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Autore: brutongaster    10/12/2012    0 recensioni
Nick è al bar, pensa ai fatti suoi con lo sguardo perso nel vuoto, quando qualcuno attrae la sua attenzione. Le sue parole sono misteriose, ma Nick ormai sta viaggiando con la fantasia e niente è incredibile per lui. Nick ha una missione che /potrebbe distruggere gli equilibri dell'universo se non portata a termine. O forse è solamente quello che pensa lui?
Contiene un mini spoiler sulla 2x02, tutto il resto è un vaneggio da parte mia
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nick Miller aveva lo sguardo inebetito. La faccia da tartaruga.

Stava dietro il bancone del bar in cui lavorava. Un bar frequentato sopratutto il pomeriggio, da barboni e scapestrati.

Nick Miller pensava che gli assomigliassero tutti. Erano tutti suoi fratelli. I suoi spiriti affini.

Solo che lui stava dall'altra parte del bancone. Annuì pervaso da uno strano senso di potere, gli angoli della bocca curvati in un'espressione soddisfatta.

Era il re degli ubriaconi, e aveva potere su di loro. Dopotutto, aveva il potere sull'alcol.

Era il barista.

Aveva in mano un bicchiere, ormai completamente lucido, che continuava a strofinare con un panno. Lo faceva meccanicamente, senza pensarci. Fino a quando ci pensò.

«Cavoli» disse a sé stesso nella sua testa «se lo lucido abbastanza a lungo inizierà a splendere di luce propria» e così continuò a lucidare, con più determinazione di prima.

Chiuse gli occhi per qualche secondo, immaginando il bicchiere illuminarsi, illuminare tutto il resto della stanza, come per benedire gli ubriachi.

«Sto benedendo gli ubriachi» pensò, gli occhi chiusi, l'espressione assorta.

«Stai benedendo gli ubriachi?» disse una voce, spegnendo la sua visione. Nick Miller aprì gli occhi.

«L'ho detto a voce alta?» chiese a bassa voce. Poi notò che quella di fronte a lui era una ragazza. Una ragazza che, uno, non aveva la barba; due, non aveva l'età di sua madre.

Le lanciò uno sguardo di superiorità. Posò il gomito sul bancone, il viso sulla mano aperta. Sorrise.

«Sai» bisbigliò «sono il Re degli Ubriachi» e lo sguardo voleva essere molto provocante.

«Lo vedo» disse la ragazza annuendo. Imitò a specchio la posizione di Nick.

«Sai» bisbigliò, attirando la sua attenzione «sono il tuo Angelo Custode». Allora Nick si staccò dal bancone, riprese a lucidare il bicchiere e sbuffò, facendo volare saliva un po' ovunque.

«Senti, bella» disse, le sopracciglia sollevate «quest'anno ho già incontrato me stesso del futuro, e non mi ha detto nulla del mio Angelo Custode» virgolettò con le dita le due parole «se tu fossi stata la mia Angela Custoda, me lo avrebbe detto sicuramente. Mi fido di lui» ma la ragazza sorrise.

«Quello era solo un vecchio pazzo che ti aveva rubato la giacca, perché tu, Nick Miller, l'avevi lasciata in bagno quando pensavi di poter passare attraverso i muri se nudo» disse la ragazza.

Nick alzò le sopracciglia e spalancò gli occhi, ma non disse niente. Non voleva né confermare né negare.

«Sono venuta per dirti una cosa» disse la ragazza, che assomigliava stranamente a Jess. Sembrava tipo, la cugina un po' più gnocca della ragazza. Non che Jess non fosse gnocca. Si distrasse per qualche secondo pensando ai suoi vestitini prendisole e alla sua voce roca. Aveva uno strano feticismo per le voci roche. Addirittura il suo Angelo Custode aveva la voce roca.

Diede qualche colpo di tosse.

«Si può flirtare con i propri Angeli Custodi?» chiese Nick, prima che lei riuscisse a dirgli per cosa era li.

«Eww» disse l'angelo, accompagnando il verso con una faccia disgustata «No!» Esclamò «Ma in realtà mi piacerebbe molto Nick sei carinissimo» Nick si domandò quale fosse il problema allora, ma non era proprio esperto in materia di Angeli Custodi.

«Posso chiederti un'altra cosa prima che tu mi dica quello che mi devi dire?» chiese Nick, la cui mente era già volata altrove, su altri quesiti.

«Spara» disse l'Angelo.

«Le altre persone in questa stanza» bisbigliò « ti vedono? O sembra loro che io stia parlando da solo?» chiese Nick, con un occhio un po' socchiuso. Non riusciva a controllarlo, era la sua faccia da domande.

«In realtà siamo entrambi invisibili adesso Nick, siamo in una sorta di bolla interdimensionale. Ti ho trasportato qui mentre benedivi gli ubriachi» gli fece l'occhiolino. Lui annuì, ritenendola una spiegazione credibile.

«Bene allora, dimmi tutto» disse Nick, convinto, riprendendo a lucidare il solito bicchiere per darsi un tono.

«Volevo parlarti a proposito di Jess» disse l'Angelo con espressione eloquente.

