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Autore: Usagi95    02/07/2007    7 recensioni
PROSEGUO DI “ADULTO”. Un’occhiata al futuro di Roy, ritratto qualche tempo dopo il definitivo ritorno di Edward ed Alphonse in Amestris. Enjoy!!
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Roy Mustang
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Padre

 

Attenzione! Questo è il proseguo di “Adulto”. Se non l’avete letta, Vi consiglio di farlo, prima di cominciare.

 

Disclaimers: i personaggi non sono miei, ma appartengono di diritto alla Arakawa

La storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro

I personaggi di questa storia sono maggiorenni, i fatti e i personaggi non sono esistiti o esistenti.

 

 

PADRE

di Lisa

 

Da quando infilò la chiave  nella toppa ed entrò, cercò di muoversi il più silenziosamente possibile. Sapeva che se il bambino si fosse addormentato da poco, sarebbe bastato un minimo rumore a destarlo e vanificare così le prolungate ninna-nanne di Riza. Che gli aveva molto gentilmente lasciato accesa una lampada a stelo nell’atrio, dimodochè egli potesse svolgere in modo più disinvolto i suoi movimenti nella penombra. Lo colse un sorriso grato: trascorsi gli anni e avvenuti quei considerevoli cambiamenti nel loro rapporto, Riza insisteva a preoccuparsi di lisciare il terreno su cui egli avrebbe camminato.

 Fece capolino alla camera da letto. La trovò distesa, appoggiata alla spalliera, intenta a sfogliare una rivista d’armi. I suoi capelli dorati erano sparsi sul cuscino, disinvolti.

-         Sei sempre stata una bellissima donna. –

 Avrebbe voluto soltanto pensarlo, ma la frase gli era uscita senza che se ne rendesse conto, mentre poggiava la schiena allo stipite d’entrata della camera.

Lei lo guardò alzando un sopracciglio: - Stasera siamo romantici.-

 - Già. – Rispose lui (coraggio Roy, spiegale perché) e si vietò nella maniera più categorica  di far affiorare sul volto cambiamenti d’espressione, che si augurava potesse passare per contemplativa. Perse la sua battaglia personale e ammise a sè stesso che per un attimo aveva visto quei biondi capelli appartenere a qualcun altro. Ma Riza ci era cresciuta, osservando Roy, e non le sfuggì l’ombra che corse impercettibile nel suo occhio scuro.

Lui riprese veloce il controllo dei pensieri. Lei lo aiutò:

 - E’ stata una bella serata? Hai salutato i ragazzi da parte mia? -

 - Sì alla prima, e si alla seconda, Riza Mustang. - Innegabile, sapeva ancora come illuminarle lo sguardo. – Ed ora, signorina non più signorina, è pregata di riporre occhiali e rivista, e dormire. Il suo generale è a casa sano e salvo. – Le sorrise, confidenziale. – Riza, vado  a rinfrescarmi. Tu dormi, davvero.-

Lei annuì e fece come le aveva consigliato. Poi spense l’abatjour al suo fianco. Era sempre stata così accondiscendente? O era un altro di quegli effetti che la maternità comportava? Si voltò, indirizzato alla volta del bagno, ma prima di attraversare il corridoio, si soffermò nella stanzina accanto.

 

Il piccolo dormiva tranquillo, la pancina verso l’alto ed un pugnetto che buffo si posava sulla rosea fronte in un gesto che aveva un che di melodrammatico. Avvalendosi di un passo molto leggero, Roy si portò accanto al lettino di suo figlio, e lo cullò con lo sguardo carico d’amore. Rimase immobile così, a guardarlo rapito, senza ricordarsi di respirare. Ne osservò il viso tondo, i sottili capelli chiari, il nasino all’insù che tanto gli ricordava quell’unica foto che lo ritraeva da bimbo. Mi somiglia. Invece gli occhi avevano lo stesso taglio deciso di Riza: le sopracciglie si presentavano alte e fiere, anche quando gli occhi erano chiusi, come ora. Ma quando si aprivano, affacciandosi curiosi sul mondo, rivelavano un colore più chiaro del caldo mogano di quelli di lei.  Quasi tendente all’oro. Quasi.

