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Autore: Scuotivento    30/06/2007    2 recensioni
Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana...

La guerra attraversa la galassia. Oscuri sith e misteriosi visitatori di lontane dimensioni scuotono la stabilità della repubblica.
L'ordine jedi, decimato da numerose guerre, è ormai un ricordo sbiadito: nessuno ricorda più i cavalieri, così come il significato delle parole "pace", "armonia" e "anacoluto".
Soltanto una speranza rimane: che l'ultimo jedi riesca a ritrovare nelle sperdute Regioni Ignote il mitico eroe Revan, in modo che il suo ritorno faccia risollevare la galassia dalla tenebra in cui è caduta.

Adesso, inclinate questa pagina e allontanatela lentamente verso l'alto...

L'ultimo capitolo della saga dei Cavalieri dell'Antica Repubblica
Genere: Romantico, Commedia, Parodia, Triste, Malinconico, Dark, Drammatico, Demenziale, Azione, Avventura, Thriller, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Sebbene il mio resti un parere strettamente personale, è una cosa difficile creare una storia a partire da zero. Ma cosa ancor più ardua, è sviluppare una storia a partire da un contesto e da una trama dettata da un altro. Sebbene il percorso sembri facilitato, tuttavia vi è il dilemma che vede contendere originalità e fedeltà alla trama; spesso ciò porta al concepimento di idee non pensate dal primo autore, alla nascita di personaggi assurdi, situazioni impensate o al naufragio stesso della storia.

Questo è il rischio di ogni fanfiction. Che il lettore non condivida con lo scrittore alcune scelte artistiche, se così si può dire, e che nasca un solco insormontabile tra primo autore e secondo autore.

Nel caso di una fanfiction su un gioco per computer, Knights of The Old Republic II, la situazione si fa più complessa.

Non soltanto il fatto che si tratti di un videogame, e quindi di un materiale “poco nobile” a cui attingere, ma anche della natura stessa del gioco, caratterizzato da una storia che ruota attorno ad un personaggio i cui connotati e le cui scelte mutano in base alle scelte del giocatore, il così detto MMORPG. In Kotor (abbreviazione del titolo del gioco, ndA) non soltanto il sesso del personaggio, ma anche il destino suo personale e quello del mondo che lo circonda viene scelto in base a precise azioni del giocatore.

Chiunque di voi abbia mai giocato a Kotor I e Kotor II arriccerà il naso di fronte alla scelta di alcuni personaggi, l'abbandono di altri e scelte non propriamente canon.

In fede, posso dire di avere seguito la trama principale dettata dagli sviluppatori del gioco, a cui consiglio a tutti di leggere in internet (via Wilkipeda, preferibilmente, ndA) prima di avventurarsi in questa storia: in ogni caso, essa verrà rivelata passo dopo passo, in modo da apparire più naturale possibile.

In attesa che gli sviluppatori di casa LucasArt prendano in considerazione l'ipotesi di scrivere il terzo capitolo della saga di Kotor, godetevi dunque questa piacevole anteprima. Se poi non ci sarà riscontro, poco importa. Sarà stato comunque un tentativo.

Un bel tentativo.



Star Wars : Knights of the Old Republic III


Nell'oscurità, egli attende.

Nel silenzio, lui tace, aspettando che la sua ora giunga.

In un luogo irraggiungibile, fuori dal tempo e dalle dimensioni, egli giace, sapendo che prima o poi il suo tempo giungerà. Né il lento scorrere delle ere, né il continuo mutare degli eventi possono fermarlo, e neanche le speranze dei viventi.

Perché se il suo sonno eterno dovesse terminare, se i cancelli dello spazio venissero infranti, se il velo che copre il futuro insondabile venisse tolto e la verità rivelata, allora sarà la fine per tutti.

Un'eterna impazienza lo corrode.


Dai Cantici dei Sith Oscuri, autore sconosciuto.


Tanto tempo fa, in una galassia lontana, lontana...


Nell'oscurità, piccole luci rischiarano le tenebre.

Nello spazio, il silenzio domina. Né il lento muoversi dei pianeti, né il procedere delle grandi nebulose, o i più piccoli scontri tra astri possono generare rumore. Persino le più cruente battaglie e le possenti supernove, che con la loro fine stabiliscono il destino di mille altri mondi, possono lasciare segni dietro di sé, se non relitti e macerie destinati a perdersi nelle profondità della galassia.

Soltanto le stelle restano, mute testimoni del lento scorrere delle ere, fredde e cristalline.

