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Autore: vampirella    14/12/2012    1 recensioni
Dopo la morte dei coniugi Parker, agenti SHIELD, il figlio Peter viene affidato alle cure dei due supereroi più potenti della Terra. Ma può il figlio di Capitan America e Iron Man essere una persona normale? Aggiungete orecchie di gatto e un paio di piercing e il casino è assicurato!
Genere: Avventura, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: AU, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Sala da pranzo della Stark Tower.
-Ehi...ehi!- urlò Peter per sovrastare il baccano del telegiornale, delle pentole in cucina e del vociare del padre.
-Non me ne frega un cazzo che la Oil Company ci abbia minacciati, Tom - ringhiò Tony al ricevitore. - Il lancio dell'auto di tecnologia Arc dev'essere fissato tra un mese. No...no...senti, parlane con Pepper. O licenziati, visto che mi pare tu abbia paura della tua stessa ombra. E’ solo una fottutissima multinazionale! Sì, sì… mettono in campo gli avvocati? E noi metteremo i nostri, che ti assicuro, sono i migliori. Cristo, sempre a preoccuparsi. No… no. Mi sono stufato, risolvitela da solo. Io vado a mangiare. Ciao.- Tony si tolse l'auricolare. - Stavi dicendo, Peter? -
-Papà...- Peter cercò di iniziare un discorso ma si vide interrotto dall'uomo che in quel momento portava un piatto di lasagne in tavola.
-Sì, Peter? - fece Steve, togliendo si i guanti da forno mentre Tony si serviva una generosa porzione di lasagna.
Il ragazzo li guardò alternativamente per alcuni secondi. Non sapeva da dove cominciare. Forse da quando il ragno lo aveva morso. Sì... in fondo da quel momento aveva cominciato a sentirsi strano. Era diventato più agile, più forte, e sentiva cose mai aveva sentito prima. Rabbrividì al pensare alla sera prima, quando si era accorto di vedere al buio.
Aveva qualcosa, qualcosa di grave e doveva parlarne ai suoi genitori.
- Possiamo... possiamo spegnere la TV, per favore? -disse il ragazzo.
Jarvis adempì al compito.
I due supereroi lo guardarono incuriositi, Tony con la forchetta in mano e Steve in piedi vicino a lui.
- Io devo dirvi qualcosa.- principiò il ragazzo.
- Oh no.- lo interruppe Tony, appoggiando la forchetta. - Chi hai messo incinta?-
- TONY!- urlò Steve. Guardò il ragazzo, piuttosto a disagio. - Non è che...-
- No...no!- rispose Peter contrariato. Cercò di trovare le parole giuste per iniziare il discorso.
- Io ecco.. Insomma...-
- Oh andiamo! C'entra una ragazza?- sorrise sornione Tony.
- Lascialo perdere, Peter.- disse Steve mettendogli la mano sulla spalla come incoraggiamento. - Sai che ci puoi dire qualsiasi cosa. Qualsiasi cosa.-
- Ti han beccato a spacciare? Hai falsificato un compito a scuola? Nessun problema, ho i contatti giusti. E poi siamo supereroi noi, no? Siamo bravi a risolvere problemi.-
- Tony ti giuro che prima o poi te la chiudo quella bocca con la forza se è necessario.- sibilò il biondo. Ma Peter rifletteva.
Sono supereroi.
Merda.
- Volevo farvi sapere che...mmm...mi sono fidanzato.-
Di tutte le cazzate che poteva inventarsi, proprio quella?
-LO SAPEVO che c'entrava una ragazza! - disse il miliardario cominciando a mangiare.
Steve non era convinto. - Oh, è fantastico, ma....-
Peter guardò i due genitori, incerto se ridere o trovare una scusa per defilarsi più in fretta possibile.
- …Come si chiama? - chiese Steve, guardandolo in modo indagatore.
Vuoto totale. Peter sparò un nome. E si rese conto di aver fatto la seconda cazzata.
- Felicia. Felicia Hardy.-
 
 
- Peter, sei una grandissima testa di cazzo. -
- Lo so. -
- Ti costerà un po' questo scherzetto, lo sai? -
- Posso immaginarlo. -
- Cristo, Peter... -
- Senti, ero in tilt, ok? Dovevo inventarmi qualcosa, altrimenti mi avrebbero fatto domande tutta sera. E io ero l’ho gonfiata troppo… ‘devo dirvi qualcosa’… Gli ho detto che avevo una ragazza. Chi altra avrei potuto prendere in considerazione per coprirmi?-
- Non me, ad esempio. - Felicia chiuse di scatto il suo armadietto per chiudere la conversazione. Peter la seguì.
