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Autore: ma89vi    13/12/2012    3 recensioni
"Perchè l'hai fatto?
Perchè hai tradito la mia fiducia?"
Mamoru non gliela aveva semplicemente portata via. Si era preso tutto di lei: il suo corpo, il suo cuore... la sua anima.
E lui non era stato capace di impedirglielo.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mamoru/Marzio, Seiya, Un po' tutti, Usagi/Bunny
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
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Capitolo 17: l'inizio.

"Smettiamola Mamoru! Diciamo tutto a Seiya!"
Usagi era convinta di quello che stava affermando.
Basta bugie. Non ce la faceva più.
Basta mentire a Seiya. Basta giocare con sè stessa. E basta soffrire per Mamoru.
Lui doveva prendersi le sue responsabilità e non scappare!
Lui doveva affrontare la situazione. Loro dovevano affrontarla insieme!
Convinta come non mai, guardava intensamente l'uomo che amava. E attendeva una risposta. Un cenno, qualsiasi cosa che le facesse intuire che il ragazzo era d'accordo con lei.
Mamoru le stava immobile, di fronte. Le sue parole, schiette e piene di dolore, l'avevano gelato. Possibile che quella donna così forte e decisa fosse davvero la sua Usagi?
Era così sicura di quello che stava sostenendo. Non l'aveva mai vista sotto quella luce.
"Ma sei impazzita?", le urlò, facendola sobbalzare.
Perchè lei non capiva? Loro non potevano. Non dovevano. No, non dovevano spezzare il cuore a Seiya. Lui avrebbe fatto qualche sciocchezza. Lo conosceva il suo temperamento passionale.
No, non poteva. Il suo amico era più importante di qualsiasi ragazza. "Non farò mai quello che dici!", concluse razionalmente.
"Il pazzo sei tu!", controbattè la ragazza dai lunghi capelli dorati. "Non capisci che così è peggio?"
Usagi era arrabbiata dopo aver ricevuto quella risposta talmente bambinesca da parte del medico. Si era forse fatta un'idea sbagliata su di lui? Perchè era così infantile?
"Tu non ragioni per nulla, Usagi!"
Mamoru si stava scaldando e cominciava a sudare per l'agitazione. Possibile che lei fosse così senza tatto? Così egoista da non riflettere sulle proprie azioni? Perchè era diventata così maledettamente istintiva?
"Ah, io non ragiono! Bella questa!", esclamò Usagi con un tocco di ironia. "Dico, ma l'avete sentito?"
Si rivolse verso Motoki e Makoto, cominciando a ridere nervosamente.
"No, Usa. Non metterci in mezzo. Noi abbiamo fatto fin troppo per oggi.", tagliò corto la mora, fissandola da dietro il bancone.
Makoto ne aveva abbastanza. Era stufa di vederli disperarsi ogni giorno per quell'amore che li aveva invasi prepotentemente.Lei e il marito li avevano aiutati e loro si comportavano come due ragazzini alla prima cotta. Era troppo per i loro gusti.
"Ascolta Mamoru. Vuoi soffrire in eterno?", riprese Usagi voltandosi nuovamente verso il ragazzo. "Vuoi continuare a prendere in giro Seiya?"
"Io non sto prendendo in giro Seiya!", gridò il ragazzo avvicinandosi pericolosamente verso la ragazza.
"Ah, no? Certo che lo stai facendo! Lo fai tutti i giorni pensando a me!", gli disse con le lacrime agli occhi. "Ma vedo che sei ottuso. Così ottuso che non capisci quanto sia difficile per me rispondere al cellulare tutte le volte che squilla ed è lui. Non puoi capire cosa significhi fingere di provare un sentimento che non c'è. Non puoi perchè preferisci chiuderti in quello stupido silenzio che ti porti sempre dietro!"
La delusione poteva leggersi cristallina nei suoi occhi. Che razza di uomo stava amando? Possibile che avesse messo in discussione la sua storia con Seiya per un individuo così?
Mamoru non parlava. Si limitava a fissarla, sconcertato e stanco.
Non sapeva cosa dirle. Pensava senza proferir parola. Non dava nessuna risposta. Non controbbatteva. Riusciva ad intuire quale fosse il pensiero di Usagi su di lui in quel momento.
Sì, era un codardo. Sì, voleva farsi del male. Sicuramente era un pazzo. Era completamente fuori di testa. Ma era anche confuso. Insomma, un turbine di sensazioni contrastanti.
La cosa giusta da fare quale era?
"Basta, sono stufa. Vado via. Non vale la pena continuare a parlarne.", concluse Usagi, sbattendo la porta del locale. Come era stata stupida ad innamorarsi di lui. Era evidente che i suoi sentimenti non contassero nulla.
