Io non credo nei
miracoli
CIAOOOOOOOOOOOOOOOOOO! Come sta la mia
ciurma?? Chiedo infinite scuse per questa mia momentanea scomparsa, ma sapete,
mi sono presa un lungo periodo di riflessioni e poi la così chiamata
ispirazione é mancata per molto tempo… chiedo perdono a tutti ed è con gran
gioia che torno finalmente a scrivere! quindi prima di tutto come è sempre
stata mia norma e regola, rispondo alle vostre recensioni:
cara DELYLA
dici che fra i due andrà a finire bene? Bohhh… beh tu
che avresti fatto al posto del dolce pirata?? In fin dei conti lei lo ha
ingannato quindi non so che fine farò fare a sti
due…..
WE WE NIHAL!!!!! Come dici?
Era solo una favola unica ed irripetibile? Beh.. se ti
riferisci ad a********* si può darsi….
NI-HAO ( o come diavolo si scrive) LALLA86!
Quanto tempo non ti facevi più vedere! ( in effetti quella che è sparita senza
lasciare tracce è la sottoscritta… eh eh ^___^’’) ti
anticipo che… e quindi poi….. di conseguenza…. e così….. capito???? Dai solo
perché sei tu ti ho dato queste fondamentali traccia! Comprendi?
^_____-
GRECOBAIN!!!!
COME STAI??? Mi dispiace ma dovevo essere cattiva… dovevo far pur arrabbiare un
pochetto il bel monacuccio
no? ( anche se in codesta ficcy non ha proprio niente
di monaco…. Nemmeno quel briciolo di “ santità” che ha nell’anime! )
Eh eh già
cara Ale ( ma come Alessia o
Alessandra?) è proprio una vita da cani l’università! Però in fin dei conti
dovrebbe essere divertente no? O almeno così io spero.. visto che fra 3 anni
toccherà pure a me! Te di dove sei? Kmq…. Non è il momento di dilungarci su ste cose! ^____^ grazie per il piccolo consiglio, farò
molta più attenzione! Baci!
Cara Kaho_chan
il bel bastardino è proprio ispirato a quel Mark di nostra sfortunata conoscenza… non trovi che sia
azzeccato il nome? Eh eh modestamente preferivo Ryo a lui, e anche Guiche non era
male…. Con quegli occhioni ambrati come il mio Inu…
se non fosse stato per le enormi orecchie a punta magari magari…
ciaooo! Ti aspetto al prossimo cappy!
Bellllaaaaaaaaaaa
Sango91!!!!!!!!! Come va????? È da tanto che
non ci vediamo vero??? È un modo di dire naturalmente….. bene!!!!!! Eccoti il
tuo cappy! Mi raccomando fammi sapere ok???? Magari vengo da te e mi aiuti a scrivere l’ultimo
capitolo… ^____-!!!!!!
Carissima Aria rispondo con pentimento
alla tua tirata d’orecchie e d’ora in poi cercherò di rigare dritto! Accetto
con felicità i tuoi complimenti e aggiorno codesta ficcy
come dono in cambio del tuo perdono! A presto!
Sono spiacente di annunciare alla
gentile clientela che questo capitolo è l’ultim… cioè
il penultimo della FF! Buona lettura!!!! ^________^
Miroku entrò
in casa sbattendo con furia le chiavi dello scooter sul tavolo.
- Che ti è
successo? Hai un aspetto tremendo! -.
- Perché
diavolo non me lo hai voluto dire Kagome? -.
Quella
spalancò gli occhi – ehi che gridi? Calmati un po’ e dimmi che è successo! -.
Inu Yasha
entrò in soggiorno, lanciò un’occhiata al fratello e si mise fra lui e la
ragazza – Miroku, calmati – gli ordinò, serio.
- calmarmi?
Calmarmi? Dico, scherzi Inu Yasha? -.
- no. Ma non ti permetto di alzare la voce con la mia
ragazza. Datti una regolata -.
Miroku
socchiuse la bocca, allibito.
- non fare
quella faccia – disse il fratello – è bene che tu ne sia venuto a conoscenza.
Anche se mi chiedo il perché di questo tuo ritardo! Persino un cieco se ne
sarebbe accorto -.
Kagome lo
guardò con tanto d’occhi – hai scoperto la verità su Sango? -.
- si
accidenti! Il vostro giochetto è finito. Avete riso di me mentre ti raccontava
i particolari più piccanti? -.
Inu Yasha
fece per aprir bocca, ma Kagome non gli diede il tempo di rispondere – non è
andata così! Tu sei arrabbiato quindi non ragioni. Non le hai fatto del male,
vero? -.
- ma che
avete voi donne? Ti sembro il tipo che va ad alzare le mani su una ragazza? -.
- non
intendevo il quel senso.. ma sai, Sango è talmente fragile. Ha sofferto tanto.
Giurami che non le hai detto niente che avesse potuto ferirla -.
Kagome era
così in ansia che Miroku ne rimase sorpreso.
- ero
furibondo… - ammise riluttante.
La giovane
sospirò – io vado da Sango -.
Inu Yasha
annuì porgendole le chiavi – guida con prudenza e non correre. Tanto la
troverai a casa -.
- sembri mio
padre! – borbottò quella, chiudendosi la porta alle spalle.
- scusa tanto
ma… te ne rendi conto che mi ha mentito? -.
Inu Yasha si
sedette – no purtroppo. Sango è stata sincera con te fin dall’inizio. È stata
se stessa quindi è stata onesta. Mi auguro soltanto che tu non abbia rovinato
la cosa migliore che ti sia mai capitata -.
