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Autore: Kirby    03/07/2007    2 recensioni
Cosa succede se il giorno delle tue nozze un invitato "non invitato" si auto-invita? E se questo invitato volesse riscuotere una promessa? E se oltre a questa promessa dovesse informare la sposa di qualcosa? Beh, se ho stuzzicato a sufficienza la vostra curiosità vi lascio alla lettura di questa one-shot senza pretese. Buona lettura!!
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Zephilia era in festa: i matrimoni erano talmente rari che quando capitavano venivano festeggiati dall’intero villaggio

Zephilia era in festa: i matrimoni erano talmente rari che quando capitavano venivano festeggiati dall’intero villaggio.

In una graziosa casetta bianca alcuni invitati erano già arrivati e parlavano allegramente tra loro complimentandosi per gli addobbi, per il rinfresco ed attendevano trepidanti l’arrivo della sposa.

Al piano superiore, quest’ultima stava terminando gli ultimi preparativi.

La ragazza si ammirò un’ultima volta allo specchio: i capelli rossi erano sciolti lungo la schiena ed il vestito accollato nascondeva i piccoli seni che, nonostante l’età, erano rimasti immutati.

L’abito, appartenuto a sua madre, le scivolava morbidamente lungo il corpo: le stava bene ma lei e sua madre non avevano lo stesso fisico. Fin dalla più tenera età aveva desiderato indossarlo il giorno delle sue nozze ed ora il suo sogno era divenuto realtà.

“Ancora non ci credo: oggi mi sposo” sussurrò Lina rivolta alla sua stessa immagine riflessa nell’ampio specchio davanti al comò di mogano.

Ricordò con rammarico le avventure che aveva vissuto fino a qualche tempo fa… fino a quando, sei mesi prima, Gourry  le aveva rivelato apertamente il suo amore.

Il giovane spadaccino si era dichiarato nella più classica delle cornici: vicino ad un lago illuminato dalla luna piena. Un soffuso rossore le imporporò le guance al solo ricordo dell’immensa gioia provata in quel momento. Poco importava che solo qualche ora prima i due avessero avuto a che fare con una banda di briganti e che avessero portato via loro tutto il bottino, cena compresa: questo non era romantico… e quindi era meglio non raccontarlo.

Sospirò nuovamente, ammirando la sua immagine riflessa.

Nessun dubbio e nessuna incertezza: quel giorno sarebbe stato perfetto... Talmente perfetto che splendeva un sole meraviglioso, chiaro segno che il destino e forse addirittura Lon approvavano la loro unione.

Si sistemò una ciocca amaranto dietro l’orecchio e si voltò lentamente: doveva infilarsi le scarpe con il tacco. Nonostante fossero trascorsi quattro anni, lei non era cambiata molto, mentre Gourry era cresciuto ed ora raggiungeva quasi i due metri d’altezza, incombendo su di lei come un gigante buono.

“Pazienza… Infiliamoci questa tortura e speriamo che non mi vengano le vesciche ai piedi” mormorò la ragazza sedendosi sul letto.

Indossò le scarpine bianche e si avvicinò alla specchiera dell’armadio per ammirarsi interamente prima di scendere.

Un leggero fremito le percorse la spina dorsale: l’aria era quasi immobile... forse troppo… e non prometteva nulla di buono.

Guardinga, osservò la stanza dalla specchiera. Una leggera ombra verso destra attirò la sua attenzione.

“Xelloss… Non ti avevo invitato…” disse lei, fingendosi indaffarata a darsi gli ultimi ritocchi ma tenendo d’occhio il punto in cui era certa d’aver intravisto il Mazoku.

“Lina…” esordì lui, comparendo alle sue spalle con un leggero inchino a mo’ di saluto.

