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Autore: Melath    09/12/2012    2 recensioni
Se Kurt tornasse dopo mesi da Blaine implorando il suo ritorno? E se Blaine nel frattempo non fosse proprio rimasto con le mani in mano?
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Kurt, Blaine/Sebastian
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Fu quando Sebastian sentì sbattere la porta di casa che si rese conto che la fine era vicina.
Era da  Blaine quel pomeriggio, stavano entrambi studiando, il che era piuttosto strano visto che di solito Sebastian riusciva a corrompere Blaine a passare la domenica pomeriggio a pomiciare distesi sul suo letto.

“Blaine!!”

Stavano studiando francese, dato che Blaine aveva un test un paio di giorni dopo. Sebastian alzò gli occhi dalla traduzione che avevano appena finito di fare e cercò le sue due iridi ambrate, ma gli occhi di Blaine rimasero bassi.

“Blaine, dove sei? Ti devo parlare! Lo so che ci sei, Blaine! Salgo in camera!”

Gli occhi di Sebastian caddero sulla sua borsa chiusa di fianco al letto. La borsa che aveva preso per passare la notte da Blaine, la borsa con il pigiama e le salviette e le creme. Non lo direbbe nessuno, ma senza le sue creme Sebastian impazzirebbe.
Fortuna che aveva sistemato tutto a posto prima di pranzo: creme, salviette e pigiama. No, in realtà quello non gli era neanche servito.

“Blaine, sei qui! Finalmen- Sebastian? Cosa ci fai qui?” Blaine alzò gli occhi in quel momento e solo in quel momento, ma non guardò lui. Rivolse lo sguardo al ragazzo appoggiato alla porta con una mano ancora sulla maniglia e il viso gonfio e rosso di chi aveva appena fatto una corsa.

“Mi stava aiutando con il francese, sai che sono una schiappa… Ma cosa ci fai qui Kurt?” Blaine si alzò e gli andò incontro.

Era vero, Sebastian lo stava aiutando con il francese.

“Devo parlarti Blaine, io non ce la faccio più. Credo che mi manchi un sacco. E abbiamo bisogno di parlare io e te.” Kurt gli prese le mani tra le sue facendo sorridere genuinamente Blaine.
Sebastian non potè fare a meno di pensare che il sorriso di quella mattina appena svegli e abbracciati sul suo letto donasse di più al viso di Blaine, ma se lo tenne per sé.
Blaine si voltò e per la prima volta da quella interruzione, lo guardò. Gli occhi brillavano e Kurt era tornato.

“Ok, ho capito. Blaine sei a posto con il test?” chiese spostando il foglio e alzandosi dal letto.

“Si non ti preoccupare, j'allais prendre soin de Blaine à partir de maintenant, merci” rispose Kurt.

Sebastian raggiunse Blaine e si scambiò uno sguardo veloce con lui. Non sapeva nemmeno cosa dire. Lui. Lui che aveva sempre avuto l’ultima parola, non riuscì a dire niente.
Se ne andò senza salutare e chiuse la porta con forza. La sbatté in realtà, ma lui non era uno che sbatteva le porte, lui non provava rabbia o emozioni di sorta.

 

“Si dice je vais prendre soin de Blaine à partir de maintenant, merci” 1 sputò, fuori dalla portata dei due.
 

 


Avviandosi verso la macchina si mise a pensare a chi mai gliel’avesse fatto fare, quale Dio gli avesse permesso di ascoltare Hunter e telefonare a Blaine due mesi prima. Aveva smesso. Se ne era fatto una ragione, non avrebbe mai potuto averlo, non dopo tutto quello che aveva fatto.