Miroku si
sedette perché sentiva che stava per crollare – Una come lei, che mente e fa
trucchetti sarebbe
Il fratello
sospirò – ti dico io qual è: se questa volta l’hai combinata grossa, Sango si
chiuderà nel suo gusci e non ti offrirà una seconda possibilità. Perché non mi
racconti con maggiore precisione quello che è successo? -.
Il giovane
sapeva di fare la figura del cretino, ma aveva bisogno di parlare. Non riusciva
ancora a convincersi di ciò che aveva scoperto – Sango e quella ragazza sono la
stessa persona – disse scoppiando in una risata ironica – tu sapevi che mi
sentivo un po’ in colpa perché mi piaceva Sango ma volevo scoprire lo stesso
chi fosse quella della festa, vero? -.
- che cosa
hai fatto? -.
Miroku
rabbrividì udendo il tono sospettoso che aveva usato il fratello.
- una gran
confusione. Kagome avrà detto a Sango che avevo chiesto di lei.. cioè.. capito
no? Aaaaaa! È tutto così umiliante -.
- sì,
immagina come si sente Sango -.
il ragazzo
spalancò la bocca – e io, allora? -.
Inu Yasha
sbuffò disgustato, ma non aveva la classe di Sango – tu sei adulto e hai una
certa esperienza. Eri imbarazzato? Potevi chiederle spiegazioni, chiarire con
lei! E chissà, magari avreste potuto riderne insieme -.
- punto
primo: anche lei è adulta e vaccinata; punto secondo: per te è facile dirlo!
Non hai vissuto la cosa per diretto! -.
Il giovane si
alzò, sorrise al fratello e gli strinse una spalla con affetto. Era una sua
abitudine: poteva metterlo in croce, ma preferiva comunicargli la sua
solidarietà o con una pacca sulla schiena o con un abbraccio. Erano molto uniti
e Miroku non avrebbe mai dubitato della sua lealtà.
- perché
Sango è così insicura? – chiese, stropicciandosi le mani.
- chiedi a
lei -.
- Mi odierà?
-.
- chiedilo a
lei -.
- pensi che…
-.
- chiedilo a
lei! -.
- lo fai
apposta? No! Non lo chiedo a lei!!! -.
- arrangiati
-.
Miroku si
mise sulla difensiva – e invece no! Se lei ha una buona ragione per il suo
comportamento dovrebbe dirmelo di sua spontanea volontà -.
- e se
non lo fa? -.
- non saprei
a che pensare -.
- vedi di
deciderti in fretta -.
Era
impossibile, la situazione era troppo confusa. Miroku aveva appena deciso di
amare Sango e…. Avvertì una morsa allo stomaco: amare? Quella parola lo
sconvolgeva, ma forse l’amore era proprio così. Ora che gli avvenimenti
sembravano esser precipitati, lui stava male da morire e forse solo quel
sentimento poteva provocare quel effetto su un uomo. E se Sango avesse avuto
una buona spiegazione per comportarsi a quel modo? Non gliel’aveva neppure
chiesto. Era accecato dall’orgoglio ferito, ma dentro di se sapeva benissimo
che Sango era incapace di usare una persona. Se era ricorsa all’inganno doveva
avere ottime ragioni.
E lui doveva
aver appena rovinato la fiducia che Sango aveva riposto in lui.
Miroku si
colpì la testa con un pungo, in un gesto sconsolato.
Inu Yasha
continuò a parlare, impassibile – sarà dura da morire per Sango. Oltre a te lo
sappiamo anche io e Kagome e lei si sentirà più sola che mai. In fin dei conti
la sua famiglia è come se non esistesse… -.
Il fratello
alzò la testa e poi diede atre due testate al tavolo.
- Smettila di
cercare di romperti il cervello e dimmi che intenzioni hai! -.
Il giovane si
raddrizzò, con un gran mal di testa e gli occhi che gli bruciavano. Si sentiva
sconfitto. – credo di aver rovinato tutto, ho detto certe cose… -.
- allora
cercherai di rimediare? -.
L’altro si
prese il volto fra le mani – non so, forse non vorrà più parlarmi -.
- dalle un
paio di giorni per calmarsi -.
- può darsi –
rispose Miroku, poco convinto.
Pensò allo
sguardo di Sango mentre le gridava le sue accuse, al modo in cui era fuggita da
lui e alla sua risata amara. Chiuse gli occhi provando a sovrastare emozioni
indecifrabili.
- è un tipo
incredibile, sai? -.
Inu Yasha
inarcò un sopracciglio – intendi dire a letto? -.
- no! parlavo
di altre cose -.
Il fratello
sorrise, ma lui non se ne accorse minimamente – è fantastica coi bambini:
gentile e paziente, e loro l’ascoltano sempre! Si fanno in 4 per compiacerla..
per non parlare dei genitori! Pendono letteralmente dalle sue labbra. Ed è
intelligente, piena di buon senso, ma purtroppo si sottovaluta, nascondendosi
dentro quegli orrendi vestiti – guardò il soffitto sentendosi perduto – siamo
stai bene insieme. Con lei mi trovo più a mi agio che con chiunque altro -.
- tu la ami
-.
- hai ragione
– rispose – ma l’amore è così strano, e non so se l’idea mi piace -.