 La sua mano andò a sollevare le coperte, abbassate probabilmente dai movimenti di assestamento delle gambine nel sonno.

Parte della vita di Roy era concentrata in questo paffuto esserino di appena sette mesi. Un miracolo che sfidava il concetto dell’intoccabile Touka-Kouka, filosofia di vita degli alchimisti. E parte della sua vita andava crescendo da ormai quattro mesi nel ventre di Riza. Quando lui aveva insistito per accelerare i tempi, lei dapprima non aveva colto il motivo della sua fretta. - Se hanno poca differenza d’età, cresceranno alla pari, ed il loro legame sarà più forte.- Lo aveva bofonchiato quella notte, nascondendo la bocca nell’incavo del collo sudato di lei, quasi vergognandosi. ..Com’è stato per i fratelli Elric.. Sarebbe stato superfluo, aggiungerlo a voce alta. Lei aveva distintamente avvertito il suo ritmo cardiaco non preoccuparsi di cambiare passo, e si era sentita una bambina stupida ad aver necessitato di quella scontata allusione. Ma da quel momento aveva sperato che il loro primogenito ricevesse un fratellino maschio, confidando in una gioia ancora maggiore per Roy.

Il piccolo emise un dolce suono a metà tra un sospiro assonnato ed un gemito compiaciuto, mentre il pugnetto si andava rilassando, aprendosi piano. Il cuore di Roy si strinse nell’amore per suo figlio.

 – Cresci forte, Selim. – sussurrò – E proteggi sempre tuo fratello. –

Diventando padre, Roy aveva infine compreso l’amore paterno e come si sviluppasse in maniera istintiva. Gli doleva ammettere che tutto il tempo impiegato a convincersi sulla natura innocente del sentimento che da subito lo aveva legato al Fullmetal, si fosse infine rilevato uno stolto, meschino tentativo di autodifesa. L’arrivo di Selim gli aveva infatti portato la certezza di come quello che sentiva per Edward non potesse essere confuso con qualcosa di casto. Si chiedeva spesso se la sua fosse stata una misera scusa inconscia per non accettare i suoi desideri deviati. E conosceva bene il tormento di Ed per non aver realizzato in tempo la verità dei suoi sentimenti. Perché era anche il suo, di tormento. 

Ora, quello che rimaneva era una vita gestita male. Come fosse stata una mossa avventata sulla tavola degli scacchi, che compromette infine il risultato della partita. Niente di più.

Per rimediare in qualche modo a quell’errore era intenzionato a vivere al meglio delle sue possibilità quella che ora era la sua situazione familiare, con impegno e dedizione. E stavolta, consapevolezza.

 Saprò essere un ottimo padre. Voglio garantire ai miei figli la presenza paterna su cui Ed non ha mai potuto contare. Glielo devo, devo esserlo per Edward. Sarà il mio modo per dimostrargli quanto lui rimanga sempre importante per me. In piedi nella penombra, innanzi al lettino del suo primogenito, riflettè su quanto fosse stata spietata la vita con Ed.. e quanto ancora lo fosse. Prima del suo ritorno non avrebbe mai creduto che Edward fosse stato in grado di ingaggiare battaglia con la solitudine. In ogni caso, qualunque ne fosse stato l’esito, e per quanto gli fosse ora permesso, avrebbe fatto di tutto per evitare che il Fullmetal si trasformasse in un altro Colonnello Roy Mustang.

Una carezza lieve al piccolo (Sogna un mondo dipinto di dolci colori), ed i suoi leggeri passi erano alla volta del bagno. Vi entrò, richiuse la porta alle sue spalle, e si sedette sulla tazza, senza preoccuparsi di sollevarne il coperchio.

 

Non si sciacquò la faccia, non si lavò i denti, non si rinfrescò. Rimase seduto, con la testa rilassata sulla parete alle sue spalle, semplicemente. Con la mano destra mise in funzione il miscelatore del lavabo e lasciò scorrere l’acqua, rompendo il silenzio, e con un solo, fluido movimento fece scendere sul pavimento di legno pantaloni e boxer. Dapprima lentamente, poi accelerando progressivamente il ritmo, cominciò a toccarsi. Nel suo bagno, usando la tazza a mo’ di seggiola. La mano calda sul pene turgido. Tenendo l’occhio chiuso e la testa reclinata. La consolazione della ferma presa sulla lunghezza del suo ingombrante sesso che chiedeva di più. Pensando ad Edward, che non avrebbe mai conosciuto lo scottare del suo voglioso membro nelle proprie carni.

