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Autore: _FrenkieFaye_    16/12/2012    2 recensioni
Troppo vicina, la fine è troppo vicina, non è riuscita neanche a baciarlo per l’ultima volta. E’ sospesa sul confine del nulla. Tutto il suo corpo le dice di farlo, fermare le parole con le sue labbra, rispondere così a ciò che lui le ha detto. Una risposta muta ma piena di significato.
“Resta". Invece, ciò che esce dalle sue labbra è solo un gelido e bugiardo: «Non esiste un noi, Gwaine».
E’ questo il momento il cui Morgana può sentire il cuore del cavaliere perdere un battito, la mano che accarezzava i suoi capelli rimanere sospesa nel vuoto.
E’ questo il momento in cui tutto finisce.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Galvano, Morgana
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Gwaine Morgana

“Lady Morgana, We really should stop meeting like this...”

~

Entrambi conoscevano fin troppo bene le regole da condurre in quel gioco folle e masochista.
Mentire per non cadere a pezzi, paure celate sotto le simulate spoglie di un egoismo contorto, unico specchio attraverso il quale poter vedere la realtà propria, solo la propria; proteggersi da una verità troppo scomoda da essere pronunciata; mentire a se stessi, all’altro, a parole.
Reprimere il piacere nel fondo del ventre, come a celare un’ovvia ma sconveniente emozione, traditrice di quell’orgoglio che rischia di mandare in fumo una valanga di menzogne, di spogliare l’anima oltre che il corpo.
Sentirsi ancora se stessi se a parlare è solo l’istinto, l’attrazione, la carne, il sangue... quel tipo di necessità, di bisogno fisico, che non si acquieta fin quando non viene colmato, fin quando la bestia nel petto non è sazia a tal punto da ritirarsi, vincitrice di quell’ultimo bottino conquistato duramente.

Morgana è un’abile bugiarda, lo è sempre stata, sempre lo sarà.
Ha dovuto imparare a proteggersi in questo modo -non permettendo agli altri di scavare nel fondo di se stessa- diventando sfuggente, maliziosa, qualcuno di cui non fidarsi, qualcuno su cui non fare affidamento in nessun caso.
Anche quando la menzogna sfiorava le sue labbra, quando a muoverla erano i suoi loschi scopi, c’era sempre un fondo di verità che le permetteva quello slancio. Il non sentirsi macchiata di assurde colpe che non le appartenevano.

Gwaine, d’altra parte, preferiva non porsi le domande giuste.
Non conoscerne le risposte.
Preferiva non chiedersi cosa l’aveva portato, col corpo e con l’anima, ad amare lei, proprio lei -  il peggior nemico contro cui aveva mai combattuto - smarrendo se stesso in quel sentimento che aveva inevitabilmente messo in corto il suo cervello.
Che aveva fatto si che lui la desiderasse come non aveva mai desiderato nient’altro nella sua vita: proteggere Camelot, diventare Cavaliere della Tavola Rotonda. Più di tutto il resto, agglomerato in cenere di poco conto, sacrificabile...

L’essere incorruttibile, il più leale, il più giusto. 
A conti fatti, il più bugiardo.

Tutto per una donna, per quella donna: la tentatrice della sua anima, colei che ha gettato ombre nel suo cuore vuoto e l’ha restituito a se stesso, più solo di prima.
Perché ciò che c’è stato, più di una volta, non è rimasto solo piacere fermo al corpo, come lei gli ha fatto credere. Perché lui l’ha toccata come nessun0 l’aveva mai toccata prima, come se fosse la cosa più fragile del mondo, come se rischiasse di cadere in pezzi, come se meritasse le cure di una salvifica speranza a cui aggrapparsi. Perché il fuoco dentro è stato consumato nel segreto di una notte, e un’altra ancora, troppo breve da produrre qualche effetto sui sensi di colpa.
Perché è stato naturale: lei ha spogliato lui dalla sua armatura, lui ha spogliato lei, lentamente, di tutte le sue certezze; una dopo l’altra, le ha scartate via senza remore, senza preoccuparsi delle conseguenze.
Perché si sono amati come se non esistesse un domani, come se fossero destinati entrambi e morire sulle labbra dell’altro, consumati in quella stessa notte da una tacita urgenza bruciante, lo stesso bisogno che ha messo radici, inconsciamente, nel corpo e nella mente di entrambi.

Destinati in questo amore sfortunato, che li porterà alla morte.

 

Anche se lui vivesse per secoli, non potrebbe mai, mai, dimenticare la donna che ha creduto di amare.
E se lei non fosse da sempre un’abile bugiarda, esperta traditrice del suo stesso cuore, farebbe di tutto per fargli capire che la donna che ha amato non ha mai abbandonato il suo corpo, è ancora lì, da qualche parte, nascosta sotto il peso enorme di una valanga di menzogne che hanno mandato a fuoco il suo cuore.
E di quell’ultima menzogna, detta tempo addietro, che ha bruciato la sua bocca.

