "creatura del Tiranno" è rientrato, ma che stiano in guardia-.

 

 
 

Una volta rimasto solo, il Supremo Generale si sedette sul suo scranno, tintinnando nervosamente sul bracciolo con le dita.

Più ci pensava, e più si convinceva che tutta quella storia della Maga e del Demone fosse solo una buffonata, per sviare la loro attenzione.

E non si sarebbe sorpreso più di tanto, dati i precedenti di Ido.

"E proprio il fatto che questo Demone sia con lui lo rende ancor più sospetto".

Ghignò compiaciuto. Forse finalmente avrebbe colto quello gnomo con le mani nel sacco.

In effetti… non ne vedeva l’ora.

 

 

 

La base.

 

 

Ovviamente non tutti presero bene la notizia della permanenza del Lupo lì alla base, per altri sei giorni.

- Ti prego, dimmi che scherza!-

- Sei giorni con quel mostro?!-

- Jhof è ancora in infermeria-

- Meglio stargli alla larga, e non farlo arrabbiare-.

Furono in molti quella mattina a non avvicinarsi alla casa di Ido.

 

 
 

Morso.

Sorso.

Inghiottire. E tutto da capo.

- Un ideogramma- gemette Kina, davanti alla sua ciotola di latte per la colazione, dopo che Wolkan le ebbe raccontato la storia - Non posso credere che tutto sia dipeso da un ideogramma-

- Ricordati il nostro patto- ribattè quello, azzannando avidamente un’altra fetta di pane nero - Sei giorni e ce ne andiamo, che tu lo voglia o no-.

Intorno a loro, seduti allo stesso tavolo… Nihal, Ido e Laio, lo osservarono senza fiatare, e senza mai mollare la presa dalle loro spade. Sembrava veramente diventata un’abitudine negli ultimi tempi: lo gnomo e la mezzelfo per essere pronti ad ogni evenienza. Lo scudiero invece per scaricare la tensione, nel vedere la sua adorata Maga parlare in modo così disinvolto con quell’essere.

- Sì, sì, certo- aggrottò la fronte - Per amor del cielo, Wolkan! Mangia piano, o ti verrà tutto su!-.

Quello nemmeno finì di ingoiare il boccone - Mi dispiace, ma sono affamato. Ti ricordo che non tocco cibo da quando sono arrivato in questo mondo-

- Allora tu non mangi da almeno… tre settimane- s’inserì Nihal, parlando per la prima volta.

Quasi stentava a crederlo. Tre settimane sarebbero state sufficienti a ridurre in fin di vita il più forte degli uomini, mentre quello era stato in grado di vedersela con Ido, e tutti gli altri soldati della base.

Si schiarì la voce, prima di rispondere - Noi Demoni non necessitiamo di un nutrimento quotidiano. Possiamo benissimo rimanere a digiuno anche per parecchio tempo- sorrise divertito - Il mio maestro riesce a fare il mese intero, senza che il suo stomaco neanche brontoli-.

A parte Kina, nessun altro in quella stanza rise insieme a lui.

La mezzelfo li guardò allucinata. Per un momento rivide se stessa insieme a Sennar, prima della distruzione di Salazar.

All’epoca anche loro ridevano così.

- Il tuo maestro?- chiese Ido - Vuoi dire che nel tuo mondo esistono Demoni ancor più potenti di te?-

- Le posso assicurare, signore, che io sono tutto furchè potente. Anzi, sono poco più di un allievo in addestramento- non gli sfuggì quell’ipercettibile moto preoccupato nello sguardo - Se le ho dato un’altra impressione è solo perché siete a un piano completamente diverso dal mio- lo disse modestamente, senza nessuna intenzione di vantarsi.

- E voi due siete… amici da tanto?- parlò finalmente Laio.

La Maga stava per rispondere, quando…

Thok. Thok. Bussò qualcuno alla porta.

Ido e Nihal sospirarono quasi all’unisono: sapevano che sarebbe successo.

 

 
 

- Sì?- aprì la porta lo gnomo.

Nelgar, insieme a un soldato armato. Quell’ultimo si tirò leggermente indietro appena intravide la figura del Demone all’interno della capanna.

- Ido, possiamo parlare un momento?- lo invitò il responsabile della cittadella.

- Ma è vero quello che si dice? Che rimarrà qui ancora per un po’?-

- Però, come volano le notizie, da queste parti- rispose ironico il Cavaliere di Drago, accendendo la sua pipa.