Quei due mesi erano stati un errore. Una piccola parentesi nella storia d’amore del millennio. Una storia d’amore che resisteva nonostante un tradimento. Non ce ne erano tante che sopravvivevano. Maledetto Hunter che gli aveva messo in testa quell’idea. Lui in realtà lo sapeva, l’aveva sempre saputo, ma quando Blaine l’aveva baciato tutte le sue convinzioni erano andate a nascondersi dietro gli ormoni che gli pulsavano nel corpo, coperte anche dal rumore del battito del suo cuore, che, per qualche ragione a lui sconosciuta, aveva aumentato di ritmo.
Accese la macchina e lanciò un ultimo sguardo alla casa in lontananza. La camera da letto di Blaine non si affacciava da quel lato della strada, era dall’altra parte e Sebastian non riuscì a vedere nulla. Lo aspettava un’ora di viaggio fino alla Dalton e, mentre si dirigeva lì, non riuscì a fare a meno di pensare alla nottata trascorsa e a quanto avesse sempre avuto ragione. Perché legarsi a qualcuno se poi ti ferisce?

Arrivò alla Dalton a pomeriggio inoltrato, con ore di ritardo per colpa di un paio di birre per strada. Entrò nella stanza di Hunter senza neanche bussare, interrompendolo mentre si stava dando da fare con una ragazza della Notre Dame, la scuola femminile gemellata con la Dalton.
“Kurt è tornato. Vaffanculo Hunter, vaffanculo.” Disse, arrancando e puntando il dito verso di lui.
“Tesoro, dacci un minuto,” mormorò il capitano dei Warblers alla ragazza, la quale si alzò dal letto e si infilò nel bagno lanciando a Sebastian uno sguardo schifato.
“E sarebbe colpa mia… perché?”
“Mi sono fidato di te. E lui è tornato con quella checca…”
“Ti sei fidato di Blaine, non di me. Prenditela con lui. E vatti a lavare, puzzi alcol da far schifo.”

Sebastian lasciò la camera e si diresse verso la sua stanza. Sì abbandonò sul letto e si addormentò all’istante.
Il giorno dopo Nick andò a svegliarlo dopo pranzo, Hunter era figo, ma come si capiva con Nick, non si capiva con nessun’altro, anche se non l’avrebbe mai ammesso.
Sebastian gli raccontò tutto, lasciando il Warbler senza fiato. Non si sarebbe mai aspettato una cosa così da Blaine, dal suo (ex)migliore amico. Ma, effettivamente, Blaine aveva addirittura lasciato la Dalton per Kurt. Ripensandoci, Nick non era poi così sorpreso.
Quello che proprio non andava era la mancanza di comunicazione. A Blaine piaceva parlare. Parlava un sacco e per qualsiasi cosa. E non aveva ancora chiamato Sebastian per scusarsi, quanto meno. Anche per situazioni più stupide si metteva a blaterale e a chiedere mille volte scusa, cercando di giustificarsi. Era un metodo valido: o lo si perdonava credendo nella sua buona volontà, o lo si faceva per sfinimento.
 
I giorni passarono e di Blaine nemmeno l’ombra. Sebastian aveva abbandonato il telefono sotto il materasso la sera in cui era tornato alla Dalton. L’aveva lanciato lì e sperava di non doverlo vedere mai più. Non voleva avere più notizie di nessuno. Peccato che la donne delle pulizie, trovando il telefono infilato tra il materasso e le doghe di legno del letto, pensò bene di metterlo sulla scrivania della camera. Scrivania sulla quale lo trovò Hunter una settimana dopo.
Hunter non si pentì di quello che stava per organizzare. Sapeva che la questione tra Sebastian e Blaine non era finita. L’aveva visto il giorno in cui l’aveva incontrato per la prima volta. I Warblers non avevano mentito, quel ragazzo era oro puro, e Sebastian ne era dipendente. Durante tutto il numero di Dark Side aveva notato come il Warbler non gli avesse mai tolto gli occhi di dosso. E aveva anche notato gli sguardi che i due ragazzi si erano lanciati durante le provinciali. Non si definiva un cupido, ma non ne poteva più delle lamentele di Sebastian su quanto ritenesse Kurt inadatto per Blaine.

Mise il telefono nella tasca interna del cappotto di Sebastian, quella sera sarebbero usciti a cena e immaginava che per Sebastian non sarebbe stata facile. Era la prima uscita da quando era scappato da casa di Blaine come un’amante scoperto sul fatto e, purtroppo, conosceva bene il suo rapporto con l’alcol.