La ragazza s’irrigidì lievemente: sapeva che non era lì per caso ed era curiosa di scoprire cosa l’aveva spinto in quel piccolo e sperduto paesino, in quell’afosa giornata di fine luglio. Lei non l’aveva invitato, in quanto non sapeva dove spedire l’invito, ma Philia, Ameria e Zelgadiss l’avevano convinta dell’inutilità di quel gesto. Lei era dispiaciuta, ma aveva seguito di buon grado il consiglio degli amici.

Zephilia non era una grande città e soprattutto non pullulava di maghi tanto potenti da attirare un Mazoku del calibro di Xelloss.

“Beh ero passato per le tue nozze: non capitano tutti i giorni…” rispose ironico avvicinandosi e posando le sue mani sulle spalle della maga, mentre questa avvertiva un calore improvviso ed alquanto innaturale che trapassava il leggero tessuto dell’abito nuziale.

“Già… Un matrimonio è per sempre…” ribatté lei, cercando di dare alla voce un tono normale.

“Così dicono…” concesse il Mazoku aprendo improvvisamente gli occhi “da noi i legami di sangue sono molto più affidabili” le fece notare lui, incrociando gli occhi di Lina nello specchio.

“Basta tergiversare, Xelloss: cosa vuoi” chiese lei, senza riuscire a distogliere lo sguardo dai magnetici occhi color ametista.

Era raro che il Mazoku aprisse gli occhi e solitamente, quando questo accadeva, significava soltanto guai. Guai molto, molto grossi. Almeno per il beneficiario di quello sguardo.

“Sai Lina?” iniziò Xelloss con voce relativamente calma “Ho sempre ammirato la tua curiosità… E’ stata sempre questa tua particolare dote ad infrangere i piani di molti Dark Lord ed a sconfiggere nemici potenti come Dark Star” la lodò lui, interrompendo il contatto visivo con la giovane ed ammirandola vestita di bianco.

La maga era sempre stata affascinante con addosso abiti di colori neutri. Il completo nero che indossava abitualmente durante gli anni delle scorribande le aderiva al corpo come una seconda pelle lo aveva stregato fin dal loro primo incontro, ma il bianco le donava in modo particolarmente, come quella volta che, al compleanno di Ameria, ne aveva indossato uno molto semplice, lungo fino ai piedi ed impreziosito da dei ricami di color amaranto. 

“Non credo tu sia venuto fino a qui per farmi i complimenti…” ironizzò lei, arrossendo subito dopo notando l’occhiata prolungata al suo corpo fasciato dall’abito. Le sembrava d’essere nuda di fronte a lui. La pelle le bruciava dopo quel prolungato contatto.

“E’ vero…” annuì “Sai, ci sono molte teorie discordanti: alcuni ritengono che il proprio cammino sia già stato scritto, altri credono invece che ogni essere umano costruisca il suo destino giorno per giorno, compiendo scelte ed agendo più o meno giustamente” narrò lui, riportando la sua attenzione sul viso della ragazza.

“Bella storiella, e detesto dovermi ripetere… cosa vuoi?” chiese nuovamente Lina, iniziando a temere il seguito.

“Hai fretta?” domandò Xellos serafico.

“Beh, hai fatto tanta strada per venire sino a qui, quindi saprai che tra poco più di un’ora mi sposo…” ribatté lei, ignorando il timore che le si era insinuato dentro fin dall’inizio di quella strana conversazione.

“Lo so…” convenne “Tu a quale categoria appartieni, Lina?” le domandò cambiando improvvisamente argomento.

“Alla seconda…” mormorò lei, dopo una breve pausa, incrociando volutamente gli occhi di Xelloss nello specchio.

“Io invece propendo per la prima…” rispose “ti sei mai chiesta perché in quattro anni tutti sembrano essere cresciuti, salvo tu?” domandò lui, cambiando nuovamente discorso.

“Sì… no!” gridò lei “Senti Xelloss, non puoi venire qui, parlarmi di destino e cambiare argomento a tuo piacimento. Dimmi perché sei qui!” sbottò Lina furiosa.

