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Autore: Kagome91    26/06/2007    6 recensioni
chi era quella bellissima ragazza di cui conosceva soltanto le forme ben appropriate e le labbra sensualissime che lo avevano completamente stordito di baci quella sera di fine anno?
Genere: Romantico, Commedia, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kikyo, Miroku, Rin, Sango, Sesshoumaru
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Tutta colpa di quel sogno

 

 

Io non credo nei miracoli

 

 

 

CIAOOOOOOOOOOOOOOOOOO! Come sta la mia ciurma?? Chiedo infinite scuse per questa mia momentanea scomparsa, ma sapete, mi sono presa un lungo periodo di riflessioni e poi la così chiamata ispirazione é mancata per molto tempo… chiedo perdono a tutti ed è con gran gioia che torno finalmente a scrivere! quindi prima di tutto come è sempre stata mia norma e regola, rispondo alle vostre recensioni:

 

 cara DELYLA dici che fra i due andrà a finire bene? Bohhh… beh tu che avresti fatto al posto del dolce pirata?? In fin dei conti lei lo ha ingannato quindi non so che fine farò fare a sti due…..

 

WE WE NIHAL!!!!! Come dici? Era solo una favola unica ed irripetibile? Beh.. se ti riferisci ad a********* si può darsi….

 

NI-HAO ( o come diavolo si scrive) LALLA86! Quanto tempo non ti facevi più vedere! ( in effetti quella che è sparita senza lasciare tracce è la sottoscritta… eh eh ^___^’’) ti anticipo che… e quindi poi….. di conseguenza…. e così….. capito???? Dai solo perché sei tu ti ho dato queste fondamentali traccia!  Comprendi?

^_____-

 

GRECOBAIN!!!! COME STAI??? Mi dispiace ma dovevo essere cattiva… dovevo far pur arrabbiare un pochetto il bel monacuccio no? ( anche se in codesta ficcy non ha proprio niente di monaco…. Nemmeno quel briciolo di “ santità” che ha nell’anime! )

 

Eh eh già cara Ale ( ma come Alessia o Alessandra?) è proprio una vita da cani l’università! Però in fin dei conti dovrebbe essere divertente no? O almeno così io spero.. visto che fra 3 anni toccherà pure a me! Te di dove sei? Kmq…. Non è il momento di dilungarci su ste cose! ^____^ grazie per il piccolo consiglio, farò molta più attenzione! Baci!

 

Cara Kaho_chan il bel bastardino è proprio ispirato a quel Mark di nostra sfortunata conoscenza… non trovi che sia azzeccato il nome? Eh eh modestamente preferivo Ryo a lui, e anche Guiche non era male…. Con quegli occhioni ambrati come il mio Inu… se non fosse stato per le enormi orecchie a punta magari magariciaooo! Ti aspetto al prossimo cappy!

 

Bellllaaaaaaaaaaa Sango91!!!!!!!!! Come va????? È da tanto che non ci vediamo vero??? È un modo di dire naturalmente….. bene!!!!!! Eccoti il tuo cappy! Mi raccomando fammi sapere ok???? Magari vengo da te e mi aiuti a scrivere l’ultimo capitolo… ^____-!!!!!!

 

Carissima  Aria rispondo con pentimento alla tua tirata d’orecchie e d’ora in poi cercherò di rigare dritto! Accetto con felicità i tuoi complimenti e aggiorno codesta ficcy come dono in cambio del tuo perdono! A presto!

 

Sono spiacente di annunciare alla gentile clientela che questo capitolo è l’ultim… cioè il penultimo della FF! Buona lettura!!!! ^________^

 

Miroku entrò in casa sbattendo con furia le chiavi dello scooter sul tavolo.

- Che ti è successo? Hai un aspetto tremendo! -.

- Perché diavolo non me lo hai voluto dire Kagome? -.

Quella spalancò gli occhi – ehi che gridi? Calmati un po’ e dimmi che è successo! -.

Inu Yasha entrò in soggiorno, lanciò un’occhiata al fratello e si mise fra lui e la ragazza – Miroku, calmati – gli ordinò, serio.

- calmarmi? Calmarmi? Dico, scherzi Inu Yasha? -.

- no. Ma non ti permetto di alzare la voce con la mia ragazza. Datti una regolata -.

Miroku socchiuse la bocca, allibito.

- non fare quella faccia – disse il fratello – è bene che tu ne sia venuto a conoscenza. Anche se mi chiedo il perché di questo tuo ritardo! Persino un cieco se ne sarebbe accorto -.

Kagome lo guardò con tanto d’occhi – hai scoperto la verità su Sango? -.

- si accidenti! Il vostro giochetto è finito. Avete riso di me mentre ti raccontava i particolari più piccanti? -.

Inu Yasha fece per aprir bocca, ma Kagome non gli diede il tempo di rispondere – non è andata così! Tu sei arrabbiato quindi non ragioni. Non le hai fatto del male, vero? -.

- ma che avete voi donne? Ti sembro il tipo che va ad alzare le mani su una ragazza? -.

- non intendevo il quel senso.. ma sai, Sango è talmente fragile. Ha sofferto tanto. Giurami che non le hai detto niente che avesse potuto ferirla -.

Kagome era così in ansia che Miroku ne rimase sorpreso.

- ero furibondo… - ammise riluttante.

La giovane sospirò – io vado da Sango -.