“Sì certo, come dire che non cercheranno una scusa per rientrare!”
“Ma sono degli sfigati! Hanno fatto Gangnam Style! Io non li avrei fatti vincere per principio!!”
“Jeff, sei consapevole che una delle nostre canzoni era su dei pompini? Non siamo proprio nella posizione migliore per giudicare la loro scelta!”
“Pompini? Can you blow m- OH MIO DIO! Mi avete fatto cantare di pompini e io non lo sapevo! Pensavo intendesse un flauto vero, oh mio Dio io vi odio!”

Per quanto ci provasse, Sebastian non riusciva ad unirsi alle risate generali, si fece scappare un sorriso e bevve un sorso di coca cola. Hunter aveva fatto in modo di mettere in evidenza la loro minore età, così da non potersi permettere nemmeno una bottiglia di vino. Il suo amore per quel ragazzo stava raggiungendo livelli davvero considerevoli. Appoggiò il bicchiere vuoto al tavolo, quando improvvisamente sentì vibrare la sedia. Non  poteva essere il suo cellulare, era giorni che non lo vedeva, fortunatamente. Nessun’altro sembrò accorgersene, quindi provò a tastare il cappotto appoggiato alla spalliera della sedia e sentì l’intensificazione della vibrazione all’altezza del petto. Infilò una mano nella tasca ed estrasse il telefonino.

Il respirò gli manco per una buona dose di secondi mentre si rese conto che quella chiamata non era da chi sperava che fosse. Aveva cercato di disfarsi del telefono per un motivo. Non voleva essere disturbato. E deluso. Abbandonò la chiamata e rimise il telefono al suo posto, alzandosi ed uscendo dal locale senza dire una parola.
Se fosse stato un ragazzo della sua età nella media ora sarebbe stato fuori da quel locale a sfogarsi con una sigaretta, ma fortunatamente le regole della Dalton lo vietavano severamente.
Tirò un sospiro profondo e si rese conto che Nick era dietro di lui, un palmo fermo sul polso e l’altro appoggiato sulla sua spalla.

“Cosa c’è?”
“Mi è arrivato un messaggio da Kurt.”
“E hai deciso di dirmelo, perché?”
“Era Kurt, con il telefono di Blaine. Ci ha invitato al compleanno di Blaine. Settimana prossima. Dobbiamo fargli sapere in quanti saremo. Ti conviene entrare, dentro stanno già progettando come andarci. Rischi di restare senza passaggio se-“ disse Nick pieno di speranza.
Sebastian si girò verso di lui e lo guardò nel peggior modo che conosceva. “E, permettimi, cosa ti fa pensare che io ci voglia andare?”
Detto questo rientrò nel locale, prese il cappotto e lanciando 20 dollari sul tavolo, fece un cenno ai suoi amici e se ne andò.

La Dalton non era mai stata casa per lui, pochi posti al mondo lo erano stati per Sebastian, ma negli ultimi mesi aveva iniziato a migliorare. Aveva preso un profumo migliore, il profumo di Blaine. Sotto la doccia pensò al weekend in cui Blaine si era fermato  a dormire la prima volta, quando non era pianificato e Sebastian gli aveva dovuto prestare il pigiama. Blaine si era voluto cambiare in bagno, non aveva voluto farsi vedere nudo, non ancora. E non aveva nemmeno voluto vedere Sebastian, visto che per Blaine doveva essere tutto speciale. Ogni prima volta era un’occasione da ricordare: il primo bacio, il primo cinema, la prima cena ufficiale. A Sebastian di queste cose non importava, non era uno che teneva gli scontrini nel portafoglio per poi metterli nella scatola dei ricordi, non guardava il calendario su cui erano segnati gli anniversari.
Che a breve ci sarebbe stato il compleanno di Blaine, però, lo sapeva. E soprattutto se lo ricordava. Ogni giorno, quando nel cassetto delle mutande vedeva la scatola con il regalo che aveva preso per lui. Una piccola confezione di velluto rosso.