“Sei davvero molto tesa… spero di non essere io la causa di questo tuo nervosismo…” si preoccupò lui.

“Xelloss? Tra i miei difetti c’è anche la scarsa pazienza…” lo avvertì lei, desiderando scagliargli addosso una fireball. Sapeva anche che il suo gesto sarebbe stato avventato, perché il Mazoku era molto astuto e difficilmente si sarebbe lasciato sorprendere.

“Sai, ti ho osservato per parecchio tempo, specie da dopo lo scontro contro Phibrizio, e devo dire che in quella circostanza è capitato qualcosa di strano…” le rammentò lui.

“Se per strano intendi dire che ho sconfitto l’HellMaster, beh, ho fatto anche altro…” replicò Lina, ignorando dove il Mazoku volesse andare a parare.

“Te lo concedo, ma in quell’occasione hai evocato addirittura Lon…” precisò Xelloss.

“Beh, ho i ricordi parecchio confusi: ho invocato il Giga Slave e poi… il buio…” spiegò lei, cercando di ricordare quant’accaduto quattr’anni prima.

“Ti racconto io quello che è successo: hai invocato il Giga Slave e grazie a Phibrizio ne hai perso il controllo. Sei stata avvolta da una colonna di luce, prodotta dall’incantesimo e tutti pensavamo ti avesse incenerita, mentre invece, quando questa si è diradata tu eri lì, immobile. Un piccolo sorriso di sfida sul tuo viso e gli occhi coperti dalla frangia. Era chiaro a tutti che era accaduto qualcosa, ma l’HellMaster era talmente accecato dal suo desiderio che non ti ha nemmeno degnato di uno sguardo. Io ho capito subito che non eri più tu, ma Phibrizio era come invasato… Si è complimentato con te e ti ha derisa… Purtroppo Lon, l’entità che in quel momento ti possedeva, non deve aver gradito, perché ha realizzato sulla pelle dell’HellMaster il suo stesso desiderio di distruzione. Che fine indegna per un Dark Lord… Comunque, dopo aver rimesso ordine, Lon se ne stava andando, portandoti con se… avevi stipulato un patto con quell’incantesimo ed andava rispettato” raccontò lui “Ma Gourry, risvegliatosi dall’incantesimo che Phibrizio gli aveva lanciato, ti ha inseguita” concluse il Mazoku.

“Davvero? Beh, è stata molto coraggioso” replicò Lina, pensando che quella sera avrebbe dovuto ringraziare a dovere il suo prode cavaliere.

“Coraggioso? Io direi molto, molto stupido…” ritorse il Mazoku, riprendendo a parlare “Sai, se avesse ceduto la Gornova prima della tua ascesa forse tutto questo non sarebbe accaduto… Tu e lui ora avreste una vita normalissima” concluse, lieto per quella distrazione da parte dello spadaccino.

“Cosa intendi dire?” domandò incerta Lina.

“Dico che, quando Gourry ha deciso di seguirti, tu eri troppo vicina al varco dimensionale: lo scambio è servito più a lui che a te” le spiegò.

“Quindi, dando a Lon la Gornova, Gourry si è assicurato il ritorno sulla ‘terra’?” chiese in un sussurro, stentando a comprendere il reale significato delle sue parole.

“Esattamente: solo che lui non sarebbe mai tornato indietro senza di te ed il tuo corpo era già stato in parte corroso dal potere nero del Chaos” sospirò notando lo sguardo curioso di Lina, che taceva affinché lui continuasse a raccontare “ti ha quindi dato un frammento di sé che ti rende praticamente immortale” concluse sorridendo.

“Praticamente immortale?” squittì lei sorpresa da quella rivelazione.

“Già, ed ora veniamo alla mia venuta qui oggi… Rammenti cos’è accaduto circa due anni fa?” le domandò cogliendola alla sprovvista.

Due anni fa? Cos’è è accaduto due anni fa? pensava Lina, faticando a ricordare.