Sola. Si sentiva sola. Una lacrima scese sul suo viso. Aveva varcato la soglia e lui non aveva neanche fatto nulla per fermarla.
Solo. Era solo. Ed era stupido. Così stupido, da averla lasciata andare via come niente fosse. Forse per sempre.
"Mamoru..."
Motoki lo chiamava, ma lui non lo sentiva. Non sentiva nulla. Era forse impazzito? Lui era così razionale! Cos'era questo suo comportamento? Aveva fatto una cazzata a fuggire dalla realtà?
"Non sono io questo. Non mi comporterei mai così. Che sto facendo?", disse a voce alta, guardando l'amico.
"Seguila!", lo incitò. Immediatamente corse dietro alla ragazza. Che idiota che era stato. Lasciarla andare via a quel modo per la sua stupida paura.Perchè aveva timore se prima o poi avrebbe perso comunque? L'amicizia di Seiya l'avrebbe persa comunque. Anche se Usagi non l'avesse lasciato. Il solo vederlo in sua compagnia l'avrebbe fatto morire ogni volta.
E allora che senso aveva fuggire?
"Usagi!", urlò una volta fuori. Ma dov'era? Possibile che in pochi secondi si fosse già allontanata?
"Stupido Mamoru!", ammise amaramente. "Perchè non le ho detto semplicemente di sì?"
Era stato davvero un'idiota.
Cominciò a correre. Doveva trovarla a qualsiasi costo.

****

Usagi era appena uscita dal locale di Motoki. Era arrabbiata. Era delusa. E camminava velocemente. Le lacrime le scendevano copiose sul viso. Era nervosa.Tutta quella storia l'aveva fatta agitare.
"Usagi!"
Si fermò di scatto. Cos'era quella voce che aveva sentito? Possibile che fosse lui?
Si girò, ma non vide nessuno.
Che stupida. Non poteva certo essere lui. Si era sbagliata. Di nuovo. Per due volte in quella giornata.
Aveva forse sbagliato a proporgli di rivelare tutto a Seiya?
Già Seiya... il suo Seiya. Non se la meritava una ragazza come lei.
Avrebbe sofferto prima o poi. Perchè lei era stufa. Era stanca di quella situazione.
Avrebbe voluto sparire per sempre. Andare via e dimenticare tutto.
Dimenticarsi di lei. Di Seiya. Di Mamoru. Tra loro era evidente che non fosse destino.
Silenzio. Un grande silenzio le aveva invaso l'anima.
Non ce l'avrebbe fatta. Forse era meglio non andare a lavoro in quelle condizioni.
Decise di chiamare sua madre e avvertirla che non avrebbe aperto lei il negozio. La sua genitrice avrebbe compreso il suo stato d'animo e l'avrebbe lasciata andare.
Improvvisamente era assalita dalla voglia di sentire l'odore del mare.
Almeno lui l'avrebbe rilassata.
Cambiò strada e decise di proseguire verso la stazione e prendere il primo treno.
Si sarebbe fatta un bella passeggiata sulla sabbia e avrebbe respirato la salsedine che era nell'aria. Ne aveva un gran bisogno.
Chiamò Ikuko e lei non fece storie. Aveva capito che qualcosa era successo a sua figlia, ma non le chiese nulla. Ne avrebbe parlato lei se avesse voluto.
Quella mattina era molto calda, anche se soffiava una leggera brezza che le scompigliava i capelli.
Già quei capelli. Così lunghi. Forse avrebbe fatto meglio ad accorciarli. Così, per cambiare un pò.
"Uff!", sfubbò.
Era inutile focalizzarsi sui capelli. Non serviva a niente pensare a qualcosa che non fosse Mamoru.
Camminava sul viale per la stazione e in ogni attimo gli tornava in mente quel ragazzo stupido.
A un certo punto le squillò il cellulare.
Era Makoto.
"Ehi Mako!", la salutò, tristemente.
"Usa, dove sei?", le chiese l'amica. Un velo di preoccupazione si notava dal tono della sua voce.
"Non sono in negozio, Mako. Non me la sentivo. Vado al mare.", rispose la ragazza in modo schietto.
"Come al mare?"
Lo stupore di Makoto era evidente.
"Sì, Mako!Hai capito bene! Ho bisogno di prendere aria!"
"Ma Usagi! Mamoru ti sta cercando!"
Cosa? Aveva capito bene? Mamoru, quello stupido Mamoru la cercava?
"Sì, hai capito bene!", le confermò l'amica. Conosceva il significato dei silenzi di Usagi.