Indossò l’intimo e sbatté il cassetto non appena si aprì la porta di camera sua, venendo quasi travolto dal capitano dei Warblers piuttosto irato. Gli aveva rovinato la serata, ripensandoci bene.
“Non mi interessa se non è giornata, Sebastian. Sabato tu vieni, così parli una buona volta con Blaine e la finiamo. Che a questo punto preferiamo il Sebastian che ci teneva svegli di notte a forza di urla, almeno di giorno era simpatico. E’ la tua ultima possibilità, e io, Nick e gli altri abbiamo deciso così.” Disse Hunter prima di uscire dalla stanza, lasciando Sebastian e Steven, il compagno di stanza che erano riusciti a svegliare, piuttosto basiti.

“Io non sono così d’accordo. Poter dormire in camera mia non mi dispiace, quindi se la finissimo del tutto con tizi random che entrano dalla finestra, ne sarei entusiasta. Ora spegni la luce per favore che ho sonno. Grazie.”

Sebastian indossò i pantaloncini e si infilò a letto. Spense la luce e pensò che avrebbe sfruttato la sua ultima possibilità al meglio. Magari con dell’aiuto del suo migliore amico alcol.
 
Sabato 12 febbraio arrivò e l’intero gruppo dei Warblers si stava avviando verso il locale dove Blaine festeggiava il compleanno. Il parcheggio era parecchio spazioso ed era occupato per metà, facendo capire che dovevano esserci davvero un sacco di persone. Sebastian alzò il colletto del cappotto per ripararsi dal vento e rallentò il passo per non trovarsi in testa al gruppo e dover essere la prima persona che Blaine avrebbe visto. In fondo, era il suo compleanno, non voleva proprio rovinarglielo del tutto. Magari sarebbe anche passato inosservato, era piuttosto sicuro che Blaine non volesse vederlo, oppure l’avrebbe chiamato in quelle due settimane.

Da quello che sentiva mentre si avvicinava all’entrata, Kurt doveva aver organizzato una serata Karaoke e qualcuno con ben poca intonazione si stava dilettando nella cover di una canzone di Rihanna. Doveva essere una certa Sugar, Blaine gliene aveva parlato. Non toccava una nota, ma era ricca di energia. E di soldi.
Sarebbe stata una serata lunghissima.

La sorpresa si svolse nel modo migliore, Blaine non si aspettava assolutamente la presenza dei Warblers e l’eccitazione che provò quando si rese conto che loro erano presenti fece sì che si dimenticasse che tra loro militava anche un certo ragazzo molto alto e molto poco incline agli abbracci.

Dopo aver salutato tutti arrivò il suo turno, Sebastian lo guardo dritto negli occhi mentre gli altri venivano distratti da un urlo particolarmente alto da parte di Sugar. Blaine deglutì spaventato e si avvicinò ad abbracciarlo. Da lontano Sebastian vide Kurt guardare verso di loro e capì che avrebbe dovuto fingere almeno per Blaine.
Si accostò e sentì Blaine sussurrare: “ Non sapevo saresti venuto, non ho potuto chiamarti, Kurt non mi lascia un attimo di tregua e-” Sebastian si allontanò prima che Blaine potesse finire la frase. Aveva accettato di fingere, ma a modo suo.
“Buon compleanno, Blaine.” Disse sorridendo. “Il mio regalo è con gli altri.” E istintivamente infilò una mano nella tasca sinistra del cappotto. La sua mano afferrò la scatola di velluto e la strinse. Non l’aveva portata per un motivo particolare, ma era lì.

Sebastian e Blaine erano a tavoli separati, ma Sebastian non riusciva a togliergli gli occhi di dosso. Era come una calamita.
“Stai diventando piuttosto antisgamo, Seb.” Hunter si avvicinò e si sedette accanto a lui, porgendogli un’altra birra. Il ragazzo prese un sorso della bevanda ambrata e rispose: “Non ci posso fare niente. E tu che continui a rifornirmi d’alcol non aiuti.”
“Potresti sempre non bere,” suggerì il capitano dei Warblers. I due si guardarono e scoppiarono a ridere. Era la prima volta da un sacco di tempo che rideva.
In quel momento al karaoke c’era Rachel, per la terza volta da quando erano arrivati. Sebastian stava iniziando ad odiare la sua voce.