- io ero
terrorizzato quando mi sono ritrovato innamorato di Kagome. Non volevo
ammetterlo, ma appena la vedevo parlare con un altro diventavo pazzo. Non
riuscivo a toglierle le mani di dosso, mi bastava vederla sorridere per essere
felice -.
- mi ricordo,
eri ipnotizzato – osservò Miroku riconoscendo i sintomi.
- e lo sono
ancora. Lei è fantastica -.
- devo andare
da Sango -.
- credi che
sia opportuno? – obiettò il fratello - forse ha bisogno di tempo per riflettere
-.
- non ci vado
subito, tutti e due dobbiamo pensare, ma io non riesco a farlo quando c’è lei –
sorrise – ma non riesco a pensare neppure quando sono lontano da lei -.
Inu Yasha
rise divertito – questo è amore. Ma devi essere sicuro di ciò che vuoi. Pensaci
bene, prima di peggiorare le cose. Se andassi da lei adesso, finireste per
litigare di nuovo -.
- non
preoccuparti non voglio litigare -.
Piangere era
proprio un perdita di tempo: non risolveva niente ed era inutilmente
imbarazzante. Kagome era comprensiva, ma lei non voleva comprensione. Aveva
bisogno di solitudine e di tempo per pensare, e per fortuna l’amica lo capiva.
Erano passati
quasi due giorni da quando Miroku se ne era andato con l’intenzione di non
tornare più. Per fortuna non erano previsti allenamenti di pallacanestro, così
non l’avrebbe rivisto.
Almeno non
ancora. Chissà che intenzioni aveva lui al riguardo. Lei non avrebbe certo
abbandonato il programma: aveva troppo orgoglio per farlo. Ma l’idea di vederlo
e di cercare di comportarsi normalmente era spaventosa. Doveva ricostruire
subito la sua vita.
Fece una
doccia calda, cercando di pensare a come aiutare gli alunni in difficoltà
economiche. Aveva anche bisogno di attività fisica per smaltire la tensione che
aveva accumulato negli ultimi giorni.
Aveva un
piano a prova di stupidità; condizione essenziale, visto che lei si era
comportata da stupida parecchie volte. Per guarire dalla vergogna e dal dolore
doveva far credere agli altri che di quanto era successo non le importava
niente, e poi convincere se stessa.
Indossò una
tuta ed uscì. L’aria era fredda, il cielo coperto e il vento estivo la
spettinò.
Respirò a
pieni polmoni. Ben presto si sarebbe messo a piovere, ma non le importava. Una
goccia le bagnò il viso, ma non le importava. Piangeva, ma non le importava.
Ricordava, e soffriva.
Affrettò il passo
e poco dopo rallentò. Di solito correre l’aiutava a dimenticare, la rilassava….
Tuttavia quel giorno sembrava non avesse alcun effetto. Ogni passo le ricordava
Miroku e il suo sguardo fisso. Chissà cosa pensava di lei adesso.
Come evocato
dai suoi pensieri, lui era li, poggiato al suo portone e le mani in tasca.
Sango ebbe un
tuffo al cuore e, nonostante la gola secca, riuscì a parlare – ciao Miroku -.
Lui la guardò
stupito. Non si aspettava un’accoglienza così cordiale e Sango ne fu
compiaciuta.
Quello scorse
lo sguardo sui vestiti della ragazza notando, disgustato, la tuta – hai fatto
jogging -.
- Che intuito
– disse priva di espressione.
In realtà
aveva lo stomaco annodato ma sarebbe morta piuttosto che fargli capire quanto
stesse soffrendo.
- pensavo che
dovessimo parlare – esordì lui.
Lei si piegò
in avanti, come per riprendere fiato, ma doveva assolutamente riprendere il
controllo. Non si aspettava di vederlo così presto e non era pronta per
affrontarlo. Il fatto che Miroku fosse così vicino e così bello, le rendeva
difficile simulare disinvoltura. Con un profondo sospirò si raddrizzò.
- scusami ma
adesso non posso, sarà per un’altra volta – rispose cortesemente.
- Sango… -.
- si? -.
Quello si
grattò il naso – l’altro giorno le cose non sono andate come volevo, sono stato
colto di sorpresa e ho reagito.. -.
- Eri
furibondo, ma ti capisco. Avrei reagito anch’io così, però mi sono già scusa e
non intendo rifarlo. In fin dei conti non posso cambiare la realtà pur volendo
-.
- che cosa
cambieresti Sango? -.
Oh quel tono
dolce e gentile! Sango si impose di non fare una piega – Tutto! Dal giorno
dalle festa fino a ieri – gli sorrise, pensando d’averlo soddisfatto con quel
affermazione, ma le costò moltissimo. Aveva lo stomaco così annodato che ebbe
paura di vomitare.
Improvvisamente
lui l’abbracciò – allora sono lieto che tu non abbai poteri magici perché io
non cambierei il tempo passato con te per tutto l’oro del mondo – e dopo un
attimo di silenzio aggiunse – e sono sicuro che non lo faresti neanche tu -.
Non era
possibile che Miroku lo sapesse! Sango sorrise ma dentro era sconvolta.
- ti sbagli –
disse allontanandolo.
- mi sono
sbagliato su tante cose, forse troppe -.
Lei spalancò
gli occhi e si mise una mano sul cuore con fare melodrammatico – non è
possibile! Dimmi che non è vero, oppure tutte le mie illusioni svaniranno nel
vento! -.
- accidenti
Sango.. -.
L’altra
esplose in una risata un po’ gracchiante, ma convincente – vai a casa. Fa
troppo freddo per star qui a scambiarci scuse -.