Inu Yasha annuì porgendole le chiavi – guida con prudenza e non correre. Tanto la troverai a casa -.

- sembri mio padre! – borbottò quella, chiudendosi la porta alle spalle.

 

- scusa tanto ma… te ne rendi conto che mi ha mentito? -.

Inu Yasha si sedette – no purtroppo. Sango è stata sincera con te fin dall’inizio. È stata se stessa quindi è stata onesta. Mi auguro soltanto che tu non abbia rovinato la cosa migliore che ti sia mai capitata -.

Miroku si sedette perché sentiva che stava per crollare – Una come lei, che mente e fa trucchetti sarebbe LA COSA MIGLIORE CHE MI SIA MAI CAPITATA? Non oso pensare alla peggiore! -.

Il fratello sospirò – ti dico io qual è: se questa volta l’hai combinata grossa, Sango si chiuderà nel suo gusci e non ti offrirà una seconda possibilità. Perché non mi racconti con maggiore precisione quello che è successo? -.

Il giovane sapeva di fare la figura del cretino, ma aveva bisogno di parlare. Non riusciva ancora a convincersi di ciò che aveva scoperto – Sango e quella ragazza sono la stessa persona – disse scoppiando in una risata ironica – tu sapevi che mi sentivo un po’ in colpa perché mi piaceva Sango ma volevo scoprire lo stesso chi fosse quella della festa, vero? -.

- che cosa hai fatto? -.

Miroku rabbrividì udendo il tono sospettoso che aveva usato il fratello.

- una gran confusione. Kagome avrà detto a Sango che avevo chiesto di lei.. cioè.. capito no? Aaaaaa! È tutto così umiliante -.

- sì, immagina come si sente Sango -.

il ragazzo spalancò la bocca – e io, allora? -.

Inu Yasha sbuffò disgustato, ma non aveva la classe di Sango – tu sei adulto e hai una certa esperienza. Eri imbarazzato? Potevi chiederle spiegazioni, chiarire con lei! E chissà, magari avreste potuto riderne insieme -.

- punto primo: anche lei è adulta e vaccinata; punto secondo: per te è facile dirlo! Non hai vissuto la cosa per diretto! -.

Il giovane si alzò, sorrise al fratello e gli strinse una spalla con affetto. Era una sua abitudine: poteva metterlo in croce, ma preferiva comunicargli la sua solidarietà o con una pacca sulla schiena o con un abbraccio. Erano molto uniti e Miroku non avrebbe mai dubitato della sua lealtà.

- perché Sango è così insicura? – chiese, stropicciandosi le mani.

- chiedi a lei -.

- Mi odierà? -.

- chiedilo a lei -.

- pensi che… -.

- chiedilo a lei! -.

- lo fai apposta?  No! Non lo chiedo a lei!!! -.

- arrangiati -.

Miroku si mise sulla difensiva – e invece no! Se lei ha una buona ragione per il suo comportamento dovrebbe dirmelo di sua spontanea volontà -.

- e se non  lo fa? -.

- non saprei a che pensare -.

- vedi di deciderti in fretta -.

Era impossibile, la situazione era troppo confusa. Miroku aveva appena deciso di amare Sango e…. Avvertì una morsa allo stomaco: amare? Quella parola lo sconvolgeva, ma forse l’amore era proprio così. Ora che gli avvenimenti sembravano esser precipitati, lui stava male da morire e forse solo quel sentimento poteva provocare quel effetto su un uomo. E se Sango avesse avuto una buona spiegazione per comportarsi a quel modo? Non gliel’aveva neppure chiesto. Era accecato dall’orgoglio ferito, ma dentro di se sapeva benissimo che Sango era incapace di usare una persona. Se era ricorsa all’inganno doveva avere ottime ragioni.

E lui doveva aver appena rovinato la fiducia che Sango aveva riposto in lui.

Miroku si colpì la testa con un pungo, in un gesto sconsolato.

Inu Yasha continuò a parlare, impassibile – sarà dura da morire per Sango. Oltre a te lo sappiamo anche io e Kagome e lei si sentirà più sola che mai. In fin dei conti la sua famiglia è come se non esistesse… -.

Il fratello alzò la testa e poi diede atre due testate al tavolo.

- Smettila di cercare di romperti il cervello e dimmi che intenzioni hai! -.

Il giovane si raddrizzò, con un gran mal di testa e gli occhi che gli bruciavano. Si sentiva sconfitto. – credo di aver rovinato tutto, ho detto certe cose… -.

- allora cercherai di rimediare? -.

L’altro si prese il volto fra le mani – non so, forse non vorrà più parlarmi -.

- dalle un paio di giorni per calmarsi -.

- può darsi – rispose Miroku, poco convinto.

Pensò allo sguardo di Sango mentre le gridava le sue accuse, al modo in cui era fuggita da lui e alla sua risata amara. Chiuse gli occhi provando a sovrastare emozioni indecifrabili.

- è un tipo incredibile, sai? -.

Inu Yasha inarcò un sopracciglio – intendi dire a letto? -.

- no! parlavo di altre cose -.

Il fratello sorrise, ma lui non se ne accorse minimamente – è fantastica coi bambini: gentile e paziente, e loro l’ascoltano sempre! Si fanno in 4 per compiacerla.. per non parlare dei genitori! Pendono letteralmente dalle sue labbra. Ed è intelligente, piena di buon senso, ma purtroppo si sottovaluta, nascondendosi dentro quegli orrendi vestiti – guardò il soffitto sentendosi perduto – siamo stai bene insieme. Con lei mi trovo più a mi agio che con chiunque altro -.

