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Autore: _Zexion_    13/12/2012    1 recensioni
Erano passati pochi giorni dalla morte di Totsuka Tatara, uno dei primi membri e colui che, insieme ad Izumo, si occupava di quelli nuovi.
Lui, che aveva sempre avuto pronta una buona parola.
Lui, che aveva sempre avuto un sorriso sulle labbra.
Lui, che con il suo modo di fare, era entrato nel cuore di tutti, chi più e chi meno.
Lui, che ora aveva lasciato un vuoto incolmabile.
E di tanti video o foto che aveva fatto erano pochi, quelli dove era presente.
Come se non volesse lasciare traccia.
Come se, in fondo, non fosse mai stato presente.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Partendo dal fatto che non so esattamente in che ordine sono arrivati i membri dell’HOMRA, ma sono sicura solamente sugli ultimi due e su Anna, Misaki e Saruhiko, diciamo che gli altri li ho messi a random.
Ma praticamente è una scaletta dall’ultimo al primo, un ricordo verso Totsuka e cose simili.

Volevo.. non so nemmeno io cosa volevo fare alla fine XD E credo che sia senza senso.
Ma visto che certa gente (SI TU, SPECIALMENTE TU FIGLIA.) vuole leggere, ecco qui.
Anche se non sono convinta.

Quindi.. bando alle ciance, spero vi piaccia.

 

WARNING: Ci sono degli “spoiler” in un certo senso. Se non seguite la Wiki o K Side: RED o K: Memory of Red potreste avere a che fare con cose che non conoscete.
I Missing Moment si rifanno a ciò, ma non tutto quello che ho scritto è del manga. Alcuni sono inventati. Se volete delucidazioni, liberi di chiedere~

Quindi insomma, vi ho avvisato, ecco.

 

Circle of Friends;

Remember me.

 

In un certo senso, poteva anche risultare ovvio dopo un po’ che sarebbe accaduta una cosa del genere.
Ricordare.
Erano passati pochi giorni dalla morte di Totsuka Tatara, uno dei primi membri e colui che, insieme ad Izumo, si occupava di quelli nuovi.
Lui, che aveva sempre avuto pronta una buona parola.
Lui, che aveva sempre avuto un sorriso sulle labbra.
Lui, che con il suo modo di fare, era entrato nel cuore di tutti, chi più e chi meno.
Lui, che ora aveva lasciato un vuoto incolmabile.
E di tanti video o foto che aveva fatto erano pochi, quelli dove era presente.
Come se non volesse lasciare traccia.
Come se, in fondo, non fosse mai stato presente.

 

« At the crossroad where thousands of lives come and go every day
That’s where we met,you and I
With an honest gaze we looked at the future full of longing. »

 

Eric Sutr

 

« ….Totsuka-sa- »
« TOTSUKA-SAN, GUARDA! »
La voce di Misaki gli impedì di finire di chiamarlo, facendo sì che l’attenzione del ragazzo desiderato vertesse su Yata piuttosto che su di lui.
Ogni volta che cercava di parlargli da solo, senza che qualcuno sentisse o lo interrompesse finiva così. Ed ogni volta, puntualmente, rimandava.
Rimase in silenzio al suo posto mentre vedeva Totsuka parlare con Yata animatamente riguardo a qualcosa che non stava ascoltando davvero e decise di andarsene, lasciando perdere anche quella volta, quando si sentì chiamare.
« Eric-kun, volevi dirmi qualcosa? »
Lo guardò con la sua solita espressione apatica, benché in realtà fosse sorpreso che si fosse accorto di lui ed alla fine scosse il capo, girandosi e prendendo a camminare nella direzione opposta per affiancare Kosuke, lì vicino, ignorando le offese che Misaki gli stava lanciando sul suo essere scorbutico.
Magari poteva aspettare ancora un po’ a scusarsi, prendendo un po’ di tempo, quello necessario.
Solo un altro po’.

 

Totsuka era scomparso , impedendogli di scusarsi.

 

Shōhei Akagi

 

Sospirò, sedendosi al bancone del bar, guardando distrattamente San-chan con un cipiglio arrabbiato pensando che davvero, la situazione non sarebbe cambiata.
Ogni volta, ogni singola volta, finiva per litigarci riguardo a stupidaggini solamente perché l’altro aveva quel suo modo di fare che non sarebbe cambiato affatto.