Si tolse le
chiavi dalla tasca, aprì e si voltò a salutare Miroku, ma lui fu più svelto e
la precedette oltre la soglia.
Non
sorrideva, chiuse la porta e vi si appoggiò.
- che cosa
fai? – domandò lei preoccupata.
Lui alzò le
spalle – posso aiutarti a sistemare casa prima del rientro dei tuoi -.
- no! sta
tranquillo non c’è niente da sistemare. E poi ho un appuntamento con Kagome e
sono già in rit… -.
- Fantastico!
Vengo anch’io -.
- no! non
voglio distrazioni! -.
Miroku si
allontanò dalla porta – perchè io ti distraggo? -.
- Sango
scoppiò a ridere – spegni gli ormoni casanova! Mi riferivo alle tue inutili
chiacchiere -.
- non puoi
essere così indifferente. Guarda che l’altra notte c’ero anch’io… -.
Sango evitò
di guardarlo in viso e si diresse in cucina. Si sedette, mentre il suo cervello
lavorava furiosamente nel vano tentativo di trovare una soluzione capace, e
rimandare così Miroku a casa.
Questa volta,
però, era difficile essere disinvolta: i suoi sentimenti erano coinvolti ancor
di più rispetto alla volta passata. Non era più una bambina delusa e quello che
provava per lui non era solo una semplice infatuazione.
- forse
dovremmo parlare –sospirò rassegnata.
- sì –
rispose lui sollevato - volevo spiegarti… -.
- lasci
parlare me – l’interruppe alzando una mano.
Il cuore le
batteva impazzito, le mancava il fiato, ma doveva farlo e cercare di uscirne
indenne. Sebbene le costasse prese la mano di Miroku: lui non doveva sapere
quanto l’aveva ferita. L’orgoglio era l’unica cosa che le rimaneva .
Quello le strinse
le dita – quanto è successo tra noi è stato bellissimo – esordì Sango – te lo
giuro. Non interrompermi, per favore, vorrei solo che tu capissi. È stato
bello.. ma non succederà mai più -.
- non ti
credo -.
- mi dispiace
ma è così. Se vuoi rimanere amici, per me va bene. Mi sei simpatico sei una
brava persona e mi diverto con te. Ma non verrò mai più a letto con te. il
sesso non rientra nei miei programmi. È stata soltanto una follia temporanea -.
- ma non si possono spegnere le emozioni,
quella notte c’eri anche tu e non puoi liquidare il tutto dicendo solo che è
stato bello. Non è stato solo sesso, è stata l’esperienza più bella di tutta la
mia vita. Non può essere cancellata -.
- qui ti
sbagli, perché la cancellerò io. Posso spegnere i miei sentimenti schioccando
le dita. Quando mi metto in testa qualcosa riesco sempre a farlo, e adesso ti
mando a casa -.
Si alzò ma
lui non fece una piega. Come poteva pensare che lei accettasse una semplice
avventura senza amore? Si vedeva che non la conosceva proprio per niente!
Miroku la
fissò interessato – è questo che stai cercando di fare? Spegnere i sentimenti e
chiudere il cuore? Non è la vita reale questa mia cara -.
L’ultima cosa
che lei voleva era quella di farsi psicanalizzare da lui. gli fece un sorriso
sarcastico, tipico della vecchia Sango; quello le fisso le mani strette sul
tavolo – non ci credo – ridisse sicuro – abbiamo condiviso qualcosa di
speciale. Forse non ci eravamo abituati, ma è stato stupendo -.
Sango arretrò
come se fosse stata schiaffeggiata. Cercò di controllarsi, ma rivide nella sua
mente immagini troppo esplicite ed umilianti – vattene, Miroku – gracchiò
scuotendo il capo.
Lui si alzò
lentamente – prima di rovinare tutto con le mie mani pensavo che ci avresti
riso sopra. Ma ti farò ridere ancora, non mi sfuggirai tanto facilmente -.
Quell’affermazione
arrogante le diede coraggio – io non scappo da nessuno, ma se insisti con le
allusioni sessuali non ci incontreremo più. Parlo seriamente -.
-
incontrarci? Sembra una riunione di affari -.
- O una
semplice amicizia. Scegli tu – Sango fece appello a tutte le sue forze per
sostenere lo sguardo di Miroku, che all’improvviso le parve molto stanco.
- Se dovessi
scegliere io.. torniamo a letto e dimentichiamo tutto -.
Quella si
irrigidì – odio le battute che fai per scandalizzarmi, e adesso vai via per
favore -.
- raccontami
di Masaya – chiese lui.
Cambiò
discorso, proprio come voleva lei, ma l’argomento scelto non era dei più
graditi.
- perché? –
chiese scettica.
- voglio
capire perché, nonostante tutto, a te tengo ancora. E so che sarà sempre così
-.
Lei ebbe un
tuffo al cuore, ma sperò di apparire comunque indifferente -.
- allora
Sango? Guarda che non me ne vado fino a che non saprò ogni singolo particolare
-.
Nascondere
l’esasperazione non era facile, ma lei sapeva che, se non l’avesse assecondato,
Miroku avrebbe insistito ancor di più. Prese una bibita dal frigo, senza
offrirgli nulla, ma lui non si scompose e si servì da solo.
