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Autore: Simply96    11/12/2012    8 recensioni
Ciao a tutti! Prima storia su Ian e Nina, spero vi piaccia :) L'idea è quella di ripercorrere tutte le tappe della loro relazione fino a quando sono usciti "allo scoperto". La storia inizia dalle riprese della seconda stagione, quando si è iniziato a parlare di loro più come coppia.
Dal nono capitolo:
Il mio dito scivolò dalle sue palpebre fino al naso, poi delineò le mascella e risalì fino alle labbra.
Nel toccarle, Ian le dischiuse leggermente e il suo respiro caldo accarezzò i miei polpastrelli.
La mia pelle stava andando a fuoco sotto il suo sguardo.
Una voglia improvvisa m’investì il corpo.
Baciami.
Attenzione: all'interno potete trovare parti che sfiorano il Raiting rosso, ma non in modo esplicito. Per chi resta un pò imbarazzato davanti a certe scene, può sempre contattarmi per mp. Buona lettura :)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo secondo.
White dress.

 

Quella sarebbe stata una gran bella giornata, me lo sentivo!

In primis, finalmente iniziavano ad esserci dei guai anche per Katherine e questo era dannatamente divertente.

Per secondo, le lezioni di Yoga mi avevano fatto dimenticare tutto lo stress delle settimane passate, rendendomi la persona più felice del mondo.

Infine, come premio dei miei lavori che venivano apprezzati anche dai produttori, mi ero comprata delle deliziose ciambelle alla crema che aspettavano di esser gustate sopra il tavolo della cucina.

Il sole splendeva in cielo e tutto sembrava filare alla perfezione.

Mi sciacquai il viso con l’acqua fresca che mi svegliò ancora di più.

Solo un istante dopo che mi ero asciugata, qualcuno bussò.

Lanciai uno sguardo curioso alla porta, domandandomi chi potesse essere.

Con ancora il pigiama addosso andai ad aprire, ritrovandomi Ian Somerhalder.

- Che ci fai qui? - chiesi aggrottando la fronte. Ci eravamo accordati di vederci direttamente sul set poiché quel giorno avrei usato la mia macchina.

Odiavo guidare, soprattutto di prima mattina.  Rischiavo sempre di causare grossi incidenti.

- Buongiorno anche a te Miss pigiamino.- commentò maliziosamente squadrandomi.

Io sbuffai lasciandolo entrare, tanto conosceva la casa quanto me.

Era una piccola villetta a schiera con un giardino dietro, una fra le tante del vialetto che le circondava.
Non c’era un ingresso vero e proprio. Subito dopo la porta vi era un unico grande salone con accanto la cucina e, davanti, un corridoio che portava alla mia camera da letto e al bagno.

Era piccola, si, ma era decisamente nel mio stile.

Lasciai Ian nel salotto e andai a vestirmi, per poi dirigermi tutta contenta in cucina.

Quella doveva essere una giornata perfetta.

Ma, proprio sopra il tavolo, vidi l’orrore.

- Ian!- sgranai gli occhi, sconvolta.

Lui mi guardò pulendosi la bocca con un tovagliolo e buttando nel cestino la carta dei dolci.

La carta delle ciambelle alla crema.

- Si? - domandò poi indifferente, fingendo di non capire  perché lo trucidassi con lo sguardo.

- Ma cosa hai fatto… me le hai portate via senza lasciarmene un pezzettino, senza farmele nemmeno assaggiare?! - assottigliai lo sguardo, sempre più sbigottita.

Lui lanciò qualche occhiata in giro.

- Ohh … quelle … - finse di ricordare, mandando un piccolo sguardo alle carte ormai vuote. Poi, corrucciando la bocca, continuò, - Erano veramente squisite. -

Solitamente non ero una tipa violenta. Esuberante, allegra, euforica sì. Ma non aggressiva. Trovavo sempre un modo per chiarire le cose parlandone, come persone mature e
civili.

Ma quando mi si portavano via delle ciambelle era guerra aperta. Bisognava passare ai fatti.

Mi gettai letteralmente sopra di lui, sovrastandolo.