- tu la ami -.

- hai ragione – rispose – ma l’amore è così strano, e non so se l’idea mi piace -.

- io ero terrorizzato quando mi sono ritrovato innamorato di Kagome. Non volevo ammetterlo, ma appena la vedevo parlare con un altro diventavo pazzo. Non riuscivo a toglierle le mani di dosso, mi bastava vederla sorridere per essere felice -.

- mi ricordo, eri ipnotizzato – osservò Miroku riconoscendo i sintomi.

- e lo sono ancora. Lei è fantastica -.

- devo andare da Sango -.

- credi che sia opportuno? – obiettò il fratello - forse ha bisogno di tempo per riflettere -.

- non ci vado subito, tutti e due dobbiamo pensare, ma io non riesco a farlo quando c’è lei – sorrise – ma non riesco a pensare neppure quando sono lontano da lei -.

Inu Yasha rise divertito – questo è amore. Ma devi essere sicuro di ciò che vuoi. Pensaci bene, prima di peggiorare le cose. Se andassi da lei adesso, finireste per litigare di nuovo -.

- non preoccuparti non voglio litigare -.

 

Piangere era proprio un perdita di tempo: non risolveva niente ed era inutilmente imbarazzante. Kagome era comprensiva, ma lei non voleva comprensione. Aveva bisogno di solitudine e di tempo per pensare, e per fortuna l’amica lo capiva.

Erano passati quasi due giorni da quando Miroku se ne era andato con l’intenzione di non tornare più. Per fortuna non erano previsti allenamenti di pallacanestro, così non l’avrebbe rivisto.

Almeno non ancora. Chissà che intenzioni aveva lui al riguardo. Lei non avrebbe certo abbandonato il programma: aveva troppo orgoglio per farlo. Ma l’idea di vederlo e di cercare di comportarsi normalmente era spaventosa. Doveva ricostruire subito la sua vita.

Fece una doccia calda, cercando di pensare a come aiutare gli alunni in difficoltà economiche. Aveva anche bisogno di attività fisica per smaltire la tensione che aveva accumulato negli ultimi giorni.

Aveva un piano a prova di stupidità; condizione essenziale, visto che lei si era comportata da stupida parecchie volte. Per guarire dalla vergogna e dal dolore doveva far credere agli altri che di quanto era successo non le importava niente, e poi convincere se stessa.

Indossò una tuta ed uscì. L’aria era fredda, il cielo coperto e il vento estivo la spettinò.

Respirò a pieni polmoni. Ben presto si sarebbe messo a piovere, ma non le importava. Una goccia le bagnò il viso, ma non le importava. Piangeva, ma non le importava. Ricordava, e soffriva.

Affrettò il passo e poco dopo rallentò. Di solito correre l’aiutava a dimenticare, la rilassava…. Tuttavia quel giorno sembrava non avesse alcun effetto. Ogni passo le ricordava Miroku e il suo sguardo fisso. Chissà cosa pensava di lei adesso.

Come evocato dai suoi pensieri, lui era li, poggiato al suo portone e le mani in tasca.

Sango ebbe un tuffo al cuore e, nonostante la gola secca, riuscì a parlare – ciao Miroku -.

Lui la guardò stupito. Non si aspettava un’accoglienza così cordiale e Sango ne fu compiaciuta.

Quello scorse lo sguardo sui vestiti della ragazza notando, disgustato, la tuta – hai fatto jogging -.

- Che intuito – disse priva di espressione.

In realtà aveva lo stomaco annodato ma sarebbe morta piuttosto che fargli capire quanto stesse soffrendo.

- pensavo che dovessimo parlare – esordì lui.

Lei si piegò in avanti, come per riprendere fiato, ma doveva assolutamente riprendere il controllo. Non si aspettava di vederlo così presto e non era pronta per affrontarlo. Il fatto che Miroku fosse così vicino e così bello, le rendeva difficile simulare disinvoltura. Con un profondo sospirò si raddrizzò.

- scusami ma adesso non posso, sarà per un’altra volta – rispose cortesemente.

- Sango… -.

- si? -.

Quello si grattò il naso – l’altro giorno le cose non sono andate come volevo, sono stato colto di sorpresa e ho reagito.. -.

- Eri furibondo, ma ti capisco. Avrei reagito anch’io così, però mi sono già scusa e non intendo rifarlo. In fin dei conti non posso cambiare la realtà pur volendo -.

- che cosa cambieresti Sango? -.

Oh quel tono dolce e gentile! Sango si impose di non fare una piega – Tutto! Dal giorno dalle festa fino a ieri – gli sorrise, pensando d’averlo soddisfatto con quel affermazione, ma le costò moltissimo. Aveva lo stomaco così annodato che ebbe paura di vomitare.

Improvvisamente lui l’abbracciò – allora sono lieto che tu non abbai poteri magici perché io non cambierei il tempo passato con te per tutto l’oro del mondo – e dopo un attimo di silenzio aggiunse – e sono sicuro che non lo faresti neanche tu -.

 

Non era possibile che Miroku lo sapesse! Sango sorrise ma dentro era sconvolta.

- ti sbagli – disse allontanandolo.

- mi sono sbagliato su tante cose, forse troppe -.

