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Autore: niki_    10/12/2012    7 recensioni
Uccidere un uomo non è difficile e, durante i millenni in cui la razza umana ha abitato il mondo, la creatura perfetta di Dio aveva inventato milioni di modi per farlo.
Uccidere un uomo non è troppo faticoso, se hai un'arma. Se è un coltello basta calarlo sulla tua vittima, sfruttando la forza di gravità, in uno dei punti vitali che il Creatore ha fatto il favore di lasciare amabilmente esposti. Se hai una pistola è anche più semplice ed efficace: devi solo avere mano abbastanza ferma per mirare bene - se vuoi dare la grazia di una morte rapida e senza troppo dolore - e piegare una falange per premere il grilletto.
Uccidere un uomo è troppo, troppo semplice.
Lovino ha ucciso, oh, se ha ucciso! Lovino ha ucciso perché questa è l'eredità che suo nonno gli ha lasciato e - ingoiando lacrime amare ad ogni sparo, fendente, esplosione... - lui l'ha raccolta perché la famiglia è tutto, come diceva il vecchio.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nord Italia/Feliciano Vargas, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Le due famiglie
Le due famiglie è figlia di una notte insonne ed è stata pesantemente influenzata da questo video e dalla canzone, Little Italy di Les Gueules d'Aminche, che lo accompagna - e che ha accompagnato me per tutta la stesura della storia - e di cui ho usato una frase nelle citazioni.
Avevo in mente tante cose da dire su questa One-Shot, di come mi abbia fatto stringere il cuore scriverla e di come sia arrivata all'orlo delle lacrime nel leggere le informazioni sulla mafia per non cadere in banalissimi errori che temo di aver fatto in ogni caso.
Credo di aver iniziato a pensare ad una storia del genere dopo un episodio che mi è successo qui in Australia e che mi ha lasciato sinceramente ferita nel profondo. La mia famiglia ospitante mi aveva chiesto dei luoghi da visitare per quando sarebbero venuti in Italia così, dopo i 'classici' "Milano, Torino, Roma, Venzia, Firenze", ho detto "La Sicilia". Appena ho pronunciato il nome dell'isola, la madre ha subito detto "Oh, ma non è pericoloso con la mafia?".
Trovo così triste che un posto meraviglioso come la Sicilia - e tutto il Sud Italia - di cui sono follemente innamorata sia conosciuto in primo luogo per la malavita. Il Sud Italia è molto di più, il Sud Italia è una delle terre più belle al mondo, ricchissima di storia. Non sono siciliana, non sono del sud, ma come italiana in primo luogo questa cosa mi fa davvero male.
Scusate la piccola divagazione, ci tenevo a farla. In ogni caso vi lascio a Le due famiglie sperando che vi piaccia e che non abbia stravolto eccessivamente i personaggi. Se perderete tempo a lasciare un commento mi renderete davvero felice.
Piccole puntualizzazioni:
- La punciuta (puntura, in dialetto siciliano) è il rito di iniziazione di Cosa Nostra: l'iniziato si faceva pungere l'indice e le gocce di sangue venivano fatte cadere su un'immagine sacra a cui veniva dato fuoco mentre il nuovo affiliato giurava di essere fedele a Cosa Nostra pena bruciare come l'immagine.
- La storia è ambientata verso la fine degli anni sessanta: in quel periodo i mafiosi pentiti che si costituivano venivano dichiarati dagli ospedali statali malati di mente e le loro accuse lasciate cadere. Fino alla fine degli anni settanta, infatti, lo Stato non voleva che si parlasse di mafia.
- La Caina è, nell'Inferno di Dante Alighieri, il cerchio dove vengono puniti i traditori dei parenti.
- Il "capomandamento" è una delle alte cariche all'interno dell'organizzazione mafiosa. Vi rimando alla pagina di wikipedia che, sicuramente, lo sa spiegare meglio di me.

Disclaimer - L'autrice non ricava neanche una lira da questa storia. Axis Powers Hetalia appartiene agli aventi diritto.
Se APH mi appartenesse... Fermi tutti! È vero che in HetaOni Romano afferma "Non sottovalutare il Paese della mafia!"? Perché se davvero ha detto qualcosa del genere è una cosa estremamente irrispettosa nei confronti di tutti coloro che sono morti per colpa della malavita organizzata e di tutto il Sud Italia che la mafia la combatte ogni giorno.