 Il sangue andò concentrandosi nel basso ventre, regalandogli quella sensazione di mente leggera.

 Immaginò quindi i suoi occhi furbi. La piega di determinazione che compariva spesso ai lati delle sue labbra

 E i respiri si inseguivano ora più rapidi.

 Visualizzò le cicatrici che si intravedevano quando Ed lasciava aperti i primi bottoncini della camicia.

Mustang avvertì farsi spazio sulle labbra gemiti da trattenere, assolutamente.

Ora vedeva nitidamente Edward, completamente nudo innanzi a lui, che lo guardava con tristezza, senza l’ombra di quella curva birichina a segnargli il sorriso. La sua voce gli rivelava un po’ scontrosamente il suo amore.

 La muscolatura del petto guizzò, le vene del collo si evidenziarono, divenendo grosse e pronunciate. La mano su e giù, su e giù, più veloce, e la presa ora più scivolosa.

Nella fantasia di Roy, Edward si era inginocchiato, aveva stretto la mano sinistra alla base della virilità del Mustang, catturando il suo sguardo un attimo prima di affondarla dentro, su su in fondo alla gola, una tana calda, umida. Avvolgente..

Tanto bastò. Il pene teso vibrò, ed il generale venne silenziosamente tra le proprie mani, inarcando collo e schiena all’estremo, i denti serrati, mentre dopo un primo violento spasmo, altre pulsioni più brevi scuotevano il suo corpo. Fu investito dall’odore del suo seme (Ecco, tengo tra le mani tutti i miei bambini), ed allo stesso modo in cui i pensieri scorrevano incoerenti, così il nome di Ed non lasciava ancora le sue labbra, come fosse stato un grido silenzioso che si protraesse all’infinto, un’invocazione disperata che solo il suo innamorato avrebbe potuto udire.

Era il suo desiderio. La più dolce fantasia del generale  Roy Mustang, consisteva ad oggi nel raggiungere l’apice dell’autostimolazione mentre  anche Edward Elric lo raggiungeva. Poco importava se sotto ad un altro tetto, in un altro appartamento a diversi isolati di distanza. Riprendendosi piano, sorrise di sé mentre cominciava a ripulirsi. Quel lato così romantico del suo carattere era una novità anche per lui. Fantasticherie, desideri, sogni. Inavverabili.

Non avrebbe mai immaginato che davvero i loro nomi erano stati invocati l’uno dall’altro nello stesso istante. Avvicinandoli in maniera così privatamente intima. Così dannatamente triste.

 

Scostò piano le coperte fresche e vi scivolò all’interno. Sperando di non svegliarla.

Ma Riza era un soldato, e nel sonno avvertì il movimento del materasso. E Riza era una donna, e nel dormiveglia i suoi sensi furono stimolati dall’odore di quella pelle che aveva imparato a conoscere così bene, ora che le era permesso. Lo inspirò a fondo. Incredibile come la mente umana potesse rapidamente affezionarsi alle sensazioni associate ai momenti sereni, tanto da venir confuse con la felicità. Tenne gli occhi chiusi mentre volgeva il viso dalla sua parte e gli si avvicinava giusto di un poco, discretamente, per avvertire più distintamente la presenza del suo corpo. Lui se ne accorse, ed abbandonata la speranza che lei stesse ormai dormendo, posò la mano sinistra sul di lei ventre pronunciato, in una lenta carezza. Lei ne apprezzò il calore. Roy si riscoprì a riflettere su come il fisico di Riza fosse rimasto asciutto e teso, nonostante fosse ormai a quasi metà percorso della seconda gravidanza. La pancia evidenziata era infatti l’unico indizio visibile che tradisse il suo stato interessante.

