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Autore: Dave1994    09/12/2012    3 recensioni
Un modo come tanti per dar voce al dolore.
Genere: Malinconico, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ridono gli dei davanti ai nostri insensati affanni mortali, effimere illusioni senza capo né coda.

Ridono di noi, delle nostre ambizioni. Dei nostri più sogni più nascosti.

Ci guardano cadere, rialzarsi, cadere e ancora rialzarci: ci guardano amare nel profondo, ci guardano odiare senza sosta.

Dall'alto del cielo, oltre le nuvole, scrutano le nostre esili vite con indifferenza, come spettatori di un banale spettacolo.

Dovreste vedere, si fanno beffe delle nostre preghiere. Vedono nei nostri desideri i capricci di un infante.

Accade però talvolta che di notte, quando il sole non acceca la vista, qualcuno alzi lo sguardo al cielo e li intraveda, attraverso le lucide pennellate di nero che compongono l'armoniosa volta celeste. Loro se ne accorgono e di rimando lanciano occhiate di sdegno e indifferenza, tacciando come superbi coloro che hanno osato guardare al di là delle proprie possibilità.

O tanto esarcebata superbia: dolce esaltazione dell'Io, dal gusto tuttavia così amaro! Sei forse tu, la mia croce e delizia? E' forse a te che devo quello che sono?

Ridono gli dei davanti al nostro sofferente tedio, lento morir dell'anima mia.

  
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