A cavalcioni, presi un cuscino e iniziai a buttarglielo in faccia svariate volte, nel vano tentativo di… che ne so, infastidirlo!

- Nina!? - provò a chiamarmi soffocando una risata.  

Gli impedii di dire altro, continuando a prenderlo a cuscinate.

Poco prima che lanciassi il colpo di grazia, Ian mi afferrò per entrambi i polsi e iniziò a guardarmi serio.

- I miei capelli. - disse secco inarcando un sopracciglio.

- Le mie ciambelle! - proferii in mia difesa corrucciando lo sguardo.

Lui scoppiò a ridere scuotendo leggermente la testa.

- Ma non puoi fare tutto questo per dei dolci! - bofonchiò sorridendomi.

Lo tenni ancora a terra, più seria.

- Oh si che posso. – continuai alzando leggermente il capo con fare autoritario. Questa volta fui io a sorridere beffardamente.

Lui sembrò pensarci su un attimo, roteando gli occhi. Dopo di che fece semplicemente spallucce.

- Dai, non dirò a nessuno di questa tua aggressione per del cibo. Ma, seriamente, te l’hanno mai detto che hai questi strani problemi a relazionarti con le persone? -

Sbuffai, alzandomi.

-  Va bene, hai vinto tu. – decisi scuotendo il capo mentre Ian si tirava su con un’aria soddisfatta.

- Ora sbrighiamoci, ci stanno aspettando. - enunciai prendendo la borsa.

Prima di poter fare un altra mossa me lo ritrovai davanti.

- Oggi, cara mia, sembra che Elena si sia finalmente messa a dormire, Katherine sta progettando un nuovo piano diabolico e il sexy Damon se la spassa con qualcuna. -

Tralasciai lo sguardo ammiccante che fece nel pronunciare sexy Damon ed intervenni.

- E questo che significa? E’ impossibile che ci siano scene senza me o senza te … -

Lui corrucciò il naso.

- La piccola Dobrev che si comporta da diva, scusa se m’intrometto ma il personaggio seducente ed altezzoso lascialo a me. Comunque, dovevano girare delle scene su questo piccolo cambiamento adolescenziale di Michael… -

Non capii, infatti lo guardai inarcando un sopracciglio.

- Ma dai Nina, ci passano tutti i sedicenni prima o poi. Sai com’è: luna piena, ossa che si frantumano, sbranamento del vampiro di turno che ti aiuta … -

Scoppiai in una fragorosa risata che contagiò anche Ian.

Controllai l’agenda ed effettivamente mi ero scordata che quel giorno non sarei dovuta andare sul set.

- Bé, meglio così!. - proferii dopo, raggiante. - Ora mi accompagni a comprare un vestito per questa sera. Ti ricordi no, quella cena … ? -

Senza aspettare una sua risposta lo presi per il braccio ed insieme andammo nella via principale del centro.

Io mi divertivo a scegliere i vestiti, a provarli,  ad abbinarli.

Al contrario, lui sembrava una specie di zombie.

Cioè, non che puzzasse ed avesse un aspetto orripilante, ma mi seguiva strascicando i piedi e guardando ogni tre secondi l’orologio, per poi buttarsi a peso morto sulla prima sedia che trovava.

D’un tratto lo vidi collassare su un piccolo divanetto, utilizzato dalle donne per provarsi le scarpe.

- Avanti su, sono solo dei vestiti - proferii avvicinandomi lentamente.

Per tutta risposta, lui si coprì il gli occhi con una mano.

- Dai, aiutami a scegliere l’abito per stasera! - continuai scuotendolo.

Lui sbuffò.

-  E va bene, lascerò scegliere al Caso se tu mi prometti che questo sarà l’ultimo negozio in cui metterai piede -  mormorò infine.

Annuii convinta, scorgendo il suo solito sorriso ironico da sotto la mano.

Ian alzò lentamente il braccio. Fece ruotare l’indice e puntò dritto dritto verso una massa di abiti.

- Scelgo quello. - affermò sicuro, mantenendo gli occhi chiusi e il braccio disteso davanti a sé.