Lei spalancò gli occhi e si mise una mano sul cuore con fare melodrammatico – non è possibile! Dimmi che non è vero, oppure tutte le mie illusioni svaniranno nel vento! -.

- accidenti Sango.. -.

L’altra esplose in una risata un po’ gracchiante, ma convincente – vai a casa. Fa troppo freddo per star qui a scambiarci scuse -.

Si tolse le chiavi dalla tasca, aprì e si voltò a salutare Miroku, ma lui fu più svelto e la precedette oltre la soglia.

Non sorrideva, chiuse la porta e vi si appoggiò.

- che cosa fai? – domandò lei preoccupata.

Lui alzò le spalle – posso aiutarti a sistemare casa prima del rientro dei tuoi -.

- no! sta tranquillo non c’è niente da sistemare. E poi ho un appuntamento con Kagome e sono già in rit… -.

- Fantastico! Vengo anch’io -.

- no! non voglio distrazioni! -.

Miroku si allontanò dalla porta – perchè io ti distraggo? -.

- Sango scoppiò a ridere – spegni gli ormoni casanova! Mi riferivo alle tue inutili chiacchiere -.

- non puoi essere così indifferente. Guarda che l’altra notte c’ero anch’io… -.

Sango evitò di guardarlo in viso e si diresse in cucina. Si sedette, mentre il suo cervello lavorava furiosamente nel vano tentativo di trovare una soluzione capace, e rimandare così Miroku a casa.

Questa volta, però, era difficile essere disinvolta: i suoi sentimenti erano coinvolti ancor di più rispetto alla volta passata. Non era più una bambina delusa e quello che provava per lui non era solo una semplice infatuazione.

- forse dovremmo parlare –sospirò rassegnata.

- sì – rispose lui sollevato - volevo spiegarti… -.

- lasci parlare me – l’interruppe alzando una mano.

Il cuore le batteva impazzito, le mancava il fiato, ma doveva farlo e cercare di uscirne indenne. Sebbene le costasse prese la mano di Miroku: lui non doveva sapere quanto l’aveva ferita. L’orgoglio era l’unica cosa che le rimaneva .

Quello le strinse le dita – quanto è successo tra noi è stato bellissimo – esordì Sango – te lo giuro. Non interrompermi, per favore, vorrei solo che tu capissi. È stato bello.. ma non succederà mai più -.

- non ti credo -.

- mi dispiace ma è così. Se vuoi rimanere amici, per me va bene. Mi sei simpatico sei una brava persona e mi diverto con te. Ma non verrò mai più a letto con te. il sesso non rientra nei miei programmi. È stata soltanto una follia temporanea -.

 - ma non si possono spegnere le emozioni, quella notte c’eri anche tu e non puoi liquidare il tutto dicendo solo che è stato bello. Non è stato solo sesso, è stata l’esperienza più bella di tutta la mia vita. Non può essere cancellata -.

- qui ti sbagli, perché la cancellerò io. Posso spegnere i miei sentimenti schioccando le dita. Quando mi metto in testa qualcosa riesco sempre a farlo, e adesso ti mando a casa -.

Si alzò ma lui non fece una piega. Come poteva pensare che lei accettasse una semplice avventura senza amore? Si vedeva che non la conosceva proprio per niente!

Miroku la fissò interessato – è questo che stai cercando di fare? Spegnere i sentimenti e chiudere il cuore? Non è la vita reale questa mia cara -.

L’ultima cosa che lei voleva era quella di farsi psicanalizzare da lui. gli fece un sorriso sarcastico, tipico della vecchia Sango; quello le fisso le mani strette sul tavolo – non ci credo – ridisse sicuro – abbiamo condiviso qualcosa di speciale. Forse non ci eravamo abituati, ma è stato stupendo -.

Sango arretrò come se fosse stata schiaffeggiata. Cercò di controllarsi, ma rivide nella sua mente immagini troppo esplicite ed umilianti – vattene, Miroku – gracchiò scuotendo il capo.

Lui si alzò lentamente – prima di rovinare tutto con le mie mani pensavo che ci avresti riso sopra. Ma ti farò ridere ancora, non mi sfuggirai tanto facilmente -.

Quell’affermazione arrogante le diede coraggio – io non scappo da nessuno, ma se insisti con le allusioni sessuali non ci incontreremo più. Parlo seriamente -.

- incontrarci? Sembra una riunione di affari -.

- O una semplice amicizia. Scegli tu – Sango fece appello a tutte le sue forze per sostenere lo sguardo di Miroku, che all’improvviso le parve molto stanco.

- Se dovessi scegliere io.. torniamo a letto e dimentichiamo tutto -.

Quella si irrigidì – odio le battute che fai per scandalizzarmi, e adesso vai via per favore -.

- raccontami di Masaya – chiese lui.

Cambiò discorso, proprio come voleva lei, ma l’argomento scelto non era dei più graditi.

- perché? – chiese scettica.

- voglio capire perché, nonostante tutto, a te tengo ancora. E so che sarà sempre così -.

Lei ebbe un tuffo al cuore, ma sperò di apparire comunque indifferente -.

- allora Sango? Guarda che non me ne vado fino a che non saprò ogni singolo particolare -.

Nascondere l’esasperazione non era facile, ma lei sapeva che, se non l’avesse assecondato, Miroku avrebbe insistito ancor di più. Prese una bibita dal frigo, senza offrirgli nulla, ma lui non si scompose e si servì da solo.