Un rumore metallico ruppe la quiete. In un'astronave, qualcosa si era mosso: una figura si stagliò contro le stelle, che splendevano fredde e quiete davanti ad essa.

Dissolvenza.” disse, e una mano si protese verso di loro, come ad afferrarle.

Toccò il freddo vetro che la separava dal vuoto dello spazio. Così sottile, eppure era capace di preservarla da una morte certa. Nulla poteva sopravvivere là fuori, se non i fantasmi e le ombre di coloro che un tempo erano vivi. O almeno, avevano detto di esserlo.

Il suono metallico si ripeté. Ora era simile a qualcosa di liscio che scorreva sul pavimento della nave, e stava venendo verso la figura.

Un piccolo robot comparve sulla porta. A malapena raggiungeva le ginocchia di una persona normale, aveva quattro ruote e un sistema di leve e ingranaggi che faceva muovere il corpo in modo articolato e scomposto. Pareva un cagnolino, con una scatola cilindrica di metallo al posto della testa e due lampadine, una più grossa blu e una più minuta, rossa, al posto degli occhi.

Dalla scatola che formava il busto provennero una serie confusa di rumori.

Cosa succede, T3-M4?” chiese la figura.

Con un gesto, abbassò il cappuccio. Anche se la luce era soffusa, la sua pelle nera come l'ebano era visibile e gli occhi, scuri e penetranti, spiavano il piccolo robot davanti a sé.

Cosa stai cercando di dirmi?”

Il piccolo robot, di tutta risposta, emise un'altra serie di rumori elettrici. Per una persona qualsiasi non avrebbero avuto alcun senso, ma per un orecchio abituato ad udirli essi avevano un preciso significato.

Dici che è arrivato un messaggio? Da parte di chi?”

Un insieme di messaggi sonori riempì la cabina. La donna li seguiva con difficoltà.

Quadrante 113 Alfa Sesto... riconoscimento del codice di decriptazione...comunicazione importante...messaggio di rinvio non effettuabile...coordinate non corrispondenti al modulo 14...seconda priorità di ricerca...T3-M4, fermati un attimo!” gridò all'improvviso “Dimmi solo da chi proviene. L'ha inviato colui che stiamo cercando?”

Il robot emise un suono, lungo e continuo. Pareva un diniego.

Se non è lui, allora chi è? Ho impostato i comandi della nave affinché vengano letti soltanto i messaggi che hanno con sé il codice identificativo della stessa astronave. Se non è lui, chi altri è che li conosce?”

T3-M4 lanciò una serie di messaggi sonori dai toni molto bassi, profondi.

So bene che ci sono altre persone che conoscono i codici di questa nave, ma il protocollo prevede anche che esse si identifichino. Ora dimmi chi è.”

Un'altra serie di rumori e dal proiettore di T3-M4 scaturì l'ologramma di un uomo, alto e dai capelli biondi. Era vestito con una semplice tunica, il suo volto era severo e quasi impassibile mentre parlava.

Spero che tu possa ricevere questo messaggio. Passeranno parecchi giorni prima che tu lo riceva, ma devi essere informata di quello che sta accadendo, prima che sia troppo tardi”

No!” gridò la donna, coprendosi gli occhi con una mano.

Da quando sei partita per la tua missione, sono accadute parecchie cose. Il gruppo non è più lo stesso: si sta sfaldando, lentamente ma inesorabilmente. Tutti i vecchi rancori stanno venendo alla luce, senza te a far cessare le nostre rivalità.”

Basta!” urlò a T3-M4 “Fai smettere la proiezione! Spegnila, cancellala, te lo ordino!”

Ci manca una guida. Devi tornare, o tutto sarà perduto. L'ordine Jedi ci ha...”

Silenzio! Ma perché non obbedisci, stupido robot!” e con un calcio lo fece rovesciare. L'ologramma cominciò a riempirsi di interferenze.

...Non abbiamo trovato...notizie...La situazione...sta...i cacciatori...” poi, l'immagine scomparve.

La donna si sedette, distrutta. Il robot, con le sue leve e meccanismi si rialzò da terra.

Esci da questa stanza.” disse, con la voce rotta dal pianto “Non rientrare finché non avrai un messaggio di Revan, e nient'altri”


Domanda: Dove sei stato? La guida iper spaziale necessita di riparazioni costanti, e tu hai mancato il turno delle ore 7 e 35 minuti”

T3-M4 rispose con una serie di fischi e bip.

Domanda: Dovevi recapitare un messaggio al padrone? Chi ti ha ordinato di fare ciò? La tua programmazione non prevede simili iniziative.”

