Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: Shiro_chan    10/12/2012    4 recensioni
Molto semplice: one shot, SebastianxCiel, non molto spinta, non credo che Ciel sia uno di quelli che va per le cose spinte, e poi, beh voglio essere delicata, è nella mia natura, soprattutto quando parlo di Ciel.
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Sebastian Michaelis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella stagione era strana, cambiava umore ogni giorno se non quasi ogni ora, passanti dal caldo più soffocante al freddo-umido. Si l'autunno era molto strano. Quel giorno faceva particolarmente freddo, un vento gelido sferzava l'aria. Il giovane conte era in un salotto, davanti al caminetto leggendo un libro. Nonostante il fuoco acceso, tremava lievemente, scosso da leggeri ma continui brividi di freddo. Il libro era noioso e pesante e si sentiva molto stanco; dopo quello che era successo nell'ultimo periodo, avrebbe preferito avere un po' di pausa dal lavoro.

 

"Ma forse, per spiegare meglio la questione, dovremmo approfondire quello che il nostro protagonista davvero pensava. Egli…. Egli inf… infatt… …."

 

Gli occhi stanchi del giovane conte si chiusero, lasciandolo immergersi in un sonno profondo, un sonno meritato. Era molto che non dormiva così, senza essere tormentato da tremendi incubi. 

 

Era disteso sul suo letto, in camicia da notte. Il suo maggiordomo era vicino a lui, stranamente seduto sul bordo del letto. Si girò di scatto verso di lui osservando la sua figura magra e fredda. Era senza giacca e senza gilet, semplicemente in camicia. Strano, non si ricordava che cos'era successo, si sentiva confuso e spaesato. Lentamente tornava cosciente del suo corpo. Era in camicia da notte, si… Ma… Mancava una parte solita del suo abbigliamento notturno. Perché era solo in camicia? Fissò ancora il maggiordomo non riuscendo però a proferir parola.

-Bocchan, qualcosa non va?- chiese Sebastian con la sua solita voce dolce e pacata.

Provo a rispondere ma non riusciva ad emettere suono, era come paralizzato, i muscoli ancora non rispondevano. Riuscì con immensa fatica a muovere una mano verso di lui. 

Il demone sorrise accarezzandogli dolcemente il viso. Era senza guanti: perché?

-S… Sebastian- riuscì a sussurrare. Il maggiordomo dannato sorrise nuovamente.

-Stia tranquillo, Bocchan, è molto stanco-. Che fosse il suo sguardo a tenerlo immobile? No, che stava pensando! Era impossibile e ridicolo! Sebastian salì sul letto avvicinandosi a lui, vicino, molto vicino, troppo vicino! Le labbra demoniche si appoggiarono sulle sue e la lingua del demone si insinuò nella sua bocca lasciandolo senza fiato. Una parte di lui si voleva ribellare al bacio, una parte di lui non voleva che quello finisse invece. Gli occhi gli caddero sul basso ventre di Sebastian: era nudo… Diamine! Che voleva fare?

-Stia tranquillo- disse dolcemente il maggiordomo staccandosi dal bacio e prendendolo per i fianchi.

-C-cosa…?- non finì la frase che si sentì penetrare. La vista gli si annebbiò, si sentì come soffocare…

 

Si svegliò, gridando, con gli occhi sbarrati, e lui, lui era lì. Sebastian, davanti a lui, sempre pronto, presente.

-Bocchan?- domandò con tono quasi preoccupato.

-Non è nulla- rispose freddo Ciel.

Quel sogno… Come poteva aver sognato una cosa del genere? Chiuse per un attimo gli occhi, riaprendoli di colpo una volta sentite delle mani spogliarlo rapidamente.

-I sogni sono riflesso di ciò che si desidera- rispose pacato il maggiordomo.

Come faceva a sapere il suo sogno? Fissava il demone incredulo ed esterrefatto, non riuscendo nuovamente a muoversi. 

-C-cosa vuoi fare?- chiese quasi spaventato

-Esattamente quello che lei vuole- rispose sorridendo il demone.

Si tolse i vestiti rimanendo solo in camicia, aperta anche quella. Il suo corpo era perfetto, marmoreo, statuario. Gli addominali era scolpiti, il corpo perfettamente proporzionato e quel sorriso, quel sorriso maledetto. Il corvo lo baciò di nuovo scendendo poi verso il suo collo, su quella pelle chiara e pura. Il piccolo tremava, ma manteneva comunque il suo sguardo fiero. 

Sembrava Sebastian sapesse esattamente cosa dovesse fare. Deciso usurpava con quelle mani impure la pelle candida e sfregiata sulla schiena del piccolo.

-Sa, Bocchan, i sogni sono riflesso di ciò che il corpo desidera, quindi, non sarebbe bene concludere il suo sogno?- sussurrò languido il demone.

Il ragazzo non rispose, lo guardava fiero, respirando profondamente, quasi come se fosse in attesa.

Il demone sorrise. 

Dolcemente lo voltò, iniziando a leccarlo lentamente, per ammorbidirlo prima di entrare. I lievi gemiti del conte lo stavano eccitando sempre più. Non aspettò oltre, entrò, lento, con quel dannato sorriso dannato stampato sulle labbra. 

Un grido straziò l'aria.

Il Conte.

Aveva perso la sua aria fredda e superiore, sottomettendosi al volere del demone: in fin dei conti quel suo corpo, e la sua anima, quella in particolare, sarebbero state del corvo, quindi, perché perdere tempo?

Il dannato iniziò a muoversi dentro di lui, tra le grida del piccolo, il quale stringeva un cuscino tra le mani, come per cercare riparo e salvezza.

-Mi dica, Bocchan, è la sua prima volta?- chiese impassibile il demone.

Ciel non rispose, mugolò soltanto.

Si lo era e già si sentiva così vicino alla fine.

Com'era possibile? Aveva appena iniziato.

I colpi decisi gli procuravano fitte di piacere miste a dolore, il suo corpo si stava arrendendo lentamente. Le posizioni erano cambiate. Ora era il demone ad essere padrone e lui servo. Che meschino scherzo del destino.

Perse la concezione del tempo, sentiva solo piacere. E quel piacere arrivò al culmine costringendolo a riversarsi in completa sintonia con il corvo.

 

-Sebastian…- sussurrò appena mentre questo si sfilava. 

Il demone non rispose, lo osservo semplicemente aspettando un qualunque ordine, ma questo non arrivò, al contrario di un lungo bacio.

Si strinse poi a lui chiudendo gli occhi esausto. 

Si addormentò quasi immediatamente, tra lo stupore del corvo.

  
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