Le due famiglie
La mafia non è affatto invincibile; è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una sua fine.
Giovanni Falcone
Hey Joe, fait gaffe, un jour on va t'trouer la peau, par quel moyen, c'est la question, à coup d'surin à coup d'canon
(Hey Joe, fai attenzione, un giorno ti faranno la pelle, in quale modo, questa è la domanda, se con un pugnale o con un colpo di pistola)
Little Italy
, Les Gueules d'Aminche
Uccidere un uomo non è difficile e, durante i millenni in cui la razza umana ha abitato il mondo, la creatura perfetta di Dio aveva inventato milioni di modi per farlo.
Uccidere un uomo non è troppo faticoso, se hai un'arma. Se è un coltello basta calarlo sulla tua vittima, sfruttando la forza di gravità, in uno dei punti vitali che il Creatore ha fatto il favore di lasciare amabilmente esposti. Se hai una pistola è anche più semplice ed efficace: devi solo avere mano abbastanza ferma per mirare bene - se vuoi dare la grazia di una morte rapida e senza troppo dolore - e piegare una falange per premere il grilletto.
Uccidere un uomo è troppo, troppo semplice.
Lovino ha ucciso, oh, se ha ucciso! Lovino ha ucciso perché questa è l'eredità che suo nonno gli ha lasciato e - ingoiando lacrime amare ad ogni sparo, fendente, esplosione... - lui l'ha raccolta perché la famiglia è tutto, come diceva il vecchio.
"È ancora lucido?" chiede a uno dei suoi picciotti guardando distrattamente una foto d'infanzia.
"Sì, signor Vargas" risponde quello. Deve essere nuovo, dato che non lo ricorda, e anche straniero considerando il pesante accento spagnolo.
"Bene. Questa storia va finita oggi" Lovino lancia un'ultima occhiata all'immagine di lui e suo fratello che sorridono in una vecchia fotografia in bianco e nero sbiadita dagli anni prima di alzarsi.
Lo scantinato, freddo e umido, dove è rinchiuso il traditore è a malapena rischiarato da una lampada ronzante. Il ragazzo, giovanissimo e di costituzione minuta, tiene la testa bassa fissando le mattonelle luride non osando alzare lo sguardo verso il padrino o semplicemente non lo fa perché è stato pestato così forte che non ha la forza per tenere il capo eretto.
Lovino fa segno agli uomini di uscire e afferra una sedia per potersi sedere a gambe larghe di fronte al prigioniero. Si allunga un poco e gli afferra il mento per alzargli la testa e guardarlo negli occhi ambrati, gemelli dei suoi.
"Perché hai tradito la famiglia, Feliciano?" chiede in un sospiro pesante.
Suo fratello minore - più piccolo di appena due anni - gli sorride appena, come sempre, nonostante un rivolo di sangue gli scivoli dalle labbra spaccate. "Questa non è la nostra famiglia, Lovi" dice predendosi un secondo per sputare un grumo più grosso.
L'altro osserva apperentemente impassibile la traiettoria del grumo che termina ad un centimetro dalla punta della sua scarpa "Ti sbagli, Feli. Questa è la famiglia che il nonno ci ha lasciato e tu ne fai parte quanto me".
Lui chiude gli occhi ondeggiando appena la testa per negare "Il nonno ha sbagliato. La famiglia dovrebbe proteggere dal male non portarne altro e condannare tutti i suoi membri all'Inferno".
"È per questo che ti sei consegnato agli sbirri dando tutti i nomi di Cosa Nostra compreso il mio?" esplode stringendo di più la presa sul mento e portandosi così vicino che i loro nasi si toccano.
"I veri familiari cercano sempre di salvare i propri parenti. Se essere dietro le sbarre ti avrebbe impedito di infrangere i comandamenti di Dio e quindi la punizione eterna, allora che ben venga" cantilena con dolcezza mantenendo sempre il sorriso sulle labbra.
Lovino sbatte per un secondo le palpebre, preso in contropiede, ma rimette immediatamente la maschera del Capo dei capi di Cosa Nostra per sibilare, gli occhi ridotti a due fessure, "Non ti hanno creduto e hai tradito. Hai rotto il giuramento fatto con la punciuta: sai cosa ti aspetta, no?" .
Lui ride, un eco lontano della risata gioiosa che li aveva accompagnati nella loro infanzia. "Ho sottovalutato quanto lo Stato sia terrorizzato da voi. Per quanto riguarda la punciuta, non tengo conto di un giuramento fatto sotto obbligazione... Passando ad altro: sarai tu ad uccidermi, fratellone?" gli scocca un'occhiata a metà fra il divertito e lo stanco quando passa alla domanda.
Come a rispondere affermativamente, Lovino estrae una pistola dalla tasca della giacca di gessato - lasciando andare il mento del fratello - per appoggiargliela sulla fronte "Alcuni vorrebbero fare della tua morte un esempio per tutti quelli che hanno in mente di tradirci ma io te ne posso concedere una rapida e indolore" spiega ingoiando il nodo che gli si sta formando in gola.
"Ti ringrazio per questa grazia, fratellone" Feliciano chiude gli occhi continuando a sorridere beatamente "Mi dai il tempo di recitare una preghiera oppure hai fretta perché hai altri affari da sbrigare?".
"Avrei un appalto da assegnare, dall'altra parte di Palermo, fra dieci minuti ma tu sei più importante".
"Perché stai piangendo, Lovino? Sono solo un traditore della famiglia, no? La Caina mi sta aspettando".

"Hai sentito?".
"Cosa?".
"Il signor Vargas, dopo aver ammazzato il traditore, sta pensando di andarsi a costituire".
Silenzio. Il capomandamento lascia cadere la sigaretta sul selciato e la calpesta spegnendola completamente. Alza lo sguardo sul cielo notturno di Palermo pensoso per poi tornare al suo interlocutore.
"
Allora direi che è ora di terminare il dominio dei Vargas. La domanda è: pugnale o pistola?".
  
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