Nick andò sulla difensiva.

«Perché il mio Angelo Custode vorrebbe parlarmi di Jess? Non ci sono cose più importanti nella mia vita? Per esempio, il whisky. Oppure le mie responsabilità nei confronti degli ubriachi, dato che sono il loro re» disse quasi rompendo il bicchiere per l'energia che ci aveva messo nel pulirlo, pronunciando queste ultime parole.

«Io credo che tu piaccia a Jess» disse l'Angelo Custode annuendo.

«Dici sul serio?» chiese Nick smettendo finalmente di strofinare il bicchiere, che se avesse potuto parlare avrebbe ringraziato.

«Si si» confermò «vuoi fare qualcosa a proposito?» chiese l'Angelo con aria saccente.

«Dovrei?» rispose Nick, completamente spaesato e incerto.

«Certo, coglila di sorpresa Nick, insomma, lei non fa altro che parlare di te, e poi tutti quei discorsi passivo aggressivi sul tuo conto. Lasciatelo dire, chiaramente le piaci» continuava ad avere un'aria saccente, parlava come se stesse dicendo la ovvia verità divina. Nick si fidava di lei.

Sbatté il bicchiere sul bancone e lo ruppe. Uno degli ubriaconi si girò a guardarlo, lievemente interessato, ma Nick era troppo preso dalla determinazione per accorgersi che la bolla interdimensionale non era così reale come credeva.

«Farò qualcosa, com'è vero che mi chiamo Nick Miller!» disse con espressione decisa «farò qualcosa appena smonterò dal mio turno, perché non voglio essere licenziato sai» disse poi, un po' più timido.

«A che ora smonti?» gli chiese l'Angelo. Lui tartarugò l'espressione.

«Tra un'ora» disse.

«Bene» disse l'Angelo, gli fece l'occhiolino. Nick sbatté le palpebre per un millisecondo.

Quando riaprì gli occhi l'Angelo era sparito.

«Wow» disse a voce alta.

«Grazie, sono lusingato» disse un uomo particolarmente sporco accanto a lui che sorseggiava la stessa birra di più di mezz'ora. Nick lo guardò disgustato. Questi sudditi di oggi.

 

***

 

«Sono a casa» urlò Nick entrando dentro l'appartamento. In realtà l'aveva solamente bisbigliato, perché era nervosissimo, ma lui credeva di averlo urlato, e si infastidì un po' quando non ricevette risposta. Ma lasciò correre.

«Devi andare a parlare con Jess, Nick» pensò, cercando di motivare sé stesso «non puoi deludere il tuo Angelo Custode, se si è scomodato per venire a dirti questo ci dev'essere il destino in ballo, l'intero equilibrio del mondo potrebbe essere danneggiato. Sei in missione contro il tempo Nick. Devi salvare gli equilibri del mondo» contemporaneamente al suo pensare a questo Nick continuava ad andare avanti e indietro per la stanza. Si bloccava di fronte alla camera di Jess e tornava indietro, nel salotto, e così via, senza riuscire a prendere il coraggio per agire o rassegnarsi definitivamente.

«No Nick» disse infine a voce alta «il mondo ha bisogno di te». Non si era accorto che Jess lo stava ora guardando divertita dal corridoio, perché lui era di spalle, una gamba inginocchiata sul divano, l'altra pronta a scattare verso il corridoio. Lei diede qualche colpo di tosse. Lui si girò e la vide.

«Eh, ciao Nick» disse Jess, facendo la voce grossa e dondolando la testa, come faceva sempre quando stava per dire una di quelle sue battute che lei pensava fossero divertenti. Ma in realtà erano un po' tonte.

«Eh, ciao Jess, sto salvando il mondo dalla razza dei divani, sono sporco di whisky sulla maglietta perché il whisky è la mia benzina» continuò Jess, imitando alla bell'e meglio la voce di Nick, lui si limitò a guardarla basito, ancora fermo in quella ridicola posizione.

«Stupido divano» disse Jess agitando il dito come per rimproverarlo. Lo sguardo di Nick non cambiava, Jess iniziò a perdere confidenza.

«Beh...» disse annuendo. Se Nick era il Re degli Ubriachi, Jess, era la Regina dei Silenzi Imbarazzanti.

«Jess» disse Nick, alzando la gamba dal divano «io sono il Re degli Ubriachi» disse, lei lo guardò con gli occhi spalancati e l'espressione curiosa. Non sembrava nemmeno accennare a pensare che Nick fosse pazzo.

«Ho rotto un bicchiere per te» disse ancora lui, tirando fuori dalle tasche schegge di vetro. L'espressione di Jess iniziò a cedere.

«Insomma tu sei la Regina dei Silenzi Imbarazzanti» disse. Lei rise.

«Si si lo sono» rispose sollevando le braccia al cielo, come per dire, cosa ci posso fare. Nick si avvicinò a lei. Poi iniziò a girare la testa di qualche grado, cercando la giusta angolazione per raggiungere meglio le labbra di Jess...

«Nick cosa stai facendo?!?» urlò lei allontanandolo con uno spintone e ridendo.

