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Autore: Brucy    01/07/2007    4 recensioni
è ancora in lavorazione. storia incentrata su kougaiji e Co., la ricerca dei sutra e di oggetti ugualmente sacri, lotte private, e segreti celati da troppo tempo
Genere: Romantico, Triste, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kogaiji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dio che sonno



[" C'è una voce nella mia vita,
che avverto nel punto che muore;
voce stanca, voce smarrita,
col tremito del batticuore "] Giovanni Pascoli



Stava camminando per i lunghi corridoi, pensieroso.
La missione ordinatagli si stava rivelando sempre più difficile da completare, per via di quei quattro.
Per non parlare poi della forza demoniaca spaventosa di Son Goku!
Se fosse stato per lui, tranquillo e indifferente al riguardo, il loro incontro non sarebbe mai avvenuto né avrebbe intrapreso una lotta contro di loro. Ma le circostanze non glielo avevano permesso.
La sorte di sua madre dipendeva da lui, e avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di liberarla da quella donna.
Qualsiasi cosa.

Era quasi arrivato a destinazione, quando una persona che riconobbe subito come il dottor Ni Jyen'i gli bloccò la strada. una smorfia di disgusto gli attraversò il volto, ma fortunatamente riuscì a non farsi vedere.
- Salve principe! Com'è andata questa volta? Fatto ancora cilecca? Hihihi!- lo prese in giro l'uomo, muovendo il coniglietto di pezza che aveva in mano come se anche lui stesse ridendo. La sigaretta che aveva tra le labbra faceva un odore davvero irrespirabile, e ormai anche i vestiti del dottore erano davvero pestilenziali.
Dopo la donna volpe, la persona che più odiava al mondo e che sarebbe davvero dovuto morire fra atroci sofferenze era proprio quel miserabile scienziato pazzo.

Lo ignorò completamente tenendo le braccia basse per evitare che, in un gesto d'ira o soddisfazione, le sue mani arrivassero a stringere il collo del dottore fino a non farlo più respirare, ed entrò nel salone.
Al centro della stanza vi era un ripiano rialzato dove su un trono vi sedeva scomposta Gyokumen Koshu, con il braccio destro poggiato su un bracciolo e la testa sulla mano.
Con aria annoiata gli rivolse la sua attenzione.
- Kougaiji, ti vedo a mani nude. Devo dedurne che hai fallito per l'ennesima volta?- la sua voce risuonò per tutta la sala acida, e molto ostile.
- Non ho ancora portato a termine la missione.- rispose serio, senza tralasciare alcuna esitazione nel tono di voce. Darsi un contegno stava davvero diventando difficile.
Quella donna sapeva tirare fuori il peggio delle persone solo con un’occhiata, ma doveva stare calmo o lei avrebbe potuto ricorrere a punizioni che a lui avrebbero portato solo guai.
- Hai detto bene, Kougaiji, ancora! Inizio a stancarmi dei tuoi fallimenti! Se vuoi rivedere libera tua madre dovrai obbedire ai miei ordini finchè mio marito non sarà resuscitato ricordi? Farai bene a non scordarlo! E ora sparisci dalla mia vista! - sentenziò la donna, con voce stridula e irritata.

Giunto fuori, strinse i pugni fino a ferirsi i palmi.
Lo sapeva! Lo sapeva che doveva sottostarle fino alla resurrezione di Gyumao!
Lo sapeva benissimo!
Era un pensiero fisso, o meglio, era l'unica cosa che lo tratteneva dall'uccidere quella donna.
L'unico cosa che lo tratteneva dall’affilare i suoi artigli sulla pelle di quella pazza.
L’unica cosa.


- Ehi, aspetta un momento!-
- Eh no! Ormai hai perso, scimmia fallita!-
- Non ho perso sei tu che hai barato, brutto kappa baro maniaco!-
- Brutto kappa baro maniaco? E questa da dove l'hai tirata fuori?- chiese divertito e incredulo all'altro.
- Sanzo! Questo qui bara e mi chiama scimmia fallita! Digli qualcosa, Sanzo!-
Hakkai lo guardò. La venetta che aveva sulla fronte era grossa quanto una casa, e questo non presagiva niente di buono.
- Fate silenzio tutti e due, stupidi!- gridò il bonzo sbattendo con forza il suo harisen sulle teste dei poveri malcapitati, che per la paura si erano abbracciati.
- Che vivacità!- sorrise serafico il demone gentile, prima di sgranare gli occhi e frenare di colpo ribaltando gli altri tre passeggeri dell'auto.
- Ma che diavolo ti ha preso, eh? - tuonò un Sanzo molto irritato.
– Scusatemi ma non potevo mica investirla, no? - e con il capo indicò di fronte a loro.