«Non ho niente da offrirti se non questo, disperazione e solitudine... io non ti appartengo. Se sei alla ricerca di altro, Gwaine... qualcosa che io non posso darti...vattene in questo momento. Ti prego, non tornare mai più».

Si incontravano sempre a notte fonda, quando il buio scendeva come un manto ovattato a dare ultimo asilo ai loro peccati. Morgana aveva scovato un nascondiglio sicuro per se stessa - ricercata in tutta Camelot e nei regni limitrofi per accusa di alto tradimento e cospirazione ai danni del Re e della Regina-: una profonda grotta che si estendeva per chilometri in una fitta rete di gallerie nel sottosuolo.
Se qualcuno l’avesse trovata, sarebbe scappata sottoterra, facendo disperdere le sue tracce; conosceva ormai ciò che le gallerie avevano da offrirle, i diversi sbocchi ben nascosti che davano sul mondo, non sarebbe stato difficile per lei mettersi in salvo.

A Camelot, quando il castello e la cittadella trovavano quiete nella notte,un destriero silenziosamente veniva condotto fuori dalle scuderie e preparato per il viaggio.
Gwaine sistemava la sella al suo purosangue, ne accarezzava il manto niveo, per calmarlo, prima di salire in groppa, scoccare le redini e allontanarsi al più presto, senza voltarsi indietro.
Arrivava al nascondiglio di Morgana dopo una lunga cavalcata, aprendosi varchi con la spada tra diramazioni di alberi e fitta vegetazione. Assicurava il cavallo a uno spuntone naturale scavato nella roccia, prima di trovare riparo nella grotta ben nascosta, facendo frusciare il mantello da Cavaliere nel buio della notte. Una lingua di fuoco rimasta sospesa nel vento acre.
Morgana riusciva ad avvertire sempre il suo arrivo, non sapeva precisamente come.
Non aveva nulla a che fare con i suoi poteri, con l’essere strega.
Quella sensazione, scavata a fondo dentro di lei, solleticava una parte di se stessa con cui non era abituata a fare i conti.
Il cuore, vittima di un incendio.
Lo stomaco, chiuso in una morsa.
Così debole da non riconoscersi, così... umana.

Una donna innamorata persa.

Quando Gwaine la toccava e diventava sua, si scioglieva come cera morbida nelle mani di un’abile manifattore, si piegava e si distorceva sotto i suoi polpastrelli, sotto le sue carezze.
E lo odiava. Odiava sentirsi in quel modo. Odiava lui per avere questo strano potere su di lei.
Odiava se stessa, ancora di più di quanto normalmente facesse.

Aveva giocato spesso col suo corpo, aveva corrotto nemici solo grazie al sesso, donato il suo corpo per un rendiconto personale senza grossi problemi morali. Qualcosa di meccanico e asettico, arrivava a donarle piacere, mai a scaldarle il cuore. Fin quando lui non era giunto a sparpagliare le carte del destino, artefice del suo smarrimento. La mente, in quei momenti, si annebbiava. Il resto del mondo sarebbe imploso su se stesso e loro, troppo presi a farsi la lotta, non se ne sarebbero neppure accorti.
Morgana sentiva di appartenergli, in ogni centimetro del suo corpo, in ogni sospiro perso nel vento, in ogni carezza sulla sua pelle. 
Nel momento in cui entrambi raggiungevano il massimo del piacere, lo stringeva più forte al petto. Un dolore quasi fisico le ricordava che lei, proprio lei, non poteva meritare un bene del genere.
E che lui, poco dopo averle carezzato i capelli, dopo averle sussurrato qualche promessa di poco conto, sarebbe andato via.

E un giorno non avrebbe più fatto ritorno.

Stanco di amare un fantasma.
Stanco di quella vita clandestina, stanco del non poter desiderare di più.
Stanco di combattere contro le sue stesse colpe.
Stanco di combattere contro se stesso.
Morgana sa che lo perderà.

Ancora stretti l’uno all’altro, il viso di Morgana sul petto, la ragazza ascolta in silenzio e ad occhi chiusi il respiro del cavaliere. Cullata dalla pace, dal martellare del suo cuore come una ninnananna. Gwaine le prende la mano e ne bacia il palmo, affonda il viso nei capelli della ragazza, inspira il suo profumo forte prima della fine.

 «Ti amo». Morgana piange silenziosamente conto la sua spalla. mentre ascolta le sue parole, stretta nel terrore che adesso pervade il suo corpo.
«
Tutto quest’incubo prima o poi finirà, troveremo il modo,te lo prometto. Saremo solo noi».

