=Il compleanno=
Voglio dedicare questa one-shot, tra l’altro la prima che scrivo, a 6very6; ovvero Veronica, perché oggi, il 29 Giugno ha compiuto 16 anni, io credo che sia un’età importante e che vada festeggiata nel migliore dei modi.
Io spero che sia venuta bene, anche se non vi garantisco nulla, io mi sono impegnata, sta a voi giudicare.
X 6very6: spero che ti piaccia come mi è venuta, so che Chichi e Goku sono la tua coppia preferita, così ho deciso di farne una su loro due, aspetto la tua rece!!!
Ops... quasi dimenticavo, le parti scritte con il carattere diverso sono i pensieri di Chichi, non sapevo se fare una storia raccontata in terza persona o introspettiva, così ho deciso di fare un misto, spero che questo stile vi piaccia!!
Intanto buona lettura a tutti!!!
È una giornata d’inizio
estate, il caldo si fa sentire e viene voglia di dormire con le finestre aperte,
c’è solo un piccolo problema: la mattina rischi di essere svegliata dalla luce
del sole non esattamente all’ora che vorresti.
Chichi ancora dorme nel suo
grande letto matrimoniale, lei occupa solo la metà di esso, i suoi capelli sono
sparsi sul cuscino come a formare un lago nero. La donna si sveglia a causa
dalla potente luce che proviene dalla finestra, non ha voglia di alzarsi, così
si copre il viso col cuscino nella speranza di nascondersi da quella luminosità
accecante, ma ben presto sente una vocina squillante provenire dall’altra
stanza, anche il piccolo Goten si è svegliato e con lui anche il povero Gohan,
che avrebbe sicuramente dormito di più.
-fratellone, fratellone, ho
fame!!!-
-shhh!! Goten! Accidenti a te!
Non urlare perché sennò svegli la mamma-.
Il piccolo si copre la bocca
con entrambe le mani e in silenzio si dirige verso la
cucina.
Eccoli i miei uomini, si sono già
svegliati, dovrei farlo anche io, ma sono così comoda nel mio letto… sono una
persone orribile, preferisco starmene a letto piuttosto che preparare la
colazione ai miei figli, è solo che qui mi sento così
bene.
Chichi tira un sospiro e si
gira dall’altra parte, quella ormai vuota, dove un tempo dormiva l’amato marito,
Goku, del quale Chichi sente una profonda mancanza.
Avvicinandosi al cuscino
riesce ancora a percepire quell’odore amato di bagnoschiuma, infatti ogni sera
prima di andare a dormire, Goku si faceva una doccia per togliersi di dosso la
stanchezza della giornata.
Chichi affonda la faccia in
quel cuscino, vuole drogarsi con quell’odore fino a non poterne più, ma si
toglie quasi subito, ha paura di dissolvere quell’essenza magica, uno dei pochi
ricordi vivi che ha di suo marito, oltre naturalmente i suoi figli, il minore in
particolare, la copia perfetta dell’uomo amato.
È mai possibile che Goku debba
lasciare il suo segno sempre e dovunque? Io ho cercato disperatamente di
dimenticare, ma lui… lui mi ha dato un figlio che è come lui, come se fosse la
sua reincarnazione e io lo amo, amo Goten, perché è mio figlio, perché è Nostro
figlio.
Approposito dei figli, chissà che
cosa staranno mai combinando da soli in cucina? Mi sembra il caso che io vada a
dargli una mano.
Alla fine la donna si decide a
scendere dal letto, si avvicina allo specchio, ormai non usa più molto questo
oggetto, non riesce a trovare una scusa valida per farsi bella, visto che gli
occhi del marito non la potranno ammirare.
Come tutte le mattine si fa la
comoda cipollona tirandosi indietro tutti i capelli, poi si dirige verso la
cucina, dove vede una scena che la fa sorridere, il figlio quattordicenne Gohan,
con il suo grembiule, alle prese con il fornello e il piccolo Goten, di tre soli
anni, che, in piedi sulla sedia vicino al fratello, vuole a tutti i costi
toccare la fiamma blu.
-attento Goten, che ti
scotti!!-
-ahia!!!-
-te l’avevo detto io… dai, và
a metterti un po’ di ghiaccio-.
Il piccolo ha una lacrimuccia
sugli occhi e alla donna che osservava ciò fece troppa pena, non sopportava
vedere piangere il figlio minore, che tra l’altro non arrivava ad aprire il
freezer.
Oh, Goten, ma sei proprio un
impiastro, come tuo padre del resto, hai preso proprio tutto da lui, ogni
singolo gesto che fai mi ricordi Goku e più cresci, più noto questa
somiglianza.