Sango si
appoggiò al tavolo – ci siamo conosciuti al secondo anno di liceo. Lui era uno
degli studenti più popolari, io non ero nessuno. Lavoravo, studiavo e non avevo
tempo per la vita sociale. Ero lusingata dalle sue attenzioni e nel secondo
semestre uscimmo spesso assieme. In realtà non ci conoscevamo molto e lui
vedeva anche altre ragazze. Durante le vacanze estive mi chiese di diventare la
sua ragazza e io accettai. I miei genitori, come sempre, erano in giro per
qualche viaggio d’affari e con mio fratello non avevo un buon rapporto. Ero
molto sola in quel periodo -.
Sango sorrise
dandosi della stupida per aver usato quel tono così difensivo. Che cosa le
importava dell’opinione di Miroku?
- quando è
iniziata ad andar male fra voi due? -.
- circa due
minuti dopo avergli detto di sì. Cioè.. all’inizio era carino e cortese… però
era tutto programmato. Anche quella notte… - avvertì un brivido di freddo
passarle per tutta la schiena al solo ricordo.
- che notte?
Che ti ha fatto? -.
- niente,
niente stai calmo -.
- eri
vergine? O mio dio! Lo ammazzo! -.
- stai
seduto! Ti ho detto che non è successo niente! Per fortuna è arrivato Inu
Yasha, ma me la sono vista brutta -.
- mio
fratello? Che cosa c’entra mio fratello? Aspetta un momento.. all’ora eri tu quell’amica di Kagome di cui mi
aveva parlato lui! -.
- beh…. -.
- ricordo che
in quei giorni era particolarmente angosciato per qualcosa, e mi parlava sempre
di questa ragazza -.
- sì sì. Povero Inu Yasha… dovevi
vedere com’era incazzato quella sera -.
- ma cosa
successe? -.
- allora… fu
il periodo in cui tuo fratello e Kagome si erano appena fidanzati. Una sera
decidemmo di andar a mangiare fuori tutti e quattro. Fattosi sera ci appartammo
ognuno in un angolino proprio… e fu li che separandomi da Kagome ed Inu Yasha Masaya ne approfittò. Certo non accadde nulla, ma ne rimasi
piuttosto sconvolta per diversi giorni. Era stato un vero shock per me, non lo
riconoscevo più come il mio ragazzo: sempre garbato e disponibile… era diverso.
Rude e insensibile – guardò Miroku nel gli occhi – non come te. È fu
un’esperienza terribile che lui invece giudicò normale. Io ero molto ignorante
e accettai la sua spiegazione. Ma le cose non migliorarono -.
Miroku si
alzò di scatto, facendo quasi cadere la sedia a terra, si passò una mano fra i
capelli e prese a camminare avanti e indietro per tutta la stanza.
Sango lo
fissò – se non vuoi ascoltare il resto, non continuo – disse bevendo un altro
sorso di aranciata.
- continua..
– mormorò lui, tornando a sedersi. Era molto teso, e Sango non poté trattenere
un sorriso – sei così offeso per me? -.
- vorrei
potergli metter le mani addosso -.
Pronunciò
quella parole con una tale serietà che Sango gli credette. Era quasi commossa,
e senza accorgersene gli diede un colpetto sulla spalla – rilassati, non è stato
tanto tremendo -.
Lui la
fulminò con lo sguardo – non mentirmi, mai -.
Lei inarcò un
sopracciglio – intendevi dire.. mai più, vero? -.
- non
considero la tua mascherata una menzogna -.
- no? –
domandò, stupita.
- no. prima o poi mi avresti raccontato tutto, se io non
avessi fatto precipitare la situazione comportandomi come un cretino. E adesso
finisci la storia -.
La giovane
sospirò – quando finalmente osai protestare, lui disse che era colpa mia e che
non reagivo come dovevo.-
- ma allora
ti ha messo le mani addosso più di una volta? -.
- beh… Inu
Yasha non mi stava appiccicato 24 ore su 24. e poi non mi picchiava mica… -.
- continua…
-.
- mi disse di
comportarmi da donna e di vestire meglio. Io ci provai, ma non funzionò. Non
riuscivo a essere pronta quando voleva lui, così si arrabbiava e… -.
- non era
colpa tua -.
Il tono
sicuro di Miroku la consolò – Adesso lo so, ma all’ora gli credetti quando mi
accusò di essere frigida. Così lo tollerai, e le cose peggiorarono. Col tempo
ci allontanammo talmente che arrivai a pensare che non ne valeva la pane avere
una famiglia o un marito, se dovevo subire il sesso -.
- così lo
lasciasti…. -.
Sango tacque,
inghiottendo l’ormai fraterno dolore che quei ricordi puntualmente portavano, e
scosse la testa – mi sentivo in colpa, ma un giorno lo trovai con un’altra, che
evidentemente non aveva i miei problemi. Lui pareva contento che li avessi
sorpresi, forse voleva provarmi che era soltanto colpa mia -.
- e tu gli
hai creduto – affermò lui, deluso.
Quella
sospirò – per forza, non avevo termini di paragone. Ma ero pronta a lasciarlo.
Peccato che lui non lo fosse: era molto possessivo, e si oppose a lungo. Mi
perseguitò finché non dovetti allontanarmi da lui. non avrebbe mai accettato di
assumersi parte della colpa: era un affronto alla sua virilità. Ora riesco
quasi a capirlo, ma allora non volevo altro che andarmene -.
- e quando ci
sei riuscita hai deciso di non voler riprovare, giusto? -.
Lei chiamò a
raccolta tutte le sue energie: ne aveva bisogno per affrontare ciò che
l’aspettava. Era sconvolgente parlare del passato, soprattutto con Miroku. Non
voleva che lui la compatisse e provasse pena per la giovane donna ingenua e
sciocca che lei era stata.
