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Autore: Ellyna_Mel    12/12/2012    0 recensioni
“ Non mi importa più di nulla! Non mi importa più di essere il numero uno e non me ne è mai importato veramente! Che me ne faccio di quel posto eh? Per cosa? Per vedere gente che finge di rispettarmi mentre , magari, mi sparla dietro?? Come è sempre successo? Avanti Matt, quanti di quei ragazzi con cui giocavo pensi che si interessasse veramente di me?”
Genere: Drammatico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Matt, Mello, Rodd Los
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Oh, some may call it a course
A life like mine
But other a blessing
It's certainly a lonely life
But a fullfilling one at best

It's my cross to bear
And I bear it gladly
Someone has to take a stand against evil
Why should it not be me?"


Why not me
Within temptation

 

 

Pochi passi... e il cancello si chiuse alle sue spalle.

Pioveva quella sera, pioveva a dirotto. L'acqua si mescolava alle lacrime che aveva trattenuto a forza prima di uscire dall'edificio che l'aveva ospitato per tutti quegli anni. L'istituto dove aveva passato tutti quegli anni a studiare per un traguardo che si era frantumato poco prima, in seguito ad una semplice frase.

Non era riuscito a trattenere la rabbia se non agli occhi di quell'uomo che stava dietro la scrivania. Lì si, aveva trattenuto tutto, ogni singolo sentimento di odio, rabbia, voglia di gridare. Tutto.
Non poteva mostrarsi debole. Non agli occhi del ragazzo che stava dietro di lui e che non mostrava il minimo sentimento.

Ma ora era fuori. Era libero.
Era libero di esternare i suoi sentimenti, di non preoccuparsi di chi l'avrebbe visto.

 

I passi divennero più veloci, finché quella figura dai capelli biondi, zuppi non iniziò a correre . A correre via, da tutto e da tutti.

Cadde a terra sporcandosi gli abiti neri in una pozzanghera.
Si rialzò e riprese a correre.

Continuava a piangere e ad urlare. Non gli importava della gente che si girava guardandolo preoccupata. Non gli importava del fatto che qualcuno potesse provare pena per lui nonostante fosse qualcosa che detestava dal profondo: era... sarebbe potuto essere il successore di L. Non poteva farsi vedere debole.

 

No, ormai non gli interessava. Non in quel momento, non lì. Non mentre sentiva il cuore esplodere e il fiato mancargli.
Non mentre l'ennesima crisi di panico stava tramutandosi in qualcosa di più forte, di distruttivo. Doveva sfogarsi e tirare fuori tutto.

 

Avesse avuto Near davanti... lì... in quel momento... probabilmente l'avrebbe ammazzato anche senza volerlo... anche se non ne era poi tanto sicuro di non volerlo.

 

 

 

A cosa erano serviti tutti quegli anni?

A cosa erano servite le nottate passate nella biblioteca fino a farsi venire le occhiaie, a star male?

A cosa era servito farsi il sangue marcio per poter tenere alta la graduatoria tentando, inutilmente, di superare Near?

A niente.

L era morto. L non aveva potuto compiere la sua scelta.

E lui non aveva ricevuto risposta al suo impegno.

Non un “ Sei stato scelto come successore di L, congratulazioni.”
Non un “ Mi spiace, è stato scelto Near come successore”

Una risposta, solo una risposta, sapere se tutto ciò in cui aveva investito le sue energie era servito a qualcosa.

Di collaborare non se ne parlava. Non aveva passato tutti quegli anni lì dentro per collaborare con qualcuno che detestava.

 

 

 

 

 

Esausto, con ancora il petto che si muoveva all'impazzata si lasciò cadere a terra, strusciando con la schiena su un muretto.

 

Non ce la faceva più.

 

 

 

Sentì dei passi avvicinarsi.
Qualcuno con altrettanto fiatone.

“Tu...”

No... non ora...