Nihal lo raggiunse subito dopo, chiudendo la porta dietro di sé.

- Immagino che l’abbiate sentito ieri sera, da quelli che circondavano la casa-

- Gli uomini sono agitati, bisogna mandarlo via. Sia lui che la Maga-

- Ah, sì? E in che modo, se è lecito chiedere? Magari potrei provare a tagliargli la gola, ma temo che non servirebbe a niente-

- Piantala di scherzare, Ido! Hai visto quant’è pericoloso!?-

- Non per noi- intervenne Nihal, cercando di sembrare rassicurante - Se Wolkan avesse voluto farci del male lo avrebbe già fatto. Ti sei guardato intorno? Non c’è un morto. Questa è la prova che non ha cattive intenzioni: voleva solo riprendersi la sua amica-.

Ido si grattò la fasciatura sul braccio. Dove il Lupo l’aveva colpito. Anche quella era una prova.

"Con gli artigli che si ritrova avrebbe potuto cavarmi gli occhi senza troppi problemi. E invece si è limitato a questi due graffietti. Mirava a spaventarmi, non a ferirmi sul serio".

Aveva combattuto troppo in quei quarant’anni per non accorgersi della differenza.

Andarono avanti per quasi venti minuti abbondanti, quando lo gnomo si decise a liquidare Nelgar, dicendogli che avrebbero dovuto solo aspettare sei giorni.

- Sei giorni soltanto, e se ne andranno sicuramente. Tu nel frattempo cerca di tenere a bada gli sbandati che vorrebbero vendicarsi-.

L’uomo fu costretto ad annuire controvoglia. Capiva perfettamente quello che stava dicendo: per tutta la notte, Jhof, incastrato in infermeria, non aveva fatto altro che gridare e inveire contro la Maga, giurando di fargliela pagare.

"Non mi sorprenderebbe se spuntasse qualcun altro che la pensa allo stesso modo".

 

 
 

- Allora… nessun rancore mi auguro, per quella botta- parlò il Lupo, rivolgendosi a Laio.

- No, non direi- rispose quello, massaggiandosi la nuca, ancora dolorante - Anzi sono felice che Kina possa contare su un amico abbastanza forte da proteggerla- e mise la sua mano sopra quella di lei, in modo più che eloquente.

Kina sorrise, lusingata. E Nihal intravide il Demone storcere appena gli occhi, senza saper dire se fosse stizza, o un semplice "tic".

- Quello che non capisco è come siamo arrivati alla "scenata" di ieri- si intromise nel discorso, lei, sviando la loro attenzione - Kina, se Wolkan è tuo amico, allora perché non me l’hai detto subito?-.

- Ho cercato di dirtelo- la guardò di sbieco l’altra - Ma tu non mi facevi parlare-.

Arrossì fino alla radice dei capelli.

Era tutto maledettamente vero.

"No, Nihal!".

"Aspetta! Non capisci!".

"Ti prego!".

Erano tutti disperati tentativi di spiegarle la situazione.

- Quindi…- proseguì Ido - Noi abbiamo pensato che tu volessi fare del male a lei. E tu hai pensato che fossimo noi-

- Sì- si grattò la testa Wolkan, senza impedirsi di dare un altro morso alla fetta di pane - Appena sono arrivato, Nihal l’ha subito trascinata via contro la sua volontà. Le ha anche fatto male-

- Fatto male!? Come sarebbe?!- protestò quella - Ho ho solo cercato di… oh, capisco. Le ho stretto troppo il polso-

- Come se non bastasse c’erano tutti quei soldati che mi davano addosso- accennò infine a Kina - Quando poi ho visto quel tipo metterle le mani addosso…-

- Jhof- borbottò Laio. L’avrebbe tenuto saldamente d’occhio, fino al giorno della loro partenza.

Guardò il Lupo, era incredibile che non l’avesse ucciso, nonostante tutto.

I loro pensieri vennero interrotti dall’improvvisa risata dello gnomo.

- Che c’è da ridere?- chiese Nihal.

- Sto solo cercando di immaginare la faccia degli altri quando lo verranno a sapere-

- Sì, che tutto si poteva sistemare con una semplice chiacchierata- quella fu la prima volta che mollò la presa dalla spada nera.

- Così impari a non darmi retta- scherzò Kina.

- Allora, vediamo…- ricominciò lo scudiero, un po’ perso - Io cerco di salvare lei da lui. Ma lui è amico di lei, che cerca di salvarla da noi. Insomma alla fine tutti cercano di salvare lei… da un pericolo che non esiste. Oh! Che macello incredibile!-.