Dai, ti aiuto io a prendere il
ghiaccio, ora ti prendo in braccio, tu ti volti un po’ spaesato, ma non temere,
sono io, la tua mamma, mi sorridi in modo così innocente e mi abbracci, mi dici
che sei felice, perché oggi è il mio compleanno, anche Gohan sta venendo verso
me, mi abbraccia, mi fa gli auguri, ci stringiamo in un bellissimo abbraccio di
famiglia, uno di quelli da fotografare e mettere in cornice, ma non avrebbe
senso, perché Tu non ci sei, perché hai deciso di stare nell’aldilà? Perché hai
preferito lasciarci soli? Hai spezzato quell’equilibrio che formava la nostra
famiglia e non hai pensato a Gohan, che oltre a studiare e a fare il fratello,
deve anche essere un buon padre per il fratellino… ma ha solo quattordici anni,
accidenti! Perché hai permesso che ciò accadesse! Ti accorgi che così stai solo
togliendo l’adolescenza a un ragazzo fantastico che se la merita veramente
tutta?
Ora i miei figli mi guardano
entusiasti, dicono di avere una sorpresa per me, per il mio compleanno, li vedo
sparire velocissimi e rimango sola nella stanza, dove ormai il latte del piccolo
Goten sta per bruciare, Gohan non è ancora molto attento ai
fornelli.
Poco dopo tornano i due
fratelli, il più grande ha in mano un pacchettino, mentre il più piccolo un
foglio.
-tanti auguri!!- dicono in
coro.
-grazie mille… non ho
parole-
-infatti devi aprire il regalo
che io e Goten abbiamo scelto per te-
-no Gohan, prima la mamma deve
leggere il bigliettino!- dice il piccolo con una smorfia disegnata in
volto.
Chichi prende in mano il
foglio e rimane sbalordita, su di esso ci sono disegnate tre persone, tutte per
mano, una è alta con i capelli neri e un po’ sparati in testa, è Gohan, l’altra
è piccola con una stravagante acconciatura, Goten, mentre la terza, al centro
del foglio, ha una specie di palla nera in testa e dei vestiti colorati, è
Chichi.
-Goten, ma l’hai fatto
tu?-
-certo, anche se pochino
pochino mi ha aiutato Gohan- il bambino prende la mano al fratello e sorride,
mentre l’altro si porta la mano dietro alla testa
imbarazzato.
Ho due figli meravigliosi, a volte
riescono a non farmi sentire la tua mancanza, non mi fanno mai mancare niente,
questo disegno dal piccolo Goten non me lo sarei mai aspettato, nella
raffigurazione siamo felici, sembra che nessun cattivo pensiero passi per le
nostre menti, lui crede che io sia forte, che io non pianga mai, perché io sono
sua madre e devo essere un buon esempio da seguire, ma in realtà non è così, io
mi sveglio nel bel mezzo della notte, allungo la mano per cercarti, per avere il
tuo calore, per stringerti a me, perché voglio sentire le nostre pelli a
contatto, ma tu non ci sei più, così me ne rendo conto, e in un attimo il mio
cuscino è bagnato dalle mie lacrime, ma ora sono silenziosa, ho imparato a
piangere in silenzio, perché non voglio più che Gohan si alzi sentendomi
singhiozzare, lui all’inizio veniva sempre a consolarmi, tratteneva a forza le
lacrime che avrebbe voluto versare con me, non l’ha mai fatto, non in mia
presenza, perché lui sa che tu non vuoi che si pianga per te, ma questo non me
lo puoi vietare, questo no.
La donna rimane assorta nei
suoi pensieri, ma poi ritorna alla realtà quando il maggiore le porge un
pacchettino davanti, lei lo apre lentamente e scopre una lunga collana di perle
azzurre.
-è…
bellissima-
-dai mamma! Vediamo un po’
come ti sta- il piccolo non sta più nella pelle, è quasi più entusiasta della
diretta interessata.
Gohan aiuta la madre ad
allacciarsi a collana, le calza a pennello.
-grazie mille ragazzi, oggi si
preannuncia una giornata emozionante- i due sorridono, poi tutti insieme si
siedono e mangiano la loro colazione, che tra una cosa e l’altra non hanno
ancora cominciato.
Ad una certa ora arriva
l’insegnante di Gohan, che si chiude immediatamente in camera sua, il piccolo
Goten è sempre impegnato con i suoi giochi e Chichi si mette a fare i lavori di
casa, la giornata stava continuando come una
qualsiasi.