- Riza – le sussurrò quasi sottovoce, come dovesse rivelare un segreto troppo importante per essere raccontato a voce alta anche in quella intimità familiare – Falman ha sentito da Sheska che se la pancia si presenta a punta, allora il bimbo è sicuramente un maschietto. –

Lei si stupì di come egli rivendicasse così apertamente i suoi desideri e non riuscì a impedirsi un moto di tenerezza verso quello che era il suo uomo. Verso quello che era legalmente suo marito. – Sciocchino. Sono appena al quarto mese, non valgono ancora questi pronostici. – Eppure non voleva proprio rivelarglielo (da quando sei scaramantica, Riza?), ma il suo nuovo istinto materno lo avvertiva chiaramente: un altro bimbetto.. Forse era davvero un maschietto.

Colta da un’improvvisa ondata di appagamento, si rilassò un po’ di più. Nel buio gli rivelò: - Selim si è addormentato quieto dopo la poppata delle 11. Dormirà tranquillo almeno fino alle 4, probabilmente.  – Come fosse un’informazione casuale, buttata là. Roy accolse lieto la notizia, e la interpretò a suo giovamento: - 3 ore di sonno.. non ricordo nemmeno quale effetto diano più di 3 ore di dormita ininterrotta. - Adesso che Riza era nuovamente in stato interessante, era lui che insisteva per occuparsi del piccolo quando nella notte li richiamava, spesso prepotentemente, ai loro doveri di genitori.

- Ed il bagnetto?- Le chiese. Riza non permise al suo tono di voce di rivelare la delusione: – Bene, ha sguazzato gaio come al solito. –

- Bene. - Ripetè lui scivolando nel sonno con un sorriso. Un nuotatore. Lo porterò al mare, quando sarà cresciuto. Aveva già afferrato uno dei suoi nuovi sogni lieti (come ho fatto a passare le notti della mia vita  precedente accerchiato dagli incubi?), quando recuperò lucidità e sussurrò, come fosse rivolto a sè stesso: - Molto bene. Stanotte 3 ore di sonno prolungato fanno di me un uomo felice. Più felice di quanto già lo sia. -

Lei finalmente si concesse di aprire gli occhi e, osservandolo nella penombra, le sembrò di intravedere il profilo del volto di Roy rilassarsi. Disarmato, senza la sua benda nera a coprirgli il volto deturpato, stava scivolando nei sogni. Quello era il suo territorio, ed era contro la volontà di lei addentrarvisi. Nei sogni sarebbe stato libero di vivere i suoi desideri. Anche quelli rinnegati nella realtà.

- Buonanotte, Roy Mustang. – gli si avvicinò e posò un lieve bacio a suo marito. Alla guancia di suo marito. In fin dei conti era martedì, serata di ritrovo tra i ragazzi.

 Ed al martedì lei sapeva bene che le labbra di Roy pungevano come se fossero stati mille aghi aguzzi.

 

 

Lisa

 

 

Ciao a tutte Voi, carissime Lettrici.

Dopo “Adulto”, ecco ora “Padre”. Questa è la seconda delle One-Shot componenti la Trilogia su questo ipotetico futuro. La prossima ritrarrà la condizione di Riza. Si comprenderà come si è arrivati a questo punto. Sarà una One-Shot a raiting rosso, mi sa (scusate, ma quando descrivo le scene di sesso mi faccio sempre prendere la mano.. Cavolo, sono proprio una sporcacciona.. J ). Con questo lavoro cerco di ritrarre il delicato equilibrio che si è formato tra i tre, è un compito difficile, e non sono certa di esserne all’altezza. In definitiva mi raffiguro una sorta di rispetto-consapevolezza-rassegnazione per ognuna delle parti in gioco.

Comunque state allegre: Notiziona: ho (finalmente!) comprato il pc, per cui ora dovrei riuscire a pubblicare più velocemente. E fra una ventina di giorni dovrebbero anche attaccarmi alla rete, per cui avrò infine la possibilità di leggere giorno e notte tutte le Vostr fic!! Evviva Evviva!! (Usa impaziente!)

Mie care lettrici:

Grazie infinite a Voi tutte per aver letto.