Sospirai, stringendo le labbra in segno di resa.

- Ian… - lo richiamai, prendendolo per il braccio.

- Si? - domandò, tenendo sempre quella posizione.

- Ti stanno fissando tutti. - continuai scuotendolo.

Finalmente si decise a ricomporsi, guardandosi attorno e sistemandosi la camicia.

- Allora, quale sublime abito ho scelto? -

Gli indicai la tenda del negozio.

Fra 30 vestiti diversi e 10 manichini qua e la per il negozio, lui aveva proprio puntato verso una finestra.

- Il Destino vuole che indosso una tendina? - domandai incrociando le braccia, inarcando un sopracciglio.

Ian si alzò e, da dietro, mi spinse sulla schiena incitandomi ad uscire.

- Ma non ho ancora trovato niente! - contestai alzando le braccia al cielo.

- Evidentemente il Destino non vuole che compri un vestito. -

Appena usciti mi voltai, credendo di avere un’idea.

- A dieci minuti da qui c’è un altro bel negozio e… - 

L’occhiata che mi mandò mi fece zittire all’istante.

Oh, aveva vinto lui.

Di nuovo.

Tornammo a casa dove passammo il pomeriggio a guardare quei documentari che a lui piacevano tanto.

Amavo passare le giornate con Ian ma, ancora di più, amavo passarle sdraiati a guardare la tv o semplicemente a chiacchierare.

Io sulla poltrona e lui sul divano, continuammo a chiacchierare per ore, fin quando non fummo interrotti da una chiamata.

- Pronto? -

Colsi quell’occasione per guardare l’ora. Oh, erano le cinque  e mezza del pomeriggio e dovevamo ancora prepararci tutti e due.

- No, non torno a casa. Ci vediamo dopo. - continuò secco lui al telefono.

Lo guardai incuriosita e con la bocca leggermente aperta. Come sarebbe a dire che non tornava a casa?

- Si, anche io. Ciao. -

Chiuse la chiamata buttando il telefono sul divano ed alzandosi.

- Bé, direi che è ora di farci belli. - proferì sorridendo a trentadue denti.

Farci? Ehm… Ian, sono le cinque e mezza, devo ancora farmi la doccia. -

- Oh che coincidenza, anche io! - m’interruppe guardandomi, fingendo di essersi sorpreso.

Piegai la testa di lato.

- Devo anche vestirmi... -

- Non ne avevo dubbi. - ironizzò scuotendo la testa e alzando il mento.

- Ok, diciamo che per le otto dovrei essere pronta. Tu, invece? - continuai cercando di non notare tutte le sue espressioni sarcastiche.

Lui, per tutta risposta, percorse quel piccolo corridoio dell’ appartamento ed entrò nella mia camera da letto.

Non doveva farlo.

Mi alzai di scatto pure io, correndogli dietro.

- No aspetta!- cercai di urlargli.

Troppo tardi.

Era entrato e sicuramente aveva notato il letto disfatto, quella massa di vestiti sporchi all’angolo e quell’altra  massa di vestiti messi il giorno prima sopra la scrivania.

- Credo di essere un po’ disorientato… - realizzò dopo essersi guardato attorno.

Ad un tratto lo vidi dirigersi verso una piccola struttura in legno piena di ante che tenevo davanti al letto.

Lì, in uno di quei cassetti, ce n’era uno in particolare che avrei veramente preferito che non aprisse.

Lo vidi prendere qualcosa fra le mani ma non riuscii a scorgere bene poiché Ian mi dava le spalle.

- Oh, Nina. - rise girandosi.

Nelle mani teneva una bustina trasparente dove si trovava un mio completo intimo.

E non un completo qualsiasi, ma IL completo, quello che le mie amiche mi avevano regalato per il mio compleanno.

- Dammi qua - sbottai rossa in viso, scattandogli incontro.

- E’ più che normale che una giovane ventunenne abbia qualcosa di … losco e privato, sul serio. Solo che… -

Lo linciai con lo sguardo, implorando mentalmente che non dicesse qualcosa di stupido.

- Pizzo? Nina, è roba vecchia, nemmeno mia nonna porta più certe cose! – constatò serio, guardandomi.