Verso pomeriggio l’insegnante
abbandona casa Son, è sempre entusiasta del suo allievo che si dimostra sempre
sveglio e preparato.
Verso le quattro del
pomeriggio suona il campanello, la donna va ad aprire e trova davanti a se suo
padre.
-ciao! Auguri Chichi!- le dice
porgendole un mazzo di roselline bianche, che la mora mette subito in un vaso,
molto particolare, con una piccola crepa, ma era appunto quella che lo rendeva
particolare.
Goku, sei in ogni singolo oggetto di
questa casa, questo vaso, per fare un esempio, l’hai rotto tu, durante uno dei
tuoi allenamenti in casa, quante volte ti dissi che per allenarti dovevi andare
fuori? Ma tu hai la testa più dura del legno. Ricordo che ti scusasti svariate
volte, ma io ero sempre arrabbiata, solo ora mi rendo conto di quanto fossero
importanti anche quei piccoli momenti passati a discutere, faceva parte della
nostra vita, una vita che adoravo, ma ora senza te non è più la stessa
cosa.
-Chichi? Tesoro, tutto
bene?-
-certamente, il profumo delle
tue roselline è favoloso, servirà a mascherare la puzza di terra che ogni giorno
si porta a casa Goten-.
Ora che ci penso c’è sempre stata un
po’ puzza di terra in casa nostra, ce la portavi tu dopo le tue giornate nel
bosco, e io dovevo ogni volta spruzzare il deodorante per ambienti, ne consumavo
tantissimi, ma non riuscivo ad avercela con te, ogni volta ti scusavi in un modo
talmente sincero e innocente che non riuscivo a tenerti il broncio per tanto
tempo, così mi prendevi le mani, avvolgevi le tue dita fra le mie e ci baciavamo
appassionatamente, era quello il momento più bello della giornata, quello che
aspettavo sin dal mattino, quando mi svegliavo e scoprivo che tu eri già ad
allenarti, ma sapevo che mi amavi e mi bastava.
Dopo un po’ il piccolo Goten
fa la sua comparsa dalla porta d’ingresso, come al solito è sporco dalla testa
ai piedi.
-ciao
nonnino!-
-ehi, campione! Coma
va?-
-tutto bene, oggi è il
compleanno della mamma e noi le abbiamo regalato quella collana- dice il bambino
additando il girocollo che ha ancora addosso
Chichi.
Anche Gohan esce dalla sua
stanza e va ad abbracciare l’amato nonno, l’unico che ha mai
conosciuto.
Dopo pochi minuti si sente
bussare nuovamente alla porta, questa volta sono Crili, C18 e la piccola
Marron.
-ehilà! Auguri Chichi!- dice
sorridente l’uomo bassetto dalla testa ormai non più
pelata.
-Crili ma… hai cambiato
acconciatura?- dice Gohan sorpreso all’amico.
-eheh, mia moglie dice che
così le piaccio di più- sussurra l’uomo all’orecchio del
ragazzo.
Ma non è ancora finita, dopo
un po’ arrivano anche Bulma con il piccolo Trunks e successivamente il Genio
delle tartarughe insieme a Oscar.
-grazie ragazzi, non mi
aspettavo che sareste venuti tutti- dice Chichi un po’
commossa.
Bulma ha portato una magnifica
torta alla panna, naturalmente di grandezza spropositata perché sono presenti
ben tre sayan, che se la mangerebbero tutta molto
volentieri.
Non mi sarei mai aspettata di vederli
tutti qui oggi, sono veramente felice, ma questo lo devo solo a te, sono i tuoi
amici, è come se fossi stato tu a condurli qui, essì, perché tu sei estremamente
socievole, riesci ad ammorbidire l’animo di ogni persona con la tua simpatia,
perfino Vegeta, con il suo caratteraccio, è solo merito tuo se ora siamo tutti
qui, dopo tanto tempo. Probabilmente loro speravano di vederti, ma tu non c’eri,
sei ancora nell’aldilà e non sentirai mai tutte queste cose che ti sto dicendo,
ma io te le dico lo stesso, per me, nella vaga speranza che qualcosa ti arrivi,
così da invogliarti a tornare a casa.
Tutti stavano parlando
amabilmente, i due bambini stavano giocando nella cameretta di Goten con i suoi
giocattoli, Chichi si sentiva serena, ma si accorse che mancava qualcosa, o
qualcuno, che non era Vegeta, del quale non le importava nulla, ma mancava Goku,
lui avrebbe sicuramente combinato qualcosa che avrebbe fatto sorridere tutti,
anche la faccia corrucciata della moglie.
