Autore:Leyton_Nenny
Pacchetto:3
Titolo:
Il ragazzo col papillon – tra bicchieri di birra e note di
una
canzone
Genere: Romantico
Avvertimenti: Het
Rating:
verde
Introduzione: Sempre in quella via, lontana da tutto e da
tutti, dove c'è solo il piccolo pub dove, ogni notte, smetto
di
essere Lilian James, la cameriera, e divento Lily Roi, la cantante.
Devo ammettere che
è stato difficile,
iniziare a lavorare qui.
Se
ci ripenso,
adesso mi viene ancora da ridere.
Storia scritta per il contest "Live is Better", chiusosi per mancanza di partecipanti
1# Lily Roi
Ogni sera vado a cantare
nel solito
locale.
Sempre in quella via,
lontana da tutto
e da tutti, dove c'è solo il piccolo pub dove, ogni notte,
smetto di
essere Lilian James, la cameriera, e divento Lily Roi, la cantante.
Devo ammettere che
è stato difficile,
iniziare a lavorare qui.
Se ci ripenso, adesso mi
viene ancora
da ridere.
Ero una ragazzina, sebbene
siano
passati solo due anni.
Avevo vent'anni all'epoca,
vent'anni e
troppe cose da dimenticare, troppi sogni che volevo realizzare. E la
musica era il primo della lista.
Avevo iniziato a cantare
quando avevo
sei anni, e avevo smesso quasi dieci anni dopo.
La ragione? Mio padre.
Quell'uomo così
amante della musica, nato, per cattiva sorte, stonato, aveva
obbligato la propria figlia a iscriversi a un corso di canto. Non che
a me dispiacesse.
E poi, una volto morto, la
musica si
era spenta, aveva abbandonato la piccola villetta alla periferia di
Londra. La ragione? Ascoltare la mia voce era troppo doloroso per mia
madre, le ricordava il defunto marito.
E così avevo
smesso di cantare, almeno
in sua presenza.
Poi, la rivelazione: un
self producer
che cercava talenti per incidere e avviare una casa discografica. Io
c'avevo provato, e a lui era piaciuta la mia voce. Così
Lilian si
era lentamente trasformata in Lily, si era lasciata allungare i
capelli, come quando era bambina, e aveva iniziato a truccarsi.
Lentamente, aveva anche
iniziato a
vivere.
Ed ora eccomi qui, sono
sempre la
stessa Lilian, due anni più tardi, una hit alle spalle e
voglia di
tornare semplicemente la Lilian che non poteva cantare per non ferire
qualcuno.
Perché se
credete che la vita di una
cantante sia facile, vi sbagliate di grosso. Specie quando il vostro
produttore è un uomo viscido e disgustoso che, ogni volta
che vi
guarda, sembra volervi spogliare.
Però in tutto
questo c'è una piccola
nota positiva, ed è data dal ragazzo in papillon, un ragazzo
con i
capelli ricci perennemente in disordine, che si siede davanti al
palco e ordina sempre una birra. Ma non la beve mai, o così
mi ha
detto Tom, il barman, che, da quando ho iniziato a lavorare qua,
è
diventato il mio migliore amico. Credetemi, avere un migliore amico
gay è la migliore benedizione che potesse capitarmi,
perché è come
una migliore amica, ma capisce perfettamente il cervello degli
uomini, quindi due al prezzo di uno. E cucina una meraviglia
– da
un anno abbiamo iniziato a dividere l'appartamento.
Comunque, Tom mi ha detto
che questo
ragazzo, viene ogni volta al locale, ordina questa birra e la tiene
lì, senza berne mai un sorso. Arriva cinque minuti prima
della mia
esibizione, e se ne va via due minuti dopo. E non tarda mai, compie
ogni giorno la stessa routine.
E sono certa che Tom non
menta: una
volta mi sono infilata dietro le quinte cinque minuti prima, e lui
è
apparso, proprio come il mio migliore amico mi aveva detto. E poi,
sempre dalla stessa postazione, ho atteso e ho potuto appurare che se
ne andava via esattamente due minuti dopo la fine della mia
esibizione.
Eppure sono certa di non
averlo mai
visto, se non durante i miei spettacoli, ed è da circa un
mese che
la cosa va avanti.
Oggi però ho
chiesto a Tom di
fermarlo, così magari riesco a capire cosa vuole.
In realtà, ho
quasi dovuto costringere
il mio migliore amico a trattenerlo, perché lui pensa che
questo
tizio non abbia buone intenzioni, io però voglio appurarlo,
perché
ogni volta che me lo trovo davanti, in un modo a me sconosciuto,
riesce a calmarmi.
E quindi eccomi qui, nel
mio camerino,
perfettamente pronta e in attesa del mio produttore che, come ogni
sera, arriverà a chiedermi se sono pronta aprendo la porta
senza
bussare, sperando di trovarmi svestita, o qualcosa del genere. Ma
resta puntualmente deluso.
“Sei
pronta?” la porta si è
spalancata e Steve è entrato.
“Così
pare” dico alzandomi e
voltandogli le spalle fingendo di dover prendere qualcosa da bere.
La verità
è che non lo sopporto più,
che mi disgusta anche il solo pensiero di averlo vicino.
Lui, ovviamente, non si
accorge di
niente e si avvicina a me.
“Andrai
benissimo” dice mentre mi
abbraccia e con una mano percorre il profilo della mia spina dorsale
accarezzando la schiena scoperta.
“Grazie”
dico allontanandomi.
Sul serio, quest'uomo mi
disgusta, non
credo di aver mai disgustato qualcuno tanto in vita mia. E' viscido,
e calcolatore.
"Vado, tra poco
sta a me” asserisco
osservando l'orologio alla parete.
Libera, finalmente.
Ma solo per poco,
perché quell'uomo
che tanto disgusto, tiene tra le sue mani il mio futuro. E non si
tratta solo di lavorare come cantante o meno, qui si parla dei miei
testi, della mia vita. Perché, senza la mia voce, io mi
sento
completamente impotente.
E lui lo sa, si compiace
della mia
situazione, crogiolandosi nel piacere.
Ma queste cose un giorno
cambieranno.
Almeno lo spero.