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Autore: Freiheit_19    15/12/2012    8 recensioni
Lei è Natalie, una ragazza di 16 anni che si ritrova ad affrontare le ingiustizie che il mondo le pone ma, in una abituale sera d'estate, le arriva un messaggio inaspettato che le marchierà in modo indelebile per sempre la vita.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Tic tac, tic tac, tic tac. Il ticchettio assordante dell'orologio era sovrastato dall' incessante ansimare che si proponeva sempre più insistente. Il cuore aveva preso a battere in modo frenetico e quasi rimbombava nella spoglia stanza vuota, il respiro che buttava fuori dalla bocca scostava i capelli che le si erano appiccicati sul viso a causa del sudore vietandole in parte la vista. 

Era accaduto di nuovo, il solito rituale nel cuore della notte.

Erano ormai un paio di giorni che non accadeva più e quasi aveva creduto che mai sarebbe riaccaduto, ma si sbagliava. Quel patto che Natalie aveva strinto con se stessa, il quale prevedeva di non permettere più a nessuno di impossessarsi dei suoi sogni, era stato infranto: le ombre erano ritornate a farle visita. Le ombre, che avevano trovato dimora nella sua testa, avevano di nuovo infestato i suoi sogni, quei sogni che dovrebbero appartenere a Natalie, ma che sue ormai non sono.

Le creture malvage dunque le avevano imposto di sognare: Luca, la loro vittima preferita, si trovava su di una struttura alta, altissima, forse troppo e mentre lui inconsapevole di ciò che stava accadendo se ne stava lì in cerca di qualcosa o di qualcuno ma non riusciva a scorgere nulla poichè lo scenario era dominato dal buio, Natalie si trovava, al contrario, ai piedi dell' immensa struttura e da lì l'osservava cercando, svolazzando le mani nel cielo, di fargli accorgere della sua presenza, ma si accorse che tutto quello non avrebbe prodotto risultati poichè persino lei faceva fatica ad intravederlo, forse a causa della lontananza, forse per il buio, o semplicemente perchè a Natalie mancava qualche grado, lei aveva sempre sospettato che necessitava di un paio d'occhiali. Cercò dunque di gridare con tutto il fiato che possedeva nei polmoni, ma a nulla servì. Scoprì dunque, non si sa il come, che Luca era improvvisamente diventato cieco e sordo e per questo ogni tentativo risultava vano. Luca però riuscì a distinguere un bisbiglio nelle orecchie, un sussurro che lo incitava ad avanzare avanti ed affacciarsi dal palazzo, erano di sicuro le ombre, ma lui non lo sapeva, non poteva sapere. Fu come un movimento incontrollato che lo portò ad avanzare rapidamente verso il luogo indicato, si affacciò al cornicione e quei bisbigli di incitazione si trasformarono in violente spinte che lo portarono a precipitare giù dove ad attenderlo c'erano le ombre desiderose di risucchiarlo e lasciare nient'altro che la sua misera collana, la collana di cui solo Natalie conosceva il segreto che, in modo esageratamente geloso, entrambi custodivano, Luca e Natalie.  Lei lo vide, sebbene a fatica, buttarsi giù, ma proprio quando arrivò al punto dove gli si doveva fracassare il cranio, fu lei, Natalie e non Luca a precipitare. 

Si ritrovò catapultata inspiegabilmente in un pozzo pieno pieno d'acqua e tutto era privo di colore se non soltanto quell'azzurro da cui era circondata, un azzurro spettacolare che trasmetteva un senso di spensieratezza e leggerezza, eppure quello stesso azzurro così innocente iniziò a risucchiarla, il livello dell'acqua si stava vertiginosamente alzando con noncuranza, e quasi come a volerla accingere con un abbraccio fu completamente immersa nell'acqua, Natalie stava soffocando e quel pozzo era maledettamente stretto da impedirle di ribellarsi in nessun modo. Poco prima di perdere i sensi, Natalie, vide una figura all'estremità del pozzo che l'osservava incuriosito ,era Luca. Non aveva gli occhi, le labbra le erano state cucite e gli mancava soprattutto una cosa: i capelli; lui che aveva da sempre avuto i capelli lunghi, neri come la pece e sempre ben curati era rimasto senza, senza un capello in testa. Quell'invidia che la sua folta chioma aveva procurato a non poche persone aveva funzionato, aveva sempre creduto nel malocchio, e quella ne era l'inconfutabile prova.