Era ormai sera, a poco a poco
tutti se ne andarono, lasciando un regalino alla festeggiata, ora erano rimasti
nuovamente Chichi, Gohan e Goten nella casa, erano stravolti, quelle giornate
erano magnifiche, ma ti stremavano, così per cena si mangiarono una tazza di
latte e poi si prepararono poco dopo per andare a
dormire.
Eccoci qua, la giornata è giunta al
termine, do il bacio della buonanotte ai miei figli, chiudo loro la porta e mi
dirigo verso il bagno per una doccia. L’acqua della doccia mi avvolge come un
caldo lenzuolo, mi rilasso, distendo i nervi e per poco non mi assopisco, ancora
vedo il tuo volto sorridente ogni volta che chiudo gli occhi, come se la tua
immagine mi fosse rimasta impressa nella retina per sempre, perché nonostante
tutto mi continui ad assillare? Ma non devo prendermela con te, è colpa mia se
ti penso in continuazione, io ti amo e non riesco a dimenticarti, ancora oggi io
spero di aprire la porta della mia camera e di vedere il tuo corpo avvolto dalle
coperte, voglio che le tue dita mi sfiorino ancora il volto, voglio possedere le
tue labbra ancora una volta, non chiedo molto, solo una volta e poi basta, ti
lascerò stare.
Chichi si asciuga i capelli
con il phon, sono morbidi e lucenti, di una bellezza naturale, ma lei non ha più
intenzione di valorizzarsi.
È ancora in accappatoio quando
entra in camera sua e trova un’atmosfera strana, non c’è nulla fuori posto,
quello che sente è dentro, nella pelle, è solo una sensazione, ma è come se non
fosse sola. Un’ombra si materializza davanti ai suoi occhi spaventati e
increduli, poi piano piano prende forma, una forma che le donna conosce fin
troppo bene, una forma che da anni sogna soltanto e che ora le si sta
presentando davanti agli occhi.
-forse, forse sto sognando…-
Chichi si stropiccia gli occhi, ma ormai la figura davanti a lei è nitida e lei
non può credere ai propri occhi, è Goku!
-G… Goku, ma sei proprio
tu?-
-sì, sono io, tanti auguri
Chichi-
-ma… ma
come…-
-ho avuto un permesso
speciale, io nell’aldilà sono famoso e dopo un po’ sono riuscito a convincere Re
Enma a farmi venire nel mondo dei vivi per alcune
ore-
-e… l’hai fatto per me? Allora
ti sei ricordato che oggi è il mio compleanno- Chichi è felicissima, le scende
una lacrima, che comincia a scenderle sulla guancia, ma il dito di Goku ferma il
suo corso, Chichi si lascia trasportare da quel tocco magico e con una mano
prende il braccio del marito come se non lo volesse far andare via mai
più.
-come avrei potuto
dimenticarmene, tu sei mia moglie, quest’anno non sarei mancato per nessun
motivo-.
La prende da sotto il mento e
lo solleva dolcemente, poi si avvicina e le da un bacio appassionante, la donna
sta toccando il cielo con un dito, è troppo felice e spera che quel momento duri
per sempre.
Di malavoglia si staccano,
nessuno sa dire quanto tempo sia durato quel bacio, dei minuti, ma anche delle
ore.
-Goku
io…-
-non dire niente, ti ho
portato una sorpresa… è una cosa da niente…-
-ma… non dovevi, a me basta la
tua presenza-
-lo so… ma per me è importante
che tu abbia questo-.
Chichi si ritrova con una
scatolina in mano, non ne aveva mai viste di
simili.
-fresca fresca di aldilà-
disse Goku scherzoso come sempre, riesce a strappare un sorriso sincero alla
moglie, che muore dalla voglia di vedere che cosa contiene quello strano
cofanetto, lo apre e vede un anello con incastonata una gemma di un fucsia
brillante, essa brilla di luce propria, non ha mai visto niente di
simile.
-questa pietra è magica,
ricordati che finché essa brillerà, io non smetterò mai di amarti e sta sicura
che brillerà per sempre-.
Chichi non sa che dire, si
porta una mano alla bocca, troppe emozioni le stanno affollando l’anima, ma
nessuna riesce ad esprimersi, come la mora
vorrebbe.
-non, dire, niente, non ce n’è
bisogno, io questa notte la voglio trascorrere con te, solo con te- Chichi lo
guarda intensamente, non si sarebbe mai stancata di guardare quel volto così
bello, così sincero e così amato.
