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Autore: E n d l e s s l y    10/12/2012    7 recensioni
Sospiro, cercando disperatamente la forza per attraversare il corridoio decorato con disegni di cicogne e affrontare ciò che mi aspetta.
Non sembra difficile.
Cammina, porgi i fiori, sorridi, fai gli auguri, sorridi, tutto bene?, è proprio un bel bimbo, sorridi, saluta, vattene, piangi.
Okay, forse lo è.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dominic Howard, Matthew Bellamy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rigiro fra le mani il mazzo di gigli bianchi.
Il fioraio mi ha assicurato che sono il genere di fiori adatto all'occasione, mentre invece sono io quello inadatto alla situazione di adesso.
Forse avrei dovuto anche scrivere un bigliettino, qualcosa come "Felicitazioni per la nuova nascita e vaffanculo".
O forse questo avrebbero potuto non gradirlo.
Sospiro, cercando disperatamente la forza per attraversare il corridoio decorato con disegni di cicogne e affrontare ciò che mi aspetta.
Non sembra difficile.

Cammina, porgi i fiori, sorridi, fai gli auguri, sorridi, tutto bene?, è proprio un bel bimbo, sorridi, saluta, vattene, piangi.

Okay, forse lo è.
Sposto il peso da un piede all'altro. Dottori e infermiere mi sfrecciano di fianco indaffarati, mentre io sono fermo qui. Tutto si muove e io rimango immobile. Tutti vanno avanti, si sposano, fanno figli, e io rimango solo.
Congratulazioni, moccioso, sei appena nato e hai -senza nessuno sforzo- la persona che bramo da una vita.
Chiudo gli occhi e conto fino a dieci. Inizio a camminare mentre ho ancora gli occhi chiusi, e il cuore mi martella nelle orecchie.
Riapro gli occhi, mi sistemo la giacca e mi piazzo davanti alla porta della camera.
Si sentono delle risate provenire da dentro. Inspiro ed espiro e spalanco la porta.
Tu sei lì e le stai accarezzando i capelli, mentre uno sciocco sorriso illumina il tuo volto, rivelando quel tuo dente storto che tanto adoro e la barba sfatta.
Vi girate verso di me al contempo, come se foste uniti da chissà quale cazzo di connessione mistica.
«C...iao» mormoro imbarazzato, passandomi una mano fra i capelli.
«Dom!» mi saluti tu, con un sorriso forse due volte più grande di quello che hai riservato a lei, e io ti odio, ti odio perché sei in una stupida stanza di uno stupido ospedale ad accarezzare i capelli di una stupida donna che è anche la madre di tuo figlio.
E io sono lo scemo del villaggio con i gigli bianchi in mano.
E ti amo.
«Allora, umh...come va?» butto lì, per fare conversazione.
Kate sorride.
«Oh, dimenticavo. Congratulazioni» aggiungo, porgendole i fiori.
Lei li prende, li annusa e te li passa, poi tu li metti in un vaso di vetro alle tue spalle, fra un mucchio di altri mille fiori di ogni genere, palloncini e pupazzi azzurri.
«Lo vuoi vedere?» domandi, con la voce orgogliosa del padre fiero.
No.
«Certo»
Metto le mani in tasca e ti seguo nella nursery. Entrambi fissiamo in silenzio il pavimento lungo tutto il tragitto.
Arriviamo davanti al vetro al di là del quale ci sono varie culle con bambini.
«Vedi?» mi mostri puntando l'indice sul vetro. «È quello»
Provo a seguire la linea del dito per capire chi tu stia indicando, perchè per me sono tutti uguali, sono solo quaranta bambini con quaranta copertine rosa o azzurre e i cartelli "è un bimbo", "è una bimba", seguito dal nome e dalla data di nascita.
Ah, no, aspetta, fra questi c'è anche il figlio della persona che amo.
«Bingham Hawn Bellamy?» leggo ad alta voce, alzando le sopracciglia. «Davvero?»
Ridi. «È un nome curioso, vero?»
È curioso, vero, che io ti ami da sempre e che non sia mai riuscito a dirtelo e ora che sei padre è troppo tardi? È curioso? No. Fa solo schifo.
«Carino» commento, cercando di metterci tutta la simpatia possibile, ma nonostante questo sembra un complimento dovuto e profondamente poco sincero, e il che, più o meno, è così.
«Dai Bing, saluta lo zio Dom» lo inciti picchiettando sul vetro, come se potesse davvero sentirti.
«Ciao zio Dom» continui, facendo la vocina da ritardato.
Non sono mai stato sicuro della tua sanità mentale, ma ora siamo decisamente fuori da ogni schema.
Ti volti verso di me, mentre hai ancora stampato in faccia quell'assurdo sorriso che non vuoi proprio toglierti, quel sorriso che mi fa venire voglia di tirarti un pugno.
«Chi l'avrebbe mai detto, eh?» commento. «Tu…padre»
Ridi di nuovo. «E tu invece cosa aspetti a sistemarti?» domandi.
Non so, per esempio te?
O, almeno, prima era così.
«Beh, allora...complimenti» mormoro.
Mi dai una pacca sulla spalla, con un gran sorriso. «Grazie»
Guardo di nuovo il moccioso che dorme beato, ignaro della fortuna che si ritrova. Figlio di Matthew Bellamy...da non crederci. Un giorno di vita e giá possiede il mondo, il mio mondo.
Stringo i pugni e decido che è troppo.
«Devo andare» annuncio, «è stato un piacere, ancora auguri e tanta felicità» taglio corto in modo frettoloso.
Le frasi fatte mi salvano sempre, soprattutto in questi momenti in cui sono vuoto e vorrei augurare a chiunque una morte lenta e dolorosa.
Fai un cenno con la testa e torni a guardare il bambino con un'espressione adorante dipinta sul viso.
È la stessa che ho io quando guardo te.

Ma tu non te ne sei mai accorto.
 

***

allora, questo è tutto...spero di non avervi annoiato/disgustato, ma in ogni caso sono pronta ad accettare i pomodori ahahah ^^
un grazie enorme dal profondo del cuore a pwo_pah...ciao amica mia! 
   
 
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