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Autore: Harriet    08/12/2012    3 recensioni
Ciò che è successo dopo quell'addio in un cimitero di New York.
(Post The Angels take Manhattan.)
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amy Pond, River Song, Rory Williams
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Scritta per la Staffetta di Piscina di Prompt, tema Rory/Amy, Cognomi e altre formalità. Post "The Angelas take Manhattan", quindi SPOILER per l'episodio 07X05! Se avete visto questo meraviglioso corto animato ufficiale, capirete meglio questa storia. Sennò potete leggerla ugualmente. Ho cercato di non intortarmi con le date, e tutte le indicazioni temporali derivano da un lungo scervellamento sui dati che ci vengono offerti dal canone (cioè dall'episodio e dal corto che vi ho linkato.)
Il titolo è una citazione da "The Big Bang" ma voi l'avevate riconosciuto subito, lo so.





We're all stories in the end

La data è sconosciuta, per il momento. Ma il tempo è irrilevante. Il cimitero è più piccolo che nel 2012 e tenuto con meno cura. Deve essere primavera, a giudicare dalla schiera di fiori violetti che spuntano tra l'erba piuttosto alta che circonda le lapidi. La luce è quella morente dal crepuscolo, e per poco Amy non vede la figura inginocchiata, tremante, sola in mezzo alle tombe. Gli corre incontro senza una parola e si getta a terra accanto a lui, abbracciandolo. Gli posa un bacio sulle labbra e lo stringe, sussurrandogli all'orecchio che sono insieme, che va tutto bene.

Cominciano gli anni Quaranta, e hanno una piccola casa nella periferia di New York. Hanno un'identità in quel mondo, costruita faticosamente e di nascosto, in gran parte grazie all'aiuto di Melody, che li ha trovati quasi subito, persi nel tempo (nessuno è bravo quanto lei, se si tratta di recuperare qualcuno tra i secoli e i pianeti.)
Rory lavora all'ospedale, Amy per il momento fa la domestica, anche se spera di riuscire a trovare al più presto la sua realizzazione lavorativa. E' difficile essere una donna in quegli anni. Soprattutto per una donna come Amy. Sulla porta della loro piccola casa c'è scritto Rory e Amy Williams, ma ad entrambi sembra un po' fuori posto. Quel tempo è un po' infelice, per due persone vissute nel XXI secolo. Ci sono così tante formalità e apparenze da rispettare, perché le sopracciglia dei vicini non si alzino, perché le teste dei passanti non vengano scosse con disapprovazione. Non sarà facile imparare.

E' il 1943 e Amy viene assunta presso la redazione di un giornale. Fa un lavoro di segretaria, all'inizio, ma lei spera di convincerli che è brava a scrivere, che può ambire a uno dei ruoli occupati dai suoi colleghi maschi. Invece i colleghi di Rory raccontano a tutti di questo infermiere straordinario che ha delle idee così innovative.
La casa dei Williams ha la tendenza a riempirsi facilmente di gente. Un po' è perché sono naturalmente amichevoli. Un po' è perché sono così bizzarri, così particolari, con le loro parole strane e le loro usanze fuori dal comune. Soprattutto, hanno la rara qualità di accettare tutti quanti così come sono. Niente li stupisce o li spaventa.
Ogni tanto Rory chiama Amy “la signora Pond”, e i loro amici non capiscono. E' un tempo diverso dal loro, e l'idea di un marito che prende il cognome della moglie suona strana, anche per gioco. Ma quel modo di chiamarsi fa parte del loro mondo segreto, della loro storia unica, e non possono abbandonarlo in favore delle convenzioni dei tempi.
Le donne amano Amy perché sembra così indipendente e forte, così decisa ad andare per la sua strada. Amy dice loro che devono essere convinte del proprio valore, cercando di assumere consapevolezza di sé. E' difficile essere una donna in quegli anni, ma Amelia Pond Williams aiuta le donne a essere unite e più forti.