Era stato questo ciò che aveva fatto svegliare di scatto Natalie, quell'orrendo spettacolo l'aveva spaventata a morte, necessitava di un abbraccio, aveva bisogno di qualcuno ma..nessuno, nessuno era pronto ad aspettare quell'abbraccio, s'accontentò infine del cuscino che quasi non strappò, tanto quella stretta era forte. Tutto questo accadeva nel cuore della notte quando nessuno poteva sentirla, quando nessuno poteva andare a soccorrerla e asciugarle magari le lacrime che copiose scendevano, come di norma, ogni dannata notte e faceva male, faceva tremendamente male.

Perchè lui? Diamine! Cos'è che ha fatto per meritare questo? Lui non m'ha abbandonato come quel maledetto di mio padre, non è forse lui che, da vigliacco, ha preferito una vita semplice e senza complicazioni? Non è forse lui che, dopo aver sposato mia madre e dopo aver fatto tre figli, l'ha abbandonata? Non è forse lui che m' ha abbandonato dopo 4 anni dalla mia nascita? A volte invidio mio fratello maggiore che ha potuto vivere con un padre e ha potuto urlare orgoglioso in faccia ad ogni individuo gli si piazzasse difronte di avere un padre speciale. Sì, tanto speciale da scappare da una responsabilità troppo grande per lui. NO, non sono per niente invidiosa, perchè so che per me c'è Luca, il mio vero padre. Be' sì, non abbiamo lo stesso gruppo sanguigno e lo stesso DNA ma lui è pur sempre mio padre, colui che m'ha colta con delicatezza da quell'angolino di cui avevo fatto la mia dimora, e aveva cantato per me una canzone, una canzone che allora non ne avevo compreso il significato ma che ora sembra così sincera e vera, così perfetta. E' stato Luca a prendersi cura di me, lui, perfetto estraneo, ha saputo accedere alla mia vita con una mostruosa semplicità facendomi soprattutto da amico. In verità, ha acquisito la fiducia di mia madre e dei miei due fratelli piuttosto in fretta ma con me era diverso, noi due eravamo legati da qualcosa di speciale, qualcosa di incontaminabile. Lui, aveva saputo riconoscere i miei stati d'umore, che nel periodo adolescenziale diventavano alquanto imprevedibili, attraverso dei miei semplici gesti, fino ad ora aveva sempre avuto ragione; e quando sapeva che avevo bisogno di un sostegno o di un consiglio, senza neppure lasciarmi aprir bocca per replicare il mio solito 'sto bene' ed ecco che entrano in scena la sua meravigliosa voce e il suo piccolo gioiellino: la sua chitarra, ed era pronto a cullarmi con le docili parole di una canzone che sicuramente avevo già sentito prima  di cui però non ricordavo il titolo e con l'accostamento di note che, come delle lame appuntite, provocavano ferite profonde nel mio animo. Questi ricordi si disegnarono nella sua mente ancora sconvolta. Ecco come Luca aveva catturato Natalie e l'aveva custodita  e protetta come un canguro australiano nasconde i propri piccoli nel marsupio minacciando ogni essere estraneo di avvicinarsi a loro. Luca era il suo canguro. Lui non meritava che quel mostro, così Natalie preferiva chiamare quella malattia, si introducesse nel suo corpo e non avere nessuna possibilità di contrariarlo.


 