“Al momento mi sfugge” ammise la maga con sincerità, attendendo che lui svelasse l’arcano.

“Un demone ti aveva privata dei tuoi poteri…” iniziò lui, vedendola sgranare gli occhi.

Era vero, quel demone che Xelloss aveva dovuto sconfiggere le aveva sottratto i poteri. Martina l’aveva derisa per una settimana! rammentò cupa, mentre una vena pulsava minacciosamente sulla sua tempia destra.

“Ricordo: ma non capisco cos’abbia a che fare questo con la tua venuta qui…” affermò Lina.

“Il giorno successivo hai scoperto i miei amplificatori di magia” continuò lui, venendole in aiuto ma non volendo svelare oltre.

“E’ vero, me li hai regalati” esclamò lei, liquidando velocemente la cosa.

“Non è corretto: io te li ho dati ma a fronte di una promessa” le ricordò.

 

Due anni prima…

Un tonfo sordo accompagnò la caduta del demone morto, mentre il Mazoku toccava terra in modo silenzioso vicino a Lina, quasi a volersi sincerare d’essere arrivato in tempo e che la ragazza non avesse alcun graffio.

“Come hai fatto a sconfiggerlo?!” sbottò Lina frustrata, guardando Xelloss dalla testa ai piedi.

“E’ un segreto, Lina” le rispose lui, come d’abitudine.

“Cosa sono quei ninnoli rossi?” domandò improvvisamente la maga, osservando gli oggetti che scintillavano alla luce del sole.

“Sono amplificatori di magia” le spiegò il Mazoku, con una lieve alzata di spalle.

“Funzionano anche per gli umani?” chiese ancora la ragazza, guardandoli con attenzione.

“Credo di sì” rispose Xelloss, inarcando una sopracciglia, quasi a riflettere sulla correttezza di quella risposta.

“Vendimeli!” disse lei dopo una breve pausa. I suoi poteri magici erano stati assorbiti da un demone maggiore il giorno prima ed ora riusciva a fare fireball di dimensioni ridicole.

“Non posso, Lina: per me non hanno prezzo” rifiutò Xelloss, allontanandosi di un passo, quasi temesse un gesto inconsueto da parte della maga.

“Non fare lo spilorcio: ti darò tutto quello che vuoi” s’impegnò lei, facendo gli occhi da cucciolo indifeso.

“Non ho bisogno di nulla, grazie…” glissò lui, facendo un altro passo indietro.

“A te non servono ed io ne ho un bisogno disperato: farò tutto quello che vuoi!” promise lei accorata avanzando di qualche passo.

“Tutto quello che voglio?” domandò interessato, schiudendo gli occhi e sbirciandola, quasi a voler verificare la sincerità di quelle parole.

“Tutto quello che vuoi” ripeté lei, lieta di aver catturato finalmente la sua attenzione.

“Va bene. Ma ricorda questa promessa” le disse lui mellifluo “perché io non la scorderò” concluse dopo averle dato gli amplificatori.

 

Erano trascorsi due anni da quel giorno e lei aveva dimenticato quella promessa, fatta in un momento di necessità. Era giovane ed avventata e non aveva considerato le possibili conseguenze della sua frase, specie con un Mazoku come Xelloss. Aveva detto quella frase sperando che il Priest cedesse. Aveva riacquistato i poteri poco dopo ed aveva scordato quel patto, trattenendo gli amplificatori che avevano aumentato la sua forza magica.

“Quindi sei venuto a riscuotere…?” domandò in un sussurro incerto.

“Sì, penso che si possa dire così” convenne lui, annuendo.

“Cosa vuoi?” domandò a bruciapelo la maga, preferendo concludere quanto prima quell’argomento così spinoso.

“Non voglio niente” la spiazzò lui, mentre lei sgranava gli occhi incredula.

