Il buio più completo, avere gli occhi chiusi o aperti non faceva alcuna differenza.
Perciò la ragazza, quindici anni, decise di abbassare le palpebre, cercando di intuire dove si trovasse con l'aiuto dell'udito.
Aveva capito subito che era un incubo, non era la prima volta che le succedeva.
Anzi, gli incubi la avevano accompagnata fin da piccola, non la lasciavano dormire, la tormentavano. Aveva piano piano capito che non c'era altro modo di uscirne, se non aspettare di svegliarsi, in genere ci metteva una decina di secondi.
cominciò a contare: uno, due, tre, quattro
sentì un fruscio vicino al suo orecchio.
rabbrividì, e continuò a contare
cinque, sei, sette
avvertì uno spostamento d'aria alla sua destra
otto, nove, dieci
niente
dieci.
dieci, dieci, dieci!
provò ad aprire gli occhi, ma non ci riuscì.
cazzo.
"non sarà così facile stavolta"
chi sei?
"la tua coscienza"
oh, perfetto.
"sai perchè sei qui?"
illuminami
"guarda tu stessa"
finalmente riuscì ad aprire gli occhi, intorno, uno spettacolo agghiacciante
cadaveri, sangue sotto i suoi piedi, teste ribaltate e materia grigia sparsa sul pavimento di un monolocale.
dopo qualche secondo di esitazione ritrovò la calma
che vuol dire?
"morte"
morte? con me che centra?
"la conosci più di quanto pensi"
non capisco
tornò il buio.
allora?
era una ragazza molto altezzosa e coraggiosa
"hai mai avuto a che fare con la morte?"
no
"ti piacerebbe conoscerla?"
significa morire?
"no"
allora così sia
una stanza di ospedale, un uomo parla con la sua famiglia in visita
che centra con la morte?
"zitta e aspetta"
l'uomo si portò una mano al cuore, e abbassò la testa
"è morto"
infarto?
"esattamente"
mi spieghi ora?
"credi che quell'uomo abbia sofferto?"
si dice che la morte per infarto è dolorosa
"sbagliato, la morte per infarto è la meno dolorosa"
tutti quelli che hanno avuto un infarto hanno avverito forti dolori