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Autore: Nekorii    16/12/2012    5 recensioni
I bambini, crescendo, smettono di credere a Babbo Natale e alla Fatina dei Dentini, quindi automaticamente perdono la loro protezione.
Ma smettono realmente di credere in lui, di credere nell'Uomo Nero?

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Una piccola fic introspettiva sui pensieri di Pitch dopo essere stato sconfitto dai Guardiani. Post-film.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Pitch
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si risvegliò di colpo, ansimando pesantemente e madido di sudore.
La testa gli pulsava incessantemente e provava dolore dappertutto.
Le ultime cose che ricordava erano la lotta con i Guardiani e la loro vittoria per colpa di quello stupido ragazzo ghiacciolo. Poi i suoi Incubi gli si erano rivoltati contro e l'avevano portato via, trascinandolo in un abisso senza fondo. Lui aveva urlato, aveva tentato di liberarsi dalla loro morsa, di aggrapparsi a qualunque cosa potesse impedirgli di arrivare a quella miserabile fine. Ma la battaglia l'aveva stremato, e alla fine aveva perso i sensi.
E ora, risvegliandosi, tutto il peso di una fastidiosa consapevolezza gli crollava inesorabilmente addosso.
Aveva perso.
I bambini avevano smesso di credere in lui.
Avevano smesso di controllare sotto i loro letti prima di andare a dormire.
Avevano smesso di avere paura.
E guardatelo, ora, il terribile Uomo Nero, il flagello più temibile degli innocenti sogni dei fanciulli, l'essenza stessa della paura e dell'oscurità, riverso a terra, con la bocca semiaperta in un respiro affannoso, sul corpo i segni di numerose ferite e uno sguardo miserabile, che davvero poco si addiceva alle sue iridi dorate.
Patetico, pensò di se stesso.
Era questo ciò che era rimasto di lui? Non essere più alimentato dalle paure innocenti, da nemmeno una di esse in tutto il globo, faceva davvero così male?
Si sentiva piccolo e insulso, come un misero essere umano. 
Ma lui era il maledettissimo Uomo Nero, come poteva essersi ridotto così?
Provò ad alzarsi, ma subito si rese conto di non esserne capace. I suoi tentativi di sollevare il proprio corpo erano resi vani da pesanti legacci neri e di consistenza sabbiosa, che lo costringevano a terra.
Gli Incubi.
Improvvisamente fu attraversato da un'ondata di panico e in un attimo avvertì la loro morsa stringersi più forte intorno a lui. Li aveva addestrati bene, dopotutto, a fiutare la paura.
Soffocò una risatina di autocommiserazione. Era proprio ridotto male, nessun bambino al mondo aveva più paura, e proprio lui in quel momento era talmente atterrito da non riuscire a controllare i suoi stessi demoni.
Smise di divincolarsi e cercò di regolarizzare il respiro che si era fatto ancora più affannoso.
Lui non aveva paura. Era solo stato colto dal panico. Lo rendeva nervoso non riuscire a muoversi, essere intrappolato in quel modo lo faceva sentire tremendamente vulnerabile, e questo contraddiceva, in effetti, tutto ciò di cui lui era l'incarnazione.
Ma si concesse di pensare che fosse normale, per uno come lui, un'ombra abituata a scomparire e riapparire a piacimento, che era solita strisciare sui muri senza mai alcuna restrizione a fermarlo, salvo solo la luce del sole.
Si concentrò sulla totale oscurità che lo avvolgeva e riuscì a ricacciare a bada quelle fastidiose sensazioni così umane. Pitch Black. Il buio pesto, essere immerso dal nero più assoluto e profondo riusciva sempre a tranquillizzarlo.
Avvertì pian piano la morsa dei legacci farsi meno pressante intorno ai suoi arti, e con un rapido movimento riuscì finalmente a liberarsi dalla sua prigionia.
