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Autore: Winry977    12/12/2012    1 recensioni
Era in lacrime, e non era la prima volta che veniva tradita da Ashley, ma bensì la quarta. Ed in tutto questo aveva ancora il coraggio di stare con lui, e di conviverci per di più!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era entrata in quel locale con le sue amiche, perché le avevano proposto una semplice serata tra ragazze, senza fidanzati asfissianti o roba del genere: si volevano solo divertire. Aveva sceso la piccola rampa di scale che conduceva al pub sotto un negozio ed era stata invasa da un'aria viziata e odorante di birra. Aveva visto un mucchietto di ragazze -oche, come le definiva lei insieme alle sue amiche- tutte raggruppate attorno qualcuno. Erano solo quattro, ma dopo un po' tre di loro si allontanarono verso il piano bar lasciandone solo una, vicino qualcuno dalla capigliatura nera e poco folta. A guardarlo da lontano si notavano dei capelli lunghi, che lei conosceva abbastanza bene, ma preferì non farsi dei film mentali, ed ignorò il vago dubbio istallatosi nella sua testa. Camminò verso un tavolino chiacchierando con le sue compagnie, nonostante la testa gli volasse sempre a quella chioma dal colore corvino. Ad un tratto non riuscì più nemmeno a sentire le sue amiche che parlavano, concentrando il suo sguardo sulla ragazza che mellifluamente si avvicinava al ragazzo dai capelli neri.

-Alice? Alice? Ehi! Mi stai ascoltando?!- Claire le sventolò davanti agli occhi una mano. Alice si riprese, e tornò a concentrarsi sui discorsi delle sue amiche, gettando sempre occhiate di sbieco alle due persone dall'altra parte della stanza. Ad un certo punto non resse più la cosa e decise di alzarsi in piedi e di andare lì per controllare. Non disse nulla, si alzò e si diresse in quella direzione, mentre la sua amica dai capelli tinti di rosso e di nero la seguiva chiedendole e tormentandola del motivo del suo spostamento.

Con passo indeciso e tremante, giunse a pochi passi dai ragazzi, seduti ora su una poltroncina imbottita e in tessuto rosso. Li squadrò. Non riusciva ancora ad intravedere il viso di lui, e vedeva solo la schiena della “gallina”, la quale indossava un coprispalle plasticoso e di un rosa fluo con sotto un vestitino verde, fluo anche quello, che le arrivava a malapena sotto il sedere, e dei tacchi dodici se non di più. Fece un respiro profondo, ignorando la sua amica, Sandra, che le parlottava dietro. Passò accanto ai due, volgendo un'occhiata di striscio, e per constatare meglio la sua visione, dovette tornare pure indietro. Rimase impietrita. I suoi dubbi erano più che fondati. Era lui, il suo ragazzo. Ashley. Lui si accorse della presenza di Alice, e la guardò con gli occhi sbarrati. Era ovvio che non si aspettasse di incontrarla in un locale come quello.

La ragazza accanto a lui, volse diverse occhiate ai due, e poi, con sorriso malizioso e di una che aveva capito tutto, si voltò e riprese a parlare come se nulla fosse, poi, continuando il suo flirt e ignorando lo sguardo deconcentrato del ragazzo, si avvicinò a pochi centimetri da lui e nel giro di un paio di secondi si attaccò alle sue labbra. In tutto questo Alice era ancora lì, a fissarli esterrefatta. Sentì un groppo salirle in gola quando si accorse che il suo “ragazzo” non accennava neanche a staccarsi da lei. Persino la sua amica aveva smesso di parlare e fissava scioccata anche lei quella squallida scenetta, poggiando una mano sulla spalla di Alice. Gesto superfluo, e che peggiorò pure le cose. Quando finalmente i due si erano staccati era troppo tardi. In lacrime, Alice attraversava a grandi passi il locale, intimando all'amica di non azzardarsi a seguirla.

