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Autore: Simo84    06/07/2003    17 recensioni
Che cosa si prova quando si perde qualcuno di veramente importante? Come si può uscire dall'abisso della disperazione? E cosa possono fare gli altri per aiutarti?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hikari Yagami/Kari Kamiya, Takeru Takaishi/TK, Yamato Ishida/Matt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Digimon non è mio, e mai lo sarà (purtroppo…). Tutti i personaggi appartengono ai rispettivi autori.

 

 

 

FRATELLI

 

 

Dedicata a te, fratello mio,
Per non averti mai potuto conoscere
Simo84

 

 

1 novembre, ore 8.00, telegiornale del mattino

<"Ieri notte si è consumata l’ennesima tragedia del sabato sera. Un’auto, guidata da un ragazzo di 19 anni, è stata investita da un fuoristrada, il cui conducente guidava in stato di ebbrezza. L’auto, in un disperato tentativo di evitare il grosso autoveicolo, è andata a sbattere contro il guard rail della strada, sbalzando fuori il suo conducente e causandogli una commozione cerebrale. Oltre a lui c’era un altro passeggero a bordo, un ragazzo di 16 anni di nome Takeru Takaishi, che si è fratturato un braccio, oltre a numerose altre contusioni. Per quanto riguarda il conducente dell’auto… ">

 

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1 novembre, telegiornale, aggiornamento delle 13.00

<"E adesso vi comunichiamo gli ultimi sviluppi della tragedia automobilistica svoltasi ieri notte. Dei due ragazzi a bordo dell’auto che si è schiantata contro il guard rail, uno è per fortuna fuori pericolo, mentre l’altro, il conducente, è purtroppo da alcune ore caduto in coma. Resta ancora sconosciuta l’identità del pirata della strada responsabile dell’incidente…">

 

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Diario di T.k., 6 novembre

Perché sto scrivendo? Avevo deciso di non farlo. Fissando per lunghe ore questo foglio immacolato, non volevo imbrattarlo con la mia scrittura tremolante. Poi, a un certo punto, la mia mano ha preso la biro e ha cominciato a scrivere da sola. Giuro, non volevo farlo. Non volevo riversare su questo povero foglio che non ha colpa il mio tormento, la mia angoscia. Ma è stato più forte di me.

Anche adesso scrivo d’impulso, così, di getto. Eppure non mi decido ancora ad affrontare la mia paura.

Il motivo principale per cui sto scrivendo.

Ma io non voglio, non voglio ricordare.

Perché fa ancora male. Troppo.

Troppo per poterlo affrontare.

Lo so, sono un vigliacco. Lo sono sempre stato…

E’ per questo che sono tre giorni che non esco di casa.

E’ per questo che sono tre giorni che non esco dalla mia stanza.

E’ per questo che sono tre giorni che non parlo con nessuno.

Ho sbattuto fuori la mia vita, e ho buttato la chiave fuori dalla finestra della mia torre d'avorio.

Ma a te, foglio bianco, almeno a te devo dirlo. Perché non ce la faccio più a tenermi tutto dentro.

Non lo trovo più.

Lo cerco da tre giorni, foglio bianco, dalla sera di quel maledetto incidente. Ma non lo trovo.

Dove sei fratello, dove sei?

Sei crudele fratello, a non voler farti trovare, a farmi spaventare così. Sono sicuro che, da qualche parte, tu adesso mi stai guardando e ridi.

Esci fuori fratello, lo scherzo ormai è durato troppo!

Lo so che tu non sei in quella bara. Mi prendi per scemo?

Lì dentro c’è un corpo vuoto, e ha poca importanza se quel corpo fino a poco fa era il tuo. Tu non ci sei più lì.

Non ci sei più perché un maledetto fuoristrada la notte di Halloween ti ha portato via.

E da quella sera, io continuo a chiedermi perché.

Perché tu sì, e io no?

Cazzo, c’ero anch’io su quella macchina!