“Ma allora perché sei venuto fino a qui?” chiese ancora. Le accennava ad una promessa e quando lei chiedeva qual era il pegno da pagare lui rispondeva niente.

“Mi spiego meglio: non voglio che tu sposi Gourry” concluse sorridendo mentre Lina lo fissava inorridita da quella richiesta.

“Non credo di aver capito” disse in un soffio la maga, osservandolo con maggior attenzione.

“Hai capito benissimo: ti sto chiedendo di onorare la promessa che mi hai fatto due anni fa” le fece notare lui.

“Tu mi stai chiedendo di abbandonare Gourry sull’altare!” sbottò lei, realizzando la richiesta del Mazoku.

“Credo che si possa dire così” commentò pacato.

“Credi soltanto?” soffiò risentita “Io amo Gourry!” sbottò con foga.

“Te ne do atto, ma ti ricordo che una maga come te ha avuto modo di farsi molti nemici” le rammentò.

“So difendermi e poi Gourry sarà al mio fianco!” rispose Lina, determinata a realizzare il suo futuro.

“Gourry non sa usare la magia… E quando tu sarai in quei giorni oppure ti ammalerai i demoni si faranno sotto e Gourry non potrà essere al tuo fianco per sempre” le fece notare lui.

“Abbiamo superato molte difficoltà insieme!” cercò di convincerlo lei.

“Vero, ma questo ci riporta nuovamente al discorso di prima: tu sei un’immortale, mentre lui non lo è” asserì Xelloss.

“Non ti seguo… e soprattutto perché mi dici tutto questo adesso?” domandò Lina, fissandolo torva.

“Perché in questi quattro anni ho iniziato ad affezionarmi a te…” le rivelò lui, accarezzandole la piccola parte di collo lasciato scoperto dall’abito.

“Io amo Gourry!” ripeté lei acida, dandogli le spalle ma tenendolo costantemente d’occhio dallo specchio.

“Può essere…” concesse “Ma vorrei spiegarti che molti sentimenti possono essere fraintesi e scambiati per amore…” ridacchiò Xelloss, guardandola ora con bramosia.

“Che diavolo vorresti dire?!” tuonò Lina, spaventata da quello sguardo e voltandosi per fronteggiarlo.

“Dico che saresti comunque sprecata con lui…” iniziò il giovane “tu meriti di più…” concluse, schioccando le dita.

L’abito nuziale venne sostituito con uno più elegante e sontuoso, che le lasciava scoperte le spalle e gran parte della schiena, mentre il corpetto evidenziava il seno che pareva ora quasi più pieno rispetto a qualche attimo prima. I capelli non le ricadevano più sciolti lungo la schiena, ma erano raccolti in un’alta coda che le faceva risaltare il viso perfetto ed il collo delicato.

“Questa dovresti essere tu… il giorno delle tue nozze…” le sussurrò lui all’orecchio, facendola voltare nuovamente verso lo specchio affinché si ammirasse, mentre un brivido le percorreva la schiena.

“Xelloss? Quello che indossavo prima era l’abito di nozze di mia madre!” sbottò lei, solo in parte dispiaciuta che il vecchio abito fosse stato sostituito con quello, che la valorizzava di più.

“Ma ti piace…” ritorse lui, sfidandola ad ammettere il contrario.

“E’ vero, ma il giorno delle nozze ho sempre desiderato indossare l’abito di mia madre!” tuonò lei “E poi stavamo parlando di Gourry!” gli fece notare.

“Parliamo di Gourry…” concesse lui mellifluo “Sa che domani entrerai in quei giorni?” le rammentò lui, facendola arrossire.

“Mi spieghi come fai a tenere in mente simili dettagli!?” sbottò lei risentita. Se ne era dimenticata, mentre Xelloss era sempre riuscito a sapere quando lei era in quei giorni e quando le sarebbero passati.

“Ti conosco…” rispose solamente, prima di tornare alla carica “cosa pensi che potrà fare Gourry per proteggerti se un’orda di demoni dovesse venire domani a darti la caccia?” le chiese ironico.

