Titolo: Forget about the sunrise
Personaggi: Merlin, Mordred
Pairing: MerlinxMordred [Merdred]
Rating: Verde
Genere: Slice of life; Fluff; Sentimentale
Avviso: Slash; What if?; Spoiler;
Missing Moments
Forget
about the sunrise
Per Mordred
era diventato quasi essenziale quel calore premente che lo avvolgeva nella
propria camera, sul letto a baldacchino, mentre le coperte leggere gli
ricoprivano il corpo nudo. Quell’aria pesante e calda che prendeva vita dopo una
notte intensa perso nei suoi sogni.
Un tepore che dominava
incontrastato nelle stanze.
Gli occhi del druido furono
catturati dalla figura, che conosceva fin troppo bene e che aveva popolato le
sue notti oscure per anni, dalla pelle candida e dai folti capelli corvini – un
contrasto divino –, distesa al proprio fianco.
Mordred udiva perfettamente il respiro
profondo e pesante dell’altro, perso in quel mondo a cui non aveva accesso.
Si voltò appena e con lentezza su
un fianco, volgendosi verso il corpo niveo del mago.
Il viso era disteso e rilassato,
le palpebre chiuse delicatamente sulle perle marine e le labbra rosse
rimanevano lì ferme, socchiuse, respirando con regolarità, creando una profonda
invidia al più piccolo che faticava nel trattenersi dal ricoprire quella bocca
peccaminosa con la propria.
Per Mordred
era davvero essenziale poter godere di quella visione nella maggior parte delle
mattinate, quando il sole con perversa ironia li strappava alle tenebre.
Il druido desiderava quasi con
ingenuità che quei momenti così privati per lui e così vitali non andassero mai
perduti e lontani.
Aspettava sempre con gioia – e quella
era davvero una contraddizione – l’arrivo dei raggi solari, per poter avere
l’opportunità di osservarlo senza dover dare alcuna spiegazione e ritrovarsi
quel sorriso saputello che il moro gli dedicava ogni qualvolta lo ritenesse
necessario.
Ogni mattina il druido veniva
svegliato da quel tepore, dai timidi raggi della nuova alba e dal bisogno di
poter osservare ogni espressione e piccolo mutamento su quel viso che aveva
cominciato a conoscere meglio di se stesso, cullato dal suo respiro. Ogni
mattina si voltava verso di lui per poterlo studiare e per poter assaporare
quei momenti così vitali.
Un solo battito di ciglia, un
fruscio leggero e gli occhi marini del più grande si specchiarono nei suoi; Mordred sentì l’ossigeno venirgli sottratto.
Le labbra di Merlin si curvarono
in un tenue sorriso e Mordred desiderò averle solo su
di sé.
«Buongiorno.» Sussurrò il
valletto reale, stringendosi tra le coperte.
«’giorno.» Rispose di rimando il
più giovane.
Le palpebre del corvino
sbatterono un paio di volte per abituarsi alla luce mattutina ed annusò l’aria
a circondarli, distendendo quel sorriso. Poi le iridi chiare si depositarono
nuovamente su quelle dell’altro. «Da quanto sei sveglio?» Domandò con malcelata
curiosità, come se conoscesse già la risposta.
«Da un po’.» Proferì vago il
druido, conscio di essere stato colto in flagrante. Nuovamente.
Ogni mattina si ritrovavano a
vivere quella quotidianità, con piccole ed impercettibili varianti, ed ogni
mattina Mordred si perdeva nelle perle marine
dell’altro mentre quest’ultimo gli sorrideva sornione.
Merlin stirò il corpo,
risvegliando i muscoli e distendendo le gambe nude, scomponendo le lenzuola e
tirandole verso di sé. «Mi stavi osservando?» Chiese improvvisamente,
strappandogli il respiro.
Il più piccolo sbatté le palpebre
sentendosi stranamente messo a nudo, ritrovandosi a chiedere pietà a qualsiasi
divinità esistente. «Non essere ridicolo.» Ribatté annoiato, distendendosi
sulla schiena e fuggendo dal suo sguardo; ma lo vide quel nuovo sorriso che si
disegnò sulle labbra carnose del mago.
Il silenzio regnò per pochi
attimi, giusto il tempo di imprimersi nella mente la curva che aveva preso
quella bocca e poi un nuovo piccolo fruscio, così impercettibile da non
crederlo reale.
Le labbra del valletto reale si
congiunsero alle sue, appropriandosi della sua linfa vitale.
Gli tolse tutto l’ossigeno di cui
avesse bisogno, appropriandosi della sua bocca, esplorandola in ogni parte
mentre lui si ritrovava a rispondere con troppa enfasi e frastornato da quel
gesto.
Quel contatto così profondo
allentò e le labbra del più grande presero a baciargli le sue con tocchi
leggeri ed appena accennati.
Si separarono poco dopo,
continuando a sfiorarsi tra loro, come se fosse essenziale rimanere vincolati
alla loro vicinanza.