“Dovresti cantare,” Esordì Nick avvicinandosi ai due amici.
“Sono ubriaco Ni, non sarei in grado.”
“Guardalo e dimmi se davvero non vuoi dedicargli una canzone. E’ probabilmente l’ultima occasione che hai per fare una cosa del genere e non sembrare un completo psicopatico. E poi non ne posso più di sentire Rachel cantare.”
Sebastian si voltò verso Blaine e notò come il suo sguardo fosse spento, come era stato per tutta la sera d’altronde. Kurt si trovava ora sul palco a duettare con Rachel; quei due sembravano avere più chimica di quanta ne avessero lui e Blaine.

Sebastian finì la birra e si alzò. Hunter e Nick si guardarono sorridendo e il ragazzo si avviò verso il bancone dicendo qualcosa al barista, che si avviò verso la consolle e scelse una traccia non appena Kurt e Rachel finirono di cantare.

Seguì Kurt allontanarsi dal palco ridendo, prendendo Rachel per mano e conducendola verso il tavolo, vicino ad un ragazzo che non aveva mai visto, probabilmente un loro amico di New York. Aspettò che si sedette e si avvicinasse a Blaine, notando il ragazzo allontanarsi impercettibilmente da lui.
Quello e le birre che gli circolavano in corpo gli diedero la forza di dire e fare quello di cui si sarebbe pentito per il resto della sua vita.

Si avvicinò al microfono e cominciò: “Salve a tutti, sono Sebastian Smythe. Un amico di Blaine. E quando dico amico, intendo amico.” Forse a pensarci con il senno di poi, esordì proprio male. “Sono qui per dedicare a questo splendido ragazzo una canzone, visto che si ostina a scegliere quell’insipido stereotipo di gay a me.”
“Blaine? B-Blaine cosa succede?” chiese Kurt con uno sguardo spaventato stampato sul volto, venendo zittito immediatamente da Blaine.

It’s called Last Chance.
I'm sure that he could give you everything
Stability and diamond rings
All the things I do not have
I understand you can't handle that
But for everything that I lack
I provide something you almost had
Hot flesh that you yearn to grab
Pit of your stomach you're still so sad

Oh, what you gonna do?
I'm in love with you
Don't you wanna dance?
This may be the last chance (last chance)
That I get (I get) to love you (to love you)
Oh oh oh

Out of sight not out of mind
You want the world, I'll give you mine
Cause your the girl I'll never find
And I'm the boy you've left behind
I know you think you're satisfied
And God knows how hard we try
But if you showed up at my door
I could give you so much more

Oh, what you gonna do?
I'm in love with you
Don't you wanna dance?
This may be the last chance (last chance)
That I get (I get) to love me (to love you)
Oh oh oh

Oh, what am I gonna do?
I don't like to lose
You're not making sense

This may be the last chance
That you get to love me, oh

Oh, you sure don't make it easy to get myself to safety
You tell me that I'm crazy
But you're the one who makes me this way
You call yourself impulsive
But that's what makes us so explosive

So as I burn these photographs
I wonder if you kept the ones you have
Keep them locked up somewhere safe
Cause it's the only place you'll see my face

Oh, what you gonna do?
I'm in love with you
Why don't you wanna dance?
Cause this may be the last chance (the last chance)
That I get (that I get) to love you (to love you)

Oh, what am I gonna do?
I don't like to lose
You're not making sense
This may be the last chance
That you get to love me
Oh, oh, oh

Cause this may be the last chance that I get to love you
Oh, oh, oh
To love you
Oh oh oh


Sebastian quasi non fece in tempo a finire la canzone che si trovò sovrastato dal peso di Blaine che cercava avido le sue labbra e gli buttava le braccia al collo. Sebastian rispose al bacio, troppo sorpreso per fare qualsiasi altra cosa. Blaine gli pestò un piede nella foga e Sebastian dovette appoggiarsi a un tavolo per non cadere per terra.