Chichi comincia a slacciare la
cintura del marito, in quel momento lo desidera come non mai, ha sete di quel
corpo, da troppo tempo era in astinenza e ora che le si presenta l’occasione non
può farsela sfuggire.
Goku capisce quello che la
moglie vuole fare, anche lui lo voleva, nei giorni passati aveva visto la moglie
girarsi in quel letto troppo grande da sola e aveva provato una voglia immensa
di stare con lei, di rassicurarla, di farle sentire che lui c’era sempre, anche
sei lei non lo poteva vedere, ora ce l’ha davanti, a trafficare con la sua tuta,
con un tocco che lo fa rabbrividire, così prende a slacciarle la cintura
dell’accappatoio e come per incanto esso si apre mostrando parte di quel corpo
che sogna di accarezzare fin dal primo giorno della morte. Ormai è a torso nudo
e sfila completamente l’accappatoio alla moglie e lo appoggia da una parte del
letto, le bacia il collo, in quel momento ci sono solo loro, non importa della
pioggia che comincia a scendere, non importa delle luna che scompare dietro a
dei nuvolosi grigi, non importa del resto del mondo, perché l’amore che c’è tra
due persone complementari è il fenomeno naturale più potente di
tutti.
Chichi da le spalle a Goku, si
sente felice e sa che se si gira, non troverà il vuoto in quella parte del
letto, ma l’uomo che ama, Goku le si avvicina e la abbraccia da dietro, vuole
garantirle protezione, poi le sussurra.
-io per te ci sarò sempre, non
dimenticarlo-.
La donna sorride e prende la
mano al marito che è appoggiata sul suo fianco.
-ti amo Son
Goku-.
Si addormentarono come non
facevano da moltissimo tempo e questa volta non furono gli incubi ad animare i
sogni della donna, ma fu il desiderio e la speranza che il marito le infondeva
con il suo solo tocco.
Che aria fresca, che sole… è già
mattina, devo alzarmi, credo di aver fatto un sogno, un bellissimo sogno, c’era
Goku, ci addormentavamo insieme.
Mi giro dalla sua parte del letto e
la vedo disfatta, come se ci fosse stato veramente qualcuno, non è possibile… ma
forse… mi alzo in fretta dal letto, non sento la stanchezza tipica di chi si è
appena svegliato, sento solo la voglia di scoprire la verità, voglio scoprire se
mio marito era veramente con me la notte scorsa.
Cerco fra i regali e vedo la collana
blu che mi hanno fatto Goten e Gohan, ma non è quello che cerco, frugo
nell’armadio e trovo il kimono che mi ha regalato Bulma, ma non è quello che
cerco, poi guardo distrattamente sulla scrivania e il mio sguardo viene attratto
da uno strano cofanetto, mi viene una morsa al cuore, il respiro si ferma, resto
immobile, io conosco quel cofanetto, è come se stessi rivivendo un sogno, un
sogno bellissimo, mi avvicino con la mano, con timore, misto a curiosità
estrema, non posso più aspettare, lo prendo e vengo invasa da un senso di
calore, la tensione sparisce, lo apro lentamente e dentro vedo esattamente
quello che speravo, un anello con incastonata una pietra fucsia, essa brilla,
quasi mi acceca, ma non posso fare a mano di guardarla, i ricordi nella mia
mente si fanno più nitidi, ora ricordo tutto, ricordo Goku che si è
materializzato davanti ai miei occhi, come per incanto, ma era tutto vero,
ricordo che mi porse questo strano cofanetto e ricordo anche quello che mi disse
riguardo al suo contenuto:
-questa pietra è magica, ricordati che finché essa brillerà, io non
smetterò mai di amarti e sta sicura che brillerà per
sempre-.
Sento le guance calde e leggermente
umide, sto piangendo, ma questa volta non è perché sento un vuoto che mi
attanaglia l’anima, è perché sento un fuoco che brucia incessantemente, un fuoco
d’amore, un fuoco che ha acceso il mio Goku e che mi darà la forza per andare
avanti perché ora so che non sono più sola, lui mi ha detto che starà sempre con
me, anche se io non potrò vederlo, perché lui mi ama e io amo lui più di
qualsiasi altra cosa al mondo.
FINE
Ecco a voi la mia prima one-shot! Non sono molto esperta in questo campo, anche perché non ne leggo molte, di solito preferisco le storie a capitoli.
Spero che sia accettabile, almeno.
Aspetto le vostre rece per sapere se è meglio se mi devo proprio ritirare o se ho fatto un buon lavoro.
Kissoni!!!