Gli Incubi ripresero la loro ormai abituale forma equina, e rimasero lì intorno a lui, con il respiro pesante e scalpitando nervosamente con gli zoccoli sulla pietra dura, come in attesa di un suo cedimento, di un altro passo falso.
Così splendidi, e così terribili, i suoi Incubi.
Si avvicinò ad uno di loro e lo accarezzò sul muso con ciò che di più simile all'affetto riusciva ad esprimere.
"Non è qui che devi restare, dolcezza" sussurrò "torna su e cerca il bambino più felice, insinuati sotto il suo letto, divora i suoi sogni, sprigiona i suoi incubi più reconditi."
Uno scontro tra iridi dorate che si fissavano intensamente.
"Nutrimi delle loro paure."
L'Incubo scosse la testa ed emise un nitrito nervoso. Batté pesanti colpi con gli zoccoli e si allontanò lievemente da lui, prossimo a imbizzarrirsi.
Il suo sguardo premuroso si trasfigurò in disgusto. Persino i suoi fieri purosangue erano terrorizzati dai Guardiani e non volevano più eseguire i suoi ordini.
"VAI!!"
Il suo urlo riecheggiò pesantemente nella grotta scura, facendone tremare le pareti, ma sortì l'effetto desiderato.
Gli Incubi si animarono improvvisamente al comando rimbombante, e svanirono in uno scalpitio di zoccoli, nitriti e sabbia nera.
Rimase solo. Respirò a fondo l'aria umida che permeava la sua caverna. Gli piaceva, essere solo. Ciò che detestava era essere dimenticato, ignorato, o che non si credesse in lui. Ma, a parte questo, non gradiva particolarmente la compagnia, di spiriti, esseri umani o Guardiani che fossero.
Pian piano sentì le forze che gli tornavano, il suo corpo che si rinvigoriva e i suoi poteri che crescevano.
Ma questo non bastava.
Misurò a grandi passi la lunga sala in cui si trovavano appese le gabbie che aveva usato, solo pochi giorni prima, per rinchiudere le fate.
Camminava lentamente, riflettendo.
I Guardiani credevano di avere vinto, ma lui era ancora lì, esisteva ancora. E se i suoi poteri erano tornati, voleva dire che i suoi Incubi avevano ripreso a fare il loro dovere e ad attaccare i bambini nel sonno.
Ma ancora non era sufficiente. Qualche incubo e un po' di paura sparsi qua e là non gli avrebbero fatto riconquistare il potere a cui lui agognava. Non avrebbe fatto sì che la gente tornasse a credere in lui.
La gente..
Ma certo, forse era questa la soluzione!
I Guardiani avrebbero tenuto alta la guardia ancora per un po' dopo la sua sconfitta, proteggendo i bambini con, se possibile, ancora più impegno e attenzione.
Forse era arrivato per lui il momento di passare a prede più grosse e complesse.
I Guardiani proteggevano i bambini dalla paura, ma era una sensazione che, almeno gran parte di loro, non conosceva realmente.  E tuttavia quelle paure e quei timori, per quanto acerbi fossero, erano così dolci da assaporare.
Ma ci avrebbe, seppur con riluttanza, rinunciato, se voleva mettere in atto il suo piano.
I bambini, crescendo, smettono di credere a Babbo Natale e alla Fatina dei Dentini, quindi automaticamente perdono la loro protezione.
Ma smettono realmente di credere in lui, di credere nell'Uomo Nero?
Oh, loro avrebbero smesso di controllare sotto i loro letti prima di andare a dormire, ma lui era più di un'ombra che giaceva nell'oscurità pronta a ghermire nel sonno chiunque fosse impreparato al suo arrivo.
Lui era la Paura.
E si può anche smettere di credere nel Coniglio di Pasqua, ma non si potrà mai smettere di avere paura.
Si era sempre concentrato poco sulle paure degli adulti, così complesse, così poco innocenti. Ma ora era arrivato il momento di approfondire l'argomento.