La ragazza trema, dentro può sentire due mani comprimerle i polmoni fino a farle mancare il respiro.
“Ti prego, non parlare. Resta. Ti prego, resta”.

Troppo vicina, la fine è troppo vicina, non è riuscita neanche a baciarlo per l’ultima volta. 
E’ sospesa sul confine del nulla. Tutto il suo corpo le dice di farlo, fermare le parole con le sue labbra, rispondere così a ciò che lui le ha detto. Una risposta muta ma piena di significato.

“Resta".

“Ti voglio vivere, Gwaine, e tutto questo mi sta uccidendo. Sento che scomparirai da un momento all’altro... io sono egoista, insomma, lo sono sempre stata. E’ così egoistico il pensiero che io possa meritare... TE. Me e te, insieme?”
Questo è quello che avrebbe voluto dirgli.
E invece cio che esce dalle sue labbra è solo un gelido e bugiardo: «Non esiste un noi, Gwaine».

E’ questo il momento il cui Morgana può sentire il cuore del cavaliere perdere un battito, la mano che accarezzava i suoi capelli rimanere sospesa nel vuoto.
E’ questo il momento in cui tutto finisce.

«Non ho niente da offrirti se non questo, disperazione e solitudine... io non ti appartengo. Se sei alla ricerca di altro, Gwaine... qualcosa che io non posso darti...vattene in questo momento. Ti prego, non tornare mai più».
E anche quando lui le afferra le spalle, alzandola di peso e bloccandola di forza contro il muro, guardandola negli occhi fino a farle bruciare lo sguardo, Morgana può già sentire la frattura.
Il suo respiro più distante, il corpo del Cavaliere più lontano dal suo.
Può sentire tutto ciò che gli sta donando, salvandolo dal rincorrere qualcosa che non ci sarà mai.

Una vita serena. 
La felicità. 
L’amore giusto.
“Non posso trascinarti a fondo con me, non posso essere così egoista”
pensa.

Solo quando il Cavaliere si riveste e va via, lasciandola sola, Morgana scivola in se stessa.
Nel suo corpo vuoto, freddo.
Si stringe le ginocchia al petto, cerca il suo profumo sul suo corpo finché non lo ritrova.
Una vita di dannazione non sarà niente, niente in confronto a saperlo al sicuro, salvo.
Felice, magari non subito, ma prima o poi lo sarà. Magari accanto a un’altra donna che saprà amarlo così come merita. Con tutta se stessa, con tutto il suo cuore e la sua vita da spendere al suo fianco, per i giorni che verranno.

Di lei, invece, non rimane che un fantasma. 
Un rigetto imperdonabile della natura.
Perché nascere, venire al mondo, per tanta sofferenza?

Chi sei veramente, Morgana Pendragon?

Un disegno dai tratti indefiniti, sfuggente come fumo.
Un pozzo di domande e nessuna risposta.
Una giovane donna già arida dentro.
Bruciata dalla vendetta, dalla solitudine, dalle ingiustizie.
Bruciata da un amore che mai avrebbe pensato di essere in grado di provare, bruciata da un desiderio troppo pretenzioso per la sua vita disordinata. Bruciata da qualcosa di troppo prezioso per lei.

Se una persona è abituata al carbone per tutta la vita, lo scintillio improvviso di un diamante potrebbe ferire gli occhi come una spada di luce.
Se si è abituati al nulla, anche una carezza può farti crollare.

Chi sei veramente, Morgana Pendragon?

Proprietaria di un cuore martoriato, messo a rischio da un dolore pari a una stilettata.

Chi sei veramente, Morgana Pendragon?

Aveva solo bisogno di una carezza.
Solo bisogno che qualcuno raccogliesse i mille pezzi di lei e li rimettesse insieme. 
E mentre si abbraccia le ginocchia, le spalle scosse dai singhiozzi, pensa che anche questa volta toccherà farlo da sola. E la solitudine è un peso sotto cui non è più disposta a piegarsi.

~

 

Mesi dopo, Gwaine continua ad ignorare se stesso e le risposte alle domande incessanti nella sua testa.
La verità, preferisce tenersela dentro, nei reconditi altri della sua mente, nello spazio riservato ai ricordi, alle emozioni.
Cinico, insensibile, come non lo è mai stato. 
Pensava di ritrovare se stesso, lontano da lei, e non sapeva quanto si sbagliava.
Lontano dal ricordo, da quei loro momenti... è uno stanco sognatore, un bugiardo più abile di quanto si aspettava.
Da quando non ha niente da cui tornare, da quando ogni missione per Camelot potrebbe essere l’ultima e non gli importa.

Per cosa vive Sir. Gwaine?