Sango si appoggiò al tavolo – ci siamo conosciuti al secondo anno di liceo. Lui era uno degli studenti più popolari, io non ero nessuno. Lavoravo, studiavo e non avevo tempo per la vita sociale. Ero lusingata dalle sue attenzioni e nel secondo semestre uscimmo spesso assieme. In realtà non ci conoscevamo molto e lui vedeva anche altre ragazze. Durante le vacanze estive mi chiese di diventare la sua ragazza e io accettai. I miei genitori, come sempre, erano in giro per qualche viaggio d’affari e con mio fratello non avevo un buon rapporto. Ero molto sola in quel periodo -.

Sango sorrise dandosi della stupida per aver usato quel tono così difensivo. Che cosa le importava dell’opinione di Miroku?

- quando è iniziata ad andar male fra voi due? -.

- circa due minuti dopo avergli detto di sì. Cioè.. all’inizio era carino e cortese… però era tutto programmato. Anche quella notte… - avvertì un brivido di freddo passarle per tutta la schiena al solo ricordo.

- che notte? Che ti ha fatto? -.

- niente, niente stai calmo -.

- eri vergine? O mio dio! Lo ammazzo! -.

- stai seduto! Ti ho detto che non è successo niente! Per fortuna è arrivato Inu Yasha, ma me la sono vista brutta -.

- mio fratello? Che cosa c’entra mio fratello? Aspetta un momento.. all’ora eri tu quell’amica di Kagome di cui mi aveva parlato lui! -.

- beh…. -.

- ricordo che in quei giorni era particolarmente angosciato per qualcosa, e mi parlava sempre di questa ragazza -.

- sì . Povero Inu Yasha… dovevi vedere com’era incazzato quella sera -.

- ma cosa successe? -.

- allora… fu il periodo in cui tuo fratello e Kagome si erano appena fidanzati. Una sera decidemmo di andar a mangiare fuori tutti e quattro. Fattosi sera ci appartammo ognuno in un angolino proprio… e fu li che separandomi da Kagome ed Inu Yasha Masaya ne approfittò. Certo non accadde nulla, ma ne rimasi piuttosto sconvolta per diversi giorni. Era stato un vero shock per me, non lo riconoscevo più come il mio ragazzo: sempre garbato e disponibile… era diverso. Rude e insensibile – guardò Miroku nel gli occhi – non come te. È fu un’esperienza terribile che lui invece giudicò normale. Io ero molto ignorante e accettai la sua spiegazione. Ma le cose non migliorarono -.

Miroku si alzò di scatto, facendo quasi cadere la sedia a terra, si passò una mano fra i capelli e prese a camminare avanti e indietro per tutta la stanza.

Sango lo fissò – se non vuoi ascoltare il resto, non continuo – disse bevendo un altro sorso di aranciata.

- continua.. – mormorò lui, tornando a sedersi. Era molto teso, e Sango non poté trattenere un sorriso – sei così offeso per me? -.

- vorrei potergli metter le mani addosso -.

Pronunciò quella parole con una tale serietà che Sango gli credette. Era quasi commossa, e senza accorgersene gli diede un colpetto sulla spalla – rilassati, non è stato tanto tremendo -.

Lui la fulminò con lo sguardo – non mentirmi, mai -.

Lei inarcò un sopracciglio – intendevi dire.. mai più, vero? -.

- non considero la tua mascherata una menzogna -.

- no? – domandò, stupita.

- no. prima o poi mi avresti raccontato tutto, se io non avessi fatto precipitare la situazione comportandomi come un cretino. E adesso finisci la storia -.

La giovane sospirò – quando finalmente osai protestare, lui disse che era colpa mia e che non reagivo come dovevo.-

- ma allora ti ha messo le mani addosso più di una volta? -.

- beh… Inu Yasha non mi stava appiccicato 24 ore su 24. e poi non mi picchiava mica… -.

- continua… -.

- mi disse di comportarmi da donna e di vestire meglio. Io ci provai, ma non funzionò. Non riuscivo a essere pronta quando voleva lui, così si arrabbiava e… -.

- non era colpa tua -.

Il tono sicuro di Miroku la consolò – Adesso lo so, ma all’ora gli credetti quando mi accusò di essere frigida. Così lo tollerai, e le cose peggiorarono. Col tempo ci allontanammo talmente che arrivai a pensare che non ne valeva la pane avere una famiglia o un marito, se dovevo subire il sesso -.

- così lo lasciasti…. -.

Sango tacque, inghiottendo l’ormai fraterno dolore che quei ricordi puntualmente portavano, e scosse la testa – mi sentivo in colpa, ma un giorno lo trovai con un’altra, che evidentemente non aveva i miei problemi. Lui pareva contento che li avessi sorpresi, forse voleva provarmi che era soltanto colpa mia -.

- e tu gli hai creduto – affermò lui, deluso.

Quella sospirò – per forza, non avevo termini di paragone. Ma ero pronta a lasciarlo. Peccato che lui non lo fosse: era molto possessivo, e si oppose a lungo. Mi perseguitò finché non dovetti allontanarmi da lui. non avrebbe mai accettato di assumersi parte della colpa: era un affronto alla sua virilità. Ora riesco quasi a capirlo, ma allora non volevo altro che andarmene -.

- e quando ci sei riuscita hai deciso di non voler riprovare, giusto? -.