Passò una mano tra i capelli, aggrottando le sopracciglia e tornando a guardare il bancone, irritato.
« Di nuovo un litigio con San-chan? »
La voce di Totsuka giunse alle sue orecchie inaspettata e sollevò il viso, ritrovandosi davanti quel sorriso dolce e allo stesso tempo comprensivo tipico di quel ragazzo.
« … Mh. Non cambierà mai, in fondo. Credo di dover cambiare partner, sai? Almeno eviterei di finire pesto più per i miei bisticci con lui che con gli altri! »
Sentì un risolino e lo guardò un po’ offeso, chiedendosi cosa vi fosse di divertente per l’altro in tutto quello. Totsuka se ne accorse e lo vide smettere, mettendo una mano dinanzi alle labbra.
« Scusa, pensavo solamente che per voi sarebbe impossibile. »
« Eh? »
« Se vuoi cambiare partner, credo che Kusanagi-san e il Re potrebbero accontentarti facilmente, ma non ti sentiresti solo? »
Rimase in silenzio per un attimo, confuso dall’altro, prima di tornare a guardare San-chan, incrociando involontariamente il suo sguardo.
Voltò immediamente il capo, un po’ in imbarazzo per essere stato colto in flagrante e guardò Totsuka, che gli sorrise.
« Stai tranquillo, andrà tutto bene. Non preoccuparti, mh? »
E sorrise, come se sapesse che sarebbe stato così. Con poche parole, chissà perché, l’altro era riuscito a calmarlo, come sempre.

 

Totsuka era sempre stato il loro calmante.

 

⌐ Anna Kushina

 

Quando sua madre l’aveva portata per la prima volta in quel bar, pensava semplicemente che tutti avevano un colore piuttosto… rosso. Quello di Mikoto era il più caldo, vivo.
Quello di Izumo era con qualche sfumatura in più, come se avesse una doppia personalità, oltre quel sorriso.

Quello di Tatara invece era gentile, premuroso.
Al tempo stesso, il rosso di Tatara gli diceva qualcosa e più volte lo aveva guardato attraverso la sfera, attraverso il suo rosso.
Era una sensazione spiacevole mano a mano che andava avanti e così, alla fine, glielo aveva detto.
« Tatara… se resterai vicino a Mikoto, non vivrai a lungo. »
L’espressione altrui fu sorpresa, ma il sorriso che le rivolse fu altrettanto dolce. Lo vide chinarsi davanti a sé, accarezzarle il capo.
« Anna, stai tranquilla. Andrà tutto bene. »
Quelle parole la tranquillizzarono, quel giorno. Benché qualcosa di spiacevole continuava ad agitarsi dentro di lei.
Anna odiava le bugie.
E quel giorno, dopo tanto tempo passato insieme, lo aveva imparato molto bene.

 

Totsuka era un bugiardo.

 

⌐ Misaki Yata

 

« Totsuka-san, fai schifo con lo skate! »
Una risata come un’altra, mentre su consiglio (minaccia) di Izumo, erano usciti a provare lo skateboard lontano dal suo Bar. Ogni volta che tentava di insegnargli finiva inevitabilmente per vederlo ruzzolare a terra senza riuscire a fare una mossa decente.
« Cosa? Yata-kun, fai schifo anche tu! »
« Eh!? »
Un bisticcio come un altro, perché sotto sotto Totsuka era esattamente come un bambino nonostante fosse più grande di lui di tre anni. Ma il suo provare, il suo carattere, i suoi sorrisi, il suo stargli accanto lo rallegrava sempre.
Con lui era facile farsi capire e senza alcun bisogno di parlare.
Per questo, anche dopo che Fushimi se ne era andato, era riuscito ad attenuare un po’ ciò che provava, dovendo stare dietro a quel ragazzo cresciuto solo fisicamente.
Sapeva, che ogni volta che cadeva ci sarebbe stata la sua mano ad aiutarlo a rialzarsi.

 

Totsuka non gli avrebbe più porto la mano.