«Ma il mio Angelo Custode mi ha detto che ti piaccio!» urlò lui, offeso e scioccato.

«Il tuo Angelo Custode Nick? Sei impazzito?» ma lui agitava le braccia, nervoso.

«No Jess! Era al bar, eravamo in una bolla interdimensionale!» lei lo fissò, cercando di trattenere una risata.

«Tu! Sei stata tu mi hai fatto uno scherzo!» urlò Nick puntandole contro l'indice.

Lei mise le mani in alto sulla difensiva «Sono innocente! Ma come hai potuto credere che il tuo Angelo Custode ti stesse parlando?» si mise una mano sulla bocca e continuò a ridere sotto i baffi.

In quel momento sentirono un fragoroso tonfo proveniente dalla direzione della porta. Si girarono di scatto. Una figura era distesa sul pavimento e continuava a rotolare dal ridere, senza riuscire a fermarsi.

«Nick non hai chiuso la porta???!!!» urlò Jess in preda al panico, afferrando un ombrello per difendersi dall'intruso. Ma Nick urlò «È lei! È il mio Angelo Custode!».

Jess si avvicinò con cautela brandendo l'ombrello. Si fermò, la faccia improvvisamente seria.

«Emily?? EMILY DAY!» urlò la ragazza chinandosi per sollevare da terra l'Angelo Custode di Nick con la forza. Nick rimase confuso accanto al divano.

«Volevo farti uno scherzetto sorellina!» disse Emily una volta in piedi. Nick urlò.

«Tu! Io mi fidavo di te!» disse isterico. Emily si limitò a ridere ancora più forte.

«Sei troppo divertente Nick, Jess non esagerava, da come ti descrive sembri un cartone animato!» disse.

«Jess perché non mi hai mai detto che hai una sorella?» disse Nick continuando ad essere isterico.

«Non lo vedi perché Nick? È pazza! E tu sei un ingenuo!» disse puntandogli il dito contro. Lui le fece il verso. Jess sparì nel corridoio e nella sua stanza, chiudendo la porta con violenza. Nick rimase fermo sul posto, cercando di sembrare nonchalant. Emily fece lo stesso, immobile sulla soglia.

«Tu!» disse infine Nick indicandola «siediti sul divano e fai da brava».

«Io» disse puntando un dito contro se stesso «vado a parlare con Jess» andò a bussare alla sua porta. Lei aprì e lui sparì all'interno della camera di Jess. Emily rimase lì, seduta sul divano a farsi gli affari suoi. Prese una rivista dal tavolo e si immerse nella lettura.

Dopo quella che sembrò qualche ora qualcuno entrò nell'appartamento. Era Winston.

«Ciao» disse rivolto ad Emily.

«Ciao» rispose lei distogliendo lo sguardo dalla lettura per guardare il nuovo arrivato.

«Tu saresti?» chiese lui dirigendosi in cucina, cercando di non lasciarsi distrarre dai rumori che provenivano dalla camera di Jess. Molto disturbanti.

«Sono Emily, la sorella di Jess» disse lei annuendo.

«Ahh si, Jess mi ha parlato di te» rispose Winston. Si sedette imbarazzato accanto a lei sul divano con in mano un pacco di popcorn.

«Cosa sta succedendo lì dentro?» si azzardò a chiedere Winston.

«Jess e Nick, con il mio zampino, temo» disse lei, fissando il vuoto.

Winston si limitò ad inghiottire il rospo. Annuì.

Accese la TV e mise il volume al massimo.

 

Nel frattempo, in camera di Jess.

«Chi ha alzato così tanto il volume della televisione?» chiese Nick a Jess, interrompendo per qualche secondo quello che stava facendo.

«Credo che sia rientrato Winston, Schmidt non guarda la televisione» disse lei con le braccia incrociate, aspettando il suo turno.

«Oh mio dio Jess» disse Nick, come se all'improvviso avesse capito qualcosa al solo sentir nominare Schmidt.

«Winston è talmente abituato ai giochetti in camera da letto di Schmidt che ha pensato...hai capito no!» si interruppe. Lei lo guardò con sguardo complice, terrorizzato.

«Cavolo Nick, deve aver pensato proprio quello! È disgustoso, ma pensaci, io e te!» Jess finse un brivido che le percorreva la schiena, Nick la guardò facendo una faccia disgustata per concordare.

Poi spostò la sua pedina e pescò una carta.

«Schmidt ha rovinato i giochi di ruolo per sempre. Quando rientra gli faccio mettere cento dollari nel barattolo. Per vendicare i giochi di ruolo» disse Nick.

«Pensa alla faccia di Emily e Winston però» disse Jess.

I due risero e continuarono la loro partita.

 

 

A proposito di Emily

Il personaggio di Emily mi è venuto in mente dopo aver visto delle interviste fatte alle due sorelle Deschanel, dove raccontavano che da piccole Emily, la sorella maggiore, raccontava bugie alla minore per spaventarla. Così ho pensato, e se anche Jess avesse una sorella maggiore un po' dispettosa? Ed eccoci qui.

  
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