- Vieni a cena, fai la persona carina, torni a casa con un po' di soldi e tra due settimane dirò loro che è tutto finito tra noi. -
- Perché non hai detto del ragno? Io credo… in fondo… avrebbero capito. -
- Certo. Poi avrebbero cominciato a farmi mille domande, a starmi col fiato sul collo, a seguire ogni mio passo e a farmi diecimila analisi, preoccupati che questa cosa possa nuocermi. - sbuffò lui. - Dio solo sa che cosa mi aspetterebbe, - Peter prese il braccio della ragazza costringendola a fermarsi. - domani sera. Ti prego, Liz!-
Felicia sbuffò, alzando gli occhi al cielo.
- Se mi scoprono, giuro, io...-
- Non ti succederà niente, vedrai. E poi ti piaceranno. Non in quel senso, ma ti piaceranno.-
- Il problema è se io piacerò a loro. - sorrise mestamente la ragazza.
 
 
- Sono già qui? - chiese Tony al marito mentre si legava rapidamente la cravatta. Come al solito era riuscito a far tardi anche a quell'importante serata. Quelle merde della Oil Company erano riuscito a farlo andare fuori dai gangheri.
Erano un po’ troppo insistenti, a dire il vero. E molto agguerriti. Sospettava ci fosse sotto qualcosa, oltre alla grossa fetta di mercato che rischiavano di perdere per via delle automobili delle Stark Industries… ma no, forse erano solo i soldi a preoccuparli. Come d’altronde capitava sempre con personaggi di quella risma.
- Tranquillo, non sono ancora arrivati. Mi sembri un po’ nervoso. - la voce proveniva dalla cucina, mentre un odore di pasta al ragù torturava lo stomaco vuoto del miliardario.
- Beh, sai, stasera conosceremo la ragazza di nostro figlio, è mio diritto essere terrorizzato… -
- Addirittura? - Steve raggiunse il marito nella sala da pranzo, pulendosi le mani nel grembiule. - Tony, lungi da me essere un guastafeste, ma questa storia non mi piace affatto. -
- In che senso? -
Steve prese la cravatta che Tony cercava di sistemarsi e gli fece il nodo. - E’ due giorni che Peter è strano. -
- Sarà nervoso. Portare la fidanzata a casa… -
- Temo che ci sia qualcosa di più, sotto. - il Capitano sospirò. - Lo vedo osservarci di sottecchi. Spesso. E torturarsi le mani quando facciamo domande su di lei. Tipico di Peter quando non ci dice tutta la verità. -
- Io ti amo, Steve, ma alle volte credo che tu sia troppo sospettoso. - Tony baciò il biondo per ringraziarlo del suo aiuto. - Magari nasconde qualcosa ma non è detto che sia così tragico! Chissà, magari l’ha messa veramente incinta… -
- TONY! Se ti permetti di dirle qualcosa, io.. - Tony non seppe mai cosa gli avrebbe fatto, visto che i due si trovarono davanti Peter e Felicia.
- Ciao, papà. Posso presentarvi Felicia? -
I due guardarono la ragazza, sbalorditi. Passarono alcuni minuti di silenzio dove i supereroi cercarono di metabolizzare la notizia e l’aspetto della ragazza. La bionda abbozzò un sorriso e li salutò.
Steve sorrise. - Benvenuta. La cena sarà pronta tra poco, se volete sedervi… - Peter annuì e fece per spostare galantemente la sedia alla ragazza, ma saltò di quasi di spavento quando Tony esclamò. - Ci vuole del vino, per festeggiare la nostra ospite! Io sono Tony comunque, lieto di fare la tua conoscenza, splendore. Peter, vuoi aiutarmi a scegliere la bottiglia? -
- Io??? -
- Non ci vorrà molto, giusto qualche minuto. - prese il ragazzo e lo spinse verso la cucina, raggiungendo il marito. - Non ci vorrà molto, intanto Felicia mettiti a tuo agio, carissima! -
Appena chiusa la porta della cucina Peter si divincolò dal padre. - Splendore? Splendore??? Hai deciso di mettermi in imbarazzo? -
- Peter, ma sei impazzito? - fece Tony, allargando le braccia con aria sconvolta.
- Perché? - Peter si guardava in giro, mentre Steve lo osservava da dietro le sue padelle.
- Ma è…nera! -
Steve si girò verso Tony, arrabbiato. Peter era senza parole.
- Il tuo problema è che lei sia… nera? - sibilò Steve, deciso finalmente a ucciderlo.