“Gourry mi ha sempre protetto!” sibilò Lina, voltandosi di scatto, pronta a dare battaglia. Non le piaceva che qualcuno criticasse l’uomo che aveva intenzione di sposare.

“Vero… Ma stiamo parlando di demoni, non di briganti o ladri… non ha un arma che uccida i demoni e la Gornova è tra le mani di Lon…” le spiegò calmo, come un padre con una bambina recalcitrante.

“Non sarò sempre nei miei giorni!” ribatté lei, decisa a non cedere.

“Ma è compito dell’uomo proteggere la propria donna… Credo che anche Gourry la penserebbe come me…” le fece notare con gentilezza.

“Lui è bravo a combattere con la spada, io con la magia!” rispose Lina soddisfatta.

“E quando sarai incinta?” le chiese con un leggero ringhio sull’ultima parola.

“Xelloss? Parla chiaro” soffiò Lina, stanca di quelle più o meno velate critiche rivolte a Gourry.

“Ti voglio, Lina Inverse” ammise Xelloss, lasciando la sua interlocutrice incredula di fronte a quella rivelazione “ti ho vista crescere… ti ho vista affrontare nemici molto forti… sei determinata… curiosa e desiderosa di conoscere nuovi incantesimi che ti permettano di migliorare continuamente…. coraggiosa e nulla, salvo forse Lon, può spaventarti… hai tutte le caratteristiche che mi piacciono in una donna e, cosa non da poco, posso proteggerti meglio di Gourry, sia contro i demoni che contro i briganti. Con i Dark Lord avrei la peggio ma, essendo il Priest di Zelas, è molto improbabile che qualcuno di loro decida di attaccarci” le disse invitante.

“Perché mi sveli tutto questo?” soffiò Lina dopo una breve pausa, necessaria per assimilare quell’incredibile quantità d’informazioni.

“Lon vuole impedire questo matrimonio” le rivelò ancora Xelloss “quando l’HellMaster ha catturato Gourry tu hai quasi distrutto l’intero pianeta per lui” le rinfacciò duro.

“Io…” mormorò lei incerta su cosa dire.

Era vero. Non aveva esitato ad usare l’incantesimo più potente, sperando di salvare il ragazzo che tanto amava, ben sapendo che a farne le spese sarebbero stati migliaia di persone innocenti.

“Vuole tutelarsi, credo che sia comprensibile” le spiegò lui, ignorando il suo timido tentativo di difesa.

“In parole povere Lon vuole arrogarsi il diritto di scegliere per me chi dovrò sposare?!” sbottò Lina incredula.

“Non proprio: lei vuole solo che al tuo fianco ci sia qualcuno in grado di proteggerti… e soprattutto vuole evitare che, fatti simili a quelli di quattro anni fa, si ripetano” replicò paziente il Mazoku.

“Se mi riteneva tanto pericolosa… perché mi ha reso immortale!?” tuonò la maga confusa.

“La mente di Lon è imperscrutabile” rispose Xelloss pacato.

“Che alternative ho?” domandò Lina.

“Hai molte alternative: molti Mazoku sono interessati a te” le fece notare lui.

“Ed oltre ai tuoi simili?” chiese lei, respirando profondamente.

“Lon non ha aggiunto altri possibili candidati… ” sembrò giustificarsi lui, con un sorriso divertito.

“Non potrei mai sposarmi con un Mazoku!” tuonò lei, mentre le parole che solo prima lui le aveva detto si rincorrevano nella mente.

“Beh, se posso darti un consiglio: dovresti scegliere qualcuno più forte di te” disse Xelloss, ignorando l’obiezione di lei.

“E’ un modo gentile per proporti?” squittì Lina acida, sperando di sbagliarsi.

“Beh, in uno scontro diretto sarebbe difficile una tua vittoria…” le ricordò lui.