Affrontò con
fierezza il suo sguardo, ma nei suoi occhi non vide pietà: soltanto
determinazione.
- sono forte,
non ho bisogno di un uomo. Ho un lavoro che mi piace e mi vesto come mi pare.
Sto bene così come sto -.
- ho capito,
ma tutti abbiamo bisogno del prossimo, non puoi chiuderti in te stessa -.
Lei si alzò
di nuovo. –posso, anzi l’ho già fatto. E non ho intenzione di ricadere il una
situazione come quella. -.
- ma fra noi
non c’è solo una SITUAZIONE…. -.
Sango si
irrigidì – adesso vai a casa per favore – ribatté implacabile.
- sì, ma
tornerò – lei si rilassò appena, davanti a tanta arrendevolezza – devi
accettare il fatto che io non sono come lui -.
- lo so
benissimo che tu non sei come lui, ma io sono così e non cambierò -.
Lui rise –
cambi talmente tante volte che quasi non riesco a starti dietro. Sto soltanto
cominciando a scoprire chi è Sango Ayama -.
Lei sbuffò –
sai benissimo chi sono -.
- non lo sai
neppure tu, gioia – sussurrò sfiorandole le labbra con un bacio, infine si
voltò e sparì dietro la porta.
“ che altro
c’era da scoprire?” si domandò Sango sbadigliando rumorosamente. Miroku avrebbe
scoperto che lei era esattamente come la conosceva già, e allora l’avrebbe
lasciata in pace. Lei era abbastanza paziente da aspettare che succedesse.
Almeno
sperava…
Miroku
sarebbe arrivato di li a poco. Sango aveva trascorso la mattina sulle spine, in
attesa di rivederlo. Lui non aveva rinunciato al programma scolastico e
avrebbero continuato a lavorare assieme.
Ed eccolo lì,
entrare con la sua solita aria sicura e il sorriso sgargiante stampato sulle
labbra. Molti bambini corsero a salutarlo, Ai in particolare gli si era molto
affezionata.
Vedendolo
scherzare con i ragazzini, Sango si raddolcì. Chi avrebbe mai pensato che
Miroku fosse così bravo con i bambini? Era una dote innata, non una posa.
Lui la
sorprese a fissarlo e le si avvicinò sorridendo – stai pensando quello che
penso io? -.
Lei alzò le
spalle e gli rubò il pallone – sì, hai ragione. Credo proprio che dovremmo
iniziare prima che venga sera -.
- cos…????
Ehi, Aspetta un attimo! -.
Troppo tardi:
Sango fischiò, i bambini si misero in fila e per le due ore successive lei si
mantenne a debita distanza dal ragazzo. Un piano ingegnoso, ma per lui molto
frustrante.
Alla fine
dell’allenamento Miroku accompagnò due “alunni” alla macchina dei genitori.
Quando rientrò in palestra, Sango non gli parlò ma lui la seguì comunque.
- voglio
parlarti – disse tirandola per un braccio.
- adesso non
posso sono già in ritardo -.
- per andare
dove, maledizione? -.
- non
parlarmi così -.
- allora smetti
di evitarmi -.
- altrimenti
continuerai ad imprecare? -.
Lui sospirò,
alzando gli occhi al cielo – ti prego ascoltami -.
- scusami ma
ho un appuntamento -.
- a che ora
torni a casa? -.
- tardi -.
- troppo
tardi per vedermi? -.
- ti ho già
detto che non c’è ragione per vederci -.
- e io non lo
accetto -.
- sono in
ritardo per ascoltare i tuoi capricci -.
- e io non me
ne vado di qui fino a che non concederai un appuntamento anche a me -.
- allora puoi
stare dove sei -.
- accidenti!
Sto cercando di parlare con te. Voglio che tu mi perdoni e … -.
- ti perdono
-.
- sei un po’
precipitosa – affermò lui, insospettito – per che cosa mi perdoneresti? -.
- non lo so,
sei tu che vuoi essere perdonato, no? -.
Il giovane
prese fiato – sì. Ti chiedo scusa per aver alzato al voce, per essere saltato
subito alle conclusioni sbagliate e averti lanciato accuse odiose -.
- me le
meritavo – tu mi perdoni per averti ingannato, usato e messo in imbarazzo? -.
Miroku
l’attirò a se, contento – io non ti devo perdonare niente. Capisco perché non
hai voluto dire niente -.
Lei si
allontanò – il passato è il passato, dimenticalo. Ci vediamo. -.
- Sango.. -.
Lei non
rallentò, ma sentì su di se gli occhi di lui. poco dopo udì un rumore simile ad
un pugno sul canestro da basket..
- Kagome devi
aiutarmi – piagnucolò Miroku accasciandosi sul tavolo della cucina. Sango era
così irragionevole! Si rifiutava di vederla fuori dagli allenamenti, non
rispondeva alle telefonate, gli parlava solo in casi necessari e lui era
disperato.
La ragazza
scosse la testa – non mettermi in mezzo -.
- parlale
almeno. A te darebbe retta -.
- neanche per
sogno in una situazione del genere! -.
Il ragazzo la
fulminò con lo sguardo – che situazione, scusa? -.
- Sango è più
decisa che mai a stare alla larga dagli uomini, non esce nemmeno con quel
idiota di Hojo, che non è certo una minaccia -.
Miroku smise
di arruffarsi i capelli, guardando l’amica di traverso – che hai detto? -.
