Io sono un uomo d'onore e voglio che le cose siano fatte bene. Forse conoscete già l'ultima vicenda della mia vita, ma è una menzogna. Solo una cosa è vera: ho avuto la sfortuna di incrociare il cammino dell' Oscuro. Questa è la ragione per cui ora sono solo un ricordo, nonché una misera comparsa.
Quel giorno stavo trasportando le galline al villaggio, sul mio carro. Ai margini della strada alcuni ragazzi giocavano con i bastoni, un po' più in là un altro giocava solitario con una palla. Eccolo là, la mia rovina. Gli scappò la palla e la inseguì fra le zampe del mio asino che non poté far altro che fermarsi improvvisamente facendo cadere alcune gabbie. Sulle prime mi arrabbiai e gli lanciai qualche maledizione, silenziosamente, limitandomi a urlargli: «Che ci fai in mezzo alla strada, ragazzino?»
Quando lui iniziò a scusarsi lo osservai meglio e mentre lo riconoscevo,  una consapevolezza iniziava a farsi strada fra i miei pensieri. I danni che aveva causato non erano pochi, ma molto probabilmente non avrei più rivisto casa, per cui ogni danno passò in secondo piano.
Ed ecco il padre, chiamato come al solito dai disastri. Sbucò da dietro un banco del mercato e si avvicinò lentamente. «Che cosa è successo?»
Stentai a trattenere un sorriso amaro, la consapevolezza di prima divenne concreta e si tramutò in una certezza. No, non sarei tornato a casa, ma almeno sarei morto da eroe.
«Il ragazzino è finito in mezzo alla strada» risposi rapidamente, mentre i suoi occhi indagatori mi fissavano.
Il ragazzino, sia benedetto, cercò subito e per tutto il tempo di proteggermi. Suo padre lo guardò un attimo chiedendogli se fosse sicuro di stare bene, poi si rivolse nuovamente a me.
«Suppongo che non succederà più, vero?»
«No» dissi «se il ragazzino starà più attento.»
Mi guardò con disprezzo «Se tu farai più attenzione» mi sibilò.
«Io so per certo che non finirò mai sotto le zampe di un asino.»
Incrociò le braccia e rimase a fissarmi per un po’. Sapevo che stava soltanto decidendo che fare di me. Fortunatamente si volse. Stava per andarsene. Si limitò solo a lanciarmi un’occhiata di puro odio. Ma era normale, quando mai l’Oscuro ama qualcuno?
Dunque si voltò. Probabilmente non era riuscito a trovare un pretesto per uccidermi. Ma potevo essere davvero così fortunato? No. Osservò il figlio per un attimo e mi indicò qualcosa.
«Cos’è quello?»
Una lieve ferita, un piccolo graffio.
«Niente di buono.» dissi. D’accordo con me, fece una di quelle sue risate acute, folli. Era riuscito nel suo intento, aveva trovato il pretesto. Cercando di restare calmo feci l’unica cosa che potevo fare mantenendo intatto il mio onore. Io ci tengo. Non ho paura di mostrare che sono una persona perbene. Lo guardai e mi unii alla sua ilarità, facendone un’imitazione più umana. Era davvero finita. Tornò serio immediatamente e mi lanciò uno sguardo di fuoco. Non mi restava che attendere. A un suo gesto un fumo nero-violaceo m’avvolse, mentre io rimanevo impassibile a fissarlo con aria di sfida, cercando di mantenere un contegno. Poi… buio. Quando riacquisii forme, colori e suoni, il mondo si era ingrandito. Dopo, beh, non è finita qui… ma circa qualche attimo dopo.



Che dice l'autore?

Ecco la mia prima pubblicazione. Che dire, una cosa del genere ci voleva. chiedo venia se non ho reso bene i personaggi, o se in qualche modo risulta fuori luogo. Chiedo venia soprattutto al mio personaggio preferito se ho arrecato danni alla sua immagine, se mai sarà degna d'essere raccontata fatelo sottovoce, io temo ritorsioni!