Inutile dire che divenni ancora più rossa di quel che già ero. Basta, aveva visto anche troppo nella mia camera! Cercai invano di farlo uscire ma no, voleva lui stesso scegliere il mio vestito.  Aprì l’armadio, mettendo l’interno subito in disordine.

Alzai gli occhi al celo, lasciandolo fare e sorridendo all’idea di avere Ian Somerhalder nella camera da letto a scegliermi un vestito.

Capendo che ormai si era praticamente calato nei panni di uno stilista, mi diressi verso il bagno. Sotto la doccia mi lasciai andare completamente al flusso caldo dell’acqua e, una volta terminato, volsi un asciugamano intorno al mio corpo e uno intorno ai capelli.

La porta della camera era chiusa, così, senza nemmeno pensarci su, la spalancai ma, al contrario delle mie aspettative, Ian non c’era.

Una leggera ombra di delusione alleggiò sul mio volto ma fu subito scansata dallo stupore.

- Oh … - mormorai sgranando leggermente gli occhi e guardandomi attorno.

E così, riordinata, quella era la mia camera?

Ian aveva chiuso le finestre, messo a lavare i panni sporchi e piegato quelli puliti.

Sul letto, che era stato rifatto, mi aspettava un bel abito bianco ricamato ed accanto ad esso vi era posato un bigliettino con scritto:

 

Mi hai fatto penare 5 ore dentro una marea di negozi, quando in realtà l’abito era già stato scelto, ma tu ancora non lo sapevi. Consideralo come il rimpiazzo per le tue ciambelle alla crema. Ma, devi saperlo, erano seriamente deliziose! Comunque sto andando a casa, mi faccio una doccia veloce, mi preparo e poi vengo a prenderti alle otto. Non farmi aspettare e, mi raccomando, indossa Quel completo, scommetto che ti sta d’incanto!
 
Ian

 
Commossa, sorrisi beatamente più alla lettera che al vestito.

Non ci pensai due volte a mettermelo. Lasciai i capelli sciolti, lisci, ed indossai le mie scarpe più belle.

Dovevo essere stupenda per quel vestito, dovevo essere stupenda per Ian!

Mi osservai allo specchio. Ci aveva azzeccato in pieno con la taglia e con il colore.

Felice aspettai che arrivassero le otto per poterlo rivedere.

Più tardi vidi la sua grande auto scura percorrere il vialetto che separava la mia casa dalla strada principale.

Lo stavo aspettando da quasi un quarto d’ora.

Ian ritardava spesso ma con me cercava sempre di arrivare in orario.

L’auto si fermò a pochi metri dalla mia abitazione. Mi diressi da lui, quasi correndo, troppo entusiasta. Gli avrei dato un forte ed inaspettato abbraccio, per poi baciarlo dolcemente sulla guancia.

Era il minimo che potessi fare per quella splendida sorpresa.

Nonostante questa mia esuberanza, però, notai qualcosa di strano in tutta quell’atmosfera.

Ian era solito, innanzitutto, fermarsi proprio davanti alla porta dell’ingresso.

Poi, pensando che io non lo vedessi, suonava il campanello e correva a nascondersi dietro all’albero del vialetto. Non so se lo facesse perché credeva veramente che io ci cascassi ogni volta, o perché era ormai un’abitudine per noi quel genere di cose, ma fatto sta che io dovevo uscire, guardarmi intorno spaesata, dirigermi verso la strada con passo lento e, infine, spaventarmi non appena lui fosse sbucato da dietro senza preavviso, molto in stile Damon.

Ma questa volta non era successo nulla di simile.

Continuando a sorridere arrivai alla vettura. Non riuscivo a vederlo poiché Ian aveva una macchina con i vetri assai scuri e di notte non lasciavano intravedere nulla.

Leggermente riluttante, aprii lo sportello della macchina pronta a salire ma trovai un muso lungo ed una cattiva sorpresa proprio al mio posto.

- Ciao, Nina. -

Megan aveva sussurrato il mio nome con una certa freddezza.