Lei chiamò a raccolta tutte le sue energie: ne aveva bisogno per affrontare ciò che l’aspettava. Era sconvolgente parlare del passato, soprattutto con Miroku. Non voleva che lui la compatisse e provasse pena per la giovane donna ingenua e sciocca che lei era stata.

Affrontò con fierezza il suo sguardo, ma nei suoi occhi non vide pietà: soltanto determinazione.

- sono forte, non ho bisogno di un uomo. Ho un lavoro che mi piace e mi vesto come mi pare. Sto bene così come sto -.

- ho capito, ma tutti abbiamo bisogno del prossimo, non puoi chiuderti in te stessa -.

Lei si alzò di nuovo. –posso, anzi l’ho già fatto. E non ho intenzione di ricadere il una situazione come quella. -.

- ma fra noi non c’è solo una SITUAZIONE…. -.

Sango si irrigidì – adesso vai a casa per favore – ribatté implacabile.

- sì, ma tornerò – lei si rilassò appena, davanti a tanta arrendevolezza – devi accettare il fatto che io non sono come lui -.

- lo so benissimo che tu non sei come lui, ma io sono così e non cambierò -.

Lui rise – cambi talmente tante volte che quasi non riesco a starti dietro. Sto soltanto cominciando a scoprire chi è Sango Ayama -.

Lei sbuffò – sai benissimo chi sono -.

- non lo sai neppure tu, gioia – sussurrò sfiorandole le labbra con un bacio, infine si voltò e sparì dietro la porta.

“ che altro c’era da scoprire?” si domandò Sango sbadigliando rumorosamente. Miroku avrebbe scoperto che lei era esattamente come la conosceva già, e allora l’avrebbe lasciata in pace. Lei era abbastanza paziente da aspettare che succedesse.

Almeno sperava…

 

Miroku sarebbe arrivato di li a poco. Sango aveva trascorso la mattina sulle spine, in attesa di rivederlo. Lui non aveva rinunciato al programma scolastico e avrebbero continuato a lavorare assieme.

Ed eccolo lì, entrare con la sua solita aria sicura e il sorriso sgargiante stampato sulle labbra. Molti bambini corsero a salutarlo, Ai in particolare gli si era molto affezionata.

Vedendolo scherzare con i ragazzini, Sango si raddolcì. Chi avrebbe mai pensato che Miroku fosse così bravo con i bambini? Era una dote innata, non una posa.

Lui la sorprese a fissarlo e le si avvicinò sorridendo – stai pensando quello che penso io? -.

Lei alzò le spalle e gli rubò il pallone – sì, hai ragione. Credo proprio che dovremmo iniziare prima che venga sera -.

- cos…???? Ehi, Aspetta un attimo! -.

Troppo tardi: Sango fischiò, i bambini si misero in fila e per le due ore successive lei si mantenne a debita distanza dal ragazzo. Un piano ingegnoso, ma per lui molto frustrante.

Alla fine dell’allenamento Miroku accompagnò due “alunni” alla macchina dei genitori. Quando rientrò in palestra, Sango non gli parlò ma lui la seguì comunque.

- voglio parlarti – disse tirandola per un braccio.

- adesso non posso sono già in ritardo -.

- per andare dove, maledizione? -.

- non parlarmi così -.

- allora smetti di evitarmi -.

- altrimenti continuerai ad imprecare? -.

Lui sospirò, alzando gli occhi al cielo – ti prego ascoltami -.

- scusami ma ho un appuntamento -.

- a che ora torni a casa? -.

- tardi -.

- troppo tardi per vedermi? -.

- ti ho già detto che non c’è ragione per vederci -.

- e io non lo accetto -.

- sono in ritardo per ascoltare i tuoi capricci -.

- e io non me ne vado di qui fino a che non concederai un appuntamento anche a me -.

- allora puoi stare dove sei -.

- accidenti! Sto cercando di parlare con te. Voglio che tu mi perdoni e … -.

- ti perdono -.

- sei un po’ precipitosa – affermò lui, insospettito – per che cosa mi perdoneresti? -.

- non lo so, sei tu che vuoi essere perdonato, no? -.

Il giovane prese fiato – sì. Ti chiedo scusa per aver alzato al voce, per essere saltato subito alle conclusioni sbagliate e averti lanciato accuse odiose -.

- me le meritavo – tu mi perdoni per averti ingannato, usato e messo in imbarazzo? -.

Miroku l’attirò a se, contento – io non ti devo perdonare niente. Capisco perché non hai voluto dire niente -.

Lei si allontanò – il passato è il passato, dimenticalo. Ci vediamo. -.

- Sango.. -.

Lei non rallentò, ma sentì su di se gli occhi di lui. poco dopo udì un rumore simile ad un pugno sul canestro da basket..

 

- Kagome devi aiutarmi – piagnucolò Miroku accasciandosi sul tavolo della cucina. Sango era così irragionevole! Si rifiutava di vederla fuori dagli allenamenti, non rispondeva alle telefonate, gli parlava solo in casi necessari e lui era disperato.

La ragazza scosse la testa – non mettermi in mezzo -.

- parlale almeno. A te darebbe retta -.

- neanche per sogno in una situazione del genere! -.

Il ragazzo la fulminò con lo sguardo – che situazione, scusa? -.

- Sango è più decisa che mai a stare alla larga dagli uomini, non esce nemmeno con quel idiota di Hojo, che non è certo una minaccia -.