"Poteva pensarci prima!"
Cosa pensava di fare Mamoru? Giocare con lei?
Non glielo avrebbe permesso. Adesso era il suo orgoglio a parlare. Maledetto orgoglio di donna ferita.
"Non mi interessa, Mako. Non voglio vederlo. Per me può anche sparire ormai!", mentì spudoratamente.
"Ahahahahahahahah! Adesso l'hai detta proprio grossa!"
Makoto non poteva fare a meno di ridere. Le stupidaggini che diceva Usagi erano note a molti e soprattutto a lei.
"Non ci credi? Non me ne---"
Non riuscì a finire la frase che qualcuno le afferrò il braccio da dietro.
"Mamoru...", esclamò stupita.
Mamoru era lì. Respirava affannosamente. Doveva aver corso. Era anche sudato.
Ma era lì. Per lei.
"Eh, come dici?", chiese Makoto dall'altra parte del telefono.
"Ti richiamo, Mako!", disse, lasciando l'amaro in bocca all'amica che francamente non aveva capito nulla.
"Finalmente ti ho trovata!"
Mamoru era di fronte a lei. L'aveva trovata, dopo aver corso per una buona mezz'ora. Era stanco, ma non poteva fare a meno di guardare fisso Usagi negli occhi. Tanto intensemente che quasi le avrebbe fatto paura.
"Lasciami!", urlò la ragazza, liberandosi dalla presa del moro. "Cosa vuoi?"
La voce le tremava. Sentiva un nodo alla gola. Sapeva che il pianto si sarebbe fatto presto vivo.
"Voglio te!", disse spiazzandola.
Avanzò verso di lei, con tenacia. Usagi, dal canto suo, si allontanava. Era più forte di lei. Si allontanò finchè un albero pose fine alla sua fuga.
"Voglio te!", ripetè disperato, avvicinandosi sempre più, fino ad arrivare davanti il suo viso.
Usagi era bloccata con la schiena contro il tronco del ciliegio in fiore. Era immobile, in un vortice di emozioni.
"Voglio te! Voglio la tua pelle! Voglio il tuo profumo! Voglio sentire il tuo calore su di me! Le mattine voglio svegliarmi con te accanto!"
Le sue parole erano diventate quasi un sussuro. Un dolce e indimenticabile sussurro.
"Usagi, io ti amo! Voglio viverti!"
Usagi era arrossita. Imbarazzata. Emozionata. Commossa. Non se l'aspettava. Non dopo quello che era successo prima. Mamoru aveva il potere di stupirla ogni volta.
"E Seiya?", chiese timidamente. Non potevano dimenticarsi di lui.
In fondo, era lui la vittima del loro amore.
"A tempo debito, gli diremo tutto."
"Come a tempo debito?"
La ragazza era sempre più meravigliata dal comportamento del medico.
"Ragiona Usako. Lui ora ha una grandissima opportunità a Londra. Se noi gli dicessimo che ci siamo innamorati, lui manderebbe in frantumi la sua carriera! Vuoi che gli accada anche questo?"
"No, certo che no..."
Il ragionamento del medico non faceva una piega. Era sempre così maledettamente razionale.
"Gli diremo tutto quando tornerà in Giappone.", le promise, spostandole i capelli sull'orecchio.
"Resisti ancora un pò, Usako."
Usagi gli sorrise. "Ok...", disse dolcemente. L'aveva convinta ed era felice.
Felice di quella decisione tanto sofferta quanto giusta.
Si avvicinò a lui e posò la testa sul suo petto. Silenziosa, come una bambina. Desiderava sentire il battito del suo cuore più di ogni altra cosa al mondo.
A quel contatto, così spontaneo e semplice, Mamoru ebbe un brivido. Istintivamente, le accarezzò i capelli dolcemente.
"Che buon odore che hai..."
Quel profumo. Quel profumo lo inebriava. Gli faceva perdere lucidità.
Usagi lo abbracciò per rafforzare quel momento.
"Ti amo, Mamo-chan..."
Semplici sillabe, pronunciate con tutto l'amore possibile.
Semplici parole che avevano acceso la passione tra i due. Il bacio era quasi inevitabile.
Mamoru le aveva alzato delicatamente la testa e l'aveva portata verso sè, mentre lui si avvicinava alle sue labbra lentamente.
Che sguardo intenso aveva Usagi! Lo stava fissando. Forse per paura che quello che stava accadendo era solo un sogno.
Chiuse gli occhi per assaporare meglio quell'attimo magico. Anche lei lo fece, in tempo per sentire il sapore delle labbra dell'uomo che amava sulle sue.
Un bacio casto, puro come il loro amore.


  
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