Accanto a lei, Ian guardava da un’altra parte. Teneva le mani sul volante, non la smettevano di muoversi impacciate. Sembrava agitato.

- Megan… che splendida sorpresa! - dissi falsamente.

Tirammo entrambe un sorriso forzato.

- Ian si era completamente scordato che anche io avevo ricevuto l’invito. Ma non fa niente, vero amore? -

Il bacio mieloso che Megan stampò sulle labbra dell’uomo mi fece venire un conato di vomito.

- Volevamo andare alla cena insieme con la mia macchina, ma Ian si era messo d’accordo con te. Mh, la nostra seratina è andata a puttane. Ha provato a chiamarti per disdire l’impegno ma non rispondevi, così siamo stati obbligati a venire a prenderti. Oh, vabbé, fa niente, ne avremo altre di occasioni per stare insieme, vero? -

Altro bacio, altro disgusto.

- Accomodati pure dietro, Nina. -

Vidi Ian farmi un piccolo cenno ai posti posteriori.

Sbattei la porta, irritata, sedendomi. Sentivo Megan parlare stridulamente a Ian che ogni tanto le sorrideva..

Continuando a guardare fuori dal finestrino mi stupii molto del fatto che Ian mi avesse chiamata per disdire. Sapeva benissimo che, se non mi avesse accompagnata lui, non ci sarei potuta andare.

Sbuffando, innervosita, controllai l’orario del cellulare.

Erano le 20.35, nessuna chiamata ricevuta.

 
- Nina! Oddio, sei stupenda, che bel vestito! -

Seduta sulle comode poltrone della sala, attorno a me le persone non facevano altro che rendere l’atmosfera così fresca ed accogliente. Fra le risate e l’allegria dei miei amici ero riuscita a levarmi di dosso la brutta sensazione provata qualche ora prima in macchina di Ian, che nel frattempo sembrava volermi evitare.

Ogni tanto vedevo Megan lanciarmi delle occhiate ambigue e preferivo far finta di nulla.

La serata passò leggera, calma e tranquilla.

Avevo chiacchierato con tutti gli attori e scherzato con Paul, ma la mia mente mi rimandava sempre ad una persona.

Verso fine serata mi accasciai sulla poltrona con un bicchiere di vino in mano, intenta a giocherellare con il telefonino e aspettando che Paul finisse di parlare con la Plec poiché gli avevo chiesto un passaggio.

Insomma, non mi andava di sorbettarmi nuovamente Megan. Ma sembrava che anche il mio cellulare volesse abbandonarmi.

Batteria scarica.

Drasticamente alzai lo sguardo ed incontrai gli occhi nocciola di Candice venirmi incontro.

- E’ successo qualcosa? - domandò flebilmente sedendosi accanto a me.

Mi guardava tristemente con quegl’occhi così perfetti, così emotivi. Amavo il suo sguardo e quand’era preoccupato diventava qualcosa di estremamente tenero.

Io le sorrisi timidamente, portando una ciocca dietro l’orecchio.

- Niente d’importante. – sussurrai con un’alzata di spalle.

Lei non sembrò convinta. Mi diede una dolce carezza sulla spalla.

Istintivamente lanciai uno sguardo a Megan che mi era passata davanti e strinsi i pugni.

Candice proferì in un sorrisetto furbo.

- Non sai proprio mentire, Dobrev! Io distraggo l’arpia, tu vai dal tuo cavaliere! – disse facendomi l’occhiolino e scattando dalla poltrona.

Prima che io potessi controbattere vidi Candice balzare addosso a Megan e portarsela via al piano superiore.

Mi scappò una risatina. Non le si poteva proprio nascondere nulla!

M’inumidii le labbra, iniziando a cercare Ian con lo sguardo.

Lo trovai accanto a delle bottiglie di Wisky mentre si riempiva l’ennesimo bicchiere, con Michael accanto.

Notandomi, l’amico mi aveva sorriso e aveva proferito un silenzioso “ E’ meglio che vada”.

Ian si voltò. Lo sguardo perso, i capelli arruffati, l’espressione stanca.