Immobile a guardarli in mezzo alla strada vi era una donna. Indossava dei jeans neri che le fasciavano le gambe snelle, e un cappotto di jeans anch'esso nero. I capelli viola erano tenuti da un elastico nero in una coda alta svolazzante. Gli occhi erano uno viola e uno grigio, che veniva attraversato da una lunga cicatrice che partiva da sopra l'orecchio destro e finiva sulla parte sinistra della fronte.
- Che cos'hai da fissare tanto, donna?- chiese stizzito il bonzo.
- Cho Hakkai, Genjo Sanzo Hoshi, Sha Gojio e Son Goku, siete voi?- domandò fissandoli gelida.
– Esatto, ma le dispiacerebbe dirci il suo nome e come ci conosce?- ribatté Hakkai.
- Conosco il principe Kougaiji e ho sentito che voi lo state ostacolando.-
- E ha mandato lei al suo posto?- chiese ancora il demone gentile, mentre Goku e Gojio si erano messi in allerta appena sentito pronunciare il nome di Kougaiji.
- Fra le righe non ho detto ciò. Il nostro incontro è stato puramente casuale, non vedo perché debba venire a cercarvi di mia iniziativa.- puntualizzò lei.
- Un altro cane ammaestrato, tsk! - sbottò Sanzo accendendosi una sigaretta.
- Non ho mai leccato i piedi a nessuno. Se assolvo i miei compiti è perché non ho nulla da obiettare.- concluse la sconosciuta, prima di sparire dalla loro visuale.
- Certo che come carattere ti somiglia, monaco corrotto! Tranne che lei è bella al contrario di.. - venne interrotto dalla canna della pistola poggiata sulla sua nuca.
- Finisci la frase e non potrai più parlare! -


- Isuzu, che piacere rivederti! Dimmi che hai delle buone notizie! - la voce squillante e stridula di Gyokumen Koshu le perforò i timpani. Rimpianse quasi quei due giorni lontana da quel posto angusto e sinistro, e da quella gente pazza e disgustosa.
- Hai a tua disposizione un esercito da cinquecento demoni.- segnalò formale.
– Questa si che è un'ottima notizia, ora puoi ritirarti. – le sorrise civettuola la donna volpe, e con un cenno del capo salutò prima di uscire dal salone centrale e incamminarsi per la sua stanza.

Girato l'angolo incontrò il principe Kougaiji, che andava nella sua stessa direzione.
- Sei riuscita a compiere la missione in soli due giorni. Davvero singolare il tuo modo di lavorare.- la lodò il rosso osservandola attentamente.
- Non lascio mai le cose a metà, io.- rispose con una leggera nota allusiva nella voce.
- Che vorresti insinuare?- disse il ragazzo, stringendo i denti sentendosi preso in causa.
- L'unica volta che ti potresti giustificare è quando Dokugakuji, ferito anche lui gravemente, ti ha riportato mezzo morto dalla missione. Ma per tutte le volte in cui sei tornato a mani vuote non hai scusanti.- spiegò sintetica la ragazza. Il principe era pronto a risponderle per le rime, ma qualcuno glielo impedì venendogli addosso.
- Fratellino!- la voce squillante e infantile di Lirin li fece quasi diventare sordi. - E' ora di pranzo e io sto morendo di fame! Andiamo a mangiare?- disse tutto d'un fiato la demone, sbattendo gli occhioni con la bava alla bocca pensando alle leccornie che li stavano aspettando.
– Andiamo.- sospirò il ragazzo arrendendosi al lato famelico della sorella.
- Isuzu, tu non vieni?- sentì dire alle sue spalle. Non rispose né si voltò. Continuò a camminare fino a trovarsi di fronte alla sua stanza. Si chiuse la porta alle spalle per poi avvicinarsi alla finestra.

Il momento stava arrivando.
Abbassando lo sguardo scorse la terra arida che circondava tutto il palazzo.
Tutto stava per finire, per giungere al termine.
Non mancava molto alla fine.. alla fine di tutto.
La resurrezione di Gyumao, il viaggio di quei quattro.. e poi lui.
Grandi cambiamenti sarebbero avvenuti, che avrebbero portato con loro infinita desolazione.
La stessa desolazione che quella terra arida che circondava il palazzo tanto ricordava.


"- Lui dovrà vivere sereno, senza avere costrizioni. E anche tu dovrai farlo. -"


  
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