Gli occhi sgranati ed interrogativi
del druido rimanevano fermi su quelli consapevoli e deliziati dell’altro.
Merlin gli schioccò un nuovo
bacio, accarezzandogli le labbra in un tocco soave. «Fa sempre piacere essere
vezzeggiati.» Pronunciò sulla bocca, respirandogli in gola.
Mordred trasalì disorientato, pregando
che il rossore non s'impossessasse di lui e notando quella nota stonata nella
sua voce e nei suoi occhi. Una nota malinconica ed amara. «Hai Arthur.» Proferì
senza meditare, con l’intento di ricordargli ciò che viveva intorno a lui.
Ed ecco che le labbra del più
grande si curvavano appena ai lati, in un sorriso inespressivo e spento,
chiudendo gli occhi per un solo secondo e perdendo vitalità in quelle pozze
acquatiche. Mordred odiava vederlo in quel modo. «Non
ho nessuno, Mo.» Dichiarò con tutta la verità che aveva in corpo.
Il druido lo osservò come se
fosse la prima volta, incapace di attribuire il vero significato a quelle
parole.
Ribaltò le posizioni, portandolo
sotto di sé, sostenendosi con le braccia, poste vicino alla folta chioma
corvina, sul materasso.
Furono gli occhi interrogativi e
perplessi di Emrys a cercare i suoi ed il proprio ego
quasi cantò nell’essere riuscito a strappare quella tristezza che viveva in
lui.
Rimasero a specchiarsi tra loro
per un tempo indefinito e probabilmente non era passato neppure un solo
secondo, ma con Merlin il tempo perdeva ogni valore.
«Cosa c’è?» Domandò il servitore,
avvertendo un rimprovero premente contro la propria persona e non comprendendo
il turbamento dell’altro.
Il più giovane non rispose,
rimanendo fermo sulle sue iridi, senza proferire alcuna parola.
Una mano del mago si avvicinò al
suo viso, sfiorandogli la mascella.
Mordred gli prese la mano, trattenendola
nella propria per un tempo illimitato. Gli occhi del più grande non
distoglievano lo sguardo dai suoi.
Il druido portò il dorso alle labbra,
baciandolo delicatamente, intrecciando le dita alle sue e poggiando il palmo su
una guancia, godendosi quel contatto di beatitudine che gli dava, ritrovandosi
a chiudere gli occhi per assaporarlo meglio.
«Mo.» Lo chiamò il mago con tono
soffuso.
Mordred aprì gli occhi incontrando quella
figura che dominava la propria mente. Distesa sul letto, nuda e coperta da un
semplice lenzuolo bianco, i capelli corvini scompigliati sparsi sul cuscino
candido e quelle labbra pronunciate, rosse ancora dai loro baci precedenti.
«Ti amo.» Pronunciò vivido il
druido mentre quelle parole venivano ingoiate dal valletto reale.
Solo un battito di ciglia, le
perle marine immobili sulle sue.
Merlin si avvicinò a lui,
rubandogli l’ennesimo bacio ed attirandolo a sé.
Mordred si perse. Ebbe come la
sensazione di non trovarsi più in quel mondo e in quel tempo, portato in una
dimensione di cui non conosceva l’esistenza. L’unica cosa che riuscì a fare fu
aggrapparsi a lui e rispondere a quel bacio che aveva sempre sperato di
ricevere.
Le labbra si separarono ancora ed
i respiri si miscelarono in uno solo, mentre continuavano a toccarsi. «Lo so.»
Soffiò sulla bocca compiaciuto il più grande, distendendo le labbra in un nuovo
sorriso disarmante.
Il druido sospirò sconfitto,
sorridendo a sua volta e riprendendo possesso delle sue labbra.
Merlin lo attirò maggiormente a
sé, per sentirlo sempre più vicino e Mordred continuò
a regalargli quei baci e quelle parole di cui sapeva aver
bisogno.
La risata cristallina e viva del
mago riecheggiava in tutta la camera, distruggendo l’amarezza e la titubanza. Mordred non desiderava nient’altro che quello.
Mi
chiedo seriamente quando il mio interesse per il Merdred
cesserà o almeno si affievolirà.
Ma,
ahimè, mi sono imbarcata in questa avventura e non so come e se voglio uscirne.
Questa
storia è stata scritta prima di We are on a hiding to nowher,
eppure è stata concepita dopo.
Ho
davvero uno strano modo di agire.
Comunque
sia, questa storia è una falsa fluff
in tutta onestà.
Mi
chiedo se un giorno si arriverà al dunque e se Arthur si degnerà di irrompere
con la propria presenza.
Io
ringrazio come sempre, ed è davvero doveroso, tutti voi. Ognuno di voi. Chi si
imbatte in queste storie per caso, chi per curiosità, chi per interesse e chi per… costrizione. ù.ù
Alla
prossima.
Antys