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Autore: ViolaNera    14/12/2012    0 recensioni
30 brevi storie ispirate dai prompt della "30 days OTP challenge" di EriCandy.
La coppia da me scelta è la DenFin e i personaggi saranno gli stessi per tutte le storie, spaziando nel tempo, nel rating e nei generi (per cui ci saranno fluff, sentimentale, erotico, angst, comico e malinconico).
[Alcune -e lo preciserò ad inizio capitolo- vanno lette prendendo in considerazione "Svorsk" di AmyLerajie, la quale è incentrata sulla SuNor.]
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Danimarca, Finlandia/ Tino Väinämöinen
Note: Lime, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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21. COOKING






Ci sono molte cose che hanno in comune, oltre al carattere allegro e giocoso. Una delle attività che davvero condividono con passione, però, divertendosi e rilassandosi nel farla insieme, è preparare nuovi piatti.

Matt è un cuoco nettamente superiore e ha una predisposizione per i dolci, dalle torte ai biscotti, dai dolcetti che stanno nel palmo di una mano alle paste più ipercaloriche, le quali richiedono complessi procedimenti e lunghi tempi di preparazione.

Tino cerca di stargli dietro, perché gli piace veramente mettere il naso tra i fornelli e disporre con ordine tutti gli ingredienti, prima di mischiarli e creare qualcosa di indimenticabile. La sua sfortuna -se così si può dire- è che per tradizione ha una cucina non molto amata nel resto del mondo (anche se niente supera il velato disgusto che un po' tutti loro hanno per certe pietanze islandesi) e alcuni suoi piatti hanno invero un aspetto poco invitante.

Quindi non si può dire che Tino non sappia cucinare. È che va capito.

Al danese non dispiace mangiare qualcosa preparato da lui, anche se quello che preferisce è tutto ciò che viene prima della presentazione di un piatto finito.

È lo stare insieme, gomito a gomito, passarsi le cose, controllare i tempi di cottura scambiandosi baci tra un ticchettio d'orologio e un timer che li fa sobbalzare, è fingere di essere chef in diretta su un canale prestigioso. Adora semplicemente cucinare insieme all'uomo che ama, per il tempo condiviso ed i mille piccoli discorsi che vengono fuori impastando farina, ridendo per la polvere bianca che inevitabilmente finisce in faccia ad entrambi e per le bestemmie finniche quando non gli riesce proprio di rompere un uovo senza fare un macello.

Ci sono cose, comunque, che non ha mai voluto mangiare, pur preparate da Tino con tutto l'amore del mondo. Vorrebbe assecondarlo, ma proprio non riesce a cedere.

Per questo, quando si avvicina Pasqua ed il finlandese canticchia tutto contento, restando ore da solo in cucina, lui non ha il coraggio di entrare, perché sa cosa sta preparando.

Finge di non notare la ciotola di betulla posta in fondo al frigorifero, anche se al terzo o quarto giorno gli verrà servito il contenuto misterioso insieme ad un'abbondante dose di panna montata e salsa alla vaniglia. Uno dei suoi incubi peggiori che, per contro, ha sia un sapore che un nome dolce: il mämmi.

Non sa come spiegargli che non è neanche tanto l'aspetto, a turbarlo, ma il fatto che una cosa talmente zuccherosa che non possa essere considerata altro che glassa pura e semplice, non sia proprio il massimo della sua aspettativa per la merenda della domenica.

Quell'anno però c'è qualcosa che lo disturba. Normalmente, a quell'ora, in quei giorni, Tino dovrebbe essere in cucina a prepararlo con il suo solito entusiasmo ed invece eccolo lì sul divano, a sfogliare una rivista di fucili, gli occhi brillanti ma in qualche modo assenti.

«Amore?», lo chiama dolcemente, allungandosi e sfiorandogli la spalla.

Il finlandese lo guarda e gli fa un piccolo sorriso, dando segno di ascoltarlo ed assumendo un'espressione ancora più dolce, come sempre quando gli si rivolge in quel modo tenero che a lui piace tanto.

«Non è ora del mämmi?»

Tino perde un po' il sorriso, nascondendo un velo di tristezza e sfiorandogli la mano con la propria. Lascia cadere la rivista sopra le gambe ripiegate, sembrando sul punto di sospirare e faticare per trattenersi.

«Non ce n'è bisogno. Ho pensato che sia meglio smetterla di insistere e cercare di preparare solamente cose che piacciono ad entrambi», risponde in tono normale e ragionevole. «A tal proposito, hai qualcosa in mente per cena?»

Matt si corruccia, accorgendosi immediatamente di quanto sia dispiaciuto, perché Tino è trasparente, è un libro senza copertina e lui, ormai, lo capisce al volo.

Anche se è così abbattuto per una cosa minima, davvero stupida, si sente in colpa da morire. Ha promesso di rendere felice quell'uomo, sempre, e se l'amore è anche sacrificio vorrà dire che soffrirà per tutto quello zucchero, ma non sarà la causa di quel dispiacere.

«Quest'anno ti aiuto, se mi insegni a prepararlo», si offre, salendo a toccargli lo zigomo.

Tino scuote la testa e gli va incontro, il sorriso tirato e a labbra chiuse che a Matt non piace. «Non ti preoccupare, non voglio che ti sforzi. Possiamo fare dei muffins, se ne hai voglia.»

Si alza dal divano senza dire nulla e lo prende di peso, se lo carica in spalla e attraversa il soggiorno, fino a metterlo seduto sul bancone della cucina, occhi negli occhi e labbra vicinissime.

«Sarò il tuo assistente. Dimmi cosa devo fare, Chef.»

Ci vuole qualche secondo ancora, ma finalmente, quando capisce quanto sia determinato, Matt può vedere il sorriso ampio e luminoso, e sentirsi in pace col mondo mentre Tino gli elenca gli ingredienti a bassa voce.

   
 
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