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Autore: Vale11    08/12/2012    2 recensioni
Se il mare ti chiede di non lasciarlo dormire da solo, tu cosa fai?
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Capitan Uncino
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Se glielo avessero chiesto, avrebbe potuto solo rispondere che la testa di quel soldato era esplosa.

Giuro. Giuro è esplosa. E c'è un teschio sul mare, e l'aria è pesante, acre, e non respiro. Sono in un campo di battaglia , mio fratello è nella Eiserne Wache. Si chiama Klaus. Lo conoscete? Klaus. 

E sento il sangue del soldato morto sulla faccia, ma non voglio che mi entri in bocca quindi stringo le labbra, stringo gli occhi, e quando li riapro c'è fumo, tanto fumo, e una massa di riccioli neri che mi arriva addosso. E due occhi. Di quelli col mare dentro.

Jas.

James Hook non aveva mai fatto mistero della sua abilità con le pistole. Polvere da sparo nel cuore, con la risacca. Forse era per quello che aveva una mira così buona. Centrò la testa del soldato inglese proprio mentre quel cane stava per ammazzare Saoirse. La sua Saoirse.  In quel momento, i suoi occhi diventarono rossi.

Jas. Jas era arrivato, era vivo oddiooddioèvivo, era li, le aveva salvato la vita. E Hansi? Dov'è Hansi?  Cercò di alzarsi, ma Jas dovette sorreggerla per qualche istante prima che le ginocchia si decidessero a collaborare. Poi si voltò, e vide un teschio galleggiare sul mare. 

Quando l'aveva visto arrivare, aveva rischiato di saltare dalla finestra a far saltare il cervello a tutti. Tutti. E' che non si aspettava che Starky riuscisse a fare un colpo del genere. Ciurma divisa, una parte sulla Jolly Roger a controllare il mare, l'altra alle spalle della capanna a chiudere il cerchio con gli inglesi dentro. E Dio, la maestosità della sua nave non era da mettere in discussione, quando veleggiava così, con il suo teschio ghignante dipinto sulle vele. Mollò una pistola scarica ad Hansi, ordinandogli di stare al coperto e difendere la casa. Spugna lo guardò storto. Come se avesse appena scoperto la vena di psicologia inversa insita in James Matthew Hook. Quando riuscì a fingere che il fianco non sanguinasse-bruciasse-cercasse in tutti i modo di farlo smettere scappò dalla porta d'ingresso come se fosse stato tutto ciò che desiderava fare da ore, cosa fra l'altro esatta, e andò a sbattere con gli occhi in un cane in divisa che stringeva le mani al collo di Saoirse.

Non ci fece nemmeno caso, quando gli sparò in testa.

E saoirse era li, a labbra strette, che vaneggiava in una lingua assurda, tutta punte e consonanti che doveva essere tedesco, di Klaus che era suo fratello, che era nella Eiserne Wache. Lo conosceva? Poi aprì gli occhi, se lo trovò davanti e si zittì. Vacillò per mettersi in piedi. E quando ci riuscì gli si gettò al collo con talmente tanta convizione che rischiò di mandarlo lungo disteso sopra Jolly Roger, che gli stava urlando dietro qualcosa di molto simile a un idiota morirai dissanguato, cercando di sovrastare il rumore della battaglia.

Starky l'aveva vista giusta. Dividere la ciurma poteva essere pericoloso, ma i pro superavano i contro e, in ogni caso, la nave inglese era talmente vicina alla costa che non si sarebbero sicuramente accorti dei quanto fosse in realtà esiguo il numero di pirati a bordo della Jolly Roger. No?

Per ora, pareva andare bene. 

Aveva tirato un sospiro di sollievo non indifferente, vedendo il capitano ancora vivo e in piedi sulle gambe. Certo, con un bel buco in un fianco, ma meglio che niente no? Era uno che sapeva accontentarsi, Starky, e vedere Jas Hook vivo era più che soddisfacente. Trovarsi Jolly Roger di nuovo davanti, però, lo fece reagire come tutti. Come uno che aveva visto un fantasma. Orami anche Roger aveva smesso di farci caso.

 

In realtà, anche se il vantaggio tattico andava ai pirati, insieme a quello della sorpresa, gli inglesi reagirono piuttosto velocemente. Non per niente erano soldati addestrati e in possesso di un'interessante disciplina. Ma avevano un problema. Non avevano Jas Hook. Soprattutto, non avevano un Jas Hook cui uno di loro aveva appena tentato di uccidere l'unico essere umano che gli avesse fatto distogliere gli occhi dal mare per più di cinque minuti esatti. E questo lo rendeva pericoloso. Voi inglesi non sapete quanto.

 

Saoirse lo vide scattare in avanti, con uno strano luccichio cremisi negli occhi, puntando la pistola ancora carica fra gli occhi di un inglese a pochi metri da lui. Sparò senza nemmeno pensarci,  con un ghigno che sembrava dire uno di meno. Non le era mai sembrato più pericoloso e spaventoso come in quel momento.

 

Jas Hook vedeva rosso. Era come se sulla foresta fosse scesa una pioggia di rabbia che gli offuscava il cervello, facendogli dimenticare che aveva un buco in un fianco e due pistole cariche con un colpo solo. Anzi, nemmeno una pistola. Una spada, e un uncino al posto della mano destra. Sicuramente, ne avrebbe fatto buon uso.

 

Tom era la mascotte, su quella nave. Un ragazzino di sedici anni arruolato poco prima di finire su quell'isola di matti, con bambini volanti, indiani e fatine. Li per li, era sicuro che eternità non fosse proprio quello che gli avevano detto, quando aveva chiesto per quanto tempo avrebbero avrebbero veleggiato vicino alla Jamaica. Ma poi si era accorto che la cosa non gli dispiaceva. C'erano momenti come quello, in cui il loro capitano pareva risorgere da un qualche buco infernale, coperto di sangue, fuliggine e circondato dal fumo, con uno sguardo che avrebbe fatto scappare una vipera. Momenti di attacchi quasi suicidi, folli, fattibili solo se ti chiami Jas Hook e hai deciso che il mare è tuo padre, e il mare è un dio, quindi potresti essere immortale anche tu no? Solo ogni tanto. Lavorare per uno che ogni tanto è un dio concede in minimo di invulnerabilità? Tom ci sperava, ma ogni tanto si scordava di aver paura di crepare quando si gettava a capofitto in battaglia dietro al suo capitano, con la ciurma tutto intorno, urlando come un ossesso. Si, forse quei momenti ne valevano la pena.

  
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