“Blaine, fer- fermati. Sia- siamo in pubblico. Usciamo.” Sebastian lo prese per mano fregandosene delle urla di incoraggiamento che provenivano dal lato dei Warblers, che si opponevano ai visi sconcertati degli altri amici di Blaine. Lo sentì  tirare verso il suo tavolo, e per un momento si spaventò. “Un secondo solo.”

Blaine si avvicinò a Kurt. “Scusami. Scusami davvero, ma in questi due mesi qualcosa è cambiato. E non lo so se funzionerà, ma ora funziona. Scusami Kurt. Scusami davvero…”
Sebastian fece seriamente fatica a capire se Kurt accettò le scuse, ma al momento non importava. Non era colpa di Kurt, ovviamente, ma lui e Blaine erano fatti per stare insieme. Oppure l’alcol gli stava decisamente dando alla testa. Doveva uscire e riprendersi un po’.

“Blaine io devo, devo uscire un secondo, scusa.” Lasciò la mano del ragazzo e si avviò verso l’uscita mentre lui se la vedeva con il suo, oramai, ex.

Sebastian era felice. Non aveva avuto tempo di pensare a nulla. Aveva cantato e aveva conquistato Blaine. Se avesse saputo che sarebbe stato così facile l’avrebbe fatto prima.
Si sedette su un muretto e rimase da solo all’aria aperta per un paio di minuti, finchè Blaine non lo raggiunse con il suo cappotto e un sorriso che gli illuminava il volto. Gli mise l’abito sulle spalle e gli si sedette a fianco, appoggiandosi alla sua spalla.

“Cosa è stato quello show là dentro?” chiese Sebastian.
“Mi mancavi Sebastian. Sono stato… Sono stato una merda. Non ti ho più chiamato. Ma non ho avuto tempo. Kurt si era stabilito da me e-“
“Non mi interessa Blaine. Non mi interessa più.”
“Cosa stai dicendo?” Chiese Blaine allontanandosi dalla spalla di Sebastian.
“No, dove vai, torna qui Blaine, torna qui. Appoggiati.”
Blaine si avvicinò di nuovo, sorridendo e intrecciando la mano con la sua.
“Io non sono uno che si lega, non mi fido. E sai perché non lo faccio? Perché poi succedono queste cose. Ti leghi alle persone  e poi queste ti lasciano sul ciglio della strada.” Sebastian si voltò verso Blaine, un’espressione triste sul volto.
“Non ti lascerò mai più. Sono stato preso alla sprovvista, pensavo, pensavo di essere ancora innamorato di lui. Sapevo che con te non era stato una cosa da nulla, ma non riuscivo a staccarmi da lui. E non potevo dirgli di noi. Ma stasera. Questa sera e quella canzone –“ Sebastian lo interruppe e lo baciò lievemente sulle labbra.
Allungò una mano nel cappotto e prese la scatolina rossa di velluto. “Non sapevo avessi un debole per i Maroon 5.”
“Stai scherzando? Li adoro!” disse Blaine, guardando con aria interrogativa la confezione tra le mani di Sebastian.
“Questa? No, questa non è mica per te Blaine. Cosa credi, mica è il tuo compleanno!” rise Sebastian lasciandosi tirare una pacca sul braccio.
“Buon compleanno, Killer,” Disse porgendogli la scatola.
Blaine prese il pacchettino con mani tremanti, l’aprì e rimase a bocca aperta.
“Questa sera dormi da me. Non disturbarti a portare il pigiama.” mormorò, sorridendo malizioso.



 


1.Per quanto riguarda la frase in francese corretta da Sebastian, il significato tradotto è "D'ora in poi mi occuperò io di Blaine, grazie.". L'errore che compie Kurt è minimo, ma non lo so spiegare. Una mia meravogliosa amica francese me l'ha tradotto e mi ha assicurato che funziona. Non so, fidatevi di lei!

Eccomi con la mia schifezzuola stagionale. Avevo promesso che avrei smesso, lo so. 
Grazie mille a Marti per la correzione, senza di lei sarei persa e questa ""cosa"" farebbe ancora più pena.
Shame on you se non conoscete la canzone, perchè è la seblaine più SEBLAINE DI TUTTE.
Grazie per aver letto! :3

 

   
 
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