Salve a tutti!!
Nemmeno
tempo di rendermi conto di aver terminato una storia… che non ho potuto
resistere nello scriverne un’altra. Sono diventata una fanfic-dipendente!!>o<
Comunque… questa volta mi son dedicata alla sempre
più frastornata coppia Huddy!
Era da un pò che
mi frullavano in testa parecchie idee al riguardo e adesso ho finalmente deciso
di scriverla.
Da premettere,è il fatto che ne è stata tratta dalla lettura
dell’anteprima di una puntata della terza serie di House,precisamente la
diciottesima.
Certo,la
storia non è proprio
calzante con ciò che c’è scritto nell’anteprima,(che consiglio a tutti di
andare a leggere! È stupenda!!) ma a me è arrivata
come un’improvvisa scossa elettrica che mi ha fatto accendere taante lampadine
di idee…
Ok,ok… sono un po’ matta,lo so. ;)
Comunque,scherzi a parte,intendo dedicarla a tutti
i fan di questa coppia che in “Happy new year” l’hanno richiesta ma senza
successo e a elixyz, che,a mio parere, ha scritto
delle ff Huddy stupende e la quale ringrazio per aver recensito qualche mia
vecchia fic.
Insomma..,spero proprio che questa fic riuscirà a piacervi!
Aspetto con ansia
le vostre recensioni, belle o brutte che siano!
L’importante è
che mi fate sapere che ve ne pare… sono proprio curiosa! XD
Un saluto a
tutti!
Miky91
Meravigliosa Follia
Aventuroso carcere soave,
dove né per furor né
per dispetto,
ma per amor e per
pietà distretto
la bella e dolce
mia nemica m’ave.
L. Ariosto (da ‘Aventuroso carcere soave’)
Capitolo I: Conference
“Non è che io non ti voglia offrire il pranzo!” Borbottò Wilson. “Ma sai,ogni tanto un ‘Per favore’ fa piacere….”
“Andiamo! Non dirmi che anche tu ti sei convertito alla teoria di Cameron!?”
“Giusto… visto che ora la gentilezza è un opinione.”
“Più che un opinione, le definirei un inutile scemenza.” Esclamò il diagnosta,fregando dal piatto dell’amico una foglia di insalata.
Lui annuì rassegnato.
Del resto… il giorno in cui House avesse imparato la gentilezza, sarebbe stato il giorno nel quale le persone avrebbero iniziato a camminare a testa in giù.
“Ho visto Cuddy questa mattina… che hai combinato?”
“Niente di nuovo.”
L’oncologo stentò un sorriso mentre tentava di fermare con una forchettata la mano dell’amico che si era avvicinata per fregare un’altra foglia di insalata. “Prima o poi ti sbatterà fuori,se continui così!”
“No… non ne ha il coraggio.”
“… Be, a come ti ostini a tormentarla, sembra quasi che muori dalla voglia di farglielo venire.”
“Pff!” Esclamò House con un sorriso. “ Amico mio,è tutto un gioco di potere… nel quale io vinco,mentre lei si dispera.”
“Vedrai che a furia di disperarsi,qualche tortura adatta a te la trova”
“Uffa!!” Sbuffò House. “Allora me lo offri il pranzo o no?!?”
“No,prendi il mio. Fra cinque minuti ho una visita,devo andare.” Disse l’oncologo alzandosi dalla sedia e spingendo il piatto ancora pieno verso l’amico.
“No,grazie.” Disse House con una smorfia. “Improvvisamente mi è passata la fame.”
Wilson guardò l’amico e sorrise soddisfatto. “Fa come vuoi.” Disse,per poi allontanarsi.
“Sempre così ‘Gentile’” Mugugnò tra se House,mentre si alzava anch’egli dalla sedia.
“Dr. House?” La voce femminile di un’infermiera alle sue spalle lo fece tornare alla realtà.
“Che c’è!?”
“la dottoressa Cuddy ha…”
* * *
“Bella questa tua idea!! Cosa hai intenzione di farmi adesso!? Ucciderai il mio gatto?!?” Esclamò House furioso,entrando all’improvviso nell’ufficio della dottoressa Cuddy, direttrice dell’ospedale e sua acerrima nemica sin dai primi giorni dell’università.
“Tu non hai un gatto.” Rispose lei tranquilla,alzando il viso dalle varie scartoffie poggiate sulla sua scrivania.
“È uguale!” Sbottò lui,sempre più nervoso. “Chi diavolo ti ha dato il permesso di annullare l’operazione della mia paziente!?!”
“Quell’operazione è molto rischiosa..” Continuò lei,poggiando la penna sulla scrivania. “E poi a me non risulta che io debba chiedere il permesso per certe cose…”
“Si invece!!” Sbottò lui. “Io sono il dottore,ricordi?!”
“E io sono il ‘Capo’ del dottore.” Continuò lei,fissandolo soddisfatta.
