Questa è la storia di un viaggio interiore, personale, di un viaggio fra luoghi e mete nuove, fra vecchie e nuove vite.

Questa è la storia di un viaggio scritto solo per le persone che amano e che amano forte, in modo doloroso, in modo perpetuo e in modo sentito.

Questa è la storia di uno scrittore di gialli, ricco, veramente tanto ricco e del suo cuore, della sua Musa, dolce e complicata più di quanto si pensi. 

Questa è la storia di un destino comune, di una vita passata insieme, di un caso troppo rischioso, di una porta che si chiude e di un destino che si apre.

Questa è la storia di un amore grande come il mondo e della volontà di stare insieme per sempre, o perlomeno di provarci.

 

Katherine Beckett faceva scivolare la mano fina sulla carta da parati del salone e respirava l'odore forte dei mobili nuovi appena montati. Le sue carpe facevano scricchiolare il parquet chiaro; le finestre facevano entrare una luce chiara e rilassante.

Con il tatto percorreva ogni superficie per fare conoscenza con quel luogo e farlo sentire un minimo suo. Respirava male, affannato, avrebbe voluto piangere di nuovo, ma stavolta voleva essere forte.

Quella era la soluzione tanto sperata, la stava vivendo e quella soluzione a tutti i problemi sarebbe diventata parte di lei prima o poi. 

Sentiva il suo uomo portare dentro i bagagli; la sua mente le suggerì di aiutarlo, ma non ebbe la forza di girarsi e vederlo.

Lui faceva parte della soluzione, il suo cuore, la sua vita, ma non ce la faceva.

Abbandonare New York aveva voluto dire cambiare vita. 

Kate Beckett si sentiva sconfitta.

Aveva perso la sfida più importante della sua vita e ne aveva pagato le conseguenze.

Si sentiva messa all'angolo, derisa, schiacciata, privata delle forze e questo il suo uomo lo sapeva e lo capiva.

L'abbracciò da dietro soffiandole parole dolci all'orecchio.

"Confidati, apriti, piangi" 

Glielo diceva sempre e lei ogni volta si scioglieva in un pianto furioso, isterico a cui avrebbe fatto seguito un dormita rigeneratrice.

E anche stavolta fu così.

Pianse così tanto che le lacrime avevano bagnato tutto il volto della donna, bagnando di dolore anche la camicia dell'uomo. 

Lui la sorreggeva, statuario, alto, possente fra le sue braccia e non aveva intenzione di muoversi.

Le carezzava la schiena su e giù, su e giù, tranquillamente e lei ad ogni tocco sembrava calmarsi un po'.

Fino a quando esausta, si sdraiava sul letto e dormiva, sempre fra le braccia di lui un sonno rigeneratore e il più delle volte tranquillo.

 

 

Angolinomio*-*

 

Questa storia ha come idea di base quella della precedente storia, che è stata cancellata durante il passaggio di server di EFP.

Ma sarà diversa, sarà on the road.

Sarà quella che forse mi rappresenterà di più.

Spero di riuscire nell'impresa.

Un grosso abbraccio,

B.