- Non intendevo questo, però… mi ha spiazzato. E mi ha spiazzato il fatto che abbia almeno quattro tatuaggi, uno più inguardabile dell’altro. Cazzo, ha una pantegana sulla spalla? -
- E’ un gatto, papà. -
- E poi che cazzo ha alle orecchie? -
- Si chiamano dilatatori. Vanno molto di moda al giorno d’oggi. -
- E tutto il metallo che ha in faccia, dove lo mettiamo? -
- Il tuo problema è che è nera, ha dei tatuaggi e dei piercing? - sbatté gli occhi Peter, esterrefatto.
- E I capelli bianchi? Ha preso un grosso spavento o sono tinti? -
- Papà, a volte sei veramente un pezzo… -
- Peter, contieniti. E’ sempre tuo padre. - Steve agitò il cucchiaio di legno verso di lui. - Adesso tu la pianti di dire cazzate, prendi quella cazzo di bottiglia di vino ed andate di là. E DOPO noi due parliamo. Ma ti è dato di volta il cervello? -
- E io che pensavo che quello di più strette vedute fosse Steve. Sì insomma, Liz non sa neanche cosa sia una gonna, ma tu… - Peter scosse la testa, mentre si dirigeva verso la sala da pranzo.
- Io non sono razzista. - sussurrò Tony al figlio. - Ma una brava ragazza repubblicana… -
- Piantala, ci sta guardando. -
I due sorrisero alla ragazza, che si agitò a disagio sulla sedia.
- E’ molto bella la vostra casa, signor Stark. - cercò di conversare Felicia, mentre Tony gli versava del vino rosso nel bicchiere.
- Ti ringrazio, splendore. Anni e anni di studi di architettura e domotica hanno reso questo posto un piccolo paradiso in terra. -
Steve arrivò con la pasta e ne servì abbondanti porzioni a tutti.
- Allora, Felicia, Peter ci ha detto che frequentate la stessa università. Che corsi segui di preciso? -
- Studio Economia e Legislazione commerciale. - rispose lei, addentando un maccherone.
- Interessante… - cercò di dire Steve, ma venne interrotto da Tony.
- Come credi di trovare un lavoro conciata così? -
- Tony! -
- Papà! -
- Non c’è problema, Peter. Fortunatamente il mondo è cambiato, signor Stark: la gente guarda poco alle apparenze. -
- Anche per assumere una persona? - alzò il sopracciglio Tony, ironico.
- Specialmente. Voglio dire, siamo nel ventunesimo secolo! Chi ormai rispecchia le proprie apparenze? Chi può dire cosa nasconde veramente un multimiliardario arrogante sotto una cravatta Regimental? -
- Felicia! - fece Peter, ma Tony rise.
- Touchè, ragazzina. Ciò non toglie che non mi piaccia molto il tuo aspetto. -
- Ha paura che non mi assumano finita l’università? -
- Ho paura che tu eserciti una cattiva influenza su mio figlio. - Tony si spinse verso il suo viso, ma fu fermato dal marito.
- Mi dispiace cara, mio marito a volte è veramente un idiota. - cercò di rimediare il soldato. - Per quanto mi riguarda, trovo che tu sia una ragazza molto carina ed educata, nonostante il tuo aspetto originale. -
- Steve, ma ti rendi conto? – esclamò Tony, cercando un minimo di sostegno dal compagno, cosa che non ottenne.
- Papà, vuoi stare zitto? - Peter lanciò il tovagliolo sul tavolo. - Cristo, sei il solito stronzo! Quando ti deciderai a stare dalla mia parte? -
- Peter, forse tu non capisci che cosa hai davanti! -
- ORA BASTA, TONY! - Steve e Peter si alzarono in piedi, mentre Felicia guardava la scena ridendo sotto i baffi. - Se pronunci ancora una parola io me ne vado di qui subito! -
Si sentì uno schianto e la pressione dell’aria fece cadere per terra i quattro commensali. Subito partì l’allarme della casa, mentre Jarvis parlava - Signore, sicurezza livello 2: intrusi in casa. -
- MA DAVVERO? - Tony si tirò in piedi. - State tutti bene? -
- Sì. - Peter aiutò Felicia ad alzarsi. - Forse è meglio che tu metta l’armatura. -
- Temo di non poterlo fare. -
- Cosa? -
- Richards ha preso tutte le armature per fare delle modifiche alla struttura. - completò Steve.
La polvere che l’esplosione aveva creato si attenuò e davanti a loro comparvero cinque mercenari in tenuta antisommossa con in mano fucili di precisione. Cominciarono a sparare. Steve prese i due ragazzi e buttò per terra, mentre Tony ribaltava il tavolo per usarlo come scudo.