E invece io me la sono cavata con una frattura al braccio, e qualche contusione. Tu con una commozione cerebrale che ti ha portato al coma. E poi….

No.

Tu non sei morto. Anche se tutti dicono il contrario, io lo so. Anche se perfino mamma e papà continuano a ripetermelo, io lo so. Tu non sei dentro quella bara, sepolto sotto quella terra, sotto quella pietra che da tre giorni porta il tuo nome.

No. No. NO!

Tu sei da un’altra parte, ma io non riesco a raggiungerti.

Dov’è mio fratello, foglio bianco?

Dov’è…………?

 

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Toc toc.

"…."

"…."

Toc toc.

"…."

"...."

"Tk?"

"…"

"Posso entrare…?"

"…"

Sento la porta socchiudersi. Non mi volto: so già chi è.

Kari mi appoggia una mano sulla spalla. Non dice nulla. Sa che non sopporterei le solite frasi banali che si dicono in questi casi, tipo ‘Come stai?’ oppure ‘Vedrai che andrà tutto bene.’

Tutto bene. Sì, come no.

Domande ovvie dalle risposte altrettanto ovvie. Dette solo perché si sente il bisogno di dire qualcosa, per non sembrare freddi e insensibili.

Ma Kari non è insensibile. Dopo qualche tempo passato in questa posizione, io seduto alla scrivania con la testa abbassata e lei in piedi dietro di me, va a sedersi sul mio letto, cercando di capire tutto ciò che le dico con il mio silenzio.

"E’ inutile tormentarsi."

Pausa.

"Perché lui…?" riesco finalmente a dire io, esprimendo così a parole il mio tormento.

"Non esiste una risposta a questa domanda."

"Perché io sono sopravvissuto? Che cosa avevo io che lui non aveva?" la voce comincia a tremarmi. Kari mi fissa tristemente.

"Nulla…" anche lei sta per mettersi a piangere.

"E ALLORA PERCHE’???!!!"

Le lacrime tornano. Sono stupito di averne ancora così tante da versare.

Kari si alza e mi raggiunge. Lentamente, prende la mia mano tra le sue, e aspetta finché non alzo lo sguardo verso di lei.

"Io… non posso capire il tuo dolore. Non posso, perché non l’ho mai provato. Certo, anch’io quando penso a lui sto male, ma nessuno può pretendere di capire la sofferenza di un altro. Solo tu lo puoi capire. Però, forse c’è ancora qualcosa che posso fare per te, se tu me lo permetterai."

Mi abbraccia.

"Sfogati, ti prego…"

Non ce la faccio a resistere. Non posso.

Mi lascio andare.

 

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You think you've done it all but I'd like to make a bet
There's so much more up ahead, you ain't seen nothing yet
It's gonna take a little time before the rain dies down
Till the storm is over you've got to stand your ground

You've got to be stronger than the wind
Got to be stronger
Stronger than the wind, it's gonna take a little longer
Stronger than the wind

You know it could be worse, at least you're not alone
There's a million billion souls who haven't even got a home
They haven't any bills to pay and no letters to send
They just wait for judgement day, at least you got a friend

Come on be stronger than the wind
Got to be stronger
Stronger than the wind, it's gonna take a little longer
Stronger than the wind

A tree stays rooted but a tree knows how to bend
Let the thunder and lighting flash above you
Right here on earth you got me to love you
You've got me to love you

(Tina Turner, "Stronger than the wind")

 

8 novembre, pomeriggio

Ormai TK è lì davanti a quella tomba da più di un’ora. Sembra proprio che non voglia smettere di piovere, e comincio a sentire freddo. Eppure non me la sento di andare via. Non voglio lasciarlo solo. In realtà, anche se non ho il coraggio di ammetterlo neppure a me stessa, ho paura che possa compiere qualche sciocchezza.

