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Autore: Hekate    25/06/2007    2 recensioni
Clelia e Gastone sono destinati a scontrarsi, tutto grazie ad un bicchiere d'acqua bollente e tre porte chiuse in faccia.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tre porte in faccia

Tre porte in faccia.

 

Clelia ne aveva abbastanza.

Il portoncino di ferro battuto della palazzina era la terza porta che le chiudevano davanti alla faccia. Se l’era promesso a se stessa, se fosse capitato una terza volta avrebbe urlato con tutto il fiato che le era rimasto in gola dalla precedente serata.

Clelia era una ragazza che manteneva sempre le promesse.

Urlò.

Qualcosa di estremamente caldo le scivolò sotto la maglia di cotone, scendendo ustionante lungo la schiena.

“Oh benedetto! Signorina! Sta bene?”le arrivò indistinta alle orecchie una voce maschile, mentre lei si agitava cercando di scrollarsi di dosso quel liquido bollente. Due mani si serrarono sulle sue poco esili spalle, tentando di fermarla.

“Calmati. Calmati!”

Come poteva calmarsi, quando litri di quella che sembrava lava liquida le stavano corrodendo la schiena, pensò infuriata Clelia.

“Brucia, brucia, brucia!” urlò incontrando due occhi verdi colmi d’apprensione.

“Togliti la maglia.”

Il mondo sembrò rallentare mentre al contrario, le sinapsi di Clelia iniziavano a collegarsi molto più velocemente dopo quelle tre parole.

“Come? Chi? Mi lasci subito!”

“Ascolti, signorina. La maglia.”dissero con voce rassicurante i due magnetici occhi verdi.

Clelia li fissava sbalordita dimentica per un istante del dolore bruciante alla schiena, della pressione delle mani sulle sue spalle e di quella frase.

“Deve toglierla. L’acqua era bollente.”

“Davvero? Non l’avevo notato.”

“Per favore, mi ascolti, lo dico per il suo bene. Si tolga la maglia.

La mente di Clelia finì di collegare le varie informazioni e fece scattare quello che gli era parso il sistema di difesa più immediato: la sua mano aperta si stampò velocemente sulla guancia sotto quei magnifici occhi.

“Tu. Lei è un maniaco! Si stacchi da me!”

Le mani mollarono la presa dalle spalle della ragazza, per porsi in difesa del volto dell’uomo a cui appartenevano.

“Ecco! Nessuna cattiva intenzione, giuro! La maglia.

“Ancora!” disse puntandogli un dito davanti al setto nasale. “Brutto porco, vuole solo approfittarne per farmi spogliare davanti a tutti!”

“No! No. Cioè. Non è come crede!” si agitarono le mani “Non ho alcun desiderio di vederla senza maglia.

Di nuovo il cervello inviò l’impulso al braccio di Clelia che rispose alacremente, facendo incontrare nuovamente il palmo con la guancia dell’uomo.

“Tu! Grandissimo stronzo! Oltre il danno la beffa? Sparisci immediatamente!”

La mano dell’uomo andò a massaggiarsi la guancia ripetutamente offesa.

“Senta giuro che non intendevo in quel senso! Voglio solo accertarmi delle condizioni della sua schiena maledizione!”

Clelia incrociò le braccia. “Ah,ah. Ha appena ammesso di esser un maniaco che si diverte ad osservare le schiene delle ragazze! Ora se ne vada o mi metto ad urlare!”

L’uomo alzò le braccia al cielo, spaventando la ragazza.

E va bene! Ci rinuncio! Cos?” mormorò spaventato, vedendo Clelia chinarsi a terra. “Vede che sta male!”

E per colpa di chi sentiamo?” la voce piena di sarcasmo di Clelia non fece altro che aumentare l’espressione preoccupata dell’uomo, che tornò a posarle, gentilmente, le mani sulle spalle.

“Si fidi per favore. Si fidi anche se avrebbe mille motivi per non farlo. Voglio solo controllare come sta.

Clelia lo avrebbe mandato a quel paese solamente per diecimila buoni motivi, ma la schiena bruciava, così con una smorfia rivolse nuovamente la parola all’uomo.

Le schiena brucia da morire, uno sconosciuto mi ha ripetuto per tre volte di togliermi la maglia in una strada affollata e stamattina mi sono svegliata con il piede sbagliato, come vuole che mi senta?”

L’uomo dai magnifici occhi verdi sorrise.

Magnifico anche il sorriso pensò Clelia.

“D’accordo, decisamente abbiamo iniziato male. Che ne dice se le offro un caffè al bar qui dietro, così possiamo controllare le condizioni della sua schiena senza dar spettacolo, ed io possa in tal modo scusarmi per avergliela ustionata?”

“Si potrebbe fare.”

 

Gastone osservava di sottecchi la ragazza in piedi al suo fianco, attendendo pazientemente il segnale verde per poter continuare il loro breve tragitto.

Non troppo alta, dal fisico tipicamente botticelliano, con capelli biondo scuro, trattenuti a stento da un fermaglio. Il suo sguardo si posò sulle mani che la ragazza continuava ad asciugarsi sull’orlo dei jeans.  Belle e pericolose pensò Gastone, tornando a massaggiarsi la guancia arrossata dagli schiaffi.

 

  
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