- c’era un
vecchio nell’ex club di basket scolastico.. -.
Inu Yasha
sospirò sfogliando un fumetto – Kagome, ha 20 anni.. -.
- beh!? ne
dimostra 20 di più, tanto è inamidato! Comunque, Sango mi ha detto che si sono
visti un paio di volte. Pare che questi voglia partecipare al corso di basket
pomeridiano, almeno così dice. Credo che si incontreranno anche questa sera -.
- dove? -.
Inu Yasha
alzò, per quel tanto che poté, gli occhi dalla rivista – Miroku.. – lo
richiamò, fermamente.
Quello ignorò
l’avvertimento. Al pensiero di Sango con un altro ragazzo il sangue gli
ribolliva nelle vene. – dove si vedranno? – sibilò.
Il giovane si
schiarì la gola, per non scoppiare in una risata che avrebbe alterato ancora di
più suo fratello. – a casa sua, credo -.
- a che ora?
-.
L’altro
guardò Kagome, che assunse un espressione innocente – forse, beh… non ne sono
sicura ma praticamente.. ora.. -.
Miroku
afferrò il cellulare e uscì di corsa senza neppure salutare, e non notò.. il
sorriso compiaciuto della ragazza.
- credevo che
non volessi interferire.. – osservò Inu Yasha.
- certo! –
protestò lei – l’ho promesso a Sango -.
- e allora,
questa graziosa commedia? -.
- mi è
scappato! -.
Mentre
guidava Miroku formulò un piano. Era andato da suo fratello, frustato dopo gli
inutili tentativi di parlare con Sango. Lei lo aveva ignorato e poi era scappata
via. Sicuramente aveva programmato tutto.
Anche lui
sapeva essere diabolico. Visto che non voleva rinunciare a lei, doveva aggirare
l’ostacolo. Aveva anche un’arma segreta: un idea a cui stava pensando da un po’
di tempo. Prima, però, doveva parlare con Sango, da soli, e chiarire un po’ di
cose...
Calcolò tutto
alla perfezione, fece due volte il giro dell’isolato, parcheggiò davanti casa
di Sango e bussò.
Lei aprì,
impaludata in una delle sue solite orrende tenute. Un insieme brutto come il
peccato.
- sei
bellissima oggi! – esclamò, in modo da farsi sentire. Lei lo guardò male, ma
lui capì di avercela fatta: doveva essere gentile in presenza di un possibile
guasta feste fra loro. Già, perché era ciò che sarebbe diventato se avesse
accettato di unirsi a loro due per il doposcuola…
- Salve
Miroku, come mai qui? -.
Lui entrò
prima che Sango potesse trattenerlo – ho un paio di idee… -.
- i bambini?
-.
- esatto.
Vorrei parlarne con te -.
- chi è
Sango? – domandò una donna decisamente bella, avvicinandosi ai due con una
pentola in mano.
- un mio amico mamma.. – rispose la ragazza
pizzicando un braccio al giovane.
- Salve
signora! Che buon profumino. Cos’è? – esplose Miroku.
- sorpresa...
Se ti va puoi unirti a noi più tardi -.
- NO! Miroku
ha già mangiato vero? E poi neanch’io ho tanta
fame! – intervenne Sango trascinandolo
via.
- tua madre
mi piace, è una bella donna e sa cucinare -.
- sei qui per
parlare con me o per deliziarti con i piatti preparati da mia madre? -.
- non sarai
gelosa.. -.
- per niente -.
- ma.. sei
sola? -.
- c’è un
amico... -.
In quella
arrivò un ragazzo in abito scuro, con l’aria pomposa che gli aveva descritto Kagome. Miroku lo fisso,
corrucciando la fronte, decisamente indispettito…
- c’è qualche
problema Sango? -.
- no –
rispose lei seccata, poi fece le presentazioni e invitò entrambi a seguirla al
piano superiore.
- oh,
scusami… - le sussurrò Miroku ad un orecchio – non sapevo che avessi visite –
sorrise, furfante.
Lei divenne
paonazza.
- Hojo è un
membro dell’ex club di basket scolastico. Dovevamo discutere un programma di
raccolta di fondi -.
- ma davvero? Potrei collaborare.. -.
L’altro si
dimostrò interessato – beh, non sarebbe una cattiva idea. Più siamo meglio è,
no? -.
Miroku
si rallegrò – ben detto! Quindi? Ah, poi devo discutere un paio di cosette
anche con te – disse rivolto a lei.
- certo,
abbiamo tutta la serata! – replicò Hojo.
Lei annuì con
un sorriso forzato e Miroku la guardò soddisfatto.
Non aveva ancora capito il vero obbiettivo della sua visita, ma non ci sarebbe
voluto molto.
- volete
qualcosa da bene? – chiese Sango allontanandosi verso la cucina di quel piano.
Miroku sapeva che desiderava sfogare la sua rabbia in privato. Le diede trenta
secondi, poi la raggiunse con la scusa di darle una mano.
Mentre lei
riempiva i bicchieri di te freddo e ghiaccio, le si avvicinò in silenzio e le
baciò il collo. Lei sobbalzò rischiando di far cadere tutto. Lui la sostenne,
ridacchiando.
- faccio
sempre questo effetto alle donne -.
- non farlo
mai più! -.
Quello la
baciò, impedendole di aggiungere altro.
Le labbra di
lei erano morbide e umide e avevano un sapore delizioso. Erano come le
ricordava….