 

⌐ Saruhiko Fushimi

 

« Saru-kun~ »
Sbuffò scocciato a quel richiamo, girandosi verso Totsuka.
Da quando si era unito all’HOMRA erano stati più i momenti in cui doveva sorbirsi il continuo “Mikoto-san!” di Misaki che altro e la cosa lo irritava parecchio.
Se si aggiungeva un Totsuka che lo chiamava per nome ogni volta, come se già non lo irritasse un po' di suo, sapendo che gli dava fastidio anche senza precisarlo i suoi nervi potevano collassare facilmente.
« Tch. »
Lo sentì ridacchiare, prima di sentire un dito puntellargli contro la guancia. Voltò lo sguardo verso di lui, fulminandolo, prima di inarcare un sopracciglio.
« Totsuka-san, potresti smetterla? »
« Ma Saru-kun, se continui così sarà sin troppo evidente il tuo sguardo. E Yata-kun non sarebbe contento, finirete per litigare di nuovo a causa di qualcun altro~ »
A quelle parole Fushimi sussultò, prima di calmarsi e guardarlo a lungo, voltando lo sguardo e borbottando vagamente.
« Totsuka-san, a volte non capisco se sei intelligente o solamente impiccione. »
« Mh? »
« Nulla. »
L’unico che, infondo, si era avvicinato al capirlo era stato lui in qualche modo.
Persino quando se ne era andato dall’HOMRA, Totsuka non l’aveva mai guardato con odio.

 

Totsuka non l'avrebbe più chiamato "Saru-kun.".


⌐ Rikio Kamamoto

 

Ogni volta, era sempre la stessa storia.
Totsuka aveva le idee, Yata gli dava corda, Izumo li ignorava ed Anna lo guardava così intensamente da metterlo in soggezione.
Ed alla fine, l’unico che pagava per le idee degli altri era lui, essendo l’unico lì che aveva soldi.
« Anna, non pensi che questo ti starebbe benissimo? King sarebbe contento di vedertelo addosso! E tu, Kamamoto, cosa ne dici? »
« Eh? Veramente… »
Il prezzo non era molto alto, poteva permetterselo. Guardò gli sguardi pieni di aspettativa degli altri, prima di sospirare arreso, annuendo semplicemente e facendo i complimenti ad Anna su come poteva stargli quel vestito.
Lo shopping con loro era sempre qualcosa di tremendamente faticoso a livello fisico e morale, benché alla fin fine potesse reputarlo divertente.
Ed ogni volta, lo sapeva, dopo tutta quella sfacchinata, Totsuka veniva verso di loro con una busta piena di bibite e snack, prendendo sempre il suo preferito per ringraziarlo.
« Totsuka-san, lo farai diventare un pallone così! »
« Yata-kun, questo non è gentile! Vero, Kamamoto-kun? Perché tu sei sempre tu, non importa il resto. »
Semplicemente Kamamoto sorrideva, accettando di buon grado lo snack e riprendendo a ridere rispondendo così alle accuse di Yata.

 

Totsuka non gli avrebbe più offerto snack per chiedergli scusa.

 

 

« As long as we are together on the path we walk
We have play of courage to face our trials, overcome them,
and be protected.»

 

Yō Chitose

 

Che era sempre stato un donnaiolo, tutti lo sapevano.
Continuava ad avere avventure, cacciarsi nei guai e poi dal nulla ne era fuori, come se fosse la cosa più facile del mondo.

Con Maria certamente era andato incontro ad un rischio non indifferente, coinvolgendo anche gli altri, ma al tempo stesso aveva capito due cose importanti.
La prima, era che coinvolgere Masaomi in tutto quello e poi toccarlo in una certa maniera, all’altro non piaceva più di tanto.
La seconda, era che Totsuka sapeva essere crudele, a volte, benché avesse capito il perché non gli avesse detto nulla.
Così, quando Izumo aveva chiesto l’altro se in realtà sapeva tutto e aveva sentito la risposta, per un attimo si era sentito stupido, mentre il secondo dopo aveva sospirato, uscendo allo scoperto.
« Totsuka-san, non dovresti aiutare i tuoi compagni? »
L’altro gli aveva sorriso non appena l’aveva scorto e semplicemente, aveva riso come faceva di solito, portando una mano dinanzi alle labbra.
« Eh? Ma Chitose-kun alla fine ti sei sentito soddisfatto perché hai fatto tutto da solo, no? Maria-san ne avrebbe sofferto di più, oltre che ucciderti, se tu le avessi mentito di nuovo. Ti ho aiutato non dicendo nulla, non credi? »
Di fronte a quelle parole era rimasto ammutolito, prima di lasciarsi andare ad un sorriso, sospirando nel mentre.
« Totsuka-san, sei una volpe a volte. »
La risata successiva era stata condivisa da tutti, lì dentro, segno che era finito il loro problema giornaliero e che potevano tornare spensieratamente ai loro impegni.