Ma non è solo per questo che adesso sono qui, a qualche metro di distanza da lui, in attesa. Quello che è successo è stata un’esperienza terribile per tutti. Ricordo che, quando lo venne a sapere, Tai iniziò a riempire furiosamente di pugni il muro di casa nostra, continuando a ripetere che non era vero, non poteva essere vero, Matt non avrebbe mai potuto andarsene così, da vigliacco. Solo quando Sora l’ha abbracciato si è finalmente lasciato andare, e ha pianto come non mai.

Ma il momento più brutto è stato quando siamo andati in ospedale. Naturalmente c’erano tutti, vecchi e nuovi digiprescelti: ma ci siamo scambiati a stento un saluto. Alcuni piangevano, altri non trovavano di meglio da fare che guardarsi i piedi, tutti evitavamo di guardarci in faccia. Perché se lo avessimo fatto, avremmo letto negli occhi degli altri la stessa angoscia e lo stesso stupore che sapevamo essere nel nostro sguardo. Nessuno si sforzava di parlare, nemmeno Joe, che di solito riusciva sempre a risollevarci il morale con qualche parola di incoraggiamento. L’ assenza di Matt ci pesava in modo opprimente. Solo quando finalmente i genitori ci dissero che TK era fuori pericolo tirammo un piccolo sospiro di sollievo. Che tuttavia non bastò a ripagarci della perdita che avevamo appena subito.

Matt era morto.

Ieri era lì seduto al bar insieme a noi, che scherzava e ci parlava con entusiasmo del suo prossimo concerto.

Oggi di lui non ci resta che un guscio vuoto, e i ricordi.

Quello che è successo è stata un’esperienza terribile per tutti. Ma soprattutto per TK.

Quel giorno, quando sono andata a trovarlo, ho visto un lato di lui che non mi sarei mai aspettata. Improvvisamente TK mi ha mostrato il suo vero volto. E cosa c’era dietro a quella maschera, non me lo sarei mai aspettata.

Che stupida. Io, che mi ritenevo la sua migliore amica, non sapevo niente di lui.

Perché lui ha sempre recitato dannatamente bene…

Sempre. Quando lo vedevo così allegro insieme a noi, quando era sempre pronto a consolarmi e a darmi un consiglio, quando sembrava sempre così sicuro di sé, così forte…

Stupida. Stupida. STUPIDA!

Perché non l’ho capito prima?!

Perché ho voluto appoggiarmi a lui così tante volte, appoggiarmi a quel pezzo di cristallo che è la sua anima?!

Perché TK è così. E’ fragile. Quel giorno, quando lui mi è apparso con tutti i suoi dubbi, le sue insicurezze... le sue angosce… finalmente ho visto la sua anima.

Non avevo mai capito niente di lui…

Non so se quel giorno io sia riuscita a consolarlo. Non sapevo che altro dire. Una parte di me avrebbe voluto soltanto piangere insieme a lui. Ma non potevo. Dovevo essere forte. Era questo che continuavo a ripetermi. Devo essere forte anche per lui, oggi, domani, tutti i giorni che verranno. Perché so che non ne passerà uno senza che lui non pensi a Matt. E non ne passerà uno senza che i ricordi lo facciano soffrire.

Per questo adesso sono qui. Non so perché, ma vorrei poter fare qualcosa di più per lui, ripagarlo della fiducia che ha riposto in me, rivelandomi il suo tormento. O forse sono solo un’egocentrica a cui piace pensare di essere indispensabile agli altri. Non lo so. Tutto ciò che so, è che voglio restare con lui.

Finalmente si è alzato, e fissa la tomba di suo fratello con occhi vuoti. L’ombrello gli è caduto per terra. Mi avvicino.

 

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"Ti è caduto l’ombrello."

"Ah… grazie."

"Stavi parlando con tuo fratello?"

"No. Matt non è qui."

"………."

"……….."

"E allora… dove pensi che sia?"

TK scuote la testa.

"Non lo so. E’ dal giorno dell’incidente che me lo chiedo, ma l’unica cosa che so è che lui non è qui."

"…………….."

"…………."

"……………."

"Lo cerco da così tanti giorni…."