Miroku smise di arruffarsi i capelli, guardando l’amica di traverso – che hai detto? -.

- c’era un vecchio nell’ex club di basket scolastico.. -.

Inu Yasha sospirò sfogliando un fumetto – Kagome, ha 20 anni.. -.

- beh!? ne dimostra 20 di più, tanto è inamidato! Comunque, Sango mi ha detto che si sono visti un paio di volte. Pare che questi voglia partecipare al corso di basket pomeridiano, almeno così dice. Credo che si incontreranno anche questa sera -.

- dove? -.

Inu Yasha alzò, per quel tanto che poté, gli occhi dalla rivista – Miroku.. – lo richiamò, fermamente.

Quello ignorò l’avvertimento. Al pensiero di Sango con un altro ragazzo il sangue gli ribolliva nelle vene. – dove si vedranno? – sibilò.

Il giovane si schiarì la gola, per non scoppiare in una risata che avrebbe alterato ancora di più suo fratello. – a casa sua, credo -.

- a che ora? -.

L’altro guardò Kagome, che assunse un espressione innocente – forse, beh… non ne sono sicura ma praticamente.. ora.. -.

Miroku afferrò il cellulare e uscì di corsa senza neppure salutare, e non notò.. il sorriso compiaciuto della ragazza. 

- credevo che non volessi interferire.. – osservò Inu Yasha.

- certo! – protestò lei – l’ho promesso a Sango -.

- e allora, questa graziosa commedia? -.

- mi è scappato! -.

 

Mentre guidava Miroku formulò un piano. Era andato da suo fratello, frustato dopo gli inutili tentativi di parlare con Sango. Lei lo aveva ignorato e poi era scappata via. Sicuramente aveva programmato tutto.

Anche lui sapeva essere diabolico. Visto che non voleva rinunciare a lei, doveva aggirare l’ostacolo. Aveva anche un’arma segreta: un idea a cui stava pensando da un po’ di tempo. Prima, però, doveva parlare con Sango, da soli, e chiarire un po’ di cose...

 

Calcolò tutto alla perfezione, fece due volte il giro dell’isolato, parcheggiò davanti casa di Sango e bussò.

Lei aprì, impaludata in una delle sue solite orrende tenute. Un insieme brutto come il peccato.

- sei bellissima oggi! – esclamò, in modo da farsi sentire. Lei lo guardò male, ma lui capì di avercela fatta: doveva essere gentile in presenza di un possibile guasta feste fra loro. Già, perché era ciò che sarebbe diventato se avesse accettato di unirsi a loro due per il doposcuola…

- Salve Miroku, come mai qui? -.

Lui entrò prima che Sango potesse trattenerlo – ho un paio di idee… -.

- i bambini? -.

- esatto. Vorrei parlarne con te -.

- chi è Sango? – domandò una donna decisamente bella, avvicinandosi ai due con una pentola in mano.

 - un mio amico mamma.. – rispose la ragazza pizzicando un braccio al giovane.

- Salve signora! Che buon profumino. Cos’è? – esplose Miroku.

- sorpresa... Se ti va puoi unirti a noi più tardi -.

- NO! Miroku ha già mangiato vero? E poi neanch’io ho tanta fame!  – intervenne Sango trascinandolo via.

- tua madre mi piace, è una bella donna e sa cucinare -.

- sei qui per parlare con me o per deliziarti con i piatti preparati da mia madre? -.

- non sarai gelosa.. -.

- per niente -.

- ma.. sei sola? -.

- c’è un amico... -.

In quella arrivò un ragazzo in abito scuro, con l’aria pomposa che gli aveva descritto Kagome. Miroku lo fisso, corrucciando la fronte, decisamente indispettito…

- c’è qualche problema Sango? -.

- no – rispose lei seccata, poi fece le presentazioni e invitò entrambi a seguirla al piano superiore.

- oh, scusami… - le sussurrò Miroku ad un orecchio – non sapevo che avessi visite – sorrise, furfante.

Lei divenne paonazza.

- Hojo è un membro dell’ex club di basket scolastico. Dovevamo discutere un programma di raccolta di fondi -.

-  ma davvero? Potrei collaborare.. -.

L’altro si dimostrò interessato – beh, non sarebbe una cattiva idea. Più siamo meglio è, no? -.

Miroku si rallegrò – ben detto! Quindi? Ah, poi devo discutere un paio di cosette anche con te – disse rivolto a lei.

- certo, abbiamo tutta la serata! – replicò Hojo.

Lei annuì con un sorriso forzato e Miroku la guardò soddisfatto. Non aveva ancora capito il vero obbiettivo della sua visita, ma non ci sarebbe voluto molto.

 

- volete qualcosa da bene? – chiese Sango allontanandosi verso la cucina di quel piano. Miroku sapeva che desiderava sfogare la sua rabbia in privato. Le diede trenta secondi, poi la raggiunse con la scusa di darle una mano.

Mentre lei riempiva i bicchieri di te freddo e ghiaccio, le si avvicinò in silenzio e le baciò il collo. Lei sobbalzò rischiando di far cadere tutto. Lui la sostenne, ridacchiando.

- faccio sempre questo effetto alle donne -.

- non farlo mai più! -.

Quello la baciò, impedendole di aggiungere altro.

Le labbra di lei erano morbide e umide e avevano un sapore delizioso. Erano come le ricordava….