T3-M4 rispose in modo arrabbiato.

Constatazione: Inutile che mi parli in quel modo. Io sono un droide protocollare, assassino e specializzato in massacri e stermini, è logico che io abbia un minimo di iniziativa. Fa parte dei miei protocolli”

Un'altra serie di fischi e rumori elettronici. HK-47, il droide assassino, si voltò dalla console su cui stava lavorando, per guardare con i suoi emettitori ottici il collega.

Ordine: smetti di blaterale insulsaggini. Il padrone ha dato a me il comando dell'Ebon Howk, e quindi farai come dico io. Ora vai a fare quelle riparazioni di routine all'iperguida e non scocciarmi più i circuiti.”

Osservazione: Inoltre, se riproverai a prendere un altro dei messaggi proveniente dai sacchi di carne, mi occuperò personalmente di buttarti fuori nello spazio.”

Domanda: Intesi?”

T3-M4 si voltò, e si diresse verso la zona motori. HK-47 tornò a lavorare alla consol. Dopo cinque minuti, si udì una voce elettronica che informava che tutti i messaggi erano stati cancellati.

Osservazione: Dobbiamo servire il padrone, perché il padrone tornerà. Dobbiamo proteggere il padrone, anche dal padrone stesso.”


Da un'altra parte, in un altro momento...

La puzza era insopportabile. D'altro canto, tutto il pianeta aveva quell'odore. Tra i fumi di scarico delle astronavi e delle ciminiere, tra i liquami maleodoranti delle fogne a cielo aperto e dei rifiuti bruciati nelle strade, su Nar Shaddaa c'erano pochi posti dove ci fosse aria fresca.

Atton Rand avanzava lungo una strada, costellata di bidoni e corpi accatastati. In una città dove non c'è terra che non sia occupata da un grattacielo a mille piani è difficile trovare spazio per i morti. Il cielo era oscurato dallo smog, grigio come una lamiera di metallo.

Nar Shaddaa, in Hutt, significa “Gioiello degli Hutt”. Atton si chiedeva cosa mai ci fosse di prezioso, in quell'angolo di spazio dimenticato dagli Dei.

Entrò in una piazzetta, all'apparenza tranquilla. Doveva muoversi, o sarebbe arrivato tardi ad un appuntamento importante. C'era in gioco molto, così almeno aveva detto Mira. Non l'aveva più sentita da quando si erano divisi due mesi prima. Cosa doveva essere accaduto perché si mettesse di nuovo in contatto con lui?

Fu allora che vide la luce dei colpi dei blaster, provenienti da due diverse direzioni. Si accasciò a terra appena in tempo, la mano stretta sulla cintura, gli occhi che scrutavano verso la fonte di quegli attacchi.

Ehi! L'abbiamo preso!” disse una voce cavernosa, in un basic che Atton reputò disgustoso.

Noi l'abbiamo preso!” ribatté un altro dall'altra parte “Non tentate di prendervi il merito, razza di ladri! Erano due settimane che seguivamo le sue tracce.”

Così poco?” pensò Atton, offeso. Si credeva più abile, nel seminare gli inseguitori e i creditori.

Perché, noi no? Voi stupidi cacciatori di taglie Karcassiani fareste bene a lasciare questa preda, se non volete avere guai.”

Scherzi? Jabba il Galp ci ha promesso diecimila crediti galattici per la sua testa. Preparatevi a morire!”

Atton si alzò. Era assai scocciato da quell'interruzione, e non sopportava i ritardi. Con un gesto, estrasse un piccolo cilindro argentato, da cui scaturì un fascio di plasma color giallo.

Ehi, il Jedi è ancora vivo. Sparategli!”

Atton si mosse velocemente, tagliando la testa a un cacciatore di taglie alieno alla sua sinistra. Con aggraziati momenti del polso, frappose la lama della spada laser tra lui e i colpi dei blaster, che furono rispediti ai mittenti.

Avete fatto un grosso errore a sottovalutarmi” disse Atton, sprezzante “Fareste bene a scappare”

I cacciatori di taglie superstiti sparirono nei vicoli, lasciando Atton solo.

Razza di novellini” poi, voltatosi verso le tenebre, disse “Ora puoi uscire, Mira”

Un figura, avvolta in un pesante mantello, fece la sua comparsa nella piazzetta. Sollevò il cappuccio, rivelando una chioma rosso fuoco: una giovane nel pieno della sua forza e bellezza, dagli splendenti occhi verdi.

