E'
un arrivederci
Se vi separate
dall'amico, non addoloratevi, perché la sua assenza vi
illuminerà su ciò che in
lui amate.
Kahlil
Gibran
La
slitta di babbo natale sfrecciava per il cielo azzurro. Da sopra di
essa i 5
guardiani guardavano verso il basso, osservando il sole che spuntava da
dietro
l’orizzonte, illuminando con i primi tiepidi raggi la citta,
risvegliandola. Ormai tutto era finito, l’incubo
era cessato e con esso
anche la minaccia di Pitch. Era incredibile pensare che c’era
mancato davvero
poco prima che fosse la catastrofe più totale.
“Senti
Nord, trova un posto dove far atterrare questo coso e fammi scendere.
Preferisco ritornare nella mia tana sulle mie zampe!”
esclamò il coniglio
di Pasqua, mentre con terrore si sporgeva piano dalla slitta per
guardare verso
il basso. Con terrore era riuscito a scorgere una radura in mezzo al
bosco e lo
aveva indicato a Babbo Natale.
“Ma
non mi
dire, soffri ancora di vertigini piccolo canguro?”
domandò Jack Frost. Sentendo
quell’orrendo nomignolo, Calmoniglio si voltò di
scatto verso il ragazzo,
guardandola con un’aria truce.
“Per
l’ennesima volta, sono un coniglio. Il coniglietto di
Pasqua” sbuffò al limite
della pazienza.
“Su,
su non
litigate voi!” esclamò con allegria Babbo Natale.
I due continuarono a
guardarsi e poi con uno sbuffo si voltarono, dandosi le spalle.
Dentolina
ridacchiò per quel loro comportamento, mentre Sandman
scuoteva la testa.
Poco
dopo
la slitta incominciò la sua discesa e infine
toccò il terreno. Calmoniglio
saltò agilmente, fiondandosi fuori da quel trabiccolo
pericoloso. Odiava volare
con Nord, era un pazzo a cui andava ritirata la patente per guidare
quella
slitta.
“Bene
ragazzi, qua vi saluto” disse il coniglio voltandosi verso i
compagni. “Devo
rimettere a posto il casino che Pitch ha combinato e prepararmi per la
prossima
Pasqua,” finì per poi colpire il terreno con una
zampa. Sotto di lui si aprì
una galleria. Fece un saluto con la mano e poi sparì
all’interno di essa, che
subito dopo si richiuse.
“Beh,
sarà
meglio che vada anche io, ci sono tanti dentini da rimettere a posto e
tanti
altri nuovi da prendere,” esclamò con entusiasmo
Dentolina. Le sue ali
sbatterono freneticamente, sollevandola da terra e sollevandola verso
l’alto.
La fatina, che si era rannicchiata nel cappuccio di Jack, si
stiracchiò e volò
verso la padrona. Era triste all’idea di lasciare da solo
quel ragazzo, ormai
si era affezionata a lui.
“Non
preoccuparti dente da latte! Ci rincontreremo presto, “ disse
con un sorriso il
ragazzo. La piccola fatina annuì prima di poggiarsi sulla
spalla di Dentolina.
“Se
vuoi,
peso piuma, puoi restare con lui. Sempre se a te non dà
fastidio, Jack,”
intervenne la fata dei denti. Entrambi la guardarono e la fatina
immediatamente
le volò attorno, per poi ritornare nel cappuccio del ragazzo.
“Ci
vediamo
Jack Frost! E sta attento ai tuoi bellissimi denti, sono
perfetti!” sorrise
sbattendo le mani agitata. Jack le sorrise e si frugò nella
tasca del maglione.
Da essa tirò fuori il contenitore che custodiva i suoi
denti, i suoi ricordi.
Guardò quel contenitore con esitazione, ma alla fine
allungò la mano verso la
fata.
Le
lanciò
la scatoletta a lei, che prontamente l’afferrò.
Dentolina era sorpresa da quel
gesto.
“Ma
Jack…
io credevo che tu…” balbettò incerta e
poi fissò quei occhi azzurri come il
ghiaccio. Il ragazzo abbassò lo sguardo per un
attimo, ma subito dopo
tornò a guardarla.
“Quando
ne
avrò bisogno saprò a chi chiedere” le
rispose. Gli occhi di Dentolina si
velarono di lacrime, era commossa. Le stava affidando i suoi ricordi,
gli
stessi che lo avevano aiutato a capire chi era veramente. Che lo
avevano fatto
ritornare da loro.
“Okay
e
questa volta starò più attenta a
conservarli!” giurò con determinazione.
Jack
annuì,
sicuro che la fatina avrebbe prestato fede al proprio giuramento. E poi
la
ragazza fece ciò che nessuno si sarebbe aspettato. Con
velocità gli si avvicinò
e gli diede un bacio sulla guancia. Le sue gote divennero
immediatamente rosse
per l’imbarazzo e ridacchiò nervosamente. Jack si
sfiorò la guancia, era
rimasto sorpreso da quel gesto.
“Wow”
disse
infine, non sapendo che altro dire lui.
La
sabbia
dorata di Sandy rammentò loro che non erano da soli. Sandy
salutò il ragazzo a
modo suo, con la sabbia che formava i vari ghirigori con cui il
guardiano era
solito ad esprimersi.
“A
presto
Sandy!” lo salutò il ragazzo.
“Ci
vediamo
Nord,” salutarono Dentolina e Sandman, per poi volare in
direzioni opposte. Gli
altri due guardiani rimasero a guardarli mentre si allontanavano sempre
di più
ed infine rimasero da soli.
“Sai
già
dove andare, Jack Frost?” domandò l’uomo
con il suo tono gioviale.
“No”
rispose tenendo ancora lo sguardo fisso verso quel cielo azzurro, privo
di
nuvole e proprio nella direzione dov’era sparita la fatina.
“Bene,
allora noi andare!” esclamò, prima di impartire
alle renne di riprendere il
loro viaggio.
“Andare?
E
dove?” chiese Jack, portandosi al fianco
dell’omaccione.
“A
Polo
Nord, che domande! Non volevi visitare mia casa?” gli chiese
con un ghigno
prima di dare un altro scossone con la briglia e le renne andarono
più veloci,
salendo sempre più in alto.
L’ultimo
suono che quella foresta udì era l’urlo di gioia
di Jack Frost.
Angolo
Autrice
Bene, non so che cosa dire precisamente.
Fin dal momento che ho niziato a guardare questo fantastico film sono
rimasta
incollata allo schermo. Sono letteralmente impazzita.
Adoro Jack Frost, Dentolina (soprattutto Dente da Latte! ^^) e Pitch.
Insomma è
un cattivo incompreso, senza contare che è l'uomo nero ed io
avevo, e ho ancora
adesso, paura di lui. E' un gran bel cattivo, però!
Comunque parlando della storia, spero che vi sia piaciuta :)
Non ho modificato nulla. E' solamente il finale del finale. Insomma
ogniuno sarebbe
ritornato alla propria vita, alla propria quotidianità, e mi
sono immaginata il
modo in cui potevano essersi detti arrivederci :D
Fatemi sapere che cosa ne pensate ^^
Bacioni
MissysP