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Autore: Mad dy ness Zalk909192    10/12/2012    2 recensioni
Un uomo che fumava sotto il portico di una casa.
Un ragazzo che correva felice.
Due punti di vista, completamente differenti.
Due storie un tempo unite, ma da allora… Non poteva più esistere un “noi”.
Genere: Introspettivo, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jack Frost, Jamie, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Un uomo che fumava sotto il portico di una casa.
Un ragazzo che correva felice.
Due punti di vista, completamente differenti.
Due storie un tempo unite, ma da allora… Non poteva più esistere un “noi”.
 
 
 
Avrei voglia di sfogare tutta la mia rabbia in un pianto disperato, di quelli che ti uccidono emotivamente, che ti annullano, per almeno tre ore della tua vita.
Avrei voglia di chiudermi nella mia cameretta in casa dei miei genitori. 
Vorrei farlo e non posso, vorrei dimostrarmi debole, e non posso farlo.
Mia madre ha bisogno di me, ha bisogno di suo figlio, anche se ancora mi guarda con disprezzo e pietà insieme, come se io avessi bisogno della sua carità spocchiosa. 
Ha un figlio omosessuale da sempre, l’ha sempre saputo e ha sempre ignorato i fatti. 
Dieci anni fa gliel’ho detto, e da dieci anni mi guarda sempre con quegli occhi che odio.
Mi chiamo Jamie, Jamie Bennet, ho 32 anni, e da sei ore sono orfano di padre, così sono dovuto tornare a casa, la mia morale mi ha imposto di tornare in una casa in cui non mettevo piede da otto anni, da quando ho finito gli studi e sono scappato dalla mia cittadina di provincia. 
Mia madre mi odia, ma ha solo me. Sofia se n’è andata tanto tempo fa.
Mi accendo una sigaretta appoggiato alla balaustra del portico di casa. 
Sono passati gli anni, tutto è cambiato, io sono cambiato, tutto è fottutamente cambiato. Avrei preferito che ogni cosa rimanesse al suo posto e che io continuassi a credere nelle favole. 
Sarebbe stato tutto più facile.
Spengo la sigaretta ed entro in casa.
Fa freddo, qui fuori. Anche troppo.
 
 
A stento riesco a crederci quando lo scorgo sotto il portico!
Rido come uno scemo e mi lancio verso di lui. E’ cresciuto un sacco in questi ultimi anni!
Lo saluto, ma non mi sente, deve essere sovrappensiero.
Atterrò in un turbinio di neve fresca in cortile e corro verso di lui.
Sono felice! Felice come non lo sono da tempo, Jamie è tornato a casa!
Lo chiamo, sto per abbracciarlo, quando me ne rendo conto.
Jamie Bennet non può più vedermi.
Mi immobilizzo sul posto, sospeso a mezz’aria di fronte a lui. 
Il mio fiato deve essere gelido, dato che rabbrividisce, spegne la sigaretta -da quando fuma?- ed entra in casa stringendosi nelle spalle.
Le lacrime fanno presto ad uscire. Jamie… il mio Jamie. 
Mi lascio trascinare dal vento fino al lago, senza curarmi di evitare luoghi affollati in cui la gente potrebbe vedermi svolazzare.
Se lui non può più vedermi, è come se anche gli altri non mi vedessero più, se non esistessero più.
Non mi importa più di nulla.
Appoggio la schiena contro la roccia e rimango lì. Mi faccio schifo da solo.
Dovevo aspettarmi che sarebbe successo, dovevo sapere che sarebbe diventato adulto, dovevo capire da subito che non avrebbe potuto farmi sentire vivo per sempre.
Eppure fa male.
Fa dannatamente male.
 
Il giorno dopo un eterno bambino si svegliò e ricominciò a giocare con la neve, malinconico, ma più forte.
Nella stessa città, poco distante, un uomo stringeva la mano di sua madre, dopo averla affrontata per la prima volta da anni, stremato, ma più sicuro e più accettato.
 
Dopo poche ore, Jamie andò ad aprire la porta di casa, salutando con un abbraccio il suo compagno, arrivato dalla città, proprio mentre Jack si trovava lì, intento ad osservare il nuovo arrivato.
 
Jamie trovò la forza di sorridere mentre entrava in casa stringendo la mano nel suo uomo, Jack si ritrovò a sperare ogni bene per il suo bambino preferito, sorridendo anch’egli.
 
Jack se ne andò da lì facendo smettere di nevicare. 
L’inverno era finito, in quella parte di mondo, ma non in tutto il resto del globo.
Altri bambini, anche se meno suoi, avevano bisogno di lui.
Non poteva certo dimenticarsene.











"Ringrazio" Riunien per l'ispirazione alla depressione acuta.
Ringrazio anche me stessa per averla scritta in meno di un quarto d'ora, che è un record personale.

Inoltre, se ho piazzato Jamie Bennet gay, è solo perché ho VOLUTO accentuare la depressione della sua situazione. Sì, a caso.
Avrei potuto farlo etero, invece no. Perché gaio intenerisce di più, inutile negarlo.

Mi scuso per la poca allegria e per il cinismo del mio ultimo commento!
Se ci sono errori siete gentilmente pregati di segnalarmenlo!
<3
   
 
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