All’improvviso
dimenticò il suo scopo. Sembrava esser trascorso un secolo da quando l’aveva
baciata. Senza neppure pensarci le accarezzo il sedere… (non si smentisce mai! Ndt Kagome91)
Fu salvato
dall’istinto e spostò la faccia quando la mano di Sango era vicinissima alla
guancia.
-amore se mi
picchi come lo spiegherai al tuo fidanzato? -.
- non è il
mio fidanzato, brutto idiota! -.
- vuoi che
sappia quello che stiamo facendo? -.
- io non sto
facendo niente, sei tu che.. –.
Lui sorrise –
in realtà tu non devi fare proprio niente: io leggo un libro e ti desidero.
Guardo la mia vicina, che avrà più o meno ottant’anni,
e ti desidero. Ti vedo versare il tè e mi eccito -.
Sango sbuffò
esasperata – si può sapere che accidenti vuoi? -.
- dovevo
vederti -.
Lei si voltò
e prese il vassoio – adesso mi hai visto, te ne puoi anche andare -.
- e lasciarti
sola con Casanova? Neanche per sogno! -.
- è soltanto
un amico – sospirò lei uscendo dalla cucina.
- ma aspira
ad essere altro… - replicò Miroku, storcendo la
bocca.
Le rise
guardandolo in quell’espressione buffa, e per lui fu
come musica, quella era la vecchia Sango! Lei,
scuotendo la testa, gli raccomandò di comportarsi bene, ma quello non lo
promise. In realtà quello era proprio un semplice incontro tra amici e, con sua
grande sorpresa, Miroku si divertì. Diede parecchi
suggerimenti utili x come raccogliere fondi e si dimostrò abbastanza
disponibile anche egli stesso.
Hojo
ne rimase molto colpito – se abbiamo qualche problema quindi posso chiedere a
te -.
Miroku
nascose il proprio compiacimento dietro la cortesia – certo, sempre disponibile
-.
- grazie –
rispose l’altro – adesso però devo scappare. Mi spiace non poter restare, ma
sono proprio in ritardo -.
- figurati –
replicò la giovane accompagnandolo alla porta – grazie Hojo,
fammi sapere per eventuali novità -.
- contaci -.
Quando la
vide ritornare in soggiorno, Miroku capì che era
furiosa, e le espose subito la sua idea – voglio prendere in affitto il vecchio
appartamento dove davamo ripetizioni ai bambini e restaurarlo tutto da cima a
fondo -.
- lei, che
stava per sbottare qualcosa, chiuse la bocca di colpo.
- mi sono
detto che, in fin dei conti i ragazzini non possono trascorrere i loro
pomeriggi in quel posto che più che altro sembra una casa del terrore… -.
-che, ma… -.
- no, aspetta
aspetta! E poi è da un po’ che vorrei procurare della
vera e propria attrezzatura sportiva e una mensa, magari al cibo potreste pensare te e Kagome… oppure creare dei corsi speciali… non so… è da
quando abbiamo cominciato gli allenamenti che ci penso – confessò senza
nascondere un velo di imbarazzo – Inu Yasha e i ragazzi si sono offerti di collaborare e forse
coinvolgeremo altra gente. Allora, cosa ne pensi? -.
In realtà non
aveva mai nemmeno provato lontanamente a parlare con suo fratello e gli altri
di questa sua idea, però questo era l’ultimo dei suoi problemi in quel momento.
Allibita Sango, si sedette sul divano accanto al giovane, guardando
il vuoto completamente stordita.
- parli sul
serio? – bisbigliò, spostando gli occhi su quel bel volto.
- certo,
penso che sia un buona iniziativa, far anche collaborare i genitori al
progetto… e poi… ma, cosa c’è? – si fermò lui, infastidito dallo sguardo fisso
su di se della giovane.
- sei…
incredibile – si limitò a rispondere lei.
Lui si passò
un mano sulla nuca, arrossendo un po’ – beh, voglio solo rendermi utile –
balbettò – ho i soldi e i mezzi per farlo e.. volevo sorprenderti -.
Sango
inclinò il capo di lato, scostandogli una ciocca di capelli che gli si era
riversata sul viso – grazie – sussurrò gentile.
Miroku
rise dolcemente e la strinse fra le braccia – non è che stai per metterti a
piangere, vero? Non sopporto e donne piagnucolose… -.
Quella scosse
il capo alzando le mani in segno di resa – prometto che non piangerò -.
Lui le piantò
gli occhi in viso – davvero pensi.. che io sia… incredibile? -.
- certo -.
Quella
risposta fu talmente innocente e sincera che Miroku
trattenne il fiato.
- ottimo –
disse, ma appena provò ad avvicinarla maggiormente lei lo respinse.
- Miroku, non intendevo dire che…. -.
- zitta e
baciami ancora -.
- sei stato
tu a baciare me, io non… -.
- non
discutere abbiamo faccende più piacevoli da sbrigare -.
- intendi
dire che vorresti fare sesso? – domandò lei insospettita.
- be ammetto che il pensiero mi ha attraversato la mente
almeno un milione di volte nelle ultime ore –.
Lei lo
spintono indietro, furiosa – perché hai organizzato tutta questa farsa –
continuò – credi che dovrei venire a letto con te? È assurdo! Come puoi anche
propormi una cosa del genere? -.
Miroku
balzò in piedi con uno scatto, in preda ad un sentimento di rabbia misto a
frustrazione – va bene, accidenti! Non ti va la mia proposta? Allora ne ho
un’altra – si fermò per prendere fiato – sposami -.