Se lo chiede ogni mattina e ogni sera.
“Sarà questo il mio ultimo giorno? La morte o il perdono di me stesso?”
Quella notte i cavalieri vengono chiamati di grande urgenza nella Sala del Trono.
La Regina e Arthur sono attenti nell’ascoltare un uomo inchinato, stretto in un’armatura lucida alla luce spettrale delle candele.

 «Ringraziate il vostro Re da parte mia Sir. Leadlin.  Le alleanze con gli altri regni sono una ricchezza e ho intenzione di preservarla per il bene della pace. Questa vitale informazione appena entrata in mio possesso, potrebbe cambiare tutto... partirò con i miei uomini più fidati questa notte stessa, in assoluto segreto». 
Sir Leadlin abbassa il capo, pronunciandosi in un inchino ancora più profondo.  I Cavalieri vengono mandati a prepararsi a una nuova missione senza nome.
Mentre Gwaine entra nelle scuderie, Parcival lo raggiunge alle spalle. 
«Qualcuno ti ha spiegato cosa Sir.Leadlin ha detto ad Arthur di così importante da buttarci giù dai letti?» chiede ironico, prima di sbadigliare e stropicciarsi gli occhi.
Percival sorride, impegnato a sistemare la sella al suo cavallo, neanche si volta verso di lui quando gli dice: «La pattuglia di Nemeth ha scovato il nascondiglio di Morgana. Questa notte potrebbe essere un bagno di sangue, fratello, oppure la missione più importante di sempre».

E tutto si ferma.
Nelle vene di Gwaine il sangue si gela, sente le pareti delle sue arterie sfregare come carta vetrata.
E’ grato a Percival per non essersi girato verso di lui nel comunicargli la notizia, può solo immaginare l'epressione che ha preso il suo viso.
Sente lo stomaco inondato di un liquido ardente, vorrebbe quasi vomitare.
Stringe febbrilmente le redini tra le sue mani.

Per cosa vive Sir. Gwaine?
Per la sicurezza di Camelot o per l'amore nascosto verso quella ragazza?
Non può più sfuggire a se stesso, non dopo tutte le volte che l’ha fatto.
Gwaine è costretto a restare.

Restare solo con i ricordi, con lei che vive ancora dentro di lui.
Bellissima, felice nei suoi ricordi.
Non è mai riuscito a liberarsene dopotutto, mai ci riuscirà.
Continuerà per sempre a rincorrere quel malsano desiderio, continuerà a correre verso quell’amore a senso unico. Verso un muro di cemento che prima o poi rischierà di crollare, seppellendolo vivo.




-Spazio autore:
E’ il mio secondo esperimento nel fandom di Merlin. Il primo era una One-shot Lancelot/Guinevere, scritta per il bisogno di dare a quei due un’altra possibilità di rivedersi per l’ultima volta. Se vi può far piacere, dateci un’occhiata, la trovate sulla mia pagina e il suo titolo è L&G. My Angel in the star”.
Questa semi-long è stata scritta per un bisogno molto simile.
Mi spiego meglio: adoro l’idea di Morgana e Gwaine insieme, ok?
E so che è impossibile, un po’ malsano, lontano dai personaggi e bla bla bla, ma cos’è la scrittura e la fantasia se non un mezzo nelle mani dell’autore, per il raggiungimento di cose che magari, appunto, sono destinate a morire nella mente se non trascritte su carta?
Vi renderete conto che in una situazione del genere è stata dura per me mantenere i personaggi il più possibile fedeli agli originali, questo perché l’amore rende folli e irrazionali, anche se stiamo parlando di una Sacerdotessa dell’Antica Religione e uno dei Cavalieri più rispettabili di tutta Camelot.
E quindi ci sarà un seguito, ispirazione premettendo, ma solo di un altro capitolo.
E’ davvero importante per me sapere cosa ne pensate.
E, soprattutto, è lo stimolo più forte per affrontare la stesura del capitolo successivo.
A presto ;). -Francesca.


 

Aggiornamento 28\09\13: è passato una vita da quanto ho pubblicato questa storia, e nel frattempo la nostra serie è finita ( vi lascio un secondo per piangere digniosamente) Okay... parlando del finale di stagione, posso dire che ero sul punto di riprendere la scrittura del secondo capitolo, quando gli autori hanno ben pensato di uccidermi Gwaine per mano di Morgana.
Capirete che, a parte il dolore -era necessario? What is wrong with you, BBC?- TUTTA la voglia di scrivere di questa coppia è evaporata. Puff. Mi sono data un po' di tempo per capire... ma per chi segue la storia, è giusto sapere che non si sarà un seguito. Quindi questo capitolo è da considerarsi come una Oneshot dal finale sospeso.
Mi dispiace davvero tanto.
Immagino che ognuno,  a questo punto, possa immaginarsi il finale che più lo rende felice.
   
 
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