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Autore: EleonoraRosi    08/12/2012    8 recensioni
La notte è buia, ma cosa importa? I suoi occhi come fari, illuminano di speranza questa fredda sera di inverno.
Ho paura...Paura di scoprire quella verità che mi spaventa tanto.
Fremo dalla voglia di dirgli quello che penso,sempre che io possa pensare,cosa di cui non sono sicura,chi pensa ragiona, e se io ragionassi ora non sarei qui con lui.
Sento la sua mano che sfiora dolcemente il mio collo,ho un fremito.Il fatto di essere in qualche modo emozionata è l'unica certezza che ho un questo momento.
Qualcosa..Un qualche sentimento strano sta crescendo dentro di me,non so se sia paura,o peggio,quella strana emozione, che tutti chiamano amore...
Non so bene cosa sia,Ma so con certezza che questa "cosa" si sta espandendo,partendo da quel punto, sul mio collo da lui sfiorato...
Facendosi spazio, e finendo per occupare ogni parte del mio corpo...Ogni parte del mio cuore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Era una giornata normale.
Cielo normale, con quella sua strana, ma abituale sfumatura, tendente al rosso, chiaro segno di quanto fosse stata vicina l'ultima alba. Normale il cancello scolastico, pieno di scritte e di graffiti, che raccontavano meglio di qualunque annuario la storia della nostra scuola. Normale, lo sdruscio dei piedi degli alunni, che scocciati, camminavano in massa verso le proprie aule, cercando invano, di scordasi, che mancavano ancora cinque giorni all'agoniato fine settimana.
Meno normale era il fatto, che oggi sarebbe arrivato un nuovo alunno. Non capitava spesso, quasi mai. Anzi, credo che fosse la prima volta.La nostra, per quanto mal ridotta sia, era una scuola di quelle private, dove era difficile entrare a metà anno, a meno che i genitori, non versassero una generosa somma di denaro nelle casse scolastiche.Infatti a mia supposizione, il nuovo arrivato doveva essere un tipo piuttosto ricco.
Io ero lì, in quella scuola,non perché la mia famiglia potesse permetterselo, ma perché avevo vinto una borsa di studio.Si ero una secchiona, mi piaceva studiare, mi piaceva pensare che ogni cosa che avrei appreso, avrei, almeno secondo me, potuto utilizzarla per dimostrare la mia cultura personale.La logica conseguenza di questa mia teoria fu che anche dopo due anni passati in quella scuola, che non ostante tutto no riuscivo ad odiare, nessuno mi rivolse mai la parola, a parte rare eccezioni.Passavo le mie giornate nell'ultimo banco a destra di un aula semi-buia, illuminata solo dai deboli neon delle luci scolastiche, quell'aula era la biblioteca.Da non crederci, perché tutto questo non mi importava. Non mi importava essere considerata la ragazza più antipatica, della scuola, e dell'intera cittadina, l'unica cosa di cui realmente mi importava, era apprendere, apprendere e farlo bene.
Dalle facce dei miei compagni di classe, trapelava l'attesa, erano tutti impazienti che arrivasse questo misterioso nuovo alunno, perché si, sarebbe venuto proprio nella nostra classe. Questa era quella che io consideravo una spiacevo coincidenza, lo vedevo come un altra persona, un altro essere, su questo pianeta, pronto a giudicarmi ed offendermi, perché ormai nella mia mente, avevo già formulato, la storia, la fiaba:Lui sarebbe stato bellissimo, e si sarebbe messo con la sfigata di turno, ed avrebbero fatto ingelosire tutti quanti. Ma nella mia mente, la sfigata di turno non ero certo io.
Il suono della campanella interruppe bruscamente i miei pensieri.. La professoressa entrò, seguita da un ragazzo stranamente bello.Era biondo, alto, i suo capelli lucenti scompigliati,volontariamente, gli conferivano un aria drammatica, i suoi occhi erano blu, e non intendo un celestino chiaro, fin troppo ambito, intendo blu notte. Era vestito, ovviamente, alla moda, con un paio di Jeanz neri, e una maglietta attillata bianca, con il disegno di un teschio, la maglia gli aderiva perfettamente ad torace, rendendolo perfetto quanto uno dei bronzi di Riace. Sapeva di essere stupendo, aveva quello sguardo sicuro, di chi sa chi avere il mondo ai propri piedi, e se ne vanta.Si, era proprio come me l'ero immaginato.
  
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