Come mai non mi hai aiutato?” chiese Atton

Te la sei cavata. O forse il grande Atton è così vecchio da aver bisogno di una mano?”

Chiudi quella bocca!” le gridò “Stupidi cacciatori: è il quarto gruppo con cui mi scontro questa settimana!”

Solo quattro? Io ne ho seminati almeno il doppio! A quant'è la tua taglia?”

Diecimila crediti” rispose lui, con un certo orgoglio.

Così poco? Dovresti dire a Jabba di alzartela, o per quella miseria avrai solo bande di ragazzini a cercarti!”

Perché? Trovi divertente essere inseguita da mezzo pianeta, mentre l'altra metà gareggia per accopparti?!”

Sono cose normali, qui a Nar Shaddaa. Se vuoi la notorietà devi essere ricercato, se invece non vuoi essere noto, devi essere il più elusivo possibile. E spesso devi essere morto per esserlo.”

Difficile passare inosservati, di questi tempi. Tutti sono alla folle ricerca dei jedi. Allo stesso tempo però, volendoli prendere, stanno facendo sprofondare questo pianeta nel caos più totale”

Perché, non è mai stato così? Basta parlare. Dobbiamo raggiungere il luogo dell'appuntamento quanto prima”

Dov'è? Nel tuo messaggio eri estremamente oscura a proposito. Chi ci sta aspettando?”

Lo vedrai all'Astronave in Panne” disse, e si incamminarono.


Il locale era straordinariamente affollato quella sera. Naturalmente, Atton era molto restio ad entrare lì dentro.

Appena entreremo, ci sarà un bel comitato di benvenuto fatto di pistole e fucili blaster, dammi retta!” diceva a bassa voce a Mira.

Mi è stato assicurato che l'incontro si svolgerà in tutta tranquillità. Fidati”

Riluttante, Atton Rand entrò assieme alla giovane. In pugno stringeva la sua spada laser. Aveva ancora vivido il ricordo del giorno in cui l'aveva ricevuta dal suo maestro.

Mi fa strano chiamarti così” ripensò, mentre saliva una scala che portava al locale. La risposta apparve chiara nella sua mente.

Non sei obbligato a farlo. Io non sono il maestro di nessuno”

Eppure mi hai insegnato tanto. Senza di te, ora vivrei ancora con i fantasmi del mio passato”

Ti sbagli. Io non ho fatto niente, ho solo portato in superficie ciò che era celato nel tuo animo. Se sei riuscito a sconfiggere le tue paure, questo è solo merito tuo”

Questa spada...è pesante, nonostante sia poco più grande della mia mano. Non so se saprò portarla sempre.”

La spada è, per un Jedi, il riflesso del proprio animo. Il suo colore non è causale: rispecchia colui che la impugna. Blu è dei guardiani e cavalieri Jedi, la punta armata dell'ordine. Giallo, è di coloro che vengono detti sentinelle e custodi, il cui compito è proteggere ciò che l'ordine reputa importante.: la conoscenza, custodita negli holocron degli archivi su Coruscant, gli stessi membri dell'ordine, oppure l'ordine stesso. Infine, verde per i consoli e i maestri jedi, che tra tutti eccellono per la profonda conoscenza della Forza”

Questi sono gli ordini del Consiglio Jedi. Eppure qui non ci sono ordini e categorie. Quale cristallo devo scegliere allora?”

Semplicemente, quello a cui ti senti più affine. Anch'io ho fatto la mia scelta, tempo fa”

Ed è stata una buona scelta?”

Si. E allo stesso tempo completamente sbagliata”

Atton, ci sei?” chiese la ragazza, nel rumore del locale.

Si” rispose lui, mentre i ricordi si disperdevano nella sua memoria, come il fumo che aleggiava nel locale.

Entriamo in quella stanza” disse Mira “Il padrone del locale mi ha assicurato che nessuno ci disturberà”

Mira, tu sei stata una cacciatrice di taglie in passato. Non pensi che questo sarebbe il luogo perfetto per un agguato?”le domandò il jedi, guardando con sospetto la porta della saletta.

Mi prendi per una sciocca? Nessun cacciatore di taglie con un nome da mantenere penserebbe di catturare la sua vittima in modo così banale e davanti a tutti. Stai sicuro e tranquillo”

Aprì la porta con un gesto. Atton pensò che ormai, su Nar Shaddaa non serviva più avere un nome, ma stare dalla parte giusta. Precisamente, all'estremità opposta di un fucile blaster.



Altro luogo, altro momento.