Oh sì, sarebbe perfino stato divertente. I Guardiani non si sarebbero nemmeno accorti di nulla, presi com'erano ad occuparsi dei mocciosi.
E una volta acquisito abbastanza potere sarebbe tornato da loro per avere la sua vendetta.
Si leccò le labbra pregustando il dolce momento.
Si sedette sul suo trono di pietra riccamente intarsiato e si concentrò sulle sue nuove prede.
Adulti.
Ci pensò per un po'.
Forse, in effetti, sarebbe stato più facile del previsto.
Quando si trattava di bambini, doveva sempre trovare nuovi modi per spaventarli, creare nuovi incubi per atterrirli durante la notte e ingegnarsi per suscitare in loro paure soddisfacenti. Il tutto a causa del loro irritante ottimismo e della loro ingenuità.
Gli adulti, invece, realisti e consapevoli, coscienti dei pericoli e delle tragedie della vita, in realtà attiravano da soli la paura come del miele attirerebbe uno sciame di mosche. Tutto ciò che lui avrebbe dovuto fare era essere lì al momento giusto per gustarsi il tutto.
Oh, ci sarebbe stato eccome!
Si sarebbe trovato in ogni goccia di sudore freddo che scendeva lenta e inesorabile dalla fronte di chi temeva di non farcela.
Sarebbe stato lì, insieme a chi attendeva, in preda al panico, fuori dalla sala dove qualcuno stava già esalando l'ultimo respiro.
Avrebbe assaporato con particolare avidità la paura spasmodica di chi vedeva passare in un attimo tutta la propria vita davanti agli occhi, appena un momento prima che la canna della pistola puntata alla sua fronte ne decretasse la fine.
E sarebbe stato presente in ogni pesante passo dello sconosciuto che, camminando in un vicolo buio, istillava una paura crescente e sporca nella ragazza che procedeva veloce davanti a lui.
Aveva solo l'imbarazzo della scelta, in effetti.
Oh, sarebbe stato fantastico. Non avrebbe nemmeno avuto bisogno dei suoi Incubi, avrebbe solo dovuto aspettare.
E più si sarebbe alimentato delle paure della gente, più esse si sarebbero amplificate. E forse, pensò con un barlume di speranza e sollevando compiaciuto un angolo della bocca, il Periodo Buio sarebbe tornato di nuovo a regnare sull'umanità.
Tutti si sarebbero ricordati di lui e avrebbero creduto nella sua esistenza. Come avrebbe potuto essere il contrario, in un mondo dove caos e paura avrebbero regnato sovrani?
Sarebbe di nuovo tornato al potere, gli incubi e il timore avrebbero permeato la vita del genere umano e nessuno, nemmeno i Guardiani, avrebbero più potuto fermarlo.
Era l'intero genere umano la sua fonte di potere.
Perché non importava che fossero bambini o adulti, maschi o femmine, che appartenessero a un paese o ad un altro.
Non importava quanto ognuno di loro avrebbe potuto sentirsi felice e coraggioso.
Tutti avrebbero sempre avuto paura dell'Uomo Nero.

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Dal tragitto cinema-casa dopo aver visto il film, mia mamma ha dovuto sopportare me che piagnucolavo per tutto il tempo di come tutti fossero stati ingiusti con Pitch, di come tutti ce l'avessero con lui, che lui voleva solo spaventare i bambini owo
Ormai non riesco più a vedermi un film senza partire con un pregiudizio verso i buoni e simpatia incondizionata verso i cattivi! Che c'è che non va in me?? xD
Allora ho riversato tutta la mia frustrazione in questa piccola fic, perchè non mi andava che tutto finisse con Pitch sconfitto, così l'ho fatto risorgere!
È introspettiva da far schifo, lo so, ma è un genere con cui credo che il mio stile di scrittura si sposi bene. Quindi spero di non avervi annoiato troppo! ^^''
  
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