 

non aveva alcuna voglia di farsi vedere conciato così da lui nonostante fosse abituato alle sue crisi isteriche

“ Vattene! Che ci fai qui? ” gridò il biondo tappandosi le orecchie e abbassando la testa come a non voler farsi vedere in faccia.

 

Ma che ti è saltato in mente?! Te ne scappi via così? Senza dire nulla? Molli tutto così facilmente?”
Rispose secco il ragazzo che stava davanti a lui.

Aveva i capelli castani che gli ricadevano, fradici, sul volto. Gli occhi verdi arrossati dalla rabbia.

Si avvicinò a pochi centimetri dall'altro, accucciandosi a sua volta, prendendolo per la giacca e tirandolo su a forza.

 

Ma ti sei visto??? Ma come diamine ti sei conciato?? è per arrivare a certe situazioni che fai il finto grande uomo che non teme nulla e non soffre per nulla? Piantala di trattenere tutto e poi fuggire via come una bimbetta con le tue stupidissime crisi isteriche! E adesso torni indietro con me! Torni indietro, ti dai una calmata e riprendi la tua vita di sempre!”

“No! Io là non ci torno! Sono stufo! Sono stufo di fare tutto questo per nulla! Per non avere il minimo rispetto, perché quello non è rispetto Matt! Sono stufo di fare il solito burattino nelle mani di quel vecchio! Sono stufo di Near! Sono stufo di tutti in quel posto!”

Continuò ad urlare per un tempo indeterminato, con l'altro ragazzo che, immobile, continuava a tenerlo in quella scomodissima posizione, attaccato a quel freddo e fradicio muro.

 

Non mi importa più di nulla! Non mi importa più di essere il numero uno e non me ne è mai importato veramente! Che me ne faccio di quel posto eh? Per cosa? Per vedere gente che finge di rispettarmi mentre , magari, mi sparla dietro?? Come è sempre successo? Avanti Matt, quanti di quei ragazzi con cui giocavo pensi che si interessasse veramente di me?”

 

Si liberò dalla stretta dell'altro, ormai diventata più debole, portandosi nuovamente le mani tra i capelli e scivolando nuovamente a terra, tra un singhiozzo e l'altro.

Il castano non aprì bocca. Rimase alcuni minuti in piedi ad osservare quella scena che si ripeteva davanti a lui, sempre più spesso, ma mai come quella notte.

 

Non disse nulla nemmeno quando, ormai stanco, decise di sedersi accanto all'altro, concentrando lo sguardo sulle gocce di pioggia che morivano sulla strada.

 

 

 

Passò qualche ora.

I due ragazzi se ne stavano sempre lì, nel solito punto. Mello, il biondo, aveva smesso di piangere. Esausto, aveva immerso la testa tra le ginocchia, il viso ancora arrossato.

Matt continuava ad osservare la pioggia. Non aveva ancora smesso di cadere e probabilmente si sarebbero beccati una bella influenza in quelle condizioni.

Ma non aveva alcuna intenzione di muoversi di lì.

 

Torna indietro Matt...”
“Uhm... nah...”
“Ti ho detto di tornare indietro... sai che quando di dico di fare una cosa ti conviene farla, no?”
“ Uhm... si... ma no, non torno indietro... sempre se non muovi il tuo sedere da ragazzina e torni indietro con me”
“No”
“Come preferisci, io di qui non mi muovo”

L'avrebbe volentieri preso a calci, Mello, se non fosse stato per la debolezza che sentiva addosso.
Forse starsene lì con quella pioggia non era stata, effettivamente, una buona idea...

“ E se... dato, che non hai evidentemente alcuna intenzione di tornare indietro... ci cercassimo un riparo? Sai, giusto per non crepare qui...” Azzardò il castano ridacchiando.

“ E dove vorresti andare?” Rispose l'altro biascicando le parole per la troppa stanchezza che si sentiva addosso

“ A boh, tu dove avevi intenzione di andare? Non penso che tu abbia preso, fatto bagagli e te ne sia venuto via senza sapere nulla, no?”

“...”

