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Autore: Leyton_Nenny    15/12/2012    2 recensioni
Lily Roi è una cantante, non ha mai desiderato altra vita. Ma alle volte i sogni cambiano.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Autore:Leyton_Nenny
Pacchetto:3
Titolo: Il ragazzo col papillon – tra bicchieri di birra e note di una canzone
Genere: Romantico
Avvertimenti: Het
Rating: verde
Introduzione: Sempre in quella via, lontana da tutto e da tutti, dove c'è solo il piccolo pub dove, ogni notte, smetto di essere Lilian James, la cameriera, e divento Lily Roi, la cantante.
Devo ammettere che è stato difficile, iniziare a lavorare qui.
Se ci ripenso, adesso mi viene ancora da ridere.

 

Storia scritta per il contest "Live is Better", chiusosi per mancanza di partecipanti

 

 

 

 

 


1# Lily Roi
 

 

 

 

 

 

 

 
Ogni sera vado a cantare nel solito locale.
Sempre in quella via, lontana da tutto e da tutti, dove c'è solo il piccolo pub dove, ogni notte, smetto di essere Lilian James, la cameriera, e divento Lily Roi, la cantante.
Devo ammettere che è stato difficile, iniziare a lavorare qui.
Se ci ripenso, adesso mi viene ancora da ridere.
Ero una ragazzina, sebbene siano passati solo due anni.
Avevo vent'anni all'epoca, vent'anni e troppe cose da dimenticare, troppi sogni che volevo realizzare. E la musica era il primo della lista.
Avevo iniziato a cantare quando avevo sei anni, e avevo smesso quasi dieci anni dopo.
La ragione? Mio padre. Quell'uomo così amante della musica, nato, per cattiva sorte, stonato, aveva obbligato la propria figlia a iscriversi a un corso di canto. Non che a me dispiacesse.
E poi, una volto morto, la musica si era spenta, aveva abbandonato la piccola villetta alla periferia di Londra. La ragione? Ascoltare la mia voce era troppo doloroso per mia madre, le ricordava il defunto marito.
E così avevo smesso di cantare, almeno in sua presenza.
Poi, la rivelazione: un self producer che cercava talenti per incidere e avviare una casa discografica. Io c'avevo provato, e a lui era piaciuta la mia voce. Così Lilian si era lentamente trasformata in Lily, si era lasciata allungare i capelli, come quando era bambina, e aveva iniziato a truccarsi.
Lentamente, aveva anche iniziato a vivere.
Ed ora eccomi qui, sono sempre la stessa Lilian, due anni più tardi, una hit alle spalle e voglia di tornare semplicemente la Lilian che non poteva cantare per non ferire qualcuno.
Perché se credete che la vita di una cantante sia facile, vi sbagliate di grosso. Specie quando il vostro produttore è un uomo viscido e disgustoso che, ogni volta che vi guarda, sembra volervi spogliare.
Però in tutto questo c'è una piccola nota positiva, ed è data dal ragazzo in papillon, un ragazzo con i capelli ricci perennemente in disordine, che si siede davanti al palco e ordina sempre una birra. Ma non la beve mai, o così mi ha detto Tom, il barman, che, da quando ho iniziato a lavorare qua, è diventato il mio migliore amico. Credetemi, avere un migliore amico gay è la migliore benedizione che potesse capitarmi, perché è come una migliore amica, ma capisce perfettamente il cervello degli uomini, quindi due al prezzo di uno. E cucina una meraviglia – da un anno abbiamo iniziato a dividere l'appartamento.
Comunque, Tom mi ha detto che questo ragazzo, viene ogni volta al locale, ordina questa birra e la tiene lì, senza berne mai un sorso. Arriva cinque minuti prima della mia esibizione, e se ne va via due minuti dopo. E non tarda mai, compie ogni giorno la stessa routine.
E sono certa che Tom non menta: una volta mi sono infilata dietro le quinte cinque minuti prima, e lui è apparso, proprio come il mio migliore amico mi aveva detto. E poi, sempre dalla stessa postazione, ho atteso e ho potuto appurare che se ne andava via esattamente due minuti dopo la fine della mia esibizione.
Eppure sono certa di non averlo mai visto, se non durante i miei spettacoli, ed è da circa un mese che la cosa va avanti.
Oggi però ho chiesto a Tom di fermarlo, così magari riesco a capire cosa vuole.
In realtà, ho quasi dovuto costringere il mio migliore amico a trattenerlo, perché lui pensa che questo tizio non abbia buone intenzioni, io però voglio appurarlo, perché ogni volta che me lo trovo davanti, in un modo a me sconosciuto, riesce a calmarmi.

E quindi eccomi qui, nel mio camerino, perfettamente pronta e in attesa del mio produttore che, come ogni sera, arriverà a chiedermi se sono pronta aprendo la porta senza bussare, sperando di trovarmi svestita, o qualcosa del genere. Ma resta puntualmente deluso.
“Sei pronta?” la porta si è spalancata e Steve è entrato.
“Così pare” dico alzandomi e voltandogli le spalle fingendo di dover prendere qualcosa da bere.
La verità è che non lo sopporto più, che mi disgusta anche il solo pensiero di averlo vicino.
Lui, ovviamente, non si accorge di niente e si avvicina a me.
“Andrai benissimo” dice mentre mi abbraccia e con una mano percorre il profilo della mia spina dorsale accarezzando la schiena scoperta.
“Grazie” dico allontanandomi.
Sul serio, quest'uomo mi disgusta, non credo di aver mai disgustato qualcuno tanto in vita mia. E' viscido, e calcolatore.
"Vado, tra poco sta a me” asserisco osservando l'orologio alla parete.
Libera, finalmente.
Ma solo per poco, perché quell'uomo che tanto disgusto, tiene tra le sue mani il mio futuro. E non si tratta solo di lavorare come cantante o meno, qui si parla dei miei testi, della mia vita. Perché, senza la mia voce, io mi sento completamente impotente.
E lui lo sa, si compiace della mia situazione, crogiolandosi nel piacere.
Ma queste cose un giorno cambieranno.
Almeno lo spero.




  
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