"Io…. Credo di sapere dov’è."

"Tu….? Davvero…..?"

"Sì………"

Improvvisamente, Kari lascia cadere l’ombrello che ha in mano e abbraccia TK, appoggiando la testa sul suo petto. Il ragazzo è leggermente sorpreso.

"E’ qui…….."

"Kari…….."

La ragazza non risponde, ma alza la testa e gli sorride.

"E lo sai cosa sta dicendo? E’ molto arrabbiato con te, perché non vuole vederti in questo stato. Ha detto che se continuerai a comportarti così, e ad essere ossessionato da quell’incidente, lui non potrà mai riposare in pace perché continuerà a sentirsi in colpa per te. E’ felice di sapere che tu ti preoccupi per lui, ma non ce n’è bisogno. Davvero. Gli basta che tu continui a ricordarlo. Perciò, se gli vuoi veramente bene, devi vivere. Vivi, TK. Anche per lui."

TK la guarda per lunghi istanti, sorpreso e scosso dalle parole della ragazza. Vivere. Aveva ancora un motivo per continuare a farlo?

Perché vivere? Per cosa? Per chi?

Per lui…

Il ragazzo resta in silenzio per parecchio tempo.

Ma poi finalmente, dopo tanto tempo, sorride.

"Sei proprio sicura che sia stato *lui* a dire così?"

Kari si accorge della nota divertita nel tono di voce di TK, e ne è felice.

"Certo! Perché, non mi credi?"

"Da quando in qua parli con gli spiriti?"

"Attento Takeru Takaishi, potrei avere delle doti nascoste che neanche t’immagini."

"Credo di averne appena scoperta una…"

Improvvisamente, il ragazzo bacia Kari sulla fronte prima di abbracciarla.

"Grazie. Non so dove sarei adesso, senza di te."

La ragazza sorride, e chiude gli occhi.

"Hai ragione tu, Tk. Matt non è morto. E’ dentro di te, dentro di me, dentro tutte le persone che lo hanno conosciuto e che gli hanno voluto bene. Lui continua a vivere nei nostri ricordi, e finché noi ci ricorderemo di lui, non morirà mai."

Il ragazzo annuisce, ed entrambi restano in silenzio per lunghi istanti, meditando sul significato di quelle parole.

"Senti, ti andrebbe di andare a fare un passeggiata nel parco? Così, per svagarci un po’." propone Kari a un certo punto.

"…………"

"……"

"Magari più tardi. Tu vai avanti, ti raggiungo tra poco. Voglio restare qui ancora un po’."

Kari alza lo sguardo verso di lui, ma il sorriso di TK la rassicura.

"Va bene."

La ragazza si allontana. Ha smesso di piovere. Il sole è ritornato, ma sta ormai scomparendo dietro i palazzi più lontani della città. La prima stella della sera è già alta nel cielo. Nel cimitero di Odaiba, una sola figura in mezzo a quelle pietre è illuminata dalla luce rossastra del freddo tramonto di novembre.

Vivere per te, fratello…

Per riempire il vuoto che ti sei lasciato dietro…

Per vincere la morte con l’amore…

Per oltrepassare i confini dell’umano…

Per sentirti vicino…

Per continuare a credere in un sogno…

Per non smettere mai di sperare…

Ma quella figura adesso, sta sorridendo.

 

May it be an evening star
Shines down upon you
May it be when darkness falls
Your heart will be true
You walk a lonely road
Oh! How far you are from home

Mornië utúlië (Quenya: Darkness has come)
Believe and you will find your way
Mornië alantië (Quenya: Darkness has fallen)
A promise lives within you now

May it be the shadow's call
Will fly away
May it be your journey on
To light the day
When the night is overcome
You may rise to find the sun

Mornië utúlië (Quenya: Darkness has come)
Believe and you will find your way
Mornië alantië (Quenya: Darkness has fallen)
A promise lives within you now

(Enya, "May it be")

 

 

 

Fine

  
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