Fuori dal locale e sull'orlo del marciapiede guardò a destra e a sinistra prima di attraversare la strada percorsa in continuazione da macchine, taxi, autobus e altri veicoli, e dopo essere giunta all'altro capo della strada senza rischiare di diventare una sottiletta, attraversò il cancello del parco correndo ed ignorando le grida del suo “ragazzo” che aveva preso a correrle dietro e a chiamare il suo nome intimandole di fermarsi. Era in lacrime, e non era la prima volta che veniva tradita da Ashley, ma bensì la quarta. Ed in tutto questo aveva ancora il coraggio di stare con lui, e di conviverci per di più! Giunta alla fine del parco si trovò davanti la sua palazzina, e con fare frenetico tirò fuori le chiavi e le infilò nella toppa della serratura con mani tremanti, e dopo aver sorpassato l'uscio del portone, si richiuse la porta alle spalle, sbattendola e correndo al terzo piano, dove abitavano insieme.

Entrò nel bagno e vi si chiuse a chiave, lasciandosi andare ad una crisi di pianto e sedendosi sulle piastrelle fredde del pavimento. Pianse e pianse, finché non sentì una porta chiudersi e il bussare alla porta del bagno.

-Alice! Aprimi per favore!- disse il ragazzo dall'altra parte.

-No! Vattene! E' la quarta volta che succede! Come hai potuto?!- gli urlò contro lei senza asciugarsi le lacrime che le rigavano il viso. Dall'altra parte nessuno rispose. -Ecco, appunto! Non te n'è fregato nulla del fatto che io fossi lì, davanti a te! Hai lasciato che quella p*ttana ti baciasse, e so che tu ci stavi, perché da una come quella puoi avere pure di meglio che da me! Va'! Va' da lei!

-Alice... io...

-Alice niente!- lei si alzò, tirò su col naso, restando indecisa sul da farsi davanti alla porticina della toilet del loto appartamento. -M... Mi sto ancora chiedendo perché stai con me quando puoi avere di meglio da quelle lì! Quelle come lei! Tanto, io sono solo una stupida per te! Un passatempo quando non vai nei locali ad ubriacarti e a fottere con le altre ragazze!

-Alice non sparare cazz*te!

-Dici?! Non devo? E come mai questa è la quarta volta che ti trovo con una come quelle?! Almeno mi avvertissi, per la miseria!

Di nuovo silenzio dall'altra parte. Lei in uno scatto di rabbia aprì la porta e si ritrovò davanti il viso del ragazzo cupo e rivolto verso il basso, quasi come in segno di pentimento. Si richiuse la porta alle spalle, e lo squadrò furiosa e ancora in lacrime.

-Perché diamine non dici nulla!

Lui alzò lo sguardo.

-Perché non me lo dici che sono il tuo passatempo? Eh? Almeno mi toglieresti questo peso dalla coscienza! E vivremmo entrambi più tranquilli!

-Ma che cazz* dici?!- rispose a tono.

-Quello che senti, idiota! Dimmelo che sono la tua bambola, che sono un giocattolo e la stupida di turno!

-Alice, smettila!

-No, non la smetto! Come pensi che mi debba sentire dopo la quarta, e ripeto signori miei, la quarta volta che te ne vai a p*ttane?!

-Io non vado a p*ttane! È stata lei a fare tutto!

-Si, e scommetto che se ti avesse stuprato tu non le avresti detto nulla, perché era stata lei a fare tutto! Ma torna da lei, già che ci sei! Vai, va'! Dillo che la preferisci a me! Dill...- fu interrotta. Ashley quasi la sbatté contro la superficie di legno della porta e la baciò rabbiosamente, cosa che lei da una parte ricambiava, ma che dall'altra la faceva imbestialire ancora di più. Eppure non si staccarono, lei rimase attaccata alla porta, con lui attaccato alle sue labbra, con i bacini attaccati e accarezzati dalle mani dell'uno e dell'altra. Quando ebbero il coraggio di staccarsi lei lo fissò dritto negli occhi, meno fuori di sé.

-Bene...- cominciò lui. -In base a questo, ti sembra che io potrei stare con una p*ttana?- inarcò un sopracciglio.

Lei sbuffò, e fissò tutti i suoi lineamenti per scorgerne la minima pecca, ma niente. Era sincero e si vedeva lontano un miglio. Poi sospirò e scosse la testa. -Sei uno stupido, Ash.- e si rifiondò sulle sue labbra, spingendolo mano a mano verso il letto dietro di lui.

  
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