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Autore: TheHeartIsALonelyHunter    12/12/2012    0 recensioni
[Rachel-Hurd Wood]
[Rachel-Hurd Wood][Rachel-Hurd Wood][Rachel-Hurd Wood][Rachel-Hurd Wood]
E forse saresti stata per sempre quella dolce Wendy che sorrideva a Peter alla fine del film, o quella Sybil Vane che si uccideva per amore di Dorian, o quella Betsy Bell che era tormentata da un demone maligno.
Forse saresti rimasta per sempre così.
Se non avessi iniziato a bere.
[Ottava classificata al contest "Il lato oscuro delle fanfiction" indetto da Starhunter sul forum di EFP]
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Il viso nello specchio è pallido è smunto.
I tuoi occhi azzurri velati da una lieve cataratta.
Non ti vedi molto bene ma sai che i capelli sono grigi.
Sei invecchiata, Rachel. E la tua bellezza se n’è andata.
Con mossa veloce apri il frigorifero e prendi il cognac.
Lo versi nel bicchiere con un movimento di polso divenuto così abituale da sembrare la vecchia copia di un film in bianco e nero.
Il liquido marrone nel bicchiere ti fa quasi paura, ma il tuo riflesso nello specchio ti sorride con malvagità.
Ingurgiti il cognac senza opporre resistenza a quella malefica visione.
Sei pallida, Rachel.
Molto pallida.
Così pallida che potresti morire.
La tua pelle ti sembra così fragile sotto il tuo tocco da metterti addosso la paura di potersi sgretolare.
Hai paura che da un momento all’altro tu possa sentirti male.
Ma forse sarebbe meglio così, pensi.
Non ti resta nulla della tua vecchia vita.
Quella in cui eri giovane e bella, e tutto il mondo ti guardava con invidia e con stupore.
Ti credevano tutti la nuova Marilyn Monroe.
Eri bellissima.
Eri straordinariamente, incondizionatamente bella.
E forse saresti rimasta per sempre bella e dolce, con quel bel visino da bambola che stregava mille uomini, e quegli occhi verdi da sirena, e quella boccuccia di rosa che si apriva così spesso in ampi sorrisi.
E forse saresti stata per sempre quella dolce Wendy che sorrideva a Peter alla fine del film, o quella Sybil Vane che si uccideva per amore di Dorian, o quella Betsy Bell che era tormentata da un demone maligno.
Forse saresti rimasta per sempre così.
Se non avessi iniziato a bere.
Ricordi ancora la prima volta che l’hai fatto.
È stato quasi venti anni fa.
La prima volta hai bevuto per  Jeremy.
Jeremy Sumpter.
Nove anni dopo quell’ultima ripresa sul set, eri tornata a trovarlo.
Perché? Il tuo cuore ti aveva ricordato il tuo primo amore (sì, perché tu e lui eravate stati innamorati) e così avevi fatto le valigie per Santa Monica, dove viveva lui.
Sapevi che non recitava più da tempo.
Nessuno gli aveva più affidato ruoli dopo “Peter Pan”, ma tu non avevo dato molta rilevanza alla questione.
E l’avevi trovato così.
Un vecchio drogato, con i boccoli sparsi scompostamente sul viso e gli occhi spaesati.
E quell’espressione un po’ da ebete sul viso che ti spaventava tanto.
Più della morte stessa.
Jeremy non era un ebete.
E non beveva.
Non nove anni fa.
Ma dopo che la sua ragazza l’aveva lasciato, il vecchio Jeremy era semplicemente morto.
Quell’amore dolce e un po’ infantile che in “Peter Pan” falliva così miseramente, falliva ora anche nella vita reale.
A Jeremy il film non aveva imparato nulla.
Peter Pan non beveva.
Ma Jeremy sì.
A te quella notte confidò tante cose che a nessuno altro aveva mai detto.
Ti disse che era felice di vedermi, e che aveva bisogno di parlare.
Quella notte, pianse tristemente sul tuo petto, raccontandoti del perché bevesse.
Beveva perché la sua carriera di attore era fallita.
Beveva perché si sentiva una nullità.
Beveva perché la sua ragazza l’aveva lasciato.
E lui la amava.
Tanto.
Più di quanto credesse lei.
Quella notte Jeremy morì.
Champagne e barbiturici.
Morte rapida e indolore.
La stessa di Marilyn Monroe.
La stessa di tanti attori drogati di Hollywood.
Jeremy era un attore drogato.
E presto lo saresti diventata anche tu.
Perché avevi cominciato?
Dopo la morte di Jeremy, l’alcool era diventata l’unica cosa che ti tirasse un po’ su, e nelle discoteche di Hollywood cadevi spesso in overdose per esagerate quantità.
Ed era iniziata così la tua discesa.
Ad Hollywood nessuno voleva un’altra attrice giovane drogata. Lindsay Lohan bastava.
E così le richieste di lavoro diminuivano.
E tu bevevi ancora e con più intensità.