- Jarvis chiama la polizia. Che cazzo facciamo adesso? - chiese Tony a Steve.
- Posso provare a distrarli, ma non credo di riuscire a raggiungere la camera e prendere le pistole. -
- Ci penso io. - Felicia tirò fuori dai pantaloni un paio di guanti e cominciò a correre verso i killer. Dai guanti spuntarono degli artigli e con un paio di salti raggiunse il più isolato e lo mise al tappeto. Altri due corsero verso di lei mentre l’altra coppia si dirigeva verso il tavolo.
Steve era sconvolto dall’intraprendenza della ragazza ma l’arrivo dei due mercenari lo risveglio e fece per scattare in avanti. Troppo tardi: i due killer caddero per terra, travolti da Peter che, camminando sulle pareti si era buttato a peso morto su di loro.
I due supereroi stettero a guardare impietriti la scena, mentre lontano sentivano le sirene della polizia arrivare spiegate.
 
 
- Gatta nera. -
- E’ così che mi chiamano. - Felicia aveva in mano una tazza di the e una coperta sulle spalle. Seduta sul ripiano della cucina osservava i poliziotti entrare ed uscire dal soggiorno degli Stark.
- Sai da quanto tempo eravamo sulle tue tracce? – Anche Steve era appoggiato sul ripiano e guardava la ragazza con un misto di sorriso e stupore. - Mai mi sarei immaginato che fosse una ragazzina impertinente. -
- La denuncerai? - si rivolse a lui Peter, preoccupato. Si stava torcendo ancora le mani.
Steve sospirò. - No. Ma devi cambiare atteggiamento, signorina. - il Capitano puntò la mano contro la ragazza. - L’Urlo di Munch, l’Autoritratto di Picasso… devono ritornare ai rispettivi musei. -
Liz sospirò mentre Peter guardava i due. - Va bene, paparino. - sorrise lei. - Basta, furti. Anche se, deve ammettere, sono stata brava, non è vero?-
Tony arrivò in cucina, stravolto. – Uno dei mercenari ha parlato. Sono stati assoldati da quelli della Oil Company. I dirigenti ovviamente negano tutto, ma qualcuno non si è presentato all’interrogatorio. Dovremo approfondire. – il miliardario si guardò intorno. - Una vetrata anti-sfondamento. Ma come diavolo avranno fatto? - si fermò ad osservare i due ragazzi. - A sapere di avere una ladra famosa a cena mi sarei vestito meglio. O avrei nascosto i quadri di Renoir. -
- Ah-ah. Scommetto di non piacerle ancora di più, signor Stark. - ammiccò la ragazza.
Tony rise. - No, direi invece che ti ho rivalutato. Insomma, una ladra di opere d’arte come fidanzata di mio figlio! Non tutti possono vantare una cosa del genere. –
Steve si limitò a guardare di sbieco il marito, poi si rivolse a Peter. - Tu invece non hai niente da dirci? -
Peter si limitò a fissarlo.
- Come fai a camminare sui muri, Peter? Quale marchingegno hai inventato? O ti ha aiutato lei? - fece cenno Tony alla ragazza.
- Io… - Peter guardò la ragazza, che annuì. - Diglielo Peter. -
- Ho sviluppato dei poteri. Camminare sulle pareti non è poi così sconvolgente, credo. - Peter deglutì. - Riesco a vedere…nel buio, da qualche tempo. -
I due lo guardarono attenti. - E quando pensavi di dircelo? -
- Io… -
- Va bene, va bene. Domani andiamo da Banner. E tu ti fai controllare. -
- Splendido. - alzò gli occhi il ragazzo.
- Siamo preoccupati per te, Peter. - Steve gli mise una mano sul braccio.
- Quindi immagino che Felicia sia una copertura. - terminò Tony brillantemente, con un sorriso che compariva piano piano sulle labbra.
- Più o meno. - assentì la ragazza.
- Fantastico. In una sera abbiamo assistito a un tentato omicidio da parte di una multinazionale petrolifera, abbiamo ospitato in casa una ladra di professione e abbiamo scoperto che nostro figlio hai dei poteri da… ragno. Spero vivamente di aver finito con le sorprese. -
- Potrei sempre dirvi che sono incinta.. - allo sguardo sconvolto dei supereroi Felicia non poté fare a meno che scoppiare a ridere.
 
 
Neve, sempre neve. I <3 Superfamily.
 
Nota: Felicia Hardy è un personaggio vero dei fumetti Marvel.
   
 
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