Ci si può innamorare da piccoli?
Perché a me è successo. M’innamorai degli occhi più profondi mai visti in terra. Degli occhi cosi pieni di mistero e di dolcezza al tempo stesso.
Ero come mio solito in gelateria a decidermi su quale gusto provare per quel pomeriggio, quando mi andai a scontrare con una bambina dalla pelle scura, quasi fosse cioccolato, e di come mi incantai a guardare i suoi occhi.
Ricordo perfettamente quanto mi fu facile scrutarli fino in fondo ed incontrare la loro anima, senza alcun timore di fronteggiare chi possedesse tali meraviglie.
Certo come potevo sapere cosa fosse il timore a soli cinque anni? Eppure sentivo la certezza di quel sentimento. Come se fossi stata sicura che era il timore la sensazione giusta nell’affrontare quello sguardo.

< Ciao >

Una voce ferma e confusa si rivolse a me. Una voce calda, quasi morbida. Troppo per essere di una bambina.

< C-ciao > risposi immediatamente.

< Che hai da guardare? >

< Io, io>

< Io, io cosa? > puntò quei due pozzi neri su di me con una nota di prepotenza. < Che c’è il gatto ti ha mangiato la lingua, forse?>

< Ehi! Il mio gatto non mangia lingue. Fuma solo di nascosto, ma io lo so lo stesso >

< Ma che diavol.. Perché allora mi guardavi? >
 
No, di sicuro non potevo sapere cosa fosse il timore a quell’età. Di sicuro, però, sapevo che non mi piacevano e continuano a non piacermi le persone prepotenti.

< Io stavo guardando i tuoi occhi. Sono cosi belli e profondi. Ma-ma tu sei troppo prepotente per i miei gusti, perciò ho deciso che i tuoi occhi non mi piacciono più. >

Da quel momento, nonostante la mia età, mi resi conto di aver detto una grossa bugia. Io m’innamorai di quegli occhi senza che potessi evitarlo.
Certamente a cinque anni non comprendevo fino in fondo cosa significasse innamorarsi, o meglio ancora amare, ma la sensazione di avere migliaia di farfalle nella pancia, cosi come allora ancora adesso, mi diceva il contrario. Nonostante a quell’età ero più che convinta di aver mangiato seriamente delle farfalle.

< Oh, beh…beh non mi interessa > non poté non notare l’imbarazzo sul suo volto. < Ve-veramente io stavo guardando i tuoi. Sono brillanti, li trovo davvero stupendi. Non-non parlo solo degli occhi.> sorrise imbarazzata e scappò via lasciandomi con una strana gioia nel cuore e ignara del suo nome.

< Ehi! Io sono Brittany! >


Ci si può innamorare da piccoli?
Perché a me è successo. M’innamorai degli occhi più profondi mai visti in terra. E ora dopo vent’anni da quella prima volta me ne innamoro ogni giorno di più.


< Ehi, Britt >

inevitabilmente sorrido sentendo quella voce sussurrare il mio nome.

< Interrompo qualcosa? Mi sembri su tutt’altro pianeta.> mi dice stringendosi a me.

< No, anzi. Stavo solo pensando alla prima volta che vidi dei luccichii meravigliosi.>

< Mmm..di che gioielli stai parlando amore? Quell’anello che porti come mio pegno d’amore eterno, non luccica abbastanza per te? > risponde con fare teatrale.

< Ma questo anello è meraviglioso, amore. Se non lo fosse stato non ti avrei sposato.> le dico dandole un piccolo colpetto sul naso. < Ma i tuoi occhi, San..sono cosi belli e profondi e- e..>

< E- e cosa? > intuisco dal suo sorriso compiaciuto che ha capito di cosa parlo.

< Continuano a non piacermi le persone prepotenti, Santana> le dico sorridendo.

< I miei occhi saranno anche belli, ma i tuoi Britt sono stupendi e. . >

< E non parli solo degli occhi > concludo per lei scoppiando poi, entrambe, in una divertita risata.

 
Si ci si può innamorare da piccoli. A noi è successo.