“Rimango dell’idea di prima…” bofonchiò lei, dandogli le spalle.

“Il nostro sarebbe un legame più forte di quello dato da un matrimonio…” le sussurrò lui all’orecchio.

“Ma dovrei piegarmi ai voleri di Zelas” disse la ragazza con tono lugubre. Xelloss sorrise impercettibilmente.

“No, perché non saresti nulla per la mia Master” le rispose calmo.

“Gourry è tuo amico!” gli rinfacciò Lina, sperando di fare leva sul suo senso dell’amicizia.

“E’ vero, ma quando si desidera qualcosa l’amicizia passa in secondo piano” rispose lui mandando in frantumi le sue fioche speranze ed accarezzandole il collo mentre un fremito la scuoteva.

“Lo sai che mi stai chiedendo di abbandonare Gourry sull’altare?” domandò Lina, stentando a credere lei stessa a quello che stava dicendo. Sapeva che, ponendo una simile domanda, sembrava accettare la proposta di Xelloss, ma non era riuscita a trattenersi.

“Non proprio: io ti sto chiedendo di onorare una promessa fatta due anni fa” affermò il Mazoku.

“Quindi, nonostante abbia molti pretendenti… dovrei comunque scegliere te” gli rinfacciò lei aspra.

“Se tu preferissi qualcun altro io non avrei alcun tipo di obiezione” le spiegò “ma dato che non sembri dimostrare alcun tipo di preferenza per nessuno dei candidati proposti da Lon, allora sì” convenne il Mazoku.

“E se non accettassi? Se decidessi di sposare Gourry ugualmente?” lo sfidò, alzando il mento.

“Sei davvero sicura di volerlo sapere?” le rispose aprendo completamente gli occhi color ametista.

“No… non credo di volerlo…” sussurrò raggelata dalla profondità del suo sguardo.

“Meglio così” approvò lui, chiudendo nuovamente gli occhi e sorridendole.

“Lo sai che non sei tu quello che amo?” gli rinfacciò atona, desiderosa di distruggere le sue certezze come lui aveva fatto poco prima con i suoi sogni.

Stava cedendo: era palese ad entrambi che, con quella semplice affermazione, stava accettando la sua proposta.

“L’amore può venire con il tempo… e comunque resta il fatto che mi desideri” le sussurrò roco, mentre piccoli brividi percorrevano la schiena della ragazza.

“Desiderare qualcosa non significa amarla…” borbottò cupa, guardando il pavimento.

“Però non lo esclude” bisbigliò lui, baciandole il collo ed abbracciandola con sensualità.

Lina chiuse gli occhi, concentrandosi su Gourry, ma l’immagine del biondo spadaccino sembrava lontanissima, mentre al suo posto, due occhi viola non le davano tregua.

Le mani di Xelloss risalirono sulle spalle lasciate scoperte dall’abito, mentre un gemito le sfuggiva dalle labbra.

“Lina? E’ quasi ora… scendi?” domandò una voce femminile oltre la porta chiusa, risvegliandola dal torpore che l’aveva colta.

“Arrivo, mamma!” rispose con voce roca e con le guance scarlatte.

Sembrava incredibile, eppure la grande Lina Inverse era confusa: aveva sempre creduto d’amare Gourry ed invece erano bastati pochi baci da parte di Xelloss per farle dimenticare il ragazzo biondo, che fino a qualche attimo prima aveva creduto d’amare, e cedere alle tentazioni del Priest.

Che avesse ragione il Mazoku? Che l’amore fosse secondario?

Aveva sempre creduto d’amare Gourry, eppure spesso preferiva studiare per ore qualche vecchio libro impolverato che conteneva antichi incantesimi anziché trascorrere del tempo con lui.