 

Infine: Piccolo appello: cerco Beta-Reader assolutamente maggiorenne (meglio se Moolto maggiorenne, come me..) ed amante dello yaoi, che conosca bene serie come FMA e CowboyBepop, a cui piaccia il mio stile (se il mio stile può piacere..), disposta a dare un’occhiata alle mie bozze in fase di prepubblicazione.

 

Ed ora.. Ringraziamenti!!

Vi ringrazio moltissimo per i bellissimi commenti che mi avete lasciato per “Adulto”, mi hanno riscaldato il cuore. È merito Vostro se infine ho trovato il coraggio di proseguire nella stesura di questo progetto.

Elyxyz: Grazie, i tuoi complimenti mi fanno davvero piacere. In effetti la fic è triste quasi quanto le tue (..mi fai piangere ogni volta!!), ma il senso di solitudine è davvero una brutta cosa. Anch’io non odio Riza: nonostante sia fermamente convinta del RoyxEd, provo una grandissima ammirazione per lei, e spero di  riuscire a ritrarla in questo senso ed infonderei questa mia impressione. Grazie ancora!

The Dark Side: Già, è uscita proprio malinconica, sta storia. Per fortuna ho la mania di inserire i Bonus ;o)

Bianfre: Si, hai ragione, ma in quel frangente Ed me lo immaginavo in una innocente versione chibi J. (nella mia presentazione cerco di spiegarne la logica, dalle un’occhiata, se ti va) Grazie!

Setsuka: Grazie, grazie davvero. Mi hai scritto delle parole molto belle, che ho apprezzato moltissimo!

 Peach: Ma Ciao, Dolcissima!! Meno male che ho trovato anche il tuo nome nelle recensioni!! Temevo non ti fosse piaciuta, e ormai lo sai che ci tengo ai tuoi commenti!! Grazie, sei carinissima come sempre! Kiss, my dear.

Nacchan: Sono onorata, sinceramente. Per me è stato molto significativo leggere un tuo giudizio positivo, e mi sono commossa.

Proprio per il fatto che non ami le RoyxEd, il tuo commento assume ai miei occhi una valenza maggiormente positiva. Sono molto affascinata dalle AlxEd, ma credo sia una situazione estremamente delicata da descrivere, e non ho sufficiente fiducia nel mio stile grezzo, non mi sento ancora pronta. Quindi preferisco leggere le fic di altre autrici più capaci che sanno dare alla stesura una forma definita e precisa. Come le tue!! Ma già lo sai che le amoJ !!  Grazie, grazie infinite!!

 

BONUS:

Ed: - .. -

Roy: - Bè, oggi non dici niente? -

Ed: - .. -

Roy: - Eddai, che cos’è quel faccino triste? -

Ed: - Taisa.. hai generato due bimbetti con il tenente Hakweye.. -

Roy: (sorride nascostamente: “generato? Ma come parla? J ”)- Eddai, Ed.. è solo una fanfiction.. -

Ed: (imbronciato) – L’autrice lo scrive chiaramente.. -

Roy: - Edward, è una storia inventata. - (lo abbraccia teneramente)

Ed: - Davvero? -

Roy: (gli bacia i capelli sciolti) – Davvero davvero. -

ED: (Si abbandona tra le braccia di Roy) – Mpf..-

Roy: - Ora che hai finito di leggere la bozza e hai risolto tutti i tuoi dubbi.. il tuo Taisa ti coccola un po’.. - (gli accarezza il petto e lussurioso comincia a baciarglielo)

Ed: - Taisa..? – (lo interrompe bruscamente)

Roy: (comincia a scocciarsi)- Si? –

Ed: (dubbioso) – Quindi questa è solo una storia di fantasia, vero?

Roy: (già scocciato) – Vero.. –

Ed: - Volevo ben dire! –

Roy: -??-

Ed: (saccente) – Ma sì, perchè non ti ci vedo proprio a cambiare pannolini nella notte!!! Ah! Ah!- (Ride sguaiato)

Roy: (offeso) – Edward..

Ed: - Si, Taisa? (faccino da angelo)

Roy: (perfido) – Sto facendo pratica con te. –

 

 

..che sia una battuta troppo sottile?.. J

Anycase: kisses to all!

 Love, Usa.

  
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