Same old fears.
Chissà quando, a casa di Paul.
Smuove la quiete della notte.
Allunga una mano nel buio e tasta l'altra parte del letto.
E' lì, è ancora lì, si sussurra Paul e cerca di vedere nel buio, strizzando una, due volte, gli occhi.
Le linee, i colori e le sagome iniziano a prendere forma e Paul osserva meglio John accanto a sé, addormentato.
E' qui, si dice ancora, più volte, perché quasi non gli sembra vero di averlo nello stesso letto dopo chissà quanto.
Il tempo, il tempo è una concezione inventata dalle persone per avere ordine nella loro vita, per proporzionare, per decidere. Secondi, minuti, ore, giorni, mesi; Paul non sa quanto tempo sia passato, sa però che è passato troppo tempo da quando ha avuto per l'ultima volta John. Non nel suo letto, non in camera sua, non in casa sua, avuto e basta.
Appoggia la mano sulla sua guancia, sorride alla sensazione della poca barba presente sul volto dell'amato che gli punge la pelle.
Era tornato con un Mi dispiace ho sbagliato io, e Paul credeva di poterlo rifiutare con tanta facilità, di scacciarlo e lasciare che la loro amicizia non maturasse a qualcosa di più.
Ma la loro amicizia era ed è già qualcosa di più, di speciale e fuori dal comune. Ed entrambi lo sanno.
Lo sanno da come si sono guardati quel sei luglio, ignari, o forse no, che si sarebbero cambiati la vita a vicenda.
A succedere i loro corpi stretti insieme sotto le leggere coperte amurghesi, i loro sguardi, i sorrisi, i baci fugaci mentre nessuno prestava attenzione ai due.
-Non dormi?- E' la sua voce a farlo sussultare per un attimo, e No, risponde Paul, anche se vorrebbe aggungere Va bene così, torna a dormire, sei bello quando dormi.
-Vieni qui- E' la risposta del maggiore dei due, che si sporge con il busto fino a poggiare il petto contro quello di Paul, un tocco leggero che fremere il bassista. Una mano si posa sul suo fianco e l'altra va a infilarsi tra i folti capelli scuri. John sente il respiro del minore sul collo e sorride, chiudendo gli occhi dopo avergli lasciato un piccolo bacio sulla fronte.
-Non te ne andare più- Quasi lo implora McCartney, facendo scorrere le dita sulla sua schiena nuda, tracciandovici sopra linee immaginarie. Mai più, è la risposta di John.
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Lalalalal.
Non pensavo di essere capace di sfornare un'ennesima McLennon.
Infatti questa è decisamente corta e priva di significato, però mi piaciucchiava.
Peace, Lemon.