Dacché lui le aveva fatto la proposta di matrimonio non le era mai venuto in mente di approfondire il loro rapporto, invece dopo neppure mezz’ora in compagnia di Xelloss già fremeva per il semplice tocco delle sue mani ed il suo corpo pareva desiderare di più. Che si fosse inconsciamente innamorata del demone? Che avesse accettato la proposta di Gourry come un semplice ripiego? Non sapeva darsi risposta.

“Devi scegliere, Lina” le rammentò lui, osservandola con gli occhi chiusi “credo di averti dimostrato di non esserti indifferente” concluse sornione.

“Terrò fede alla mia promessa” accettò lei dopo una breve pausa, gli occhi improvvisamente lucidi realizzando in quel mentre la verità che cuore e ragione le avevano taciuto per anni.

“Ne sono felice” si complimentò Xelloss, mentre un sorriso sincero compariva sul suo viso.

“Perché mi vuoi?” domandò improvvisamente la maga, alzando di scatto la testa ed osservandolo con attenzione.

“Come ti ho già detto prima, possiedi molte caratteristiche che mi piacciono in una donna” snocciolò nuovamente lui.

“Voi Mazoku non avete bisogno di mogli, quindi cosa ti spinge a volerti legare a me?” insistette lei, per nulla convinta da quella frase.

“Ricorda che prima ero umano: diventando Priest ho mantenuto certe caratteristiche. Non mi serve mangiare, eppure lo faccio. Non mi serve bere, eppure lo faccio. Non mi serve dormire, eppure lo faccio” le spiegò paziente.

“Ed io? Cosa sono io?” domandò Lina, curiosa “Quale piacere compenso?” indagò caparbia.

“Tu? Tu sei un’ossessione che non mi da tregua da oltre quattro anni… Tu sei un fuoco che mi brucia dentro… Tu sei una tentazione a cui fatico ogni giorno di più a resistere… Ti basta?” le sussurrò roco all’orecchio.

“Credo… credo di sì... e comunque non posso aspettarmi amore da un Mazoku…” soffiò abbozzando qualche passo incerto verso la porta, ancora frastornata dalle parole appena udite.

“E’ qui che ti sbagli, Lina” la stupì lui.

“Che intendi dire?” domandò la giovane, voltandosi verso Xelloss.

“Io non ho parlato di sentimenti, è vero, ma ciò non significa che non li possa provare” la contraddì.

“Vorresti dire che mi ami?” chiese lei dubbiosa, mentre il suo cuore sembrava quasi fermarsi nell’attesa di quella semplice risposta.

“E’ un segreto” le rispose con un sorriso furbo, mentre il cuore della maga dai capelli amaranto tornava a pulsare regolarmente.

“Dovevo immaginarmelo!” sibilò riprendendo a camminare.

“Se io ti amassi… cambierebbe qualcosa? Saresti felice di avere me al tuo fianco anziché Gourry?” le domandò bloccandole il cammino e divenendo serio improvvisamente.

“Forse…” si lasciò scappare lei, distogliendo lo sguardo ed arrossendo subito dopo.

“Strano… ero convinto che a voi donne, per essere felici, bastasse darvi ori e gioielli, fama e notorietà…” disse lui, quasi stesse parlando da solo “tu cosa vuoi per essere davvero felice?” le domando scrutandola.

“Quello che dici posso procuramelo da sola: dimmi solo che mi ami” rispose lei, incredula per avergli rivelato quel banale desiderio.

“Ho sempre pensato che fossi fuori dal comune, Lina Inverse” replicò lui con un sorriso “E con questa tua richiesta me l’hai confermato” le rivelò alzandole il mento.

“E’ un complimento?” chiese la maga con un filo di voce incredula.

“Preferisco pensarlo come un dato di fatto” soffiò Xelloss, baciando le labbra rosse della giovane.

Ti amo… sussurrò una voce nella mente della ragazza che sgranò gli occhi esterrefatta questo sarà il nostro primo segreto… ma forse non l’ultimo concluse la voce, mentre una luce dorata li avvolgeva facendoli sparire.

  
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