 

“ … dimmi che non è vero...” rispose nuovamente portandosi le mani sugli occhi per la disperazione. Sapeva che l'amico se preso dalla rabbia rischiava di non pensare alle conseguenze delle sue azioni, ma non pensava che sarebbe arrivato a ciò.

“ Sai Matt... quando si decide di scappare sul momento, non sempre si pensa a ciò che si sta per fare”

“ E allora torniamo indietro dato che il tuo sembrerebbe un pentimento”


“Non lo è”

 

Capito... allora dove andiamo?... Mello?”

“Perchè non io?”



 

Eh?”

La domanda colse alla sprovvista il ragazzo dai capelli castani, che si voltò verso Mello.

 

Perché non posso essere io...? Devo per forza seguire le regole dettate là dentro per arrivare a ciò che voglio...?”

“Ma come...? Non eri tu che poco fa avevi detto che non te ne importava nulla e che non te ne era mai importato nulla?” disse nascondendo il viso anche egli tra le ginocchia. Un sorriso divertito sulle labbra

 

...”

 

Conosceva Mello, sapeva che in un modo o nell'altro non avrebbe mai abbandonato quell'obbiettivo. Dentro o fuori dall'istituto. Con o senza l'aiuto di Roger e il sostegno degli altri compagni...

 

Si era fatto prendere dalla disperazione sfogando tutto sul suo vero obbiettivo, negando l'evidenza, ovvero che la cosa gli importava e anche tanto. Mello non avrebbe mai e poi mai lasciato il posto a Near senza muovere dito, senza tentare.

 

Ma Matt non aveva alcuna intenzione di lasciargli tutto il “divertimento”.

 

Dopotutto anche a lui sarebbe dovuto interessare dato che nella graduatoria veniva subito dopo l'amico, nonostante a lui, non gliene fosse seriamente mai importato di tutto ciò...

 

Ma in fin dei conti...

Perché non lui?

“ Certo che hai proprio uno strano modo tu per indagare e mostrare quello che vali, Mello. Su, andiamo a cercare un posto dove ripararci e mettiamoci all'opera signor “quasi numero uno!”

 

Tese la mano all'amico facendolo mettere in piedi, sorreggendolo dato lo stato in cui versava.

 

 

 

 

Un taxi si fermò poco dopo, facendoli salire.

Sarebbe iniziata una nuova vita per quei due ragazzi, cresciuti fino a quel momento nella totale sicurezza.

 

 

Avrebbe fatto di tutto, Mello, per arrivare al suo obbiettivo.

 

 

 

 

 

"It's my cross to bear
And I bear it gladly
Someone has to take a stand against evil
Why should it not be me?"

******




Note dell'autrice:

Ogni tanto tento di scrivere, ma purtroppo il blocco si fa continuamente sentire e riuscire a buttare giù poche righe diventa una fatica assurda (Per la paura di scrivere male e cose senza senso)... stavolta però non potevo permettere che il blocco avesse la meglio... e ho buttato giù il primo capitolo di questa song fiction in poche ore, cercando di non bloccarmi e continuare a scrivere ciò che mi veniva in mente.
Chiedo scusa se non è il massimo, se le descrizioni al momento sono poche e dall'inizio non è un granché... ma mi sono auto imposta di iniziarla e pubblicarla e fare di tutto per riuscire, piano piano, a riprendere a scrivere e ricominciare a migliorare.

La frase all'inizio e alla fine del capitolo è l'introduzione dell' album “ The Unforgiving” dei Within Temptation, una band che amo molto e che mi ispira tantissimo... ho dato alla storia lo stesso titolo di un'altra loro traccia sempre del solito album, su cui, in seguito, si baserà la storia.

Spero vi piaccia.
E spero di ricevere dei pareri, siano positivi, siano negativi, penso che non possano fare altro che aiutarmi a migliorare.

Infine, dedico questa storia a LaReginaRossa ( Lolly) e DarkRose86 a cui voglio veramente tanto, tanto tanto bene!

 

 

 

 

 

  
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