Sei brutta. Fai schifo. Sei grassa. Palla di lardo. Sei una sgualdrina.
Questi sono il tipo di insulti che ricevo ogni giorno. Tramite un computer.

Mi chiamo Samantha Flack, ho dieciassette anni e sono vittima del cyberbullismo.
La lametta, si la lametta è diventata la mia migliore amica.

Tutto cominciò tre mesi fa. Taylor mi fece creare un account su facebook. Era la prima volta che usavo un social network, non sapevo come funzionava, come usarlo o cosa poteva succedere.
Taylor era la mia migliore amica, e non riusciva ad accettare che stavo assieme ad un ragazzo, aveva sofferto troppo perché è stata tradita da un ragazzo, Nick. Da li non vuole più avere a che fare con i ragazzi e non vuole nemmeno che succede la stessa cosa a me, ma io sono libera di fare ciò che voglio.
Cominciai a diventare dipendente da questo facebook, ci entravo tutti i giorni e mettevo foto, scrivevo e mandavo richieste d' amicizia.
Io e Taylor litigammo brutalmente, tanto da non guardarci nemmeno quando ci incrociavamo nei corridoi. Ne soffrivo, ma non volevo essere sempre io quella a chiedere scusa.

*din*
''Taylor Mullingar ha commentato la tua foto: Faccia di lardo..''
''Carl Newton ha commentato la tua foto: Sei cessa!''
''Sarah Holly ha commentato la tua foto: hahahaha che brutta''
Mi danno della grassa, della ''faccia di lardo'' quando peso solo 50 chili, la gente non sa più come prenderti in giro.
Sto piangendo, sono debole di carattere e odio quando vengo presa in giro.

È colpa di Taylor se mi capita tutto questo? È colpa mia che mi sono lasciata trasportare dalla moda del momento, dalla voglia di essere come tutti?
Non so cosa pensare, mi vergogno di andare a scuola per colpa di tre commenti che potrebbero diventare dieci.

*din*
''Justin Bieber ti ha inviato un messaggio: Samantha, mi sono comparsi sulla pagina iniziale i commenti cattivi che ti inviano quelle persone, ma soprattutto quella che era la tua migliore amica. Guarda, io sono vittima di commenti del genere, mi danno del gay, del brutto, dello stecchino..di tutto, ma tu non pensarci e dimostra a quelle persone che sei più forte!''
Justin Bieber..ma è quello che frequenta il corso di biologia con me? Quello che si siede sempre nel banco alla mia destra?
Rileggo il messaggio e capisco che mi vuole aiutare, che forse è dalla mia parte..che mi capisce.
Mi asciugo le lacrime ed esco dal mio account.

*toc toc*
Mamma: Sam..?
dice aprendo la porta
Mamma: Preferisci i tagliolini o i pizzoccheri?
Io: Mamma...!
Mamma: Okay, scusami, ora me ne vado.

Perché mi sta capitando questo? Cosa ho fatto di male?
''non me lo merito'' continuo a ripetermi, sdraiata sul mio letto. ''non me lo merito''. Forse non riesco a convincermi che non mi merito tutto questo perché non ci credo.
Justin, Justin, Justin. Da che pulpito mi scrive? Non ha senso, non mi ha mai parlato, magari durante la lezione mi giravo e trovavo i suoi occhi puntati su di me. questo quando ero popolare, magari.

Mi devo togliere tutti questi pensieri dalla testa, immediatamente. Non posso più farmi del male da sola, non posso torturare la mia mente con pensieri negativi. stop.
Mi alzo e vado, diretta al mio scaffale dei cd. Tiro fuori ''Violator'', il mio cd preferito dei Depeche Mode, lo inserisco dentro al lettore cd e metto la traccia numero 3: Personal Jesus, Dio quanto amo questa canzone.
La ascolto pensando allo Ying e lo Yang, ''nel male c'è sempre un po' di bene, e nel bene c'è sempre un po' di male''. Sono immersa nei miei pensieri, relax assoluto.

Mamma: Samantha, vieni che è pronta la cena!
Perfetto, proprio il momento perfetto per la cena, guarda..
Io: Arrivo mamma, due minuti che spengo la musica.
Mamma: Cosa? Vieni qua che non ho capito cosa hai detto!
Io: Lasciamo perdere dai..
mi sono sgolata tanto che a momenti mi va via la voce, maledetta distanza.

to be continued
Spero vi piaccia la storia c: