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Autore: SonSara    26/06/2007    9 recensioni
Un semplice spezzone della vita Son. Una ff modesta e semplice. La mia ennesima one-shotXD
bacio, SonSara
Genere: Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Chichi, Gohan, Goku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I miei uomini






Goku si stiracchiò per bene. Un gradevole odore di biscotti appena sfornati aveva deliziato l’olfatto del sayan, mandandolo in estasi. Si tirò su, appoggiando la muscolosa schiena al letto. Chiuse gli occhi, inspirando bene il dolce profumo, che si mischiava perfettamente con l’aroma dei pini che veniva su dalla finestra aperta. Era una giornata spettacolare, con un caldo sole di fine inverno, ma con ancora i prati coperti di neve, che si pitturavano dai gioiosi colori di un inizio primavera. Girò gli occhi verso l’altra metà del letto, quella dove di solito stava sua moglie, quella donna bella e dannata, così simile a un sayan per l’orgoglioso e irascibile carattere, ma che diventava una micia se sussurravi qualche parolina dolce. Finalmente si alzò dal letto. Inarcò la schiena, ancora indolenzita per la scomoda posizione in cui il sayan era abituato a dormire. Però, abbassando lo sguardo, arrossì istintivamente. Era completamente nudo, senza il solito boxer che funzionava da pigiama. Si portò due mani a coppa sulla sua intimità, ricordando l’accesa notte passata con Chichi.
Altro che micia, quella donna era una pantera, una tigre, ve lo dico io. Prese un pantalone della tuta, la mise velocemente senza guardare, vergognandosi come un ladro, neanche ci fosse qualcuno a guardarlo e a commentare le sue azioni.
-Basta! Sono un uomo adulto! Non più un ragazzino! Non ho nulla di cui vergognarmi!- si ritrovò a riflettere, dirigendosi verso la cucina, assumendo un aria seria e stringendo un pugno vicino al viso. Troppo assorto nei suoi pensieri, non si accorse delle scale e….
“Ahii!! Ahiahiahiahi!!! Dolore, male, dolore!!!!”
Chichi, sorpresa di quei gridi, corse dalla cucina ancora con il grembiule addosso, spaventata, sperando che non fosse suo figlio ad essersi fatto male.
Arrivò proprio davanti le scale, e la situazione era fin troppo buffa, così si morse il labbro inferiore per non scoppiare a ridere. Goku, dolente, si teneva una mano sulla testa e una sul fondoschiena. Doveva essere ruzzolato giù. E, a prima vista, notando il grosso bernoccolo che spuntava, doveva essersi fatto tutti gli scalini, dal primo all’ultimo. E stava lì, il grande sayan, incubo dei nemici più potenti, salvatore del mondo, seduto vicino all’ultimo gradino, che gemeva come un bambino.
“Goku! Possibile che ti lamenti sempre? Cosa sarà mai una culata! Avanti, alzati che è pronta la colazione. Ma Goku…perché i tuoi pantaloni della tuta sono messi al contrario?”
“Ma…Chichina mi sono fatto male! E i pantaloni non sono al contrario!” piagnucolò Goku con le lacrime agli occhi, non ricevendo però risposta da parte della moglie, che era già tornata ad apparecchiare il tavolo.
“E chiama Gohan, già che ci sei!” urlò la donna dalla cucina.
Goku sbuffò e, tra lamentele e proteste, salì di nuovo le scale, mentre si rimetteva i pantaloni,
stavolta dal verso giusto però.
Suo figlio dormiva ancora beato, con la coperta tirata su. Il sayan ridacchiò. Si diresse verso Gohan silenzioso e, arrivato a poco centimetri da lui e gli tirò giù la coperta.
“BU!”
Ma, al posto della testa, spuntava solo un piede. Grattandosi la testa, incuriosito, e, con entrambe le mani, rimosse completamente la coperta. Alla vista del figlio scoppiò a ridere rumorosamente, tenendosi la pancia con le braccia. Gohan sbatté gli occhi, stropicciandoseli. Non riusciva a capacitarsi del rumore che gli urtava le orecchie: una sonora risata molto assomigliante a quella del padre.
Il mezzo sayan inefetti era un po’ troppo scomposto; si che dormiva sempre in modi originali, proprio come il padre, ma questo era davvero troppo anche per lui: un piede era poggiato sul cuscino, l’altro era piegato e cadeva dall’altra parte del letto, il busto era pericolosamente in bilico sul bordo, le braccia spalancate sul materasso e la testa che ciondolava giù, con un rivoletto di bava che scendeva e saliva dalla sua bocca al ritmo del suo respiro. Il giovane si mise a sedere, asciugandosi la bocca e fissando a mezz’occhi il padre.
“Ciaaaawo papà” biascicò sbadigliando.
“aaaaah ahahaaaaah!! Hahahaha! Ehm, si, hihi, ciao figliolo, è pronta la colazione!”
Gohan fissò sbalordito Goku, che faceva smorfie stranissime per trattenersi dal ridere. Era troppo buffo, continuava a muovere la bocca, stringendola, sorridendo troppo, a pesce, portandosi le mani davanti per nascondersi…la situazione era di per sé comica. E Gohan non riuscì a trattenersi a lungo…

Chichi, meravigliata del ritardo dei due sayan per la colazione, decise di controllare. Salì circospetta le scale, in silenzio. Si avvicinò alla porta di Gohan, socchiusa, da dove provenivano strani rumori. L’aprì, lentamente, e si trovò una scena unica. Goku si stava rotolando per terra dal ridere, batteva i pugni per terra, la bocca spalancata, che annaspava senza fiato dal troppo ridere.
Dal canto suo, Gohan non era meglio: in ginocchio, sul letto, che si stringeva la pancia quasi volesse rimpicciolirla, tutto rosso in faccia e le lacrime agli occhi.
Ridacchiò sommessa.
“Ma che state facendo?” domandò.
Goku e Gohan si fermarono un attimo a fissarla. Poi Goku gonfiò le guance e divenne tutto rosso, a forza di trattenere le risa. Scoppiò di nuovo a ridere, trascinandosi dietro Gohan, e di conseguenza Chichi, trasportata dalla situazione. Una volta ricomposta, la donna dal pugno di ferro urlò:
“Guardate che si raffredda tutto…”
Neanche a dirlo. Padre e figlio si fermarono all’istante, scambiandosi uno sguardo carico di competizione. Chichi non vide interamente la scena, sentì solo due pesanti spostamenti d’aria ai suoi lati e poi un gran rumore di posate provenienti dal piano di sotto. Si diresse sorridendo anche lei verso la cucina.

I suoi due uomini si stavano abbuffando di tutto quel ben di dio, neanche fossero a digiuno da settimane. La donna afferrò veloce una pezzo di pane e marmellata, bevette la sua tazza di caffè e si ritenette soddisfatta.
I due uomini, dopo aver sbafato l’intera colazione, posarono contemporaneamente la mano sull’ultima brioche, mentre entrambi con l’altra mano finivano la ciotola di riso. Un lampo di rivalità attraversò i loro occhi.
“Caro papà, puoi gentilmente lasciarmi l’ultimo cornetto?” chiese fintamente cortese il più piccolo, facendo gli occhi dolci alla madre.
“Si Goku, lascia la brioche a tuo figlio, non fare l’ingordo.” disse Chichi, facendosi prendere dall’istinto materno.
“Ma Chichi!” Goku guardò malissimo il bambino, tanto da metterlo in soggezione.
“Caro figlio” continuò “potrei, ma sono preoccupato per la tua linea. Sbaglio o è ciccia quella che spunta dalla tua maglia?” disse indicando la pancia levigata e muscolosa del figlio.
“Eh? Ma non è vero!” protestò lui, andando subito a esaminarsi il punto incriminato.
"Cosa?! Il mio bambino in soprapeso?!” esclamò subito allarmata Chichi, portandosi la mani sulla piccola e perfetta faccia “Gohan, lascia quella brioche e vieni a pesarti.”
“Ma mammaaaa!” si lamentò lui.
“Subito!”
“E va bene…” si arrese il bambino dirigendosi verso il bagno, non prima di aver gettato uno sguardo carico di odio verso il padre “Così non vale però!”
“Ehm…dai Gohan, prendila sul ridere!” Goku sorrise mostrando tutti i denti, non ricevendo lo stesso dal figlio. Sospirò, per poi guardare affamato la brioche. Allungò il braccio per prenderla…
“Eh no caro, non sono così scema.” E in un sol boccone Chichi assaporò il tanto ambito cornetto.
“Buonissimo!” disse, allontanandosi dal tavolo leccandosi le dita, mentre Gohan ridacchiava e Goku la fissava a bocca aperta e occhi spalancati.
Chichi si accorse di essere stata un po’ troppo cattiva forse.
“Goku, cosa ti preparo per pranzo?”
Al sayan brillarono gli occhi “Tutto!” rispose, di nuovo contento.
La moglie sorrise. In fondo mancavano ancora 2 anni buoni primi dell’arrivo dei cyborg, bisogna godersi questi momenti.
“Chichi, io vado ad allenarmi! Dì a Gohan di raggiungermi” urlò Goku mentre si dirigeva verso la porta d’ingresso e, senza aspettare risposta, uscì fuori.
La donna sbuffò. Mai che la salutasse veramente, che so, un bacio, una carezza, come stanotte...niente. Meritava una piccola vendetta.
“Mamma, ma mi vuoi davvero pesare?” arricciò il naso il figlio, inclinando la testa.
“Certo che no!” Chichi aprì uno sportello della cucina, dove aveva anticipatamente nascosto un'altra delle sue brioche, con la marmellata dentro, soffice e leggera come una nuvola, preparata dalle sue manine e infornata poco prima, ancora calda, come tutte le sue focaccine.
Sul viso di Gohan di dipinse un enorme sorriso, che partiva da un orecchio e finiva dall'altro, mentre gli occhi si accendevano come due stelle.
“Non dirlo a papà d’accordo? Sarà il nostro piccolo segreto.”
“Certo!” rispose felice il bimbo, ingurgitando quel pane degli angeli “Ciao mamma, ci vediamo a pranzo!” e con un bacio, volò fuori dalla finestra.
“I miei uomini…” sospirò lei, per poi mettere apposto la cucina e rimettersi ai fornelli per il pranzo.


Fine


Eccomi alla carica con un altra delle mie one-shot, stavolta non su Goku-Chichi ma sulla famiglia Son in generale. Uno spezzone di vita familiare, della più classica delle giornate, forse noioso, forse poco originale, ma è così come mi immagino i 3 anni che hanno preceduto l'arrivo dei cyborg. Normali. Ditemi cosa ne pensate se vi fa piacere.
1bacio,sa

  
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