All’improvviso dimenticò il suo scopo. Sembrava esser trascorso un secolo da quando l’aveva baciata. Senza neppure pensarci le accarezzo il sedere… (non si smentisce mai! Ndt Kagome91)

Fu salvato dall’istinto e spostò la faccia quando la mano di Sango era vicinissima alla guancia.

-amore se mi picchi come lo spiegherai al tuo fidanzato? -.

- non è il mio fidanzato, brutto idiota! -.

- vuoi che sappia quello che stiamo facendo? -.

- io non sto facendo niente, sei tu che.. –.

Lui sorrise – in realtà tu non devi fare proprio niente: io leggo un libro e ti desidero. Guardo la mia vicina, che avrà più o meno ottant’anni, e ti desidero. Ti vedo versare il tè e mi eccito -.

Sango sbuffò esasperata – si può sapere che accidenti vuoi? -.

- dovevo vederti -.

Lei si voltò e prese il vassoio – adesso mi hai visto, te ne puoi anche andare -.

- e lasciarti sola con Casanova? Neanche per sogno! -.

- è soltanto un amico – sospirò lei uscendo dalla cucina.

- ma aspira ad essere altro… - replicò Miroku, storcendo la bocca.

Le rise guardandolo in quell’espressione buffa, e per lui fu come musica, quella era la vecchia Sango! Lei, scuotendo la testa, gli raccomandò di comportarsi bene, ma quello non lo promise. In realtà quello era proprio un semplice incontro tra amici e, con sua grande sorpresa, Miroku si divertì. Diede parecchi suggerimenti utili x come raccogliere fondi e si dimostrò abbastanza disponibile anche egli stesso.

Hojo ne rimase molto colpito – se abbiamo qualche problema quindi posso chiedere a te -.

Miroku nascose il proprio compiacimento dietro la cortesia – certo, sempre disponibile -.

- grazie – rispose l’altro – adesso però devo scappare. Mi spiace non poter restare, ma sono proprio in ritardo -.

- figurati – replicò la giovane accompagnandolo alla porta – grazie Hojo, fammi sapere per eventuali novità -.

- contaci -.

 

Quando la vide ritornare in soggiorno, Miroku capì che era furiosa, e le espose subito la sua idea – voglio prendere in affitto il vecchio appartamento dove davamo ripetizioni ai bambini e restaurarlo tutto da cima a fondo -.

- lei, che stava per sbottare qualcosa, chiuse la bocca di colpo.

- mi sono detto che, in fin dei conti i ragazzini non possono trascorrere i loro pomeriggi in quel posto che più che altro sembra una casa del terrore… -.

-che, ma… -.

- no, aspetta aspetta! E poi è da un po’ che vorrei procurare della vera e propria attrezzatura sportiva e una mensa,  magari al cibo potreste pensare te e Kagome… oppure creare dei corsi speciali… non so… è da quando abbiamo cominciato gli allenamenti che ci penso – confessò senza nascondere un velo di imbarazzo – Inu Yasha e i ragazzi si sono offerti di collaborare e forse coinvolgeremo altra gente. Allora, cosa ne pensi? -.

In realtà non aveva mai nemmeno provato lontanamente a parlare con suo fratello e gli altri di questa sua idea, però questo era l’ultimo dei suoi problemi in quel momento.

Allibita Sango, si sedette sul divano accanto al giovane, guardando il vuoto completamente stordita.

- parli sul serio? – bisbigliò, spostando gli occhi su quel bel volto.

- certo, penso che sia un buona iniziativa, far anche collaborare i genitori al progetto… e poi… ma, cosa c’è? – si fermò lui, infastidito dallo sguardo fisso su di se della giovane.

- sei… incredibile – si limitò a rispondere lei.

Lui si passò un mano sulla nuca, arrossendo un po’ – beh, voglio solo rendermi utile – balbettò – ho i soldi e i mezzi per farlo e.. volevo sorprenderti -.

Sango inclinò il capo di lato, scostandogli una ciocca di capelli che gli si era riversata sul viso – grazie – sussurrò gentile.

Miroku rise dolcemente e la strinse fra le braccia – non è che stai per metterti a piangere, vero? Non sopporto e donne piagnucolose… -.

Quella scosse il capo alzando le mani in segno di resa – prometto che non piangerò -.

Lui le piantò gli occhi in viso – davvero pensi.. che io sia… incredibile? -.

- certo -.

Quella risposta fu talmente innocente e sincera che Miroku trattenne il fiato.

- ottimo – disse, ma appena provò ad avvicinarla maggiormente lei lo respinse.

- Miroku, non intendevo dire che…. -.

- zitta e baciami ancora -.

- sei stato tu a baciare me, io non… -.

- non discutere abbiamo faccende più piacevoli da sbrigare -.

- intendi dire che vorresti fare sesso? – domandò lei insospettita.

- be ammetto che il pensiero mi ha attraversato la mente almeno un milione di volte nelle ultime ore –.

Lei lo spintono indietro, furiosa – perché hai organizzato tutta questa farsa – continuò – credi che dovrei venire a letto con te? È assurdo! Come puoi anche propormi una cosa del genere? -.

Miroku balzò in piedi con uno scatto, in preda ad un sentimento di rabbia misto a frustrazione – va bene, accidenti! Non ti va la mia proposta? Allora ne ho un’altra – si fermò per prendere fiato – sposami -.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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