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Autore: ilpiponedistyles    16/12/2012    1 recensioni
Si mancavano, ma non lo sapevano.
E quello che ottennero? niente, solo un'ammasso di ricordi che li torturavano moralmente.
''L'hai lasciata scappare'' diceva la coscienza di lui.
''L'hai fatto scappare'' diceva la coscienza di lei.
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E' la mia storia, non una storia qualunque, questa è la mia storia.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E' la mia storia, non una storia qualunque, questa è la mia storia.
Sono qui, per raccontarvi, non la mia, ma meglio, la nostra storia


Ginevra e Francesco. 
Era questo il nome di quei due bambini che giocavano nel cortile sotto casa.
''Ciao piccioncini!'' gridò passando la loro vicina di casa, la signora Angela. 
Una donna fantastica, che dava del bene a tutti. 
''Ciao Angeletta'' gridarono in coro i due bambini. 
Ginevra, bella, raggiante, solare, così piccola, ma così perfettamente stupenda. 
I suoi capelli, lunghi fin poco sopra il sedere, di un colore corvino con delle sfumature di rosso, i suoi occhi, così perfetti, di quel color caramello inconfondibile. 

Francesco, bello, un principe, pitturato col pennello. 
I suoi stupendi capelli biondi e i suoi occhi verde smeraldo, alto quanto basta per un bambino di sei anni. 

''Ciao Gine, ciao Frà'' disse Alessandro, il loro 'grande amico', entrando nel portone del palazzo.
Era un ragazzo di 15 anni, grande, robusto, era il loro bulletto preferito. 

''Francesco, Ginevraa, salite è ora di cena!'' gridò affacciandosi alla finestra dell'ultimo piano, Anna la madre di Francesco. 
Una donna bonacciona, con i capelli di un nero corvino inquietante, molto corti. 

I due bambini salirono, tenendosi per mano, una abitava al primo piano, e l'altro all'ultimo, ma cenavano quasi ogni sera insieme.
Cenarono e dopo poco si rinchiusero nella loro tenda, prendendo una bambola dal baule della sorella di Francesco, volata via per sempre. 
Era il loro patto: Valeria, la sorella di Francesco, avrebbe sempre fatto parte dei loro discorsi e dei loro giochi. 

Ginevra, era l'unica che conosceva il baule delle bambole di Valeria, e anche della sua storia. 
Francesco non l'aveva mai detto a nessuno e lei ne era molto contenta, si sentiva onorata di ciò. 

Erano due fidanzatini perfetti ma gli anni passarono.
E arrivò quel triste giorno, di due anni dopo, avevano entrambi otto anni. 
Francesco scese quelle sei rampe di scale e suonò al campanello della casa di Ginevra. 
Lei aprì la porta e tutta euforica lo abbracciò e gli diede un bacio a stampo, erano davvero teneri e perfetti, oserei dire. 

''Vuoi salire a giocare con me? C'è anche Francesca!'' propose Francesco. 
Non doveva pronunciare quel nome.
''Emh..io devo fare i compiti..'' provò a mentire Ginevra, presa dalla gelosia. 
Non voleva essere sostituita. 
''Non è vero! Ho chiamato tua mamma e mi ha detto che li hai finiti!'' urlò Francesco. 
Si era subito alterato, aveva capito.
''No, si è sbagliata, devo finirli..'' disse insicura la piccola. 
''Sei solo gelosa di Francesca!'' disse Francesco abbassando il capo. 
''No! Mai!'' 
''Vaffanculo'' 
ci credete? Un bambino di otto anni che manda a quel paese una piccola bambina. 

Beh, la gelosia ha rovinato tutto, anche quella volta. 
Da lì Ginevra e Francesco non si sono più parlati, troppo orgoglio in entrambi.
Sembra tutta un immensa favola, peccato che non è così. 

Erano piccoli, ignari di tutto quello che sarebbe accaduto poi. 
Ignari del loro amore.

Ah, Ginevra sono io, molto piacere.

  
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