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Autore: Revalis    12/12/2012    1 recensioni
Un viaggio da fare al contrario, per poi tornare indietro nlla giusta direzione. Evoluzione, Contemplazione, Esperienza. Esperienza, Contemplazione, Evoluzione.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Evoluzione

 

Nero il cielo sovrastante

imperlato di sidereo sudore

Il Nulla diviene rilevante

rispetto al più grande errore

 

Ti chiedo se provi nostalgia

fissando le fiere sfere di plasma

Non siamo altro che la loro scia

Solo l'ombra di un cataclisma

 

E mentre il cielo ovattato rifulge

svanisce l'illusione di questa Realtà

E mentre la mesta melanconia fugge

del cielo mi uccide la sua cupa maestà

 

Nelle ombre striscianti

svanisce forse ciò che si è detto?

Nei cuori di due amanti

è forse l'amore meno gretto?

 

Se anche tu dici di appartenere

al cielo che ci è sempre stato negato

forse puoi dirmi se possiamo tornare

al ventre materno che ci ha generato

 

In lenta processione le nubi

sfilano e si sfilacciano in sintonia

Vorticando illuminate da luci

mosse da una più nobile regia

 

 

Contemplazione

 

Rosa il cielo in lontananza

Si mischia con l'Azzurro e il Ciano

Blu Acciaio

che già da oriente avanza

 

Nuvole striate di pesca e corallo

Il Celeste muore in un incendio amaranto

Porpora e Perla in un abbraccio affranto

Fiordaliso e Zaffiro s'attardano in stallo

 

Saette cerulee lottano ancora

Un muro d'Oltremare le blocca

Il Cobalto si leva ed attacca

Del giorno è arrivato l'ora

 

Divampa il Vermiglio come fiamma contorta

bruciando l'Azzurro macchiato di cenere

Una notte crudelmente celere

soffoca il singulto di una giornata morta

 

Cremisi è il sangue che stilla Saturno

Gocce sulla tragedia di queste realtà

La falce adamantina non prova pietà

Castra ed uccide il miraggio diurno

 

La certezza della luce ormai svanisce

Nessun dubbio attraversa la mia mente

Non c'è eterno riposo o ira furente

solo la grazia di un giorno che ormai finisce

 

 

Esperienza

 

 

Tersa e senza nembi

grande sfera di cristallo

dove leggi destini cupi

Sogni d'ambra sotto il sole giallo

 

Linee d'argento sottili

su cui danzano drappi d'aurora

Orizzonti di visioni crudeli

e timori che tornino ancora

 

Ma può mai cadere questo impero

se le mura son fatte di terra e cielo?

Dai dubbi divelti, dai doveri donati

fuggiamo frementi, festosi, affamati

 

Solo sarò oltre il giorno e la notte

tra il canto delle fronde dalle note morte

Solo sarò dopo l'iride e il tuono

Oltre il profumo del tempo e il suo tiepido suono.

   
 
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