Ogni tanto Melody va a trovarli. La loro ragazza arriva all'improvviso, vestita in modi che fanno spesso inorridire chi la vede suonare il campanello dei Williams. La loro ragazza, senza la quale forse ora non sarebbero insieme, perché è stato quel suo sì a dare la spinta definitiva ad Amy, cancellando tutti i suoi sensi di colpa e dandole il coraggio di toccare l'Angelo.
La mattina dopo una delle sue visite Amy e Rory si accorgono che qualcuno ha scarabocchiato la targhetta di legno sulla loro porta: c'è un fregaccio rosso (sembrerebbe rossetto...) su Williams, e al suo posto c'è scritto Pond.

E' il 1952 quando all'ospedale dove lavora Rory muore di parto una giovane vedova. La famiglia Pond fa richiesta per l'adozione – timidamente, senza particolari speranze, e non si aspettano per nulla la risposta positiva che invece arriva.
Anthony Brian Williams Pond entra così nella loro famiglia.
La sera Amy, per addormentarlo, gli canta una ninna-nanna che ha imparato su un pianeta di uomini con la pelle viola, e quando sarà abbastanza grande da capire (e pretendere) una storia prima di addormentarsi, Amy ne ha in quantità, di storie per il suo bambino. Gli racconta dell'uomo che viaggia tra i pianeti e le epoche, e della sua amica che aveva aspettato in giardino. Di balene volanti, pirati, popoli sotterranei, universi riscritti e amanti coraggiosi, capaci dei più incredibili gesti d'amore vicendevole. Gli racconta che ha una sorella maggiore che è un supereroe, e che può dormire tranquillo, perché Melody Pond lo proteggerà da qualsiasi male.

E' il 1958 e la casa dei Ponds (ormai tutti gli amici li chiamano così: Amy e Rory hanno vinto la loro battaglia simbolica contro la formalità e il decoro) è piena di bambini, gli amici di Anthony, ed è raccontando a loro le sue storie che Amy comincia a progettare il suo libro di fiabe.

E' il 1962 e il libro di Amy viene stampato e letto dai bambini americani, e poi passa anche oltreoceano e arriva dai bambini inglesi. E' firmato Amelia Pond, perché è un libro di fiabe, e Amelia Pond è un nome da fiaba, dopotutto.

E' il 1988 e Rory ha ottantadue anni. La malattia è breve, ma non per questo il distacco è meno terribile. Amy comincia a vedere la fine della strada. Per lei e Rory la vita è stata lunghissima. Non una scintilla improvvisa, ma una fiamma duratura e costante. E per quanto quella luce sia stata meravigliosa, adesso comincia a sentire il desiderio di riposare.

E' il 1993 e Amy si ammala. Suo figlio e i suoi nipoti si prendono cura di lei. L'ultimo giorno della sua vita, quando ormai Amy stenta a riconoscere chi le sta intorno, uno sconosciuto si avvicina al suo letto, e proprio mentre la vita di Amy finisce, lui le bisbiglia all'orecchio:
- Buon viaggio, magnifica Pond.
Chissà se è reale o se lo sta solo immaginando. In ogni caso, vorrebbe dirgli grazie, grazie amico immaginario, creatura stupenda che mi ha allungato e allargato la vita, grazie di tutto, ma va bene così, Amelia Pond si spegne con un sorriso, la sua storia è finita ed è stata davvero splendida, lui ne sarebbe stato fiero.

E il libro di fiabe scritto di Amelia Pond resiste: finisce anche nella biblioteca di una scuola elementare a Chiswick, dove una bambina con i capelli rossi ci scarabocchia sopra. Nella biblioteca di una bella scuola in centro, dove una bambina di nome Martha lo leggerà distrattamente, perché ormai si sente già grande e non ci crede più di tanto, ai tipi misteriosi che arrivano all'improvviso e ti portano a vivere avventure. Nella biblioteca di un istituto elementare nei sobborghi londinesi, dove una bambina bionda, buffa e confusionaria, ne strapperà una pagina, portandosela a casa di nascosto, perché le piaceva il disegno del tizio e della ragazza che vanno in giro saltando sulle stelle.
Il libro parla di una persona che quelle tre bambine devono ancora incontrare, ma che in realtà non esiste già più, ai tempi in cui il libro è stato scritto: ma non importa, perché il tempo è irrilevante, quello che è davvero importante, alla fine, sono le storie, le storie che siamo noi.

   
 
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