Quando aprì gli occhi provò un gran dolore alla testa, s'accorse che era giorno inoltrato poichè i raggi del sole si erano ormai intrufolati nella stanza donandole dei colori più vivaci che mai; un paradosso proprio: nel periodo più triste si ritrovava ad assistere a colori così raggianti. Il sole si era posato sul suo viso che fu riscaldato dal tenue calore fino a farla scottare, infastidita allora si alzò dal letto e si fece trasportare dalle sue gambe tutte indolenzite trovandosi a scendere le scale e dirigendosi verso il bagno. Non appena si chiuse la porta alle spalle si voltò per darsi una sciacquatina, ciò che vide riflesso in quel suo fedele specchio fu qualcosa di inquietante, davvero spaventoso: era lei, Natalie! Era un cadavere pronto per essere impacchettato nella bara e spedito nel regno degli inferi concesso che, coloro che ci abitavano, l'avessero accettata se non rispedita di nuovo da dove n'era venuta: bath sweet bath. Era inguardabile: occhi gonfissimi, non si capiva se quelli erano capelli o cosa, viso pallido (peggio delle sensitive) e soprattutto era diventata così magra, nonostante il supporto della nutella, che sembrava uno di quei teschi dell'uomo di Neanderthal versione femminile. Non era mica colpa sua se passava ogni dannata notte in quel modo. Ritornò allora il ricordo di quel sogno, percepiva però qualcosa di strano, quest'ultimo era accompagnato da un altro ricordo, uno che le provocò una fragorosa risata rendendola quasi ridicola. Sì, era proprio lui la causa: Nathan. Si fecero strada nella sua testa le battute della sera prima che quel ragazzo aveva sparato in continuazione non facendo caso se potesse sembrare stupido, aveva raccontato le vicende più sciocche con cui si era riscontrato ma non aveva mai voluto parlare direttamente di se, ma Natalie sapeva che quello era stato solo un pretesto per parlarle di nuovo perchè disse che piano piano l'avrebbe raccontato tante cose.  Era simpaticissimo e Natalie non voleva di certo mettere da parte una persona in grado di farla sorridere anche se per un po'...


                                                                         ***
 

Si collegò che erano verso le 23:00, come al solito non c'era nessuno in casa, e lei poteva tranquillamente parlare con Nathan che, dopo essere uscito con gli amici, si era dedicato a concedere del suo tempo a Natalie che ansiosa aspettava che le apparisse il riquadro con scritto: Nathan ha appena effettuato l'accesso; era il momento che aveva aspettato per  tutta la sera. Incominciarono a conversare del più e del meno, tutto filò liscio fino a quando lui chiese di fare una videochiamata, Natalie esitò trovando una scusa assurda che a lui di certo non passò inosservata, insistette fino a quando lei scrisse: E va bene...però asp 1 minuto! Si diresse verso lo specchio, si pettinò un po' quella specie di capelli, si sciacquò il viso, e si servì di un sorrisino che venne stampato nel ben mezzo della faccia, non che cambiò qualcosa ma almeno era più presentabile e dunque cliccò su 'videochiama'. Stranamente il suo cuore batteva all' impazzata eppure non sapeva quale la reale causa, possibile che Nathan quel ragazza tanto stupido poteva farle questo effetto? La prima cosa che puntò all' occhio furono i suoi capelli, erano di un colore che ricordavano molto il miele, che rispecchiava molto quel faccino dolcissimo, con tonalità di biondo, rossiccio e castano chiaro, splendidamente bellissimi. Per non parlare delle labbra, Natalie era sempre stata fissata con le labbra e i nasi, era persino in grado di scartare un ragazzo perfetto se il naso e le labbra non rispondevano ai suoi desideri, che erano, nel suo caso, indiscutibilmente perfetti, aveva potuto intravedere il colore dei suoi occhi che doveva essere chiaro ma a causa della scarsa webcam non si riusciva e capire quale fosse realmente e questo lo rendeva ancora più affascinante poichè nelle sere che verranno Natalie farà di tutto per riuscire a distinguere quel colore che le farà provare sensazioni estranee prima d'allora. Invece lei, doveva solo ritirarsi, eppure lui aveva apprezzato quel visino troppo sciupato che si illuminava ogni qual volta Nathan prendeva posto nello schermo del pc facendo sparire tutto ciò che intorno esisteva.

 

 

You don’t want me, no

You don’t need me

Like I want you, oh

Like I need you

 

And I want you in my life

And I need you in my life

 

You can’t see me, no

Like I see you

I can’t have you, no

Like you have me

 

And I want you in my life

And I need you in my life

 

Love

Love

Love 

 

You can’t feel me, no

Like I feel you

I can’t steal you, no

Like you stole me

 

And I want you in my life

And I need you in my life...

        (The Pretty Reckless)        


               Angolo dilettante:
Eccomi di nuovo qui, sebbene col raffreddore,
a postare il terzo capitolo. Spero non abbia provocato
depressione a chi ha letto, se ciò è accaduto chiedo
umilmente scusa C;
OK, non mi resta che dire: recensite se vi va! 
A me fa sempre piacere sapere cosa voi pensate.. Ciaooo!

  
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