- Guarda un po’ chi c’è, la mia piccola Dobrev! - con passo incerto si avvicinò a me, abbracciandomi.

Più che un abbraccio, sembrava un modo per sorreggersi.  Mi staccai duramente. Ian sembrò non capire.

- La mia piccola Dobrev è incazzata. Mh, sento aria di guai… - pensò a voce alta bevendo ancora.

Posai le braccia sui fianchi,  sbuffando amareggiata.

- Avrei preferito non venire piuttosto che sorbirmi la pagliacciata della tua ragazza. - sbottai contro irritata.

Ian appoggiò la schiena al muro, provando a stare serio.

- La mia ragazza, eh? Nina, lo sai che mi dispiace, ma sai anche che odio scusarmi ad alta voce. -

Da ubriaco, Ian era imprevedibile ed assomigliava a Damon in una maniera impressionante.

Ma non potevo tenergli il muso, non quando mi lanciava delle occhiate dolci e serrava le labbra.

Feci no con la testa, accennando ad un sorriso e guardandomi le mani.

- Comunque … ti ringrazio per l’abito. E’ davvero molto bello. Mi piace. – mormorai alzando lo sguardo.

Ian si avvicinò a me. Scostò una ciocca dal mio viso, accarezzandomi una guancia con il soffice polpastrello dell’indice.

- Giuro solennemente di non fregarti più il cibo da casa. -

Gli sorrisi dolcemente, prendendogli la mano con cui mi accarezzava il viso e ripensando al pomeriggio passato insieme.

- Ian… non voglio che ci roviniamo a causa di… - di quell’arpia - di Megan. -

Lui continuava a fissarmi con gli occhi di chi ha bevuto ma che anche di chi sa perfettamente essere padrone della situazione in cui si trova, scrutandomi l’anima con quello sguardo così espressivo, così forte, così chiaro…

Alle sue spalle vidi Candice muovere freneticamente la mano. Mi scansai da lui, lasciandolo perplesso.

- Ora devo andare. Ci vediamo domani sul set. Mi riaccompagna Paul, non preoccuparti. Divertiti con Megan questa sera… - mormorai sforzandomi di sorridergli, ma proprio non mi venne.

Gli occhi erano assenti, leggermente appannati e stava iniziando a farmi male la testa.

Volevo andarmene via da lì, ma allo stesso tempo volevo restare con Ian.

- A domani, Nina. – rispose secco lui, voltandosi verso il bancone e riempiendosi un altro bicchiere di Wisky.

Me ne andai poco prima che Megan sbucasse dall’angolo del bagno.

C’incontrammo ma, facendo finta entrambe di non esserci viste, continuammo per la nostra strada.

Sentivo lo sguardo di Ian sulla mia schiena, ma non potevo tornare da lui.

Non quella sera, non con Megan a controllare ogni sua mossa.


Buonasera a tutti :D
Innanzitutto voglio ringraziare quelle sei gentili e buone anime che hanno recensito. Grazie, infinitamente grazie! =w=
Passo a ringraziare tutti quelli che hanno messo la mia storia tra le seguite. Veramente, siete bellissimi anche voi *w*
Poi, ma di certo non meno importanti, quelli che l’hanno inserita fra le preferite e le ricordate :D
Infine ringrazio anche i lettori silenziosi che spero continuino a leggere la mia storia :P
Bene, passiamo alla Fic vera e propria. Allora, come vi è sembrata?
In questo capitolo ci sono delle scene che avrei potuto benissimo togliere, tipo il pezzo iniziale basato su delle ciambelle :’D Però mi è servito per farvi vedere il tipo di rapporto di Ian e Nina. Mi sono impegnata davvero molto, spero di non aver deluso nessuno! Oltre ai semplici dialoghi tra i due, c’è anche un pezzo molto importante, quello con Megan. Non so, che ne pensate? Fatevi sentire, fatemi sapere le vostre idee sulla mia storia! :) Spero continuerete ad essere così “attivi” e se c’è qualche piccola incomprensione, qualche problema, vi prego di farmelo notare :P
Con questo finisco qui, sperando di non aver dimenticato nulla da dire.
Alla prossima!
  
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