Tutti risero.

 

 
 

- E’ una cosa assolutamente ridicola!- esclamò la Maga, arrossendo d’imbarazzo.

Nihal dovette coprirsi la bocca per non scoppiare a ridere.

- E invece è geniale, peccato non averci pensato prima- ribattè il Demone, sistemandosi una sottile corda intorno alla vita, che lo univa a quella di Kina, con una distanza di neanche due metri - Ogni volta che mi giro ti succede sempre qualcosa di brutto, perciò d’ora in poi mi starai attaccata in modo da non perderti d’occhio-

- Io continuo a dire che è una sciocchezza-

- Avrete parecchie difficoltà a muovervi- disse la mezzelfo, mentre lo scudiero li guardava con una strana espressione negli occhi. Gelosia, forse?.

Chissà… Magari l’avrebbe voluta lui una corda che lo unisse a Kina.

 

 

- Allora, la tua mano?- ricominciò la ragazza dai capelli rossi, tornando al discorso della sera prima.

Wolkan sospirò, mettendo in mostra il palmo graffiato.

- Ho staccato la testa a un drago- disse infine.

Calò il gelo. Gli altri lo guardarono allibiti. Perfino Kina sembrava piuttosto sorpresa.

- Che hai fatto?!-

- Quello che ho detto. Ho ucciso un drago, e mi sono ferito-.

La mezzelfo aggrottò la fronte - Avevo capito che niente potesse ferirti. A parte la magia. Che razza di drago era?-

- Era nero. Un inquietante drago nero che ho visto solo negli eserciti pieni di Fammin. Emanava una strana energia. Stava al primo accampamento che ho visitato, in un posto chiamato Terra del Vento, se non sbaglio-.

La pipa scivolò inaspettatamente dalle dita di Ido, come fosse stato colto alla sprovvista.

Per un momento… Nihal lo vide impallidire.

Si affrettò a tornare in sé, e a pestare la brace fumante sparsa per il pavimento.

- Be’…- ricominciò a parlare lui - Questo spiega tutto. I draghi neri del Tiranno sono creature della magia Proibita. Ormai è certo che solo quella può ferirti, e questo vale anche per i Fammin, immagino-

- Sì, infatti- annuì il Demone - Anche loro emanavano la stessa energia. E’ per questo che ho dovuto usare la mano pesante in più occasioni. Con Kina ancora dispersa, e un tempo limitato, non potevo permettermi di esitare-

- E così hai staccato la testa a un drago?- ribattè Laio, sforzandosi di immaginare la scena. Non poteva credere che quello fosse solo un allievo in addestramento.

- Non senza conseguenze, temo- e mostrò nuovamente la mano.

- In ogni caso per me è un bene che tu l’abbia fatto- concluse Nihal, guardandolo per la prima volta con occhi diversi, ammirati - Questo darà un bel colpo alla sicurezza del Tiranno. Con la sconfitta di uno dei suoi condottieri ci penserà due volte prima di combinarne una delle sue-.

 


 

 

- Oggi va molto meglio, Mio Signore- s’inchinò un Mago del Laboratorio - Si è stabilizzato, le sue capacità di ripresa sono incredibili-

- E’ pronto per la seconda fase?- chiese la piccola figura coperta di nero, che vagava per i sotterranei bui e umidi della Rocca, pieni di mostruose creature incatenate al muro. Molte non sarebbero sopravvissute, ma in compenso sarebbero servite come materiale di studio, per crearne di migliori.

Si fermò davanti a un’ampia cella, completamente spoglia. Le pareti piene di muffa, e una semplice panca di legno da un lato.

La sagoma che la occupava, avanzò verso di lui.

- Ti senti pronto?-.

Fu con un certo orgoglio che il tizio dall’altra parte delle sbarre raccolse da terra una pietra più grande della sua mano.

Una piccola pressione delle dita… e la sbriciolò senza sforzo, rovesciandone i resti ai piedi del suo interlocutore.

Sorrise spavaldamente.

- Più che pronto-.

Sotto la cortina nera che lo copriva costantemente, il Tiranno piegò le labbra in un ghigno compiaciuto. Era incredibile che avesse ottenuto un simile risultato in una sola settimana, senza neanche troppi esperimenti.

- Sei il più forte di sempre, Rouko- si congratulò, guardandolo fisso in quegli occhi giall’oro, che sembravano brillare nell’oscurità.


 

  
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