House si guardò in torno e,dopo qualche istante di riflessione,si andò a gettare su una poltrona.”Ok.” Iniziò,questa volta più calmo. “Questo è un ricatto vero e proprio!”
Nel volto della dottoressa si allargò uno strano sorrisino vittorioso. “Ma… più che ricatto,lo definirei un compromesso.”
Un espressione inedita persino per House,che la guardò sempre più incuriosito.
“Non vado oltre le tre ore.” Esclamò dopo cinque secondi di pausa.
“Tre ore di cosa?”
“Di Ambulatorio!” Disse lui ovvio,poi iniziò a fissarla malizioso. “Che cosa va a pensare dottoressa!?”
“No,l’ambulatorio non mi interessa.” Continuò lei,ignorando l’ultima frase del diagnosta.
House sgranò gli occhi. Cosa mai poteva volere da lui se non qualche ora in più di ambulatorio??
Certo… questa volta doveva essere proprio arrabbiata se l’ambulatorio non gli bastava… Del resto,quella mattina, aveva rotto per la seconda volta la macchina delle risonanze!
Cuddy lo fissò per qualche istante per poi iniziare il discorso: “L’ospedale ultimamente ha avuto dei problemi finanziari… che hanno raggiunto il culmine con l’ultimo guaio che hai combinato!”
“Parli di quando ti ho gettato il gelato sulla camicia?”
La dottoressa lanciò un’occhiataccia al soffitto,cercando di non dar retta alle provocazioni del diagnosta. “No…” Sospirò per poi tornare a guardarlo,questa volta con un espressione più convinta. “Vedi… io ho sempre avuto un sogno…”
“ah… ecco che ricomincia con le favole…” brontolò House,adagiandosi in maniera più annoiata sulla poltrona.. ma curioso di voler capire dove voleva andare a parare Cuddy.
“… Il mio più grande sogno è sempre stato di partecipare tranquillamente a qualche convegno prestigioso… sai,quelli che si fanno una volta ogni tre anni o ogni quattro…”
“E che c’entro io? Mica sono un’agenzia organizzativa!”
“Ma purtroppo!” Sbottò lei. “Non ho mai potuto parteciparci ogni qual volta che mi invitavano,visto che il mio dovere era quello di tenerti d’occhio!” Fece una pausa. “Ma ora ho io il coltello dalla parte del manico…” Questa frase,terminò con un suono molto diverso di quello iniziale… un suono più di vendetta che di fiaba….
House sgranò gli occhi,balzando improvvisamente in piedi. “ Sei matta o cosa!?! Io non ci vado!! Nemmeno se mi pagassero con tutto l’oro del mondo!!” Brontolò. “Sono noiosi,lunghi e non si fa altro che parlare!”
“hmm.. da come li descrivi sembra quasi che stai parlando di te stesso.” Ironizzò Cuddy.
“Scordatelo!!” Concluse il diagnosta,uscendo velocemente dall’ufficio.
“Bene.” Disse tra se la dottoressa,tornando ai suoi soliti lavori.
1…
2…
3.
“Tre mesi di ferie!” La testa di House sbucò all’improvviso dalla porta a vetri.
Lisa sorrise. “Facciamo due e,naturalmente,l’operazione al tuo paziente.”
House la guardò perplesso.
“Lo so che ci tieni tanto a far nuove conoscenze.” Continuò la dottoressa,ironizzando. “Domani mattina alle 9:00 in aereo porto,ho già fatto i biglietti.”
“Questa me la paghi!” Bofonchiò lui, chiudendosi la porta alle spalle.
Lisa,non appena il diagnosta lasciò la stanza, scattò in piedi con una velocità improvvisa.
“Si!” Esclamò felice,prendendo in mano il telefono. “Pronto? Sono la dottoressa Cuddy,del Princeton Plaisboro Teaching Hospital. Volevo confermare la presenza mia e del dottor House…”
* * *
Greg entrò nel suo ufficio e si distese sulla sua poltrona,con un evidente nervosismo.
Cameron,Foreman e Chase si scambiarono qualche sguardo interrogativo.
“Ok,vado io.” Esclamò rassegnato il neurologo,avviandosi verso l’ufficio del suo capo. “House?”
Lui alzò lo sguardo.
“hem… hai parlato con Cuddy? Che si fa?”
“Si… potete operarla. Abbiamo trovato un compromesso.”
Foreman fissò incuriosito il suo capo,aspettandosi il seguito della frase appena enunciata.
House gli lanciò un’occhiataccia,infastidito. “Cos’è che non capisci della frase ‘potete operare’?? Vuoi che ti faccia lo spelling??”
Il neurologo annuì lasciando la stanza e trattenendo con difficoltà un sorriso.
Si vedeva lontano un miglio che di quel compromesso ad House non garbava neanche una virgola.
House rimase nella stanza,con lo sguardo perso nel nulla e le mani intente a far rotare il bastone.
Fece una smorfia.
“Vedrai che a furia di disperarsi,qualche tortura adatta a te la trova.”
Alla faccia di Wilson!
To be continued…