La sala era avvolta nel silenzio e nell'oscurità. Solo piccoli raggi di sole filtravano attraverso i vetri opachi delle finestre, in alto dal soffitto della sala del Consiglio Jedi.

Un tempo, quel luogo era stato il cuore della galassia e dell'Ordine dei Cavalieri. Ora, regnava una quiete spettrale, e sugli scranni degli alti maestri jedi solo uno strato sottile di polvere.

Così era tutto il Tempio e l'Accademia dei Jedi. Un luogo desolato e abbandonato. Il declino dell'ordine pareva aver intaccato anche la pietra del suo luogo più sacro: qua e là si vedevano crepe, mattoni spostati, macchie di ruggine e pezzi di intonaco, staccatisi dal soffitto. Eppure, l'edificio manteneva tutta la sua imponenza e bellezza, gioiello superstite di un mondo ormai scomparso, che lentamente il tempo intaccava, giorno dopo giorno.

Non c'erano più jedi su Coruscant, ormai. Nessuno più girava per i corridoi, ormai deserti, nessuno si avvicinava per udire il gorgogliare dell'acqua della polla dalle mille fontane, le scansie della grande biblioteca, ricolme di antichi e perduti segreti non erano più consultate.

O forse no?

Una persona c'era, nel centro della Sala del Consiglio. Egli mosse un passo, avvicinandosi al monolite infranto da cui si irradiavano i mosaici del pavimento. Allungò il braccio, e fece scorrere la mano sui bassorilievi che lo decoravano, fino a giungere alla punta infranta.

Vi era un solco, come se qualcuno l'avesse creato colpendolo con una spada laser.

E a proposito di spade laser...non ne era apparsa un'altra dietro di lei?

Non fare niente” disse una voce, più simile a un ringhio felino che a un umano “ Esci dall'ombra”

La figura si voltò, e un fascio di luce illuminò il volto di una giovane Twilek dalle lunghe code verdi. Vestiva in modo inusuale: una lunga veste nera, rattoppata da numerosi fili e corde colorate.

Bene bene, cosa abbiamo qui? Non uno scarabeo di fuoco delle fogne, non un razziatore e neppure un contrabbandiere in cerca di un rifugio per le sue merci. No, a prima vista sembri una visitatrice. Getta a terra le tue armi, ora”

Mi dispiace” disse la twileck “Non ne ho”

Allora sei destinata a morire, ragazza, come tanti che prima di te hanno osato entrare in questo luogo. Preparati”

La spada laser si levò verso l'alto, pronta a colpire.

Sono venuta per parlare con i jedi!” gridò

Allora sei arrivata troppo tardi. Qui non ce ne sono più”

Devono esserci! Vengo dall'accademia di Tifan VII e devo parlare con loro”

Non dire sciocchezze” le disse, con la spada ancora puntata contro di lei “Tifan è un pianeta deserto. Lì non ci sono mai state basi jedi, né sith”

Era una base segreta. Nessuno, a parte il consiglio, la conosceva. ”

Spiacente per te, ma il consiglio si è sciolto molti anni fa. Come vedi, sono alcuni anni che non si occupano più della manutenzione del tempio. Un'accademia segreta, dunque? Anche quella di Dantooine lo era, prima che la flotta sith la bombardasse”

Bombardata? Com'è possibile?”

Sveglia ragazza, dove sei stata in questi ultimi anni? Non sai o fingi di non sapere?”

Perdonami, ma non ero al corrente di questi fatti. Sono venuta per parlare con uno dei maestri, è una cosa della massima urgenza!”

Quanta fretta. Ma purtroppo arrivi anche in questo caso tardi. I maestri non sono qui, ma sul pianeta dei Miraluka, Katarr. Morti”

Morti? No, è una menzogna”

La pura verità, invece. Tutti nella galassia lo sanno, anche le circostanze in cui questo è avvenuto sono ancora un mistero. Ognuno sa che quel pianeta è la loro tomba, e il pianeta stesso è diventato un'immensa tomba”

Terribile. Se è così, devo parlare con uno dei cavalieri dell'ordine. Il più alto in carica. Almeno lui è vivo, no?”

Si, per tua sfortuna però è partito per le regioni ignote. Non fare quella faccia ragazza: sei riuscita ad incuriosirmi. Facciamo così: ora mi seguirai, e vedremo se troveremo qualcuno che potrà rispondere alle tue domande. Scusami se non ti apro la strada, ma preferisco mantenere un buon metro e mezzo di plasma come garanzia, tra te e me”


  
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