Bevevi come un asino che va all’abbeveratoio dopo una scalata.
Perché quella era diventata per te la vita, ormai.
Una salita.
Una salita che non finiva mai e che la morte non giungeva a culminare.
L’alcool era diventato in quei giorni tristi e solitari un compagno inaffidabile, e anche dopo la morte di tuo padre avevi continuato, più intensamente, a bere.
E bevevi perché volevi sentirti stordita, e non pensare più a nulla.
Volevi dimenticare per sempre Jeremy e quei begli occhi verdi che avevi visto chiudersi per sempre quella notte, e le sue ultime parole.
Tu non avevi potuto fare nulla.
E neanche mantenere la promessa che gli avevi fatto.
Avevi promesso di non finire come lui.
Ma le promesse durano poco, e niente è per sempre.
Tu gli sei sopravvissuta, e solo dopo la sua morte ti sei resa conto di quanto ti sarebbe mancato il suo dolce sorriso, e i suoi occhi luminosi, quanto il VECCHIO Jeremy ti mancava.
Jeremy è stato per molto tempo il tuo migliore amico, il tuo faro, l’ancora a cui aggrapparmi quando pensavi di lasciarti andare a un sorso.
Ma la tua ancora di salvezza era diventato un drogato, e la sua morte è stata peggio del suo tradimento.
E tu diventavi sempre più brutta ogni giorno.
E sempre più ubriaca.
Sempre più ubriaca per non sentire l’età che incombeva sulle sue spalle, e il peso della promessa infranta.
“Questo è l’ultimo bicchiere, da domani smetterò…” Ma quel bicchiere non era mai l’ultimo e quel domani non veniva mai.
E mentre tu diventavo la nuova Lindsay Lohan, la vecchia moriva in un incidente stradale.
Investita a trent’anni.
Da un ubriaco come lei.
Da un ubriaco come te.
E tu credevo di fare la stessa fine, speravi di fare la stessa fine, per non dovere mai più vedere il tuo viso che ogni giorno sfigurava sempre di più.
Ma il destino ha avuto una sorte ben più crudele con te, e ti ha lasciato vivere e vivere e vivere, fino al decadimento.
E giorno dopo giorno ti ha fatto capire quanto eri caduta in basso.
Mamma non ti ha mai aiutato.
Una drogata non può aiutare una drogata.
E anche lei dopo la morte di papà si era lasciata andare.
Cadevate insieme verso un destino immorale e infinito, che sarebbe durato fino alla fine dei nostri giorni.
A volte volevi smettere.
Smettere per Jeremy, e per quella promessa che gli avevi fatto.
Ma ormai era troppo tardi per tornare indietro e il cognac scorreva libero nelle tue vene.
La gente, prima di questa fine immorale, ti vedeva solo per la tua bellezza.
Ora non hai più neanche quella.
Jeremy non ha potuto vederti.
E ne sei quasi felice.
E guardandoti nello specchio decidi che devi finirla qui.
Abbranchi con disperazione un bicchiere sopra al tavolo del camerino e la bottiglia vicino a te.
Riempi il bicchiere veloce, e poi lo bevi.
Le mani ti tremano e parte del liquido non riesci a ingurgitarlo, ma la quantità che mi passa per la gola basta a fartela bruciare come un fuoco.
Ti accarezzi con decisione le tempie, aspettando che il veleno faccia effetto.
Veleno e champagne.
La morte di Marilyn Monroe.
La morte di Jeremy.
La morte dell’unico ragazzo che tu abbia mai amato.
La morte del ragazzo che ti ha resa un mostro.
La morte del tuo mentore.
La tua morte.
Ti guardi un’ultima volta nello specchio.
E così…
Qui finisce la tua vita.
A quarant’anni, nel tuo camerino, durante le riprese di un film.
Come Marilyn Monroe.
Come quella donna che è morta per colpa della bellezza.
Muori come lei.
Muori perché le uniche cose che amavi sono state tolte.
Muori per colpa di una bottiglia di champagne avvelenata che uno che ti odiava ti ha mandato.
Muori perché lo sapevi.
Muori perché speri di poter avere un futuro più roseo da morta.
Muori perché qui sulla Terra non sei mai stata davvero felice dalla morte di Jeremy.
Muori…
Guardi il tuo riflesso che nello specchio ti sogghigna.
Sei invecchiata Rachel.
Cadi a terra.
E tutto diventa buio.
Invecchiata.  

OK, parto col dirvi che io sono una GRANDE fan della Hurd-Wood, e che fare questa storia è stata un vero e proprio parto.
Ho odiato ciò che ho scritto e come ho reso Rachel (una brutta drogata), ma è una storia che mi è uscita di getto e che probabilmente vi farà schifo.
Io credo di aver scritto davvero delle eresie su questa ragazza, ma spero davvero che non cambi come Lindsay Lohan e che rimanga per sempre quella che è. I ruoli che Rachel nomina all'inizio solo qelli in "Peter Pan", "Dorian Gray" e "An american Haunting".
  
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