 

Totsuka non avrebbe più riso.

 

Masaomi Dewa

 

« Quindi, tu e Chitose siete amici da tanto? »
Di nuovo quella domanda. Masaomi guardò Totsuka un po’ pensieroso, prima di annuire con un’espressione che voleva significare “purtroppo”.
« E’ una relazione che non possiamo finire, dopotutto. Ci conosciamo meglio di chiunque altro, quindi, i nostri problemi sono… »
« Più facili da risolvere, ne, Dewa? »
La voce di Chitose giunse alle sue orecchie improvvisamente tanto quanto il braccio che gli avvolse le spalle e lo guardò istintivamente male, rimproverandolo.
« Certo, se tu riuscissi a tenerti a bada ogni tanto la mia vita sarebbe più facile sai! »
« Ehhh, ed impedirti di divertirti? Come potrei farti qualcosa di così crudele.. »
« Tu, dannato.. »
La risata di Totsuka li colse entrambi impreparati e lo guardarono sorpresi, confusi, prima di sorridere a loro volta.
Litigare in presenza dell’altro era qualcosa che non poteva realmente accadere. Benché non combattesse, era quello il suo “potere”.

 

Totsuka sarebbe stato insostituibile.

 

Saburōta Bandō

 

Di indole, Bandou, era sempre stato calmo. Solo a volte, com'era giusto che fosse probabilmente, diveniva attaccabrighe e quant'altro.
Eppure da quando Shouhei era arrivato nell'HOMRA, i momenti di calma erano diminuiti notevolmente e tutti avevano iniziato a rimproverarlo, come se fosse dalla parte del torto.

Ed alla fine l'unico che lo aveva fatto ragionare, in qualche modo, era stato Totsuka stesso.
Sospirò, quindi, una volta tornati indietro per tirare direttamente verso Tatara, inchinandosi di fronte a lui e, lo sapeva, attirando lo sguardo degli altri.
« Uhn, ehm, Bandou...? »
« Grazie, Totsuka-san. »
Non poteva vedere la sua espressione, ma sapeva che l'altro avrebbe capito a cosa si riferiva esattamente. Tanto che alla fine, quando sentì la mano sulla spalla, alzò il viso per incontrare quel sorriso che l'altro era solito fare e che lo rilassava.
« Le tue azioni sono proprio come quelle di un cucciolo, eh? »
Arrossì a quella risposta, prima di ricominciare a lamentarsi ed alzando la voce, giusto perché di fronte a tutti gli altri era abbastanza imbarazzante, come cosa.
Eppure, lo sapeva, nonostante i suoi commenti fossero mirati e diretti, tutto ciò che diceva Totsuka alla fin fine passava.

 

Totsuka era unico, senza che lo sapesse.

 

Kōsuke Fujishima

 

Non era mai stato il tipo troppo chiacchierone, sin dall’inizio.
Per questo a volte magari veniva sottovalutato e, a conti fatti, ne era consapevole. Il suo perdere le staffe, quando capitava, mostrava i suoi sentimenti sino in fondo, cosa che solitamente evitava, benché non fosse poi una persona complicata da capire.
O almeno, era quello che pensava, specie da quando entrando in quel gruppo aveva appurato di non trovarvisi affatto male, venendo capito da tutti bene o male.
E di certo, non essendo il tipo più taciturno, non aveva nemmeno di che rimproverarsi per il suo comportamento.

In ogni caso, forse per questo non si stupì nemmeno tanto quando dopo la sfuriata fatta durante il “litigio” con Eric, quello che trovò fu un Totsuka con un sorriso un po’ tirato ad aspettarlo.
« Kousuke-kun. »
Si fermò, dunque, guardandolo direttamente negli occhi senza dire una parola, aspettando solamente.
« Ahh, come posso dire… mi dispiace, per prima. Immagino sia stato spiacevole.. »
« Totsuka-san, se tu morissi, nessuno di noi sarebbe felice. Quindi, quando fai le cose, pensa anche a noi. Stai attento. Solo questo. »
La sorpresa negli occhi altrui non fu nemmeno tanto inaspettata, benché subito sostituita con un’espressione colpevole.
« Ho capito, Kousuke-kun. Mi dispiace. »
Di fronte a quell’espressione, non aveva potuto fare a meno di abbozzare un sorriso, prima di entrare con l’altro nel bar.

 

Totsuka non aveva capito nulla.

 

⌐ Izumo Kusanagi

 

Quando, poco dopo averlo conosciuto, si era reso conto della situazione a grandi linee nella quale l'altro continuava a vivere, Izumo un po' aveva avuto pietà di Totsuka. Non in maniera negativa, ma semplicemente perché sapere che un genitore dimenticava di pagarti la rata scolastica, non era esattamente sinonimo di una vita tranquilla.
Per questo, gli aveva offerto più volte di restare lì o di prendere lezioni private con Kushina-san.
Eppure ogni volta, chissà per quale motivo poi, Tatara rifiutava la sua offerta sorridendo, dicendogli di non preoccuparsi.

Per qualsiasi cosa, anche andando avanti con il tempo, aveva finito per vedere un sorriso su quelle labbra ogni volta che c'era un problema. Una rassicurazione per ognuno, un aiuto. E mai una richiesta, come se riuscisse a cavarsela da solo. Quando poi si ammalava, Izumo lo aveva capito, semplicemente avvisava che per qualche giorno non ci sarebbe stato.
Puntualmente andava a trovarlo, nemmeno quello fosse un segreto tra loro due, benché fosse a conoscenza del fatto che Mikoto sapeva, esattamente come lui.
Non avrebbe mai potuto dire di conoscere Totsuka Tatara sino in fondo. Non avrebbe potuto confermare tutte le risposte alle domande che gli venivano poste su di lui.
Ma al tempo stesso, ora che dinanzi a sé, in quel bancone, vi era un posto vuoto, Izumo avrebbe potuto dire solamente una cosa.

 

Totsuka Tatara aveva una forza d'animo incredibile.

 

⌐ Mikoto Suoh

 

Di nuovo, come tante volte quante oramai non poteva più contarne, Mikoto si svegliò di soprassalto, il fiato corto e la fronte sudata. Il volto era pallido e i ricordi del proprio fuoco che continuava a bruciarlo, fino ad Anna che lo chiamava, era vivido in lui tanto da farlo tremare.
« King, hai avuto un altro incubo? »
Alzò il volto, incrociando lo sguardo altrui dunque e sospirando si passò una mano tra i capelli.
Di nuovo.
Totsuka era sempre li, quando ne aveva bisogno. La sua voce, il suo tocco. Erano sempre lì a calmarlo e farlo rimanere controllato.
« … Affatto. »
E come sempre, lui mentiva. Perché sapeva benissimo che Totsuka in ogni caso sapeva la verità. Era stato il primo a chiamarlo Re, il primo ad avere quell'effetto calmante su di lui. Era stato il primo che nonostante fosse irritante, aveva accolto al suo seguito.
Era sempre stato con lui, persino nella cerimonia di inizializzazione, con Izumo anche, tenendogli la mano anche se alla fin il suo fuoco gli faceva male.
Non aveva mai avuto paura.
« King...? »
Alzò lo sguardo nuovamente, prima di allungare una mano verso il volto altrui, cercando di accarezzarlo. Ma ciò che ottenne fu solamente un'immagine frutto della propria fantasia svanire per divenire polvere.
Strinse il pugno, richiudendo gli occhi.
Totsuka c'era sempre stato, per lui.

 

Totsuka non ci sarebbe più stato.

 

« Eh. Alla fine sei diventato tu, il mio incubo più ricorrente, Totsuka. »

 

« The vows we uttered as the evening sun shone red
are being sucked up by moon of faded yellow
Our bond binds us from afar and yet we feel the warmth,
and I wish it would last forever. »

 

